Io ormai sono vecchio, sei tu invece adulta oggi.
Ti sembra che la tua generazione stia incidendo in maniera determinante sulla formazione dei giovani?
Non te lo chiedo polemicamente, solo vorrei capire.
Il mezzo non determina i bisogni nè la risposta ai bisogni.
La scimmie sull'albero sempre le stesse cose cercano: fichi, prima di tutto, poi di accoccolarsi la sera sentendo di poterlo fare tra braccia amiche, accettanti, protettve, sicure.
Dal neolitico in poi, perlomeno.
Per tutta una serie di ragioni, mi sto ritrovando ad avere a che fare con professionisti, di diversi ambiti, ben più giovani di me. Gente fra i 25 e 30.
Mi piacciono moltissimo.
Non voglio farne una cifra, ma quando mi relaziono con loro non mi sento per niente adulta.
Mi sento già vecchia
E dal punto di vista del mondo non è una percezione errata.
Banalmente, se io voglio fare una fotografia col cellulare lo impugno come fosse una macchina fotografica. Loro no.
Come quando lo uso come telefono io lo impugno come le vecchie cornette. Loro no.
Loro sono cresciuti in un mondo che quando sono cresciuta io non esisteva.
E questo lo conoscono ben meglio di me. Ne conoscono meglio le scorciatoie. E anche le scappatoie.
La mia generazione, che a mio avviso è già vecchia, a mio avviso è completamente fuori di testa, me compresa.

E viene da una generazione ancor più disorientata e fuori di testa.
Diciamo che fino agli anni '60 tutto si è ripetuto un po' uguale a se stesso.
Da lì in avanti si sono susseguite tutta una serie di rivoluzioni culturali, sociali, tecnologiche come non se ne erano mai viste prima di allora.
Nemmeno il passaggio dall'800 è stato così denso.
E quelli che hanno vissuto a cavallo di quegli anni hanno visto che "dio è morto" ma non c'era niente altro da mettere al suo posto.
Si sono ritrovati con una libertà sessuale che non sapevano gestire condizionati da modelli rigidissimi. Che anche oggi ancora risuonano e forte.
Si sono trovati un benessere inaspettato. Una libertà che non si era sperimentata.
Hanno riprodotto il vecchio modello provando ad adattarlo al nuovo mondo, tentando piccoli adattamenti.
E ne esce la mia generazione da quei piccoli adattamenti che in realtà erano compromessi.
E la mia generazione ha respirato quell'aria di disorientamento e anche di vuoto. Un vuoto pienissimo e negato.
E ha reagito provando a fare nuovi compromessi. E creando una vastità di casini che un decennio prima era semplicemente inimmaginabile.
Quindi ogni generazione incide come può.
Nel bene e nel male. Al contempo.
Onestamente penso che le nuove generazioni dovranno imparare da sole quell'accoccolarsi.
Perchè nè la generazione precedente alla mia nè la mia riescono a farlo per davvero e quindi non lo sanno insegnare, men che meno mostrare.
Le nostre generazioni sono veramente incasinatissime, affettivamente ed emozionalmente.
Io penso che la grande rivoluzione sarebbe che le generazioni vecchie imparassero ad ascoltare per davvero, senza difendersi dal nuovo.
Senza vederlo solo negativamente e solo come una perdita.
Che la smettessero di voler rivedere nel mondo il loro modello, che andava bene per loro, ma ora non più.
Che si mettessero insieme a imparare.
Questa sarebbe davvero una grandiosa rivoluzione.
Che i vecchi una buona volta la smettessero di dire "eehh...ai miei tempi!!!" e "te lo dico cosa è giusto per te", e piuttosto si incuriosissero di questi nuovi tempi.
E lasciassero il tempo ai proprietari di quel tempo. Questo soprattutto.
Poi, si può discutere di tutto.
Ma senza queste premesse, e non ci sono, basta osservare l'età media di chi detta le linee generali delle cose, è falso dire che si sta discutendo.