Viaggi: sorprese e delusioni

Pincopallino

Utente di lunga data
Io sono appena stato a Huraa, resort 5 stelle su spiaggia bellissima, bianchissima, ecc ecc, ma a 500 mt circa c'era la discarica del paesello di pescatori, un'area chiusa da 4 mura, che purtroppo fungeva anche da inceneritore h24, per fortuna il vento tirava dalla parte opposta, anche perchè la differenziata non sanno nemmeno cos'è. Se non altro lo individui facilmente dalla colonna di fumo nero
Cavolo si sono evoluti, hanno fatto gli inceneritori!
A Moofushi non c’è paesello.
L’isola è un resort.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Cavolo si sono evoluti, hanno fatto gli inceneritori!
A Moofushi non c’è paesello.
L’isola è un resort.
Si anche lì c'è un isola resort di quelli classici da cartolina, palafitte e tutto il resto, ma sarà 300 mt in linea d'aria dall'isoletta principale con paesello, per cui se il vento gira sono anche cavoli loro. Altra usanza tossica che hanno è dare 2 mani di DDT, di quello classico secondo me, con degli erogatori a motore a scoppio (tipo decespugliatori) a mane e a sera creando delle nubi tossiche asfissianti tutto intorno al resort. Dicono che se non facessero così sarebbero mangiati vivi dai mosquitos
 

jack-jackson

Utente di lunga data
Pensa che jo letto che ora il fiordo di Cattaro è preso d'assalto, dovranno mettere dei limiti.
Essendo geograficamente vicine il territorio, sopratutto la zona costiera, è simile a quello Pugliese che ritengo uno dei più belli d'Italia.
E pur non essendo mai stato in Puglia ne ho avuto un assaggio visitando il Montenegro 😂
 

ologramma

Utente di lunga data
Di posti ne ho visti molti all'estero e anche in Italia , è na vita che giro ,di una cosa sono sicuro ho apprezzato sempre tutte le zone perché differenti dalle mie. Quindi non ho preferenze anche se in determinati posti ci sono ritornato per un po' di anni ,nei quali il maggior tempo mi ha permesso di fare una visita più accurata e conoscere meglio le persone. Alle Maldive non ci sono stato ma sono stato a quelle del Salento non è la stessa cosa ,non è vero perché una cosa le accomuna il mare stupendo dove il sapore salato è eguale forse il nostro un po' di più perché il mediterraneo è chiuso o leggermente aperto 🤣.
 

Delfi1999

Utente di lunga data
Il mondo, sempre più a portata di turismo, spesso riserva delusioni, ma a volte anche incredibili sorprese, in positivo.
Raccontate, se le avete, le vostre esperienze in tema
Le delusioni più grandi le provo quando ritorno dopo molto tempo (10, anche 20 anni) in posti che mi sono piaciuti parecchio e dove mi sono trovato da dio. E' un errore che ho commesso in passato e, ogni tanto, ci ricasco. Purtroppo il turismo di massa ha fatto perdere il fascino a tanti bellissimi posti.
 

danny

Utente di lunga data
Le delusioni più grandi le provo quando ritorno dopo molto tempo (10, anche 20 anni) in posti che mi sono piaciuti parecchio e dove mi sono trovato da dio. E' un errore che ho commesso in passato e, ogni tanto, ci ricasco. Purtroppo il turismo di massa ha fatto perdere il fascino a tanti bellissimi posti.
Sì, capita anche a me.
L'invasione del turismo di massa ha trasformato l'esperienza in un prodotto, massificando il tutto.
Ho il terrore di tornare in Grecia perché probabilmente avrei un trauma.
Mi è bastato andare su Booking e cercare l'offerta del paesino nell'interno di un'isola dove siamo andati un po' di volte.
All'epoca era popolato di uomini e donne con i costumi tradizionali e che parlavano solo greco .
Noi prendevamo in affitto una camera comunicandolo l'anno prima a voce, dopo averla scoperta capitando per caso, perché all'epoca non si prenotava, si arrivava in loco e si guardavano i cartelli delle offerte di domatia.
Si era creato un rapporto affettivo con la padrona, che aveva delle capre, ricordo, e faceva la feta in casa.
Ricordo le persone a dorso di mulo, ricordo l'esperienza del caffè greco, la mancanza del gelato e di altri prodotti da noi standard, la piacevolezza della pitta me giro, all'epoca non ancora associata al kebab che oggi trovi ovunque e nell'immaginario è associato al junk food.
Io adoravo la pitta me giro. La spiaggia vicino era bellissima e popolata nel bosco dietro da famiglie greche che facevano campeggio libero, con alcune delle quali diventammo amici.
Era un'immersione in una realtà vera, diversa, qualcosa che portavi a casa e ti cambiava dentro, in qualche modo.
Qualcosa di cui ti potevi innamorare, proprio per la sua forte personalità,
Su Booking ho guardato la prima offerta in quel paese dove pagavo in dracme l'equivalente di 10.000 lire a notte. Una casa molto bella esteticamente, "instagrammabile" come si vuole oggi, figa, con piscina: 400 euro a notte.
No, non è il prezzo a spaventarmi, ma per avere questa cifra quanto può essere cambiata quella realtà che avevo conosciuto?
Saranno davvero ancora i greci i proprietari?
Dopo essere stato in Portogallo, comincio a dubitare.
E' un po' quella sensazione che ebbi a Fuerteventura: bella isola, ma dove eravamo noi sembrava di essere all'October Fest.
Penso che si sia persa l'identità dei luoghi, trasformando tante zone in luna park per turisti.
A molti piace di più così, perché è sicuramente più facile e permette di non abbandonare mai la zona comfort.
 

Delfi1999

Utente di lunga data
Si, anch'io ho avuto un'esperianza simile alla tua in Grecia, tanti anni fa (ero sposato da poco). Paesino semisconosciuto sul mare con piccolo porticciolo. Pensioncina famigliare trovata tramite amica di amici, il gestore non parlava nè inglese nè italiano e ci esprimevamo a gesti (ma ci si capiva lo stesso o quasi). Porticciolo con ristorantini stile "baraccotto", ma si mangiava da dio, con prezzi stracciatissimi. Pochissimi turisti, quasi nessun italiano. Sono andato a vedere su google maps come è riddotto adesso : sicuramente non ci tornerei. Il "nostro" ristorantino ristrutturato stile "Costa Brava" con foto dei piatti all'entrata :mad:. Per carità .....
 

Nicky

Utente di lunga data
Le delusioni più grandi le provo quando ritorno dopo molto tempo (10, anche 20 anni) in posti che mi sono piaciuti parecchio e dove mi sono trovato da dio. E' un errore che ho commesso in passato e, ogni tanto, ci ricasco. Purtroppo il turismo di massa ha fatto perdere il fascino a tanti bellissimi posti.
Si, può succedere, ma non solo perchè cambia il posto. A volte cambiamo noi e questo è ancora più straniante.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Sì, capita anche a me.
L'invasione del turismo di massa ha trasformato l'esperienza in un prodotto, massificando il tutto.
Ho il terrore di tornare in Grecia perché probabilmente avrei un trauma.
Mi è bastato andare su Booking e cercare l'offerta del paesino nell'interno di un'isola dove siamo andati un po' di volte.
All'epoca era popolato di uomini e donne con i costumi tradizionali e che parlavano solo greco .
Noi prendevamo in affitto una camera comunicandolo l'anno prima a voce, dopo averla scoperta capitando per caso, perché all'epoca non si prenotava, si arrivava in loco e si guardavano i cartelli delle offerte di domatia.
Si era creato un rapporto affettivo con la padrona, che aveva delle capre, ricordo, e faceva la feta in casa.
Ricordo le persone a dorso di mulo, ricordo l'esperienza del caffè greco, la mancanza del gelato e di altri prodotti da noi standard, la piacevolezza della pitta me giro, all'epoca non ancora associata al kebab che oggi trovi ovunque e nell'immaginario è associato al junk food.
Io adoravo la pitta me giro. La spiaggia vicino era bellissima e popolata nel bosco dietro da famiglie greche che facevano campeggio libero, con alcune delle quali diventammo amici.
Era un'immersione in una realtà vera, diversa, qualcosa che portavi a casa e ti cambiava dentro, in qualche modo.
Qualcosa di cui ti potevi innamorare, proprio per la sua forte personalità,
Su Booking ho guardato la prima offerta in quel paese dove pagavo in dracme l'equivalente di 10.000 lire a notte. Una casa molto bella esteticamente, "instagrammabile" come si vuole oggi, figa, con piscina: 400 euro a notte.
No, non è il prezzo a spaventarmi, ma per avere questa cifra quanto può essere cambiata quella realtà che avevo conosciuto?
Saranno davvero ancora i greci i proprietari?
Dopo essere stato in Portogallo, comincio a dubitare.
E' un po' quella sensazione che ebbi a Fuerteventura: bella isola, ma dove eravamo noi sembrava di essere all'October Fest.
Penso che si sia persa l'identità dei luoghi, trasformando tante zone in luna park per turisti.
A molti piace di più così, perché è sicuramente più facile e permette di non abbandonare mai la zona comfort.
È la globalizzazione e l’overtourism.
Vado in Sardegna da quando c’era solo la Tirrenia a offrire il servizio e facevo passaggio ponte, perché mi piaceva una cosa “selvaggia e spartana”, ora no. Bisognava prenotare esattamente tre (mi pare) mesi prima, non un giorno prima. File immense al l’unica agenzia Tirrenia di Milano. Anche questo scoraggiava. Ho visto la strada sterrata per arrivare a Porto Rotondo, dove la piazzetta era il salotto dei vip che avevano la villa a pochi passi… poi…
Un tempo si scopriva un posto e molti al ritorno lo indicavano in modo vago, perché era bello essere in dieci su una spiaggia immensa.
Ovviamente chi vive in quei paradisi un po’ vuole offrire dei servizi, un po’ vuole giustamente arricchirsi da quella invasione.
Quest’anno sono andata in una località le cui spiagge immense era vuote vent’anni fa. Man mano si sono riempite e allora andavamo in una piccola caletta, sconosciuta ai più, dove usavamo un albero come ombrellone, perché al massimo trovavamo un’altra famiglia. Adesso ci sono stabilimenti balneari e sembra di essere a Rimini.
Ma vorremmo essere solo noi ad andare in posti belli?
Solo che questo non riesco a conciliarlo con la costante affermazione di pochi soldi.
 

danny

Utente di lunga data
Si, può succedere, ma non solo perchè cambia il posto. A volte cambiamo noi e questo è ancora più straniante.
Io credo che una certa parte, ormai minoritaria, di chi viaggia sia attratta dall'identità dei luoghi.
Sono tornato a Lisbona dopo appena sei anni, ho cercato quei quattro negozietti portoghesi che avevo fotografato allora e ho trovato al loro posto i soliti rivenditori di paccottiglia turistica.
L'identità di Lisbona era già stata trasfigurata sei anni fa, ora è quasi del tutto persa, un po' come a Venezia o Firenze.
Non si sente più il fado di cui mi parlava chi ci andò 25 anni fa, lo si trova nei locali per turisti, la musica dei buskers è internazionale o brasiliana, le strade sono piene di tuk-tuk, un tempo un veicolo che connotava solo il sud est asiatico, ci sono ristoranti indiani, negozi Bangla, grande firme francesi e italiane nelle vie più ricche, caos di persone da tutto il mondo.
La conseguenza è che l'esperienza è appiattita, tutto sembra simile a cose già viste, le case e i monumenti sono ormai dei contenitori, ma le persone, la cultura locale, dove sono finiti?
Non più qui, devi andare nelle periferie, o nei centri non toccati dal turismo, ma resta un'esperienza più difficile ormai da fare, perché quando la fai scopri la vera anima di quei luoghi e tocchi con mano anche il disagio di chi li vive, gli effetti della gentrificazione, che ha comportato la trasformazione di gran parte dell'Alfama in b&b, o in costose case tradizionali in mano a stranieri, o fondi.
E il fatto che le città turistiche hanno costi di vita identici in tutta Europa, ma in Portogallo insistono su una popolazione che ha gli stipendi base che partono da 700 euro.
A Lisbona non per niente si parla di turbogentrificazione. Ha i costi di vita di Milano, ma con stipendi pari alla metà.
Non c'è più un collegamento con la popolazione, tutto è in funzione degli investimenti e della capacità di spesa straniera.
 

ivanl

Utente di lunga data
Per le stesse ragioni non tornerò più nelle isole greche, a Linosa, a Vulcano, nelle isole del Pacifico vissute 20/30 e più anni fa in totale solitudine con quei quattro gatti del luogo. Ringrazierò sempre i miei genitori per essere stati sempre alla ricerca di questi posti ed avermici portato quando non li conosceva quasi nessuno.
Ora, folla per folla, tanto vale tornare a Las Vegas che in 20 anni non è cambiata di molto
 

danny

Utente di lunga data
Solo che questo non riesco a conciliarlo con la costante affermazione di pochi soldi.
Basta ridurre il periodo di ferie da un mese a due settimane e da due settimane a una e i soldi ci sono ancora anche per noi.
Il fatto è che in giro ci sono turisti inglesi, tedeschi, scandinavi, cinesi, ungheresi, cechi, romeni, lettoni, estoni, americani, brasiliani, arabi etc. che hanno capacità di spesa, curiosità di vedere ciò che il web sponsorizza e possibilità di accedervi facilmente tramite airbnb e Booking.
A questi aggiungi i fondi, gli investitori stranieri, i piccoli proprietari, che comprano ovunque case nei centri storici.
Di chi è ormai la Costa Smeralda?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Io credo che una certa parte, ormai minoritaria, di chi viaggia sia attratta dall'identità dei luoghi.
Sono tornato a Lisbona dopo appena sei anni, ho cercato quei quattro negozietti portoghesi che avevo fotografato allora e ho trovato al loro posto i soliti rivenditori di paccottiglia turistica.
L'identità di Lisbona era già stata trasfigurata sei anni fa, ora è quasi del tutto persa, un po' come a Venezia o Firenze.
Non si sente più il fado di cui mi parlava chi ci andò 25 anni fa, lo si trova nei locali per turisti, la musica dei buskers è internazionale o brasiliana, le strade sono piene di tuk-tuk, un tempo un veicolo che connotava solo il sud est asiatico, ci sono ristoranti indiani, negozi Bangla, grande firme francesi e italiane nelle vie più ricche, caos di persone da tutto il mondo.
La conseguenza è che l'esperienza è appiattita, tutto sembra simile a cose già viste, le case e i monumenti sono ormai dei contenitori, ma le persone, la cultura locale, dove sono finiti?
Non più qui, devi andare nelle periferie, o nei centri non toccati dal turismo, ma resta un'esperienza più difficile ormai da fare, perché quando la fai scopri la vera anima di quei luoghi e tocchi con mano anche il disagio di chi li vive, gli effetti della gentrificazione, che ha comportato la trasformazione di gran parte dell'Alfama in b&b, o in costose case tradizionali in mano a stranieri, o fondi.
E il fatto che le città turistiche hanno costi di vita identici in tutta Europa, ma in Portogallo insistono su una popolazione che ha gli stipendi base che partono da 700 euro.
A Lisbona non per niente si parla di turbogentrificazione. Ha i costi di vita di Milano, ma con stipendi pari alla metà.
Non c'è più un collegamento con la popolazione, tutto è in funzione degli investimenti e della capacità di spesa straniera.
Pasolini lo diceva sessant’anni fa e Rocco e i suoi fratelli lo ha rappresentato.
Tutto è iniziato negli anni sessanta e poi… con il turbo all’inseguimento di un modello, filmico, americano.
Poi il G8 di Genova ha stroncato ogni ipotesi o tentativo, anche velleitario, di opporsi a questo tipo di globalizzazione.

Per le stesse ragioni non tornerò più nelle isole greche, a Linosa, a Vulcano, nelle isole del Pacifico vissute 20/30 e più anni fa in totale solitudine con quei quattro gatti del luogo. Ringrazierò sempre i miei genitori per essere stati sempre alla ricerca di questi posti ed avermici portato quando non li conosceva quasi nessuno.
Ora, folla per folla, tanto vale tornare a Las Vegas che in 20 anni non è cambiata di molto
😂😂😂

Basta ridurre il periodo di ferie da un mese a due settimane e da due settimane a una e i soldi ci sono ancora anche per noi.
Il fatto è che in giro ci sono turisti inglesi, tedeschi, scandinavi, cinesi, ungheresi, cechi, romeni, lettoni, estoni, americani, brasiliani, arabi etc. che hanno capacità di spesa, curiosità di vedere ciò che il web sponsorizza e possibilità di accedervi facilmente tramite airbnb e Booking.
A questi aggiungi i fondi, gli investitori stranieri, i piccoli proprietari, che comprano ovunque case nei centri storici.
Di chi è ormai la Costa Smeralda?
Perché le due settimane o il mese di quarant’anni fa costavano come la settimana attuale e le decine di weekend?
Il punto vero è che non possiamo tenere il benessere solo per noi.
 

danny

Utente di lunga data
Pasolini lo diceva sessant’anni fa e Rocco e i suoi fratelli lo ha rappresentato.
Tutto è iniziato negli anni sessanta e poi… con il turbo all’inseguimento di un modello, filmico, americano.
Poi il G8 di Genova ha stroncato ogni ipotesi o tentativo, anche velleitario, di opporsi a questo tipo di globalizzazione.
A me fa sorridere quando sui gruppi locali presentano la zona di porta Nuova come emblema della milanesità.
La proprietà è del Qatar.
Pure il Milan ormai è USA.
 

danny

Utente di lunga data
Perché le due settimane o il mese di quarant’anni fa costavano come la settimana attuale e le decine di weekend?
Il punto vero è che non possiamo tenere il benessere solo per noi.
Quarant'anni fa i miei nonni facevano due mesi.
Da pensionati.
Mia madre, come nonna ormai, fa una settimana sola via.
Mediamente tutti hanno ridotto il periodo di vacanze.
I weekend... costano poco o niente con le tariffe low cost, i flixbus etc.
E i soldi per farli si trovano tagliando su ciò che non va più.
Fotocamere, impianti Hifi, libri e riviste....
Figli.
Oppure facendo debito.
Il segreto di stare a galla è semplicemente questo: i finanziamenti.
 
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