Una famiglia felice

Styles

Utente di lunga data
Quando ero molto giovane, è capitato a una ragazza della mia scuola, i genitori della ragazza non se ne sono accorti, ma al sesto mese si è accorta una parente. Le ha toccato la pancia e ha sentito il bambino.
Mi sembra strano che non se ne sia accorto il ragazzo.
Ma infatti: non te ne puoi non accorgere... su.... anche perchè mica c'è solo il cambiamento fisico della pancia (e già qui.....)..... una gravidanza da molti segni.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Ma infatti: non te ne puoi non accorgere... su.... anche perchè mica c'è solo il cambiamento fisico della pancia (e già qui.....)..... una gravidanza da molti segni.
Una.... Figuriamoci due a poca distanza una dall'altra
 

Brunetta

Utente di lunga data
Quando ero molto giovane, è capitato a una ragazza della mia scuola, i genitori della ragazza non se ne sono accorti, ma al sesto mese si è accorta una parente. Le ha toccato la pancia e ha sentito il bambino.
Mi sembra strano che non se ne sia accorto il ragazzo.
Il ragazzo ha rilasciato una intervista a La Stampa, forse vive lontano?
Però davvero è strano che nessuno se ne sia accorto, nemmeno lui.
Avevo visto a Un giorno in pretura il processo a una ragazza che aveva partorito nella vasca da bagno e poi, con l’aiuto del ragazzo, padre del bambino, occultato il neonato cadavere. Incredibilmente la ragazza non aveva avuto condanna.
Ma evidente come lei avesse mascherato la gravidanza con un abbigliamento informe, essendo già grassa.

 

Brunetta

Utente di lunga data

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Anche ciò che scrivi in un commento seguente, è un risultato della storia, ed in parte storia breve.
Gli animali domestici come affettivi sono entrati a far parte delle nostre vite, come dei familiari, con il benessere acquisito.
In passato (perlomeno recente) la detenzione fuori dal loro habitat naturale di animali come orsi era cosa per i nobili.
In questo senso la storia crea delle porte a ciò che verrà dopo.
Quello che sto sostenendo è che tutta una serie di porte si stanno chiudendo.
E sostengo anche che sia proprio il caso di chiuderle, oltre-passando il passato.
Dandogli sepoltura e lasciandolo nel suo tempo.

La questione degli animali per esempio non è solamente benessere acquisito.
Da una visione antropocentrica e utilitaristica, dove la vita che ha intrinseca dignità, che discende da un disegno superiore, è unicamente quella umana e le restanti sono utilità, funzioni di cui l'uomo può disporre per diritto superiore, il passaggio è ad una visione in cui OGNI vita ha intrinseca dignità, tanto quanto quella umana.
E non soltanto, ogni vita è necessaria alle altre.
Scompare il disegno superiore ordinante, con tutto ciò che ne discende in termini di dogmi e di assoluti, diritti.

E' un salto ontologico.
In cui il passato muore.

Mi ricordo il paradosso del lampione (non mi ricordavo fosse una barzelletta :unsure:).

Riguardo al tema tecnologia, per quanto non si possa certo rinnegare i vantaggi che porta (se mi mettessi a fare un elenco, sarebbe un elenco lunghissimo), ho sentito la dottoressa del video che ti linko sotto spiegare come il cervello risponda diversamente anche su come usiamo il corpo, ad esempio digitare usando due mani e più dita sulla tastiera, anzichè usare un solo dito digitando nella tastiera di uno smartphone, o nel rapporto tra una tastiera fisica, rispetto a quella che compare nel display di uno smartphone.
Io ho provato, e provo tuttora, fastidio nel dover usare un tablet, "l’esperienza touchscreen" non mi piace. Mi manca un senso di fisicità, non so come spiegartelo.
Mi ricordo che circa intorno ai 22-24 anni ero talmente veloce ad usare il computer (usavo tutte scorciatorie di tastiera) che se qualcuno stava in piedi dietro di me a guardare il monitor, non capiva cosa facevo (me lo dicevano, i colleghi più amici ridevano a queste scene), io non mi rendevo conto di essere veloce, però mi sentivo come avessi un piano. Quello che non mi piace di strumenti come smartphone e tablet è la costrizione di come devo tenere le braccia, ma può essere benissimo che sia io impedita.
Fare dei paragoni su chi rifiuta di usare il computer, è roba antica. Può valere per una persona nella fascia 70-80, però anche in questa fascia ci sono tantissimi pensionati digitali (cosa che già hai ben afferrato vista l’immagine che hai postato pagine indietro), personalmente per quanto il web offra una marea di cose da leggere e opportunità di aggiornarsi su molteplici temi, faccio pace con la mia ignoranza e se posso spengo tutto e mi dedico anche volentieri ad "attività antiche".

A me capita, se vedo il computer di qualche persona, di osservare il desktop. Ci sono persone che hanno perennemente file mollati ovunque, so che questo può capitare in momenti di intenso lavoro, specialmente quando si devono gestire molte cose insieme. Però nella mia testa dovrebbe essere perlomeno auspicabile mettere ordine. Ordine che altro non è che prendere dei fogli, e inserirli in dei faldoni. Mettere delle etichette. Come vedi faccio una traduzione fisica perchè il mio processo di apprendimento parte proprio da qualcosa di fisico.
Quello che scrivo a me sembra semplicissimo, qualcosa che comunque applica allo stesso modo un nativo digitale oggi, ma appunto ascoltando il video mi è venuto qualche dubbio.


Il dato sull’allattamento al seno è impressionante.
Ma non da meno i dati sul guardare il cellulare appena svegli.
Bel video!

Mi è piaciuto il paragone con l'immigrazione di prima e seconda generazione.
Ma c'è una differenza fondamentale.

Nell'immigrazione da un luogo fisico ad un altro il passaggio è percepibile con tutti e cinque i sensi da parte degli individui.

Nella transizione digitale, la percezione non è basata sui cinque sensi.

Quando un immigrato di prima generazione si trova in un nuovo luogo lo vive con gli occhi, con il naso, con la bocca, con le mani, con il gusto.
Non c'è possibilità di illusione, neppure ricreando in parte le condizioni di partenza (mi cucino i miei piatti di origine, costruisco una chiesa che mi rappresenti, etc etc).

Nel digitale i cinque sensi non fanno testo, anzi, sono radicati al conosciuto e l'illusione è che non sia cambiato nulla.
Sembra che possano valere gli stessi paradigmi di riferimento del precedente al digitale.

I nativi digitali sperimentano una transizione che non è colta dalle generazioni precedenti.
Che sono piuttosto convinte di poter applicare ciò che conoscevano, che non sono in grado di cogliere differenze se non in piccolissima parte e di conseguenza non sono in grado di tradurre ciò che conoscevano in ciò che è.

L'illusione immensa del digitale è che non sia cambiato nulla. E questo vale soprattutto per noi vecchi.

Ai ragazzini è stato dato in mano lo smartphone come se gli si stesse dando in mano il libricino da colorare in questa prospettiva.

Peccato che non sia la stessa cosa, sotto nessun punto di vista.
Anche se potrebbe sembrare: posso leggere, guardare immagini, può sembrare una piccola tv, posso colorare, disegnare.
Peccato che l'interazione con il mezzo sia talmente potente da andare ad impattare sulle strutture cerebrali, in particolare quelle che sono un cantiere in costruzione, cantiere sconosciuto ai più fra l'altro.

La diffusione del pc non è pari alla diffusione della conoscenza del pc.
Se chiedi all'utente medio di usare linux, per dire, va in palla.
Si sono diffusi i pc, ma non la conoscenza dell'utilizzo e del funzionamento.

Le persone, generalizzo, hanno imparato gli automatismi ma se gli chiedi di andare oltre l'automatismo generalmente non lo sanno fare.
Un po' come i bambini imparano a fare le operazioni in colonna anche se non hanno appreso il concetto di quantità.

Quindi c'è pure un sacco di gente convinta di saper usare il pc.

Con lo smartphone il salto è stato ancora più grande.
Ancora maggiore facilità di utilizzo a fronte di una ancora maggiore complessità del sistema che sostiene quell'utilizzo in cui quell'utilizzo è inserito.

E senza andare così sul complesso, l'abbiamo visto anche sul forum: gente che scrive e poi chiede che vengano cancellati i suoi contenuti.
E io mi chiedo: sai, hai capito quello che stai facendo??? (alla faccia del consenso informato)

Quindi, il passaggio da prima a seconda generazione è paragonabile soltanto in parte a quello stesso passaggio in termini di migranti.

La seconda generazione è immersa in un "continente" che la prima generazione a stento può vedere.

Cosa accade se la prima generazione pensa di poter semplicemente trasportare il concreto, il fisico, nel virtuale?
Cosa accade quando è la prima generazione a non avere la minima consapevolezza del mezzo che sta utilizzando lei stessa?
E soprattutto, quando non è neppure sfiorata dal dubbio che non sia così semplice?

In questi termini il presente è inedito.
Non ha agganci nel passato.

Per la prima volta, credo, nel passato dell'uomo la seconda generazione ha accesso non solo ad informazioni ma a mezzi e strutture a cui la prima generazione non ha accesso e su cui non ha informazioni precise.

Che poi la storia possa esser un riferimento, ci può stare.
La storia è se vogliamo una raccolta delle esperienze umane e soprattutto della visione di quelle esperienze, anche attraverso la documentazione ma non soltanto.
Compresi i processi ai topi.
Può essere un riferimento come summa degli errori precedenti e come stimolo a farne di nuovi.

Ma il passato è tutta un'altra faccenda.
E in questo caso specifico non esiste un passato anche lontanamente somigliante a questo presente.


E' grave, oggi più che mai, confondere e sovrapporre storia e passato.


P.S.: a me piace il touch. Somiglia moltissimo al mio modo di rappresentarmi il mondo, immagini e pensieri e mi permette di concretizzare qualcosa che prima del touch potevo fare soltanto nella mia mente oltre che darmi il vantaggio di poterne mantenere memoria esterna.

P.P.S. : c'è questo gruppo carino in fb, adotta un analfabeta funzionale. Se ti capita, facci un giro, è parecchio simpatico, oltre che istruttivo.

1726578325651.png

;):ROFLMAO::ROFLMAO:
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Quello che sto sostenendo è che tutta una serie di porte si stanno chiudendo.
E sostengo anche che sia proprio il caso di chiuderle, oltre-passando il passato.
Dandogli sepoltura e lasciandolo nel suo tempo.

La questione degli animali per esempio non è solamente benessere acquisito.
Da una visione antropocentrica e utilitaristica, dove la vita che ha intrinseca dignità, che discende da un disegno superiore, è unicamente quella umana e le restanti sono utilità, funzioni di cui l'uomo può disporre per diritto superiore, il passaggio è ad una visione in cui OGNI vita ha intrinseca dignità, tanto quanto quella umana.
E non soltanto, ogni vita è necessaria alle altre.
Scompare il disegno superiore ordinante, con tutto ciò che ne discende in termini di dogmi e di assoluti, diritti.

E' un salto ontologico.
In cui il passato muore.



Bel video!

Mi è piaciuto il paragone con l'immigrazione di prima e seconda generazione.
Ma c'è una differenza fondamentale.

Nell'immigrazione da un luogo fisico ad un altro il passaggio è percepibile con tutti e cinque i sensi da parte degli individui.

Nella transizione digitale, la percezione non è basata sui cinque sensi.

Quando un immigrato di prima generazione si trova in un nuovo luogo lo vive con gli occhi, con il naso, con la bocca, con le mani, con il gusto.
Non c'è possibilità di illusione, neppure ricreando in parte le condizioni di partenza (mi cucino i miei piatti di origine, costruisco una chiesa che mi rappresenti, etc etc).

Nel digitale i cinque sensi non fanno testo, anzi, sono radicati al conosciuto e l'illusione è che non sia cambiato nulla.
Sembra che possano valere gli stessi paradigmi di riferimento del precedente al digitale.

I nativi digitali sperimentano una transizione che non è colta dalle generazioni precedenti.
Che sono piuttosto convinte di poter applicare ciò che conoscevano, che non sono in grado di cogliere differenze se non in piccolissima parte e di conseguenza non sono in grado di tradurre ciò che conoscevano in ciò che è.

L'illusione immensa del digitale è che non sia cambiato nulla. E questo vale soprattutto per noi vecchi.

Ai ragazzini è stato dato in mano lo smartphone come se gli si stesse dando in mano il libricino da colorare in questa prospettiva.

Peccato che non sia la stessa cosa, sotto nessun punto di vista.
Anche se potrebbe sembrare: posso leggere, guardare immagini, può sembrare una piccola tv, posso colorare, disegnare.
Peccato che l'interazione con il mezzo sia talmente potente da andare ad impattare sulle strutture cerebrali, in particolare quelle che sono un cantiere in costruzione, cantiere sconosciuto ai più fra l'altro.

La diffusione del pc non è pari alla diffusione della conoscenza del pc.
Se chiedi all'utente medio di usare linux, per dire, va in palla.
Si sono diffusi i pc, ma non la conoscenza dell'utilizzo e del funzionamento.

Le persone, generalizzo, hanno imparato gli automatismi ma se gli chiedi di andare oltre l'automatismo generalmente non lo sanno fare.
Un po' come i bambini imparano a fare le operazioni in colonna anche se non hanno appreso il concetto di quantità.

Quindi c'è pure un sacco di gente convinta di saper usare il pc.

Con lo smartphone il salto è stato ancora più grande.
Ancora maggiore facilità di utilizzo a fronte di una ancora maggiore complessità del sistema che sostiene quell'utilizzo in cui quell'utilizzo è inserito.

E senza andare così sul complesso, l'abbiamo visto anche sul forum: gente che scrive e poi chiede che vengano cancellati i suoi contenuti.
E io mi chiedo: sai, hai capito quello che stai facendo??? (alla faccia del consenso informato)

Quindi, il passaggio da prima a seconda generazione è paragonabile soltanto in parte a quello stesso passaggio in termini di migranti.

La seconda generazione è immersa in un "continente" che la prima generazione a stento può vedere.

Cosa accade se la prima generazione pensa di poter semplicemente trasportare il concreto, il fisico, nel virtuale?
Cosa accade quando è la prima generazione a non avere la minima consapevolezza del mezzo che sta utilizzando lei stessa?
E soprattutto, quando non è neppure sfiorata dal dubbio che non sia così semplice?

In questi termini il presente è inedito.
Non ha agganci nel passato.

Per la prima volta, credo, nel passato dell'uomo la seconda generazione ha accesso non solo ad informazioni ma a mezzi e strutture a cui la prima generazione non ha accesso e su cui non ha informazioni precise.

Che poi la storia possa esser un riferimento, ci può stare.
La storia è se vogliamo una raccolta delle esperienze umane e soprattutto della visione di quelle esperienze, anche attraverso la documentazione ma non soltanto.
Compresi i processi ai topi.
Può essere un riferimento come summa degli errori precedenti e come stimolo a farne di nuovi.

Ma il passato è tutta un'altra faccenda.
E in questo caso specifico non esiste un passato anche lontanamente somigliante a questo presente.


E' grave, oggi più che mai, confondere e sovrapporre storia e passato.


P.S.: a me piace il touch. Somiglia moltissimo al mio modo di rappresentarmi il mondo, immagini e pensieri e mi permette di concretizzare qualcosa che prima del touch potevo fare soltanto nella mia mente oltre che darmi il vantaggio di poterne mantenere memoria esterna.

P.P.S. : c'è questo gruppo carino in fb, adotta un analfabeta funzionale. Se ti capita, facci un giro, è parecchio simpatico, oltre che istruttivo.

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;):ROFLMAO::ROFLMAO:
Ma non è una riproposizione del mito della caverna?
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
mmm....allora non riesco a seguire il tuo collegamento. :)
Se hai voglia, spiega meno sinteticamente.
Non ti so spiegare meglio, è proprio così: leggendo mi faceva pensare al mito della caverna, ma magari ho letto in fretta e non ho colto bene tutto.. Però ad esempio " I nativi digitali sperimentano una transizione che non è colta dalle generazioni precedenti." mi ricorda i tizi che escono dalla caverna e che se non ricordo male quando rientrano ormai non sono più compatibili con quelli rimasti dentro (ancorati al passato?) con conseguenze spiacevoli
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Non ti so spiegare meglio, è proprio così: leggendo mi faceva pensare al mito della caverna, ma magari ho letto in fretta e non ho colto bene tutto.. Però ad esempio " I nativi digitali sperimentano una transizione che non è colta dalle generazioni precedenti." mi ricorda i tizi che escono dalla caverna e che se non ricordo male quando rientrano ormai non sono più compatibili con quelli rimasti dentro (ancorati al passato?) con conseguenze spiacevoli
Così forse capisco meglio, grazie.
Non era nelle mie intenzioni.

La mia riflessione non è legata ad una idea di bene, ad un percorso di liberazione, di necessario miglioramento nella direzione di un ideale.
Non so proprio immaginare a cosa potrà portare quello che sta accadendo proprio perchè è inedito.
Non se ne trova traccia nè nel passato nè nella storia.
Quindi uno scenario vale l'altro.
Io mi sento soltanto molto, molto curiosa.

Fra l'altro, avendo una spiccata preferenza per gli scenari apocalittici e distopici ti lascio immaginare come mi possa io immaginare un mondo in cui l'analfabetismo funzionale già esistente si integra con l'analfabetismo digitale, da cui non escludo a priori i nativi digitali. :D

Il grassetto è un fatto. Non è una questione di volontà. E' proprio una questione di esperienza.
Come il non sapere cosa significhi avere un figlio per me che non ne ho.
Posso ragionarci, posso fare similitudini, posso avere opinioni, proiezioni su "cosa farei io se", posso ascoltare attivamente chi ne ha e imparare dalla loro esperienza, ma non vivo l'esperienza di un figlio. Sono una spettatrice di quell'esperienza.

E se le generazioni precedenti non si rendono conto di questo, è un grosso problema.
Se sono spettatori spaventati, è un grosso problema.
Se sono spettatori disattenti, è un grosso problema.
Se sono spettatori giudicanti, è un grosso problema.
Se sono spettatori convinti di essere attori, è un grosso problema.

Anche perchè, sono le generazioni precedenti ad avere la responsabilità di educare e formare i nativi digitali.
A cosa li formano se non sanno neanche di cosa stanno parlando? E se parlano senza l'umiltà della consapevolezza del fatto che i loro modelli di riferimento sono già morti nel "nuovo continente", anche perchè erano già decaduti nel "vecchio" continente.
 
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Delfi1999

Utente di lunga data
Una.... Figuriamoci due a poca distanza una dall'altra
Boh, questa storia non mi convince, c'è qualcosa che non quadra : questa ragazza pianifica un parto indotto (farmaci acquistati su internet ?) e partorisce senza l'ausilio di personale medico o quantomeno di una levatrice. Il tutto senza complicanze e/o emorragie. Poi il neonato comincia a respirare e lei lo deve per forza strangolare, altrimenti qualcuno potrebbe udire i suoi vagiti. Poi trova la forza di andare in giardino, prendere una pala e scavare una buca in cui seppellire il povero piccolo ( e la placenta ?). Poi rientra in casa e trova pure la forza di pulire perfettamente il tutto. Il giorno successivo esce di casa come se niente fosse e poi vola negli States. Una super-donna ? Non credo. Secondo me, lei non era da sola, qualcuno deve averla aiutata.
 

Styles

Utente di lunga data
Boh, questa storia non mi convince, c'è qualcosa che non quadra : questa ragazza pianifica un parto indotto (farmaci acquistati su internet ?) e partorisce senza l'ausilio di personale medico o quantomeno di una levatrice. Il tutto senza complicanze e/o emorragie. Poi il neonato comincia a respirare e lei lo deve per forza strangolare, altrimenti qualcuno potrebbe udire i suoi vagiti. Poi trova la forza di andare in giardino, prendere una pala e scavare una buca in cui seppellire il povero piccolo ( e la placenta ?). Poi rientra in casa e trova pure la forza di pulire perfettamente il tutto. Il giorno successivo esce di casa come se niente fosse e poi vola negli States. Una super-donna ? Non credo. Secondo me, lei non era da sola, qualcuno deve averla aiutata.
Volevo mettere il like per segnare che condivido la tua riflessione, ma visto l’argomento mi sembrava di cattivo gusto. 😔

Ci sono troppe cose che non tornano in questa vicenda: non finisce sicuramente qui…. Speriamo non escano storie ancora più brutte…
 

Brunetta

Utente di lunga data
Boh, questa storia non mi convince, c'è qualcosa che non quadra : questa ragazza pianifica un parto indotto (farmaci acquistati su internet ?) e partorisce senza l'ausilio di personale medico o quantomeno di una levatrice. Il tutto senza complicanze e/o emorragie. Poi il neonato comincia a respirare e lei lo deve per forza strangolare, altrimenti qualcuno potrebbe udire i suoi vagiti. Poi trova la forza di andare in giardino, prendere una pala e scavare una buca in cui seppellire il povero piccolo ( e la placenta ?). Poi rientra in casa e trova pure la forza di pulire perfettamente il tutto. Il giorno successivo esce di casa come se niente fosse e poi vola negli States. Una super-donna ? Non credo. Secondo me, lei non era da sola, qualcuno deve averla aiutata.
Io credo che questo tipo di famiglie felici lo siano proprio a modo loro.
Però non saprei ipotizzare una cosa diversa. Se non per occultare quanto già accaduto.
 

Marjanna

Utente di lunga data
Quello che sto sostenendo è che tutta una serie di porte si stanno chiudendo.
E sostengo anche che sia proprio il caso di chiuderle, oltre-passando il passato.
Dandogli sepoltura e lasciandolo nel suo tempo.

La questione degli animali per esempio non è solamente benessere acquisito.
Da una visione antropocentrica e utilitaristica, dove la vita che ha intrinseca dignità, che discende da un disegno superiore, è unicamente quella umana e le restanti sono utilità, funzioni di cui l'uomo può disporre per diritto superiore, il passaggio è ad una visione in cui OGNI vita ha intrinseca dignità, tanto quanto quella umana.
E non soltanto, ogni vita è necessaria alle altre.
Scompare il disegno superiore ordinante, con tutto ciò che ne discende in termini di dogmi e di assoluti, diritti.

E' un salto ontologico.
In cui il passato muore.
Me lo auguro. Come te non ho figli, anche se mi pare tu hai modo di dialogare con ragazzi, oltre i veli. Mentre noi ci scriviamo, è un pensiero che ho avuto mentre ti scrivevo il precedente messaggio, in questo forum è pieno di utenti che "il futuro" ce l’hanno nella stanza a fianco. E cambia il tempo: presente.

In questa estate ormai al termine, sono andata a salutare il caprone maschio di una signora che ha un piccola produzione di formaggio di capra. E’ il secondo, il precedente è morto mesi fa. E’ morto dopo quasi tre giorni di coliche (mi vengono i brividi, e si è scossa, mentre parlava, ricordando il dolore a cui aveva assistito), mentre mi raccontava delle capre ho recepito un mix tra tormento e sensi di colpa. Si è aperta, mi ha mostrato nel suo racconto e in ciò che potevo leggere nel suo volto e nel suo corpo, qualcosa che alcuni potrebbero etichettare come male, specie se vogliono la favola (e non vogliono pensare a luogo, fondi, distanze, problemi di connessione stradali, ect).
Probabilmente sono antica, ma certe esperienze, anche piccole, devi proprio vivertele.
Poi se qualcuno ti finanzia, puoi montarci su un corto, un film, puoi scriverci un racconto, ma mostri la tua visione, e in questi temi vende ancora la favola (o per usare il gergo attuale, come nella foto che hai condiviso, le foto emozionali).
Ad ogni modo sono salita a salutare il nuovo caprone. Non un caprettina "cute", questo è proprio un caprone mastodontico, con due corna enormi. Su ho trovato il marito, che stava falciando l’area circonstante. Mi ha raccontato di come si gestisca quella zona da quando è nato (prima lo faceva insieme ai genitori), mi ha raccontato degli asini, della casa che stanno ristrutturando da soli e mi ci ha fatto entrare, mi ha spiegato che questo caprone ha un carattere diverso dal precedente. Ha chiuso il caprone, che era libero, nel recinto, per mia tutela (anche se non me lo ha detto) e mi ha invitato a prestare attenzione quando mi avvicinavo alla recinzione.
Gli ho chiesto come era la situazione con i lupi e mi ha detto che per ora, era sotto controllo. Guardando come era posta la capanna del caprone mi è venuto da dirgli che un lupo sarebbe potuto saltare dentro dal tetto. Lui mi ha risposto "ma poi non esce più". E poi, abbassando la voce, "però lo uccide". Poi ha guardato in altra direzione, verso gli asini, dicendo "ma sto pensando più a loro" (a come proteggerli). Non aveva rabbia.
Vedi tra la generazione dei tuoi genitori e quella dei giovani odierni, ci sono anche persone come queste.
E solo "entrandoci dentro" capisci come alcuni possano trovare assurdo il concetto di risarcimento di un capo abbattuto, perchè parte da una concezione di bestia da capannone. Ma questo non significa essere contro il lupo.

Siamo in divenire.





Ohhh che emozione!!! Era un pezzo che non vedevo bloccata la pubblicazione di un commento per superamento del limite di caratteri. :D
Divido il commento.
 
Ultima modifica:

Marjanna

Utente di lunga data
Bel video!

Mi è piaciuto il paragone con l'immigrazione di prima e seconda generazione.
Ma c'è una differenza fondamentale.

Nell'immigrazione da un luogo fisico ad un altro il passaggio è percepibile con tutti e cinque i sensi da parte degli individui.

Nella transizione digitale, la percezione non è basata sui cinque sensi.

Quando un immigrato di prima generazione si trova in un nuovo luogo lo vive con gli occhi, con il naso, con la bocca, con le mani, con il gusto.
Non c'è possibilità di illusione, neppure ricreando in parte le condizioni di partenza (mi cucino i miei piatti di origine, costruisco una chiesa che mi rappresenti, etc etc).

Nel digitale i cinque sensi non fanno testo, anzi, sono radicati al conosciuto e l'illusione è che non sia cambiato nulla.
Sembra che possano valere gli stessi paradigmi di riferimento del precedente al digitale.

I nativi digitali sperimentano una transizione che non è colta dalle generazioni precedenti.
Che sono piuttosto convinte di poter applicare ciò che conoscevano, che non sono in grado di cogliere differenze se non in piccolissima parte e di conseguenza non sono in grado di tradurre ciò che conoscevano in ciò che è.

L'illusione immensa del digitale è che non sia cambiato nulla. E questo vale soprattutto per noi vecchi.

Ai ragazzini è stato dato in mano lo smartphone come se gli si stesse dando in mano il libricino da colorare in questa prospettiva.

Peccato che non sia la stessa cosa, sotto nessun punto di vista.
Anche se potrebbe sembrare: posso leggere, guardare immagini, può sembrare una piccola tv, posso colorare, disegnare.
Peccato che l'interazione con il mezzo sia talmente potente da andare ad impattare sulle strutture cerebrali, in particolare quelle che sono un cantiere in costruzione, cantiere sconosciuto ai più fra l'altro.

La diffusione del pc non è pari alla diffusione della conoscenza del pc.
Se chiedi all'utente medio di usare linux, per dire, va in palla.
Si sono diffusi i pc, ma non la conoscenza dell'utilizzo e del funzionamento.

Le persone, generalizzo, hanno imparato gli automatismi ma se gli chiedi di andare oltre l'automatismo generalmente non lo sanno fare.
Un po' come i bambini imparano a fare le operazioni in colonna anche se non hanno appreso il concetto di quantità.

Quindi c'è pure un sacco di gente convinta di saper usare il pc.

Con lo smartphone il salto è stato ancora più grande.
Ancora maggiore facilità di utilizzo a fronte di una ancora maggiore complessità del sistema che sostiene quell'utilizzo in cui quell'utilizzo è inserito.

E senza andare così sul complesso, l'abbiamo visto anche sul forum: gente che scrive e poi chiede che vengano cancellati i suoi contenuti.
E io mi chiedo: sai, hai capito quello che stai facendo??? (alla faccia del consenso informato)

Quindi, il passaggio da prima a seconda generazione è paragonabile soltanto in parte a quello stesso passaggio in termini di migranti.

La seconda generazione è immersa in un "continente" che la prima generazione a stento può vedere.

Cosa accade se la prima generazione pensa di poter semplicemente trasportare il concreto, il fisico, nel virtuale?
Cosa accade quando è la prima generazione a non avere la minima consapevolezza del mezzo che sta utilizzando lei stessa?
E soprattutto, quando non è neppure sfiorata dal dubbio che non sia così semplice?

In questi termini il presente è inedito.
Non ha agganci nel passato.

Per la prima volta, credo, nel passato dell'uomo la seconda generazione ha accesso non solo ad informazioni ma a mezzi e strutture a cui la prima generazione non ha accesso e su cui non ha informazioni precise.

Che poi la storia possa esser un riferimento, ci può stare.
La storia è se vogliamo una raccolta delle esperienze umane e soprattutto della visione di quelle esperienze, anche attraverso la documentazione ma non soltanto.
Compresi i processi ai topi.
Può essere un riferimento come summa degli errori precedenti e come stimolo a farne di nuovi.

Ma il passato è tutta un'altra faccenda.
E in questo caso specifico non esiste un passato anche lontanamente somigliante a questo presente.


E' grave, oggi più che mai, confondere e sovrapporre storia e passato.


P.S.: a me piace il touch. Somiglia moltissimo al mio modo di rappresentarmi il mondo, immagini e pensieri e mi permette di concretizzare qualcosa che prima del touch potevo fare soltanto nella mia mente oltre che darmi il vantaggio di poterne mantenere memoria esterna.

P.P.S. : c'è questo gruppo carino in fb, adotta un analfabeta funzionale. Se ti capita, facci un giro, è parecchio simpatico, oltre che istruttivo.

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;):ROFLMAO::ROFLMAO:
Grazie di queste riflessioni. Ti sei spiegata bene.

Anche io sono curiosa riguardo le nuove generazioni, tanto più che bene o male parlo sempre principalmente solo con persone dai 35 in su, a volte parecchio su. Le volte che ho provato a sondare per sentire del nuovo... non mi hanno detto niente del nuovo, ma del noto (voti, scuola, attività, o cose meno positive ma niente che trasmetta una persona, solo "roba di massa"). I miei coetanei ormai iniziano ad avere ragazzi, e tanti i figli neppure li seguono più. Quando ero più giovane avevo paura ad avvicinarmi ai piccoli, paura di fargli male in qualche modo non cosciente. Comunque, ti andrebbe di scrivere cosa hai potuto vedere tu?

Condivido quanto scrivi, alcune cose le ho notate. Tipo adesso ci sono delle forme di pubblicità social. Nel gruppo del mio paese una commercialista ha iniziato a pubblicare dei post, un testo e una foto, stile diario personale. Tipo racconto dei giorni della maternità mentre seguiva il suo studio. Testo palesemente scritto non da lei, ma che va a pigliare tutta una serie di luoghi comuni, in primis giocando sulla figura della mamma lavoratrice. E devo dire che ha funzionato, visti i "bravaaaa!!!" che ha ricevuto.

Ti ho pensata, ricordando quanto avevi condiviso nel forum sul tuo percorso con tossicodipendenti, leggendo le notizie e i relativi commenti sull’omicidio (da autopsia almeno) del ragazzo morto durante un rito sciamanico, e su come alcune persone pare non siano favorevoli alle indagini, che le trovino superflue, trattandosi di "drogato" e in breve invitando nei loro commenti i genitori a non rompere le balle pur con tutta la comprensione per la perdita di un figlio, perchè -si sa- è un dolore enorme (più o meno parole tutte dichiarate, non aggiunte da me).

Mi pareva di avere già espresso come nei social vengono usate formule che la mia generazione sentiva in contesti privati (mura domestiche), alcune hanno la loro origine in dialetti locali e vengono trasmutate in italiano. Alcune sono più relative a determinati contesti (es: mare, barche, pesca, montagna...).
Dopo anni, attraverso i social, si scopre che in tanti sentivamo le stesse cose. Sono formule che abbiamo ereditato.
Alcune possono farci sorridere, ma altre sono quelle da cui probabilmente escono cose come il dito puntato sul drogato o sul "si sa".

Ma questi giochetti virtuali, dei vecchi, non so quanto costituiscano le situazioni private (mura domestiche). A veder solo il lato web, non mi viene stupore nel leggere di situazioni atroci, in cui poi all’esterno non si vedeva niente, non si sapeva niente, aveva tutti i visti nell’archetipo del bravo ragazzo/a, sorrideva, salutava, aveva amici, faceva sport...
Ho scoperto poco tempo fa Mattia Stanga, e solo in seguito ho appreso che era già famoso, le sue parodie sono divertenti, ma anche interessanti, per come è riuscito a cogliere "il verbo" degli adulti che lui vede.
Se non lo conosci vai a sbirciare qualche suo video. Ne metto solo uno qui: https://www.youtube.com/shorts/A6HceyLz9xM
 

Brunetta

Utente di lunga data
Volevo mettere il like per segnare che condivido la tua riflessione, ma visto l’argomento mi sembrava di cattivo gusto. 😔

Ci sono troppe cose che non tornano in questa vicenda: non finisce sicuramente qui…. Speriamo non escano storie ancora più brutte…
Le notizie che aggiungono gli inquirenti aumentano lo sconcerto.
Soprattutto il fatto che, dopo il primo parto e morte e occultamento del neonato, abbia ricominciato a fare sesso con il fidanzato senza protezione.
Ma lui?
La voleva incinta?
 

Styles

Utente di lunga data
Ho letto anch'io stamattina.
Ci sono troppe ombre su questa vicenda. Ho letto un articolo dove si paventava addirittura che i figli non fossero nemmeno del fidanzato (sito/giornalista a caccia di click? boh....)
Certo che è tutto troppo strano.
Con moltissima fatica, posso anche arrivare ad immaginare che in casa non si fossero accorti che lei ha avuto 2 gravidanze, ma che non se ne sia accorto nemmeno il fidanzato con cui aveva rapporti, boh....

La realtà supera veramente la fantasia. E sono pronto a scommetterci che salta fuori dell'altro.
 

Delfi1999

Utente di lunga data
Ebbene sì. E' saltato fuori, se ho ben capito, che lei ha partorito il secondo figlio con i genitori in casa (!). Pare che il padre si sia accorto di copiose macchie di sangue nella tavernetta dove dormiva la ragazza e ha chiesto spiegazioni, ma ragazza gli ha raccontato di avere un ciclo molto abbondante. I genitori ospitavano a volte anche il suo ragazzo, che dormiva assieme a lei : possibile che due genitori non si preoccupino se la figlia (e lui ) prenda le dovute precauzioni ? Pare che la ragazza non volesse prenere la pillola per non ingrassare (!).
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ebbene sì. E' saltato fuori, se ho ben capito, che lei ha partorito il secondo figlio con i genitori in casa (!). Pare che il padre si sia accorto di copiose macchie di sangue nella tavernetta dove dormiva la ragazza e ha chiesto spiegazioni, ma ragazza gli ha raccontato di avere un ciclo molto abbondante. I genitori ospitavano a volte anche il suo ragazzo, che dormiva assieme a lei : possibile che due genitori non si preoccupino se la figlia (e lui ) prenda le dovute precauzioni ? Pare che la ragazza non volesse prenere la pillola per non ingrassare (!).
Ho sentito parte della conferenza stampa degli inquirenti.
Sono sconcertati dalla ragazza.
Oh gli psicopatici simulano abilmente normalità.

Esempio di serial killer che sembrava normale
 
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