..., pensare che se in una coppia in cui si concordano spazi di libertà, le persone poi si accoppino in modo poi promiscuo con chiunque, mi sembra il riflesso di un pensiero molto negativo sulle persone. Non siamo bestie in preda al solo impulso sessuale.
Su questo aspetto si aprono delle praterie da percorrere.
Perché una coppia "aperta" non può evitare di stabilire delle regole.
Altrimenti, direi per logica di base, non si può parlare di "coppia".
Un contenuto allo schema comportamentale della "coppia aperta" lo si deve dare. Impossibile fare senza.
Quanto meno una certa "
abitualità" di frequentazione (come succede nelle coppie a distanza).
Una
condivisione di residenza/e, anche di ordine pratico. Nel senso che se entro nella casa della mia compagna ho un mio guardaroba ed effetti personali. Almeno degli armadietti (lasciamo perdere il numero), come nei dormitori in caserma o negli spogliatoi in palestra.
Altrimenti sono un ospite.
Una disponibilità allo
svolgimento di attività sessuale tra i due partner, mi sento di aggiungere, anche se mi sembra ovvio, altrimenti a fronte della esclusività ci sarebbe il niente. Se non c'è sesso, si è co-inquilini, al massimo, per dividere le spese. No, ci deve essere, altrimenti non c'è coppia (ci risiamo).
E qui, le cose si complicano, in modo incredibile, per uno come me, almeno. Come si garantisce la reciproca
protezione da malattie sessualmente trasmissibili ?
Facciamo a fidarci ? Difficile ... anche in relazione al numero dei frequentanti di ciascuno, alcuni dei quali possono avere altri partners, a loro volta; magari questi altri anche loro hanno relazioni extra, non si finisce più.
La soluzione possibile è che si abbiano rapporti protetti, niente baci e/o rapporti orali, per evitare la contaminazione da liquidi, ecc. Insomma, le protezioni tipiche del sesso mercenario. All'interno di una coppia ? Difficile da accettare, ad occhio.
Fare
figli insieme ? Qualche problemino c'è (gli spermatozoi possono rimanere attivi fino ad una decina di giorni) vedi quanto avevo linkato al post #122. O se no, quando il figlio ci scappa si fanno gli esami del DNA a tutti i "frequentanti" e a chi tocca la paternità del/lla pargolo/a "
nun se deve ingrugnà" come si dice a Roma. Tutti gli altri maschi che hanno partecipato ma non hanno vinto la "lotteria" ovviamente si sprecheranno con pacche sulla schiena e congratulazioni ...
Mi sa che la natalità crolla ancora di più di quanto succede già da decenni.
O mettiamo un
limite quantitativo (non parliamo qualitativo) alle frequentazioni di ciascun partner ? Un numero chiuso, riservato agli iscritti. Per esempio, stabilendo un registro dei frequentanti all'ingresso dall'appartamento (con una fotocopia del documento d'identità, sai mai che fornissero identità fasulle). Come in un motel, al banco accettazione.
E la privacy dei partner (che non vogliono far sapere i nominativi dei frequentanti) e dei frequentanti stessi (che magari scoprono nominativi di parenti nel registro e scappano via) dove la mettiamo ?
Nei vecchi postriboli c'erano, scale, uscite ed entrate separate, per non fare incontri imbarazzanti (vedi a Roma, a Via Capolecase).
A quel punto, il poco gradito rapporto esclusivo comincia a diventare interessante.
Deve essere successo che qualcuno si è posto queste problematiche parecchie migliaia di anni fa (il c.d. Codice di Hammurabi risale a circa 37 secoli fa ed è il primo documento giuridico che tratterebbe dei rapporti di famiglia) e l'ha risolte nel senso della esclusività.
Ma noi siamo moderni e creativi ...
Chi è che parlava di corsi e ricorsi storici ?