Forme residuali del matrimonio nella realtà di coppia moderna

E' ancora valido il matrimonio come istituzione ancora valida per la realizzazione della coppia?

  • Sí, sia per la coppia che per la famiglia

    Voti: 11 57,9%
  • Sí, ma solo per la famiglia

    Voti: 5 26,3%
  • No, non è una soluzione valida né per coppia né per famiglia moderna

    Voti: 1 5,3%
  • Potrebbe essere riformato ed avere divorzio più facile

    Voti: 3 15,8%
  • Non desidero rispondere o non mi interessa

    Voti: 0 0,0%
  • Sono per il libero amore senza vincoli

    Voti: 2 10,5%

  • Votatori totali
    19
  • Sondaggio chiuso .

Brunetta

Utente di lunga data

Brunetta

Utente di lunga data

Alphonse02

Utente di lunga data
Non mi voglio rifugiare nel politicamente corretto, l' assioma che ogni storia di coppia sia un caso a sé (che in fondo è abbastanza vero). Perché sarebbe facilissimo ma non aggiungerebbe alcunché al dibattito. E renderebbe inutile rispondere agli interventi in risposta al mio quesito.

Ho l'impressione che qui nessuno abbia ancora spiegato cosa attrae ancora dell'istituzione matrimonio, se fissiamo l'attenzione sulla sostanza delle cose e lasciamo da parte i simbolismi, le formalizzazioni di impegni assunti sulla carta ed assolti a piacere (come conviene a ciascun partner) con approccio individuale.

Vediamo un po' di capirci, rinfrescando i ricordi scoloriti dal tempo, sul fatto che, piaccia o non, la sostanza originaria del matrimonio (che per la legge è un contratto) è un complesso di specifici obblighi che gli sposi si impegnano ad osservare ed adempiere. Basta rileggersi gli Art. 143, 144 e 147 del Codice Civile, che in Italia vengono recitati sia nel rito civile che in quello religioso del matrimonio.
Ancora non è consentito di aggiungere una regolamentazione integrativa concordata tra i coniugi, i c.d. patti pre-matrimoniali, come avviene in altri paesi. Ma ci arriveremo, è solo questione di tempo.

Invece, guardando ai costumi concretamente osservati nella società moderna, ho l'impressione che l'istituto matrimoniale stia subendo un continuo "dimagrimento", che ne svuota o neutralizza la funzione.
Dapprima nei fatti, cioè nella pratica di tutti i giorni, e poi anche nella regolamentazione giuridica (prassi giurisprudenziale e normativa di semplificazione progressiva del divorzio, saltando tendenzialmente la fase intermedia della separazione).

Cosa rimane con questo andazzo dell'istituto ? Sempre meno.

Il vincolo di fedeltà ed esclusività si annacqua sempre più, dando luogo a diffuse concezioni per le quali, pur tradendosi ripetutamente o svolgendo relazioni extra-coniugali di lunga durata, si insiste a raccontarsi la storiella che si continua ad amare il partner sposato. Un amore distillato, che prescinde dalla sessualità (soddisfatta per bene al di fuori del matrimonio) ma che preserverebbe la coppia nel tempo.

A me sembra una favola che ci si racconta per mascherare convenienza personale ed ipocrisia sociale.

Ho sempre il dubbio che, con l'incrinarsi del pilastro della fedeltà, diventi sempre più labile il vincolo della reciproca cura ed assistenza tra coniugi.
Mi domando, se al termine dell'esistenza dovessi contare sull'assistenza di qualcuno, come potrei accettare di essere accudito da qualcuno che mi ha tenuto in scarsa od interessata considerazione quando ero in buone condizioni ?
Mi sbaglierò, ma conterei solo sui figli, se ci sono, o su assistenza infermieristica a pagamento ...

Continuo e concludo.

La tutela dei figli ormai prescinde dall'essere sposati o non. Dal punto di vista ereditario non esiste da tempo la differenziazione tra figli legittimi e figli naturali (cosa giustissima, ne convengo).

Invece, il trattamento ereditario del coniuge rimane una forte nota differenziante del matrimonio rispetto alla unione di fatto. Il coniuge è erede legittimo di una quota dell'asse ereditario, a partire dalla riforma del 1975 del diritto di famiglia. Insomma, rimane la roba, direbbe il Verga.

Guardando al futuro prossimo, credo che si sceglierà di accelerare e semplificare ulteriormente il procedimento di divorzio e, tac, nel nome del trionfo dell' ego-riferimento, velocizzare la riacquisizione della piena libertà individuale e di fare come si vuole. Con la sola eccezione del trattamento minimo della prole, meritevole di tutela come parte debole.

Poi, proverò a rispondere agli interventi in modo individuale.
 

Gaia

Utente di lunga data
Mio padre diceva che se arrivi a 40 o 50 senza una famiglia, sei un poveretto.
Aveva ragione.
Dipende. La famiglia è una rete che può imprigionare oppure esaltare la personalità.
Io credo che la famiglia la si sceglie e non è fatta solo da vincoli di sangue.
 

Vera

Supermod disturbante
Staff Forum
Mio padre diceva che se arrivi a 40 o 50 senza una famiglia, sei un poveretto.
Aveva ragione.
Questo perché si pensa che famiglia sia solo una coppia con figli.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non mi voglio rifugiare nel politicamente corretto, l' assioma che ogni storia di coppia sia un caso a sé (che in fondo è abbastanza vero). Perché sarebbe facilissimo ma non aggiungerebbe alcunché al dibattito. E renderebbe inutile rispondere agli interventi in risposta al mio quesito.

Ho l'impressione che qui nessuno abbia ancora spiegato cosa attrae ancora dell'istituzione matrimonio, se fissiamo l'attenzione sulla sostanza delle cose e lasciamo da parte i simbolismi, le formalizzazioni di impegni assunti sulla carta ed assolti a piacere (come conviene a ciascun partner) con approccio individuale.

Vediamo un po' di capirci, rinfrescando i ricordi scoloriti dal tempo, sul fatto che, piaccia o non, la sostanza originaria del matrimonio (che per la legge è un contratto) è un complesso di specifici obblighi che gli sposi si impegnano ad osservare ed adempiere. Basta rileggersi gli Art. 143, 144 e 147 del Codice Civile, che in Italia vengono recitati sia nel rito civile che in quello religioso del matrimonio.
Ancora non è consentito di aggiungere una regolamentazione integrativa concordata tra i coniugi, i c.d. patti pre-matrimoniali, come avviene in altri paesi. Ma ci arriveremo, è solo questione di tempo.

Invece, guardando ai costumi concretamente osservati nella società moderna, ho l'impressione che l'istituto matrimoniale stia subendo un continuo "dimagrimento", che ne svuota o neutralizza la funzione.
Dapprima nei fatti, cioè nella pratica di tutti i giorni, e poi anche nella regolamentazione giuridica (prassi giurisprudenziale e normativa di semplificazione progressiva del divorzio, saltando tendenzialmente la fase intermedia della separazione).

Cosa rimane con questo andazzo dell'istituto ? Sempre meno.

Il vincolo di fedeltà ed esclusività si annacqua sempre più, dando luogo a diffuse concezioni per le quali, pur tradendosi ripetutamente o svolgendo relazioni extra-coniugali di lunga durata, si insiste a raccontarsi la storiella che si continua ad amare il partner sposato. Un amore distillato, che prescinde dalla sessualità (soddisfatta per bene al di fuori del matrimonio) ma che preserverebbe la coppia nel tempo.

A me sembra una favola che ci si racconta per mascherare convenienza personale ed ipocrisia sociale.

Ho sempre il dubbio che, con l'incrinarsi del pilastro della fedeltà, diventi sempre più labile il vincolo della reciproca cura ed assistenza tra coniugi.
Mi domando, se al termine dell'esistenza dovessi contare sull'assistenza di qualcuno, come potrei accettare di essere accudito da qualcuno che mi ha tenuto in scarsa od interessata considerazione quando ero in buone condizioni ?
Mi sbaglierò, ma conterei solo sui figli, se ci sono, o su assistenza infermieristica a pagamento ...

Continuo e concludo.

La tutela dei figli ormai prescinde dall'essere sposati o non. Dal punto di vista ereditario non esiste da tempo la differenziazione tra figli legittimi e figli naturali (cosa giustissima, ne convengo).

Invece, il trattamento ereditario del coniuge rimane una forte nota differenziante del matrimonio rispetto alla unione di fatto. Il coniuge è erede legittimo di una quota dell'asse ereditario, a partire dalla riforma del 1975 del diritto di famiglia. Insomma, rimane la roba, direbbe il Verga.

Guardando al futuro prossimo, credo che si sceglierà di accelerare e semplificare ulteriormente il procedimento di divorzio e, tac, nel nome del trionfo dell' ego-riferimento, velocizzare la riacquisizione della piena libertà individuale e di fare come si vuole. Con la sola eccezione del trattamento minimo della prole, meritevole di tutela come parte debole.

Poi, proverò a rispondere agli interventi in modo individuale.
Io credo che siano riflessioni che partano da una idea di coppia borghese, non tanto come ruolo economico, ma almeno come sufficiente reddito per vita che garantisce una vita dignitosa, indipendentemente dalla sommatoria, ma anche la possibilità di una vita sociale.
Ma le considerazioni vanno fatte pensando alla maggioranza e anche agli strati deboli.
Ci credo che Sofia Loren non finisce in un rsa, ha le risorse per badanti, infermiere e assistenza 24h.
Ma una persona ancora giovane non può permettersi un braccio o una gamba ingessato, senza qualcuno che l’aiuta a lavarsi e a fare da mangiare e sistemare casa.
E questo aspetto meramente materiale e di assistenza è solo la parte più facile da capire, ma è uguale per tutti gli aspetti della vita, dalla sussistenza, nel caso di perdita del lavoro, per arrivare al conforto a fine giornata.
Ci si sposa per entusiasmo, ma poi, in nome di quell’entusiasmo, ci si conforta.
So bene che sono io che aborro l’irritante ciabattante, ma per i pregressi, presenti in un noto e assenti in uno nuovo.
Infatti tu stai solo e immagini una compagna che è lontana e con la quale hai un rapporto poco vicino.
 

Nicky

Utente di lunga data
@Alphonse02 ma dov'è che hanno tolto il vincolo di fedeltà? Era più all'acqua di rose ai tempi dei miei genitori, dove era usuale che l'uomo avesse un'amante.
Quello che ha reso meno stabile il matrimonio è l'introduzione del divorzio. Per il resto, le persone hanno sempre le stesse aspettative dal matrimonio, anche se è meno scelto e ai figli nati fuori dal matrimonio sono stati dati gli stessi diritti (giustamente).
 

Brunetta

Utente di lunga data
Dipende. La famiglia è una rete che può imprigionare oppure esaltare la personalità.
Io credo che la famiglia la si sceglie e non è fatta solo da vincoli di sangue.
Questo perché si pensa che famiglia sia solo una coppia con figli.
Sì, sì Michela Murgia… col cazzo che ti accudiscono se non hai i soldi e non hai eredità. Gli amici dovrebbero essere altri poveretti senza famiglia, altrimenti si occupano dei fatti loro.
 

Vera

Supermod disturbante
Staff Forum
Sì, sì Michela Murgia… col cazzo che ti accudiscono se non hai i soldi e non hai eredità. Gli amici dovrebbero essere altri poveretti senza famiglia, altrimenti si occupano dei fatti loro.
Certo, ognuno ha gli amici che si merita.
 

Nicky

Utente di lunga data
Sì, sì Michela Murgia… col cazzo che ti accudiscono se non hai i soldi e non hai eredità. Gli amici dovrebbero essere altri poveretti senza famiglia, altrimenti si occupano dei fatti loro.
Sei pessimista! Tre anni fa è morta una mia parente acquisita, che era vedova e non aveva figli. In hospice ci alternavamo io e due suoi amici.
Diciamo che, se scegli di non avere una famiglia, devi avere la fortuna, ma anche l'impegno, nel poter costruire rapporti forti e duraturi.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Certo, ognuno ha gli amici che si merita.
Il merito teniamolo fuori sempre da qualsiasi situazione che riguarda le relazioni.
Tutti fanno conto sugli amici, ma fanno i conti male.
Se stai male non vengono di notte a sostenerti per andare in bagno. O, come diceva @Foglia, non ti portano il pigiama.
E in realtà io penso a scambio emotivo e conforto reale.
Poi si può anche essere tipi solitari o estremamente autonomi, ma una istituzione, come il matrimonio, non riguarda questi. Ci sono perfino stati gli anacoreti.
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data
Sei pessimista! Tre anni fa è morta una mia parente acquisita, che era vedova e non aveva figli. In hospice ci alternavamo io e due suoi amici.
Diciamo che, se scegli di non avere una famiglia, devi avere la fortuna, ma anche l'impegno, nel poter costruire rapporti forti e duraturi.
Mi dispiace che l’idea liberista del merito sia così penetrata nelle menti da fare attribuire al singolo anche l’abbandono e la solitudine. Bisogna invece tenerne conto.
Ed è vero che si costruisce una rete di affetti, si chiama famiglia.
 

spleen

utente ?
Certo, ognuno ha gli amici che si merita.
Sei pessimista! Tre anni fa è morta una mia parente acquisita, che era vedova e non aveva figli. In hospice ci alternavamo io e due suoi amici.
Diciamo che, se scegli di non avere una famiglia, devi avere la fortuna, ma anche l'impegno, nel poter costruire rapporti forti e duraturi.
Scusate, ma davvero pensate che l'amicizia (o l'amichettismo che è più diffuso) possa sostituire le cure famigliari o parentali?
In questa società perdipiù?
Ci credete davvero?
Chiedo eh.
 

ivanl

Utente di lunga data
Mi dispiace che l’idea liberista del merito sia così penetrata nelle menti da fare attribuire al singolo anche l’abbandono e la solitudine. Bisogna invece tenerne conto.
Ed è vero che si costruisce una rete di affetti, si chiama famiglia.
che non ti mette comunque al riparo da restare solo come un cane in una rsa legato ad un letto.
 

Nicky

Utente di lunga data
Mi dispiace che l’idea liberista del merito sia così penetrata nelle menti da fare attribuire al singolo anche l’abbandono e la solitudine. Bisogna invece tenerne conto.
Ed è vero che si costruisce una rete di affetti, si chiama famiglia.
Ho scritto anche la parola fortuna, non a caso.
Ci vuole fortuna anche nel costruirsi quella rete di affetti che si chiama famiglia.
Io sono abituata alle persone sole, che non si sono costruite una famiglia, proprio perché nella mia ce ne sono state tante e ho sempre pensato che si possa cercare (quantomeno cercare) di non trovarsi in una situazione di solitudine anche quando non si hanno figli o marito.
 
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