Me ne aveva parlato una utente qui sul forum
Poi avevo un po' approfondito e mi aveva affascinata moltissimo l'averci ritrovato dentro alcuni concetti su cui mi è sempre piaciuto lavorare in me: liberare la mente dalla ricerca della perfezione, l'impermanenza e la bellezza della decadenza, della morte.
Hai mai letto Krishnamurti?
Mi ci ero imbattuta da adolescente mentre leggevo Huxley....da adolescente mi incuriosiva moltissimo la percezione e il come attraversare le soglie della percezione.
Sempre allora, mi era piaciuta moltissimo questa poesia di Baudelaire
Vieni dal cielo profondo o esci dall’abisso,
Bellezza? Il tuo sguardo, divino e infernale,
dispensa alla rinfusa il sollievo e il crimine,
ed in questo puoi essere paragonata al vino.
Racchiudi nel tuo occhio il tramonto e l’aurora;
profumi l’aria come una sera tempestosa;
i tuoi baci sono un filtro e la tua bocca un’anfora
che fanno vile l’eroe e il bimbo coraggioso.
Esci dal nero baratro o discendi dagli astri?
Il Destino irretito segue la tua gonna
come un cane; semini a caso gioia e disastri,
e governi ogni cosa e di nulla rispondi.
Cammini sui cadaveri, o Bellezza, schernendoli,
dei tuoi gioielli l’Orrore non è il meno attraente,
l’Assassinio, in mezzo ai tuoi più cari ciondoli
sul tuo ventre orgoglioso danza amorosamente.
Verso di te, candela, la falena abbagliata
crepita e arde dicendo: Benedetta la fiamma!
L’innamorato ansante piegato sull’amata
pare un moribondo che accarezza la tomba.
Che tu venga dal cielo o dall’inferno, che importa,
Bellezza! Mostro enorme, spaventoso, ingenuo!
Se i tuoi occhi, il sorriso, il piede m’aprono la porta
di un Infinito che amo e che non ho mai conosciuto?
Da Satana o da Dio, che importa? Angelo o Sirena,
tu ci rendi -fata dagli occhi di velluto,
ritmo, profumo, luce, mia unica regina!
L’universo meno odioso, meno pesante il minuto?
Ho iniziato a sentire tenerezza quando ho iniziato a non cercare una risoluzione, una spiegazione, quando mi sono avviata fuori dalle dicotomie e mi sono diretta verso la com-prensione, nel senso di "afferrare tutto insieme, una considerazione che ridisegna e riorganizza ogni assetto precedente".
Quando ho iniziato a ragionarci la cosa che mi ha colpito è che il comprendere in questi termini è un movimento fermo e deciso, che presuppone un radicamento profondo.
La connotazione etimologica sottolinea come il mezzo sia ben preciso, che sia la mente, il cuore, un abbraccio, una carezza.
Così mi sono chiesta "come faccio ad utilizzare un mezzo ben preciso in un movimento fermo e deciso?"
E in risposta mi era venuta in mente la prima volta che avevo provato a usare un calcio per combattere, mi ero sconfitta da sola, ero così male radicata che l'energia che ci avevo messo mi si era ritorta contro facendomi finire a gambe all'aria


Credo che il mio Su To abbia ancora il video di quel combattimento.
Per radicarsi, il corpo è un mezzo attraverso cui si connette la terra e il cielo.
Che è poi l'unico modo per dare calci senza finire a gambe all'aria