Questa considerazione la voglio commentare.
Non credo che sia valida in assoluto.
Dipende dal perché e/o da quando lo si fa.
Credo che quando si confessa un tradimento sia importante spiegare le ragioni (o raccontare delle ragioni che siano credibili sul serio) per le quali si compie un gesto così dirompente. E pure il timing conta parecchio.
La confessione fatta sotto l'incalzare delle contestazioni (ad es. del tradito che ha raccolto indizi seri o prove) è solo un modo per cercare di attenuare le responsabilità. Lo stesso vale, secondo me, nei casi si tema che il tradimento venga svelato dall'amante, dal di lui coniuge, da un amico, ecc.
E' una confessione "forzata", non spontanea, frutto di una disperazione calcolata.
La confessione fatta per l'insopportabilità del rimorso di aver tradito, ecco quella merita un discorso a parte, perché un conto è se tale insopportabilità sia
genuina o inquinata
da un calcolo.
Azzardo nel sostenere che se avvenga la confessione nell'immediatezza del fattaccio possa essere molto meno gravosa rispetto alla circostanza che avvenga a distanza di parecchio tempo dalla commissione del tradimento.
Poi, se è genuina, sono d'accordo con
@ParmaLetale che sarebbe meglio tenersela dentro e gestirsela da soli per il resto della vita. E' un contrappeso del piacere provato nel tradire che va scontato per mantenere la relazione di coppia senza turbolenze evitabili. Ci sta.
Altrimenti, nel migliore dei casi è un segno (ammissione) di debolezza caratteriale, si vuole scaricare sull'altro la responsabilità della valutazione per propria incapacità di gestire l'accaduto. Brutto e rischioso segnale che si manda, a prescindere da come sarà accolto il gesto.
Se, infine la decisione di confessare è frutto di un calcolo direi, a priori, è una mossa molto azzardata. Si causa un terremoto e non è detto che la coppia sopravviva. Il timing poi è estremamente rilevante.
Spesso il motivo è che, in un momento di favorevole disposizione di animo del partner tradito (dopo anni di ritorno alla normalità o dopo un momento di particolare buona disposizione del partner) si pensa che la notizia del tradimento (chiuso) possa essere più facilmente "digerita". A quel punto bisogna munirsi, a mio avviso, almeno di buone prove circa la fine della relazione, su chi ha provocato detta fine e l'epoca in cui è avvenuta. Perché il tradito vorrà sapere tutte le circostanze e farà un sacco di domande alle quali non si può evitare di dare risposta.
Invece, si commette spesso un (fatale) errore di valutazione nel confessare e la notizia procura uno sconvolgimento epocale anche se sono trascorsi anni (ricordo di aver letto un caso in cui la confessione è avvenuta dopo 7 anni, un altro dopo 5, ecc.) o si vantino dei meriti per qualcosa fatto. Il rischio è elevatissimo nel senso che, dopo la naturale turbolenza creata dal disvelamento, la coppia salti comunque, anche ad effetto ritardato. Perché il la notizia ritardata del tradimento compiuto inquina comunque la veridicità (percepita dall'altro) anche delle azioni buone compiute.