Forme residuali del matrimonio nella realtà di coppia moderna

E' ancora valido il matrimonio come istituzione ancora valida per la realizzazione della coppia?

  • Sí, sia per la coppia che per la famiglia

    Voti: 11 57,9%
  • Sí, ma solo per la famiglia

    Voti: 5 26,3%
  • No, non è una soluzione valida né per coppia né per famiglia moderna

    Voti: 1 5,3%
  • Potrebbe essere riformato ed avere divorzio più facile

    Voti: 3 15,8%
  • Non desidero rispondere o non mi interessa

    Voti: 0 0,0%
  • Sono per il libero amore senza vincoli

    Voti: 2 10,5%

  • Votatori totali
    19
  • Sondaggio chiuso .

Nicky

Utente di lunga data
Ma è anche rispetto agli impegni che si è andato via via prendendo distanza.
Con la separazione dei beni, con la diminuzione delle nascite e con il consumo dei beni senza idea di lasciarli ai figli, anche quando ci sono, si dimostra che la vita viene vissuta non solo materialmente, ma nel qui e ora senza alcun interesse per il futuro.
Sono i giovani che cercano il futuro nelle sorti del pianeta, per cercare una prospettiva che non hanno avuto in …eredità.
Non so se sia in atto una trasformazione sociale ed economica che sta rendendo obsoleto il matrimonio. Mi viene il dubbio che gli impegni siano in contrasto con un sistema capitalistico che ci vuole molto mobili, ma le trasformazioni si valutano nell'arco di secoli, non di qualche decennio.
Quello che penso, però, è che il matrimonio ha a che fare con la società, più che con l'individuo, e quindi non lo vedo come un bene superiore in sé e per sé.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Secondo me è sbagliato il paragone con il passato.
Da appassionato di storia e filosofia esprimo il mio dissenso.
Il passato condiziona il presente e consente di pensare il futuro dell'essere.
Ma ogni opinione è rispettabile, come contributo al confronto.

Il matrimonio è sempre stato un sistema di organizzazione sociale, funzionale al tipo di società che si voleva costruire.
Non so se oggi il matrimonio monogamico sia ancora funzionale alla nostra società.
In ogni caso, in passato il matrimonio monogamico era, in genere, indissolubile, ma restava un legame tra persone con spesso non si amavano, in cui c'erano violenza , oppressione, tradimenti, perché le persone sono così.
Il matrimonio è certamente una istituzione antichissima, frutto della evoluzione umana, soprattutto nel passaggio dal "branco" nomade alla costituzione di agglomerati stanziali (lo dice spesso il mio dentista, che, tuttora sposato, secondo me ha una relazione con la procace assistente a studio).

Certo, vi sono stati e vi sono moltissimi tipi di matrimonio, diversi tra loro (quanto a regolamentazione, pensa quello a tempo determinato) e frutto di adattamenti alle realtà storiche (es. poligamia come esigenza per l'altissima mortalità nel genere maschile, dovute alle guerre nell'antichità).
Però, a guardar bene, vi sono sempre state delle esigenze sociali che venivano soddisfatte nell'unione matrimoniale: a partire dall'ordine nella organizzazione della società (evitare di passare moltissimo tempo a confrontarsi con i propri simili per fare sesso e riprodursi) fino alla certezza della paternità.

La libera scelta dei partner nell'unione matrimoniale (per amore) è storicamente una eccezione, esaltata nella letteratura (che non è necessariamente veritiera). Persino nell'ambito della realtà di questo tempo, la maggioranza dei matrimoni che si celebrano nel mondo sono combinati dalle famiglie.
L'ideologia del mondo occidentale è fortemente minoritaria, tuttora. Non sempre ce ne rendiamo conto.

Concordo che è nella natura umana cercare la realizzazione delle proprie esigenze egoistiche. Che, però, mal si concilia con la libertà degli altri simili di fare altrettanto.
Come mi diceva mio nonno, per ogni furbo (prepotente) ci deve essere un fesso (debole), almeno uno.

Sul dubbio che esprimi circa l'attualità e funzionalità del "matrimonio monogamico" (con vincolo di fedeltà ed esclusività, immagino) nella nostra società, potrei rispondere che non esiste un obbligo di sposarsi nell'attuale legislazione.
Non ti sposi e fai quello che vuoi.
E' una scelta che comporta delle conseguenze intuibili, anche a livello di grandi numeri.
Solo per fare un esempio elementare, per ogni individuo che non forma una famiglia stabile con altro individuo occorrerà una abitazione, che ti devi procurare da solo/a. E' un fenomeno che è in corso da tempo, vedi i rilievi statistici sulla grande crescita delle famiglie mononucleari.
Per tutte, vedasi il Rapporto Istat 2022 presentato venerdì 1 luglio 2022 (su dati 2021), che contiene le stime di crescita demografica al 2045. Un estratto si trova al link:
Inverno demografico, come è cambiata la famiglia in Italia? Ecco come saremo nel 2042

In qualche modo, l'assenza di matrimonio la sperimento da oltre due decenni, senza prole. Dopo due decenni di fidanzamento/matrimonio con prole con l'ex moglie
Non sono sposato o convivente stabilmente ma intrattengo una relazione a distanza con la mia compagna, che vive nel suo paese europeo.
Ognuno vive a casa sua, per la maggior parte del tempo.
Non mi dilungo oltre, per non annoiare.
Ma sono pronto a dibattere sull'argomento.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non so se sia in atto una trasformazione sociale ed economica che sta rendendo obsoleto il matrimonio. Mi viene il dubbio che gli impegni siano in contrasto con un sistema capitalistico che ci vuole molto mobili, ma le trasformazioni si valutano nell'arco di secoli, non di qualche decennio.
Quello che penso, però, è che il matrimonio ha a che fare con la società, più che con l'individuo, e quindi non lo vedo come un bene superiore in sé e per sé.
Infatti. Ma i cambiamenti nel nostro tempo sono molto accelerati. Non lo vediamo solo nella tecnologia. È evidente nel modo di considerare i bambini e come avere figli viene considerato un optional. Cosa che è diverso dalla sacrosanta responsabilità genitoriale.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Da appassionato di storia e filosofia esprimo il mio dissenso.
Il passato condiziona il presente e consente di pensare il futuro dell'essere.
Ma ogni opinione è rispettabile, come contributo al confronto.



Il matrimonio è certamente una istituzione antichissima, frutto della evoluzione umana, soprattutto nel passaggio dal "branco" nomade alla costituzione di agglomerati stanziali (lo dice spesso il mio dentista, che, tuttora sposato, secondo me ha una relazione con la procace assistente a studio).

Certo, vi sono stati e vi sono moltissimi tipi di matrimonio, diversi tra loro (quanto a regolamentazione, pensa quello a tempo determinato) e frutto di adattamenti alle realtà storiche (es. poligamia come esigenza per l'altissima mortalità nel genere maschile, dovute alle guerre nell'antichità).
Però, a guardar bene, vi sono sempre state delle esigenze sociali che venivano soddisfatte nell'unione matrimoniale: a partire dall'ordine nella organizzazione della società (evitare di passare moltissimo tempo a confrontarsi con i propri simili per fare sesso e riprodursi) fino alla certezza della paternità.

La libera scelta dei partner nell'unione matrimoniale (per amore) è storicamente una eccezione, esaltata nella letteratura (che non è necessariamente veritiera). Persino nell'ambito della realtà di questo tempo, la maggioranza dei matrimoni che si celebrano nel mondo sono combinati dalle famiglie.
L'ideologia del mondo occidentale è fortemente minoritaria, tuttora. Non sempre ce ne rendiamo conto.

Concordo che è nella natura umana cercare la realizzazione delle proprie esigenze egoistiche. Che, però, mal si concilia con la libertà degli altri simili di fare altrettanto.
Come mi diceva mio nonno, per ogni furbo (prepotente) ci deve essere un fesso (debole), almeno uno.

Sul dubbio che esprimi circa l'attualità e funzionalità del "matrimonio monogamico" (con vincolo di fedeltà ed esclusività, immagino) nella nostra società, potrei rispondere che non esiste un obbligo di sposarsi nell'attuale legislazione.
Non ti sposi e fai quello che vuoi.
E' una scelta che comporta delle conseguenze intuibili, anche a livello di grandi numeri.
Solo per fare un esempio elementare, per ogni individuo che non forma una famiglia stabile con altro individuo occorrerà una abitazione, che ti devi procurare da solo/a. E' un fenomeno che è in corso da tempo, vedi i rilievi statistici sulla grande crescita delle famiglie mononucleari.
Per tutte, vedasi il Rapporto Istat 2022 presentato venerdì 1 luglio 2022 (su dati 2021), che contiene le stime di crescita demografica al 2045. Un estratto si trova al link:
Inverno demografico, come è cambiata la famiglia in Italia? Ecco come saremo nel 2042

In qualche modo, l'assenza di matrimonio la sperimento da oltre due decenni, senza prole. Dopo due decenni di fidanzamento/matrimonio con prole con l'ex moglie
Non sono sposato o convivente stabilmente ma intrattengo una relazione a distanza con la mia compagna, che vive nel suo paese europeo.
Ognuno vive a casa sua, per la maggior parte del tempo.
Non mi dilungo oltre, per non annoiare.
Ma sono pronto a dibattere sull'argomento.
Concordo sulla necessità di guardare al passato per capire. Vale per qualsiasi fenomeno umano. Il passato è più semplice da capire del presente e dalle somiglianze e differenze si possono ricavare i cambiamenti, ma anche i diversi significati.
Sulla scarsa rilevanza numerica della nostra società concordo.
Ma è quella che ci interessa e… insegna.
 

Nicky

Utente di lunga data
Da appassionato di storia e filosofia esprimo il mio dissenso.
Il passato condiziona il presente e consente di pensare il futuro dell'essere.
Ma ogni opinione è rispettabile, come contributo al confronto.
Probabilmente mi sono espressa male, non ritengo che sia sbagliato conoscere il passato.
E' il paragone con il presente che, spesso, sfocia in una sorta di idealizzazione, che, per me, è in genere infondata.
Spesso, ad esempio, si attribuisce la maggiore durata dei matrimoni a qualità morali più elevate degli sposi. Ma basta leggere Jane Austen per capire quanto calcolo ci fosse nei matrimoni, che, soprattutto per una donna, erano la sola forma di "lavoro" permessa, basilare per avere un ruolo sociale o, negli strati sociali meno elevati, per la sopravvivenza.
Non so se andiamo verso l'assenza del matrimonio; da qualche parte ho letto che in Islanda, ad esempio, non si sposa più nessuno. Ma dei modelli di famiglia si svilupperanno comunque, anche senza coppia monogamica, non penso che possa non esserci nulla.
Sul piano personale, a me in realtà piace il vincolo che si crea con il matrimonio, sinceramente. Non mi sono mai pentita di averlo fatto, mi sarei pentita se non ci avessi provato. Certo, rifarlo, quando si ha il dubbio di essere inadeguati, non lo so, ci vorrebbe un certo coraggio!
 

Brunetta

Utente di lunga data
Probabilmente mi sono espressa male, non ritengo che sia sbagliato conoscere il passato.
E' il paragone con il presente che, spesso, sfocia in una sorta di idealizzazione, che, per me, è in genere infondata.
Spesso, ad esempio, si attribuisce la maggiore durata dei matrimoni a qualità morali più elevate degli sposi. Ma basta leggere Jane Austen per capire quanto calcolo ci fosse nei matrimoni, che, soprattutto per una donna, erano la sola forma di "lavoro" permessa, basilare per avere un ruolo sociale o, negli strati sociali meno elevati, per la sopravvivenza.
Non so se andiamo verso l'assenza del matrimonio; da qualche parte ho letto che in Islanda, ad esempio, non si sposa più nessuno. Ma dei modelli di famiglia si svilupperanno comunque, anche senza coppia monogamica, non penso che possa non esserci nulla.
Sul piano personale, a me in realtà piace il vincolo che si crea con il matrimonio, sinceramente. Non mi sono mai pentita di averlo fatto, mi sarei pentita se non ci avessi provato. Certo, rifarlo, quando si ha il dubbio di essere inadeguati, non lo so, ci vorrebbe un certo coraggio!
Il matrimonio implica obblighi tra i coniugi e nei confronti dei possibili figli e benefici.
Se anche gli/le omosessuali chiedono la possibilità di contrarre matrimonio, significa che obblighi e benefici sono desiderabili.
Certamente vi è un anelito di legittimazione che proviene da settori del modo lgbt… ecc.
Sinceramente faccio fatica a capire la ricerca di legittimazione, mentre capisco il bisogno di riconoscimento. Però non essendo gay non posso capire nemmeno la percezione di emarginazione che possano vivere le persone omosessuali, sentendosi confinate in uno spazio considerato asociale, più ancora che amorale.
I primi matrimoni tra gay mi commuovevano profondamente, cogliendo il valore di affermazione dell’orgoglio di un legame.
 

Jim Cain

Utente di lunga data
Lo capisco, per la tua esperienza di vita e la formazione culturale che caratterizza il tuo mestiere (che, diciamolo, è stato ed è anche il mio, in gran parte).
Il tradimento, senza voler compiere una valutazione etica, è un evento traumatico a livello comportamentale, per chi lo subisce e per chi lo mette in atto.
Cambia la vita ed influisce sull'orientamento che si forma in ciascuno nell'affrontare le vicende della vita. Nel bene e nel male.

Però ti posso dire che, sin dagli albori della mia esperienza lavorativa, mi sono reso conto che ogni stagione della vita ha le sue esigenze, frutto della variabilità dei comportamenti e, non poco, dall'andamento delle condizioni fisiche. E dalle mutazioni dell'ambiente nel quale si è immersi, che pure "contaminano" l'orientamento al quale ho fatto cenno in precedenza.

Non siamo tutti uguali e non siamo sempre gli stessi nel corso della vita.
La coppia è in un certo senso una gabbia, fatemi passare il paragone.

Se la porta della gabbia la lasci aperta (privandola della serratura) e, quindi, sei libero di uscire e rientrare a volontà, pensi di essere in una condizione invidiabile.
Se però l'ambiente esterno ti diventa ostile (es. l'arrivo di malintenzionati) rimpiangi di non avere più la serratura e poterti chiudere dentro per proteggerti.
La metafora della porta mi ha riportato alla mente un opinione condivisibile : una chiave che apre tante porte è un'ottima chiave, mentre una serratura che può essere aperta da tante chiavi è una serratura inaffidabile.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Il matrimonio implica obblighi tra i coniugi e nei confronti dei possibili figli e benefici.
Se anche gli/le omosessuali chiedono la possibilità di contrarre matrimonio, significa che obblighi e benefici sono desiderabili.
Certamente vi è un anelito di legittimazione che proviene da settori del modo lgbt… ecc.
Sinceramente faccio fatica a capire la ricerca di legittimazione, mentre capisco il bisogno di riconoscimento. Però non essendo gay non posso capire nemmeno la percezione di emarginazione che possano vivere le persone omosessuali, sentendosi confinate in uno spazio considerato asociale, più ancora che amorale.
I primi matrimoni tra gay mi commuovevano profondamente, cogliendo il valore di affermazione dell’orgoglio di un legame.
Si sentiranno anche più accettati dalla "società" potendo recarsi in tribunale in fila con gli altri per andare da un giudice semi analfabeta a fare omologare una separazione consensuale?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Si sentiranno anche più accettati dalla "società" potendo recarsi in tribunale in fila con gli altri per andare da un giudice semi analfabeta a fare omologare una separazione consensuale?
La possibilità di sciogliere un impegno è insita nel tipo di impegno.
Non credo in un giudice semianalfabeta, visto il percorso di studi richiesto e il concorso.
Però si può pensare ciò che si vuole.
Solo non mi è chiaro perché facciano la richiesta di una forma di matrimonio totalmente uguale agli etero, se quella forma, che comprende la fedeltà (necessaria per la sicurezza della genetica figli, prescindendo dal dna) nella impossibilità naturale di avere figli, se non ricorrendo al gpa (che aborro)?
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
La possibilità di sciogliere un impegno è insita nel tipo di impegno.
Non credo in un giudice semianalfabeta, visto il percorso di studi richiesto e il concorso.
Però si può pensare ciò che si vuole.
Solo non mi è chiaro perché facciano la richiesta di una forma di matrimonio totalmente uguale agli etero, se quella forma, che comprende la fedeltà (necessaria per la sicurezza della genetica figli, prescindendo dal dna) nella impossibilità naturale di avere figli, se non ricorrendo al gpa (che aborro)?
Forse lo vogliono uguale per evitare presunte discriminazioni e magari interessano altri aspetti tipo la reciproca assistenza in caso di bisogno, o i diritti successori
 

Brunetta

Utente di lunga data
Forse lo vogliono uguale per evitare presunte discriminazioni e magari interessano altri aspetti tipo la reciproca assistenza in caso di bisogno, o i diritti successori
Ma nella forma attuale esiste già la reciproca assistenza e i diritti successori, se non ho capito male. Solo non ci sono diritti successori dai parenti.
Poi tutto si può modificare.
Negli USA il diritto privato (contratti prematrimoniali e accordi di riservatezza) sopravanzano il diritto pubblico, in alcuni campi.
Da noi per ora no.
 

Jim Cain

Utente di lunga data
Negli USA il diritto privato (contratti prematrimoniali e accordi di riservatezza) sopravanzano il diritto pubblico, in alcuni campi.
Da noi per ora no.
Cosa intendi per diritto pubblico in relazione a quello di cui si sta parlando qui ?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Cosa intendi per diritto pubblico in relazione a quello di cui si sta parlando qui ?
Non sono una giurista, parlo da cittadina.
Il matrimonio è regolato dalla legge e non è possibile sottoscrivere patti in contrasto.
Il pubblico sopravanza il privato. Se i termini sono scorretti, dimmi quelli adeguati, ma il concetto credo che si capisca.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Probabilmente mi sono espressa male, non ritengo che sia sbagliato conoscere il passato.
E' il paragone con il presente che, spesso, sfocia in una sorta di idealizzazione, che, per me, è in genere infondata.
Spesso, ad esempio, si attribuisce la maggiore durata dei matrimoni a qualità morali più elevate degli sposi. Ma basta leggere Jane Austen per capire quanto calcolo ci fosse nei matrimoni, che, soprattutto per una donna, erano la sola forma di "lavoro" permessa, basilare per avere un ruolo sociale o, negli strati sociali meno elevati, per la sopravvivenza.
Scusa, forse non mi sono spiegato bene.
Provo ad uscire dall'ambiguità che potrei aver provocato, senza intenzione.

Non comprendo il tuo riferimento alla scrittrice britannica Jane Austen (1775-1817) le cui narrazioni si svolgevano nel periodo delle guerre napoleoniche, all'incirca 200 anni fa. Certamente i matrimoni erano combinati dalle famiglie, come tuttora avviene in gran parte del mondo musulmano ed asiatico ed i diritti delle donne erano molto ridotti.
Il movimento femminista in Europa muoveva, a spanne, i primi passi al termine della vita della Austen, su basi molto limitate.

Da secoli, visto che nell'Editto di Rotari (643 d.C.) si regolamentava lo scambio delle doti tra la famiglia della sposa ed il marito, i diritti della donna sposata erano limitati ed esercitati con il sostegno della famiglia di origine. Anche in Italia, almeno fino all'inizio del 1.900, le cose andavano così.

Direi che negli ultimi 60 anni si sono fatti passi da gigante e, assicuro, non mi è passato per il cervello di proporre qualsiasi raffronto critico tra il matrimonio ed i diritti civili attuali e quelli di due secoli fa.

Io intendevo affrontare la tematica del matrimonio nella società moderna, anzi, post-moderna. Prendendo lo spunto dal calo impressionante dei matrimoni negli ultimi decenni.

Non so se andiamo verso l'assenza del matrimonio; da qualche parte ho letto che in Islanda, ad esempio, non si sposa più nessuno. Ma dei modelli di famiglia si svilupperanno comunque, anche senza coppia monogamica, non penso che possa non esserci nulla.
Sul piano personale, a me in realtà piace il vincolo che si crea con il matrimonio, sinceramente. Non mi sono mai pentita di averlo fatto, mi sarei pentita se non ci avessi provato. Certo, rifarlo, quando si ha il dubbio di essere inadeguati, non lo so, ci vorrebbe un certo coraggio!
Mi ha sempre intrigato il fatto che il matrimonio attragga più il genere femminile che quello maschile, da sempre (mi viene da dire).
Io ho vissuto benissimo la mia relazione, da venti anni e passa, con la mia compagna senza il vincolo matrimoniale, in una semplice convivenza di fatto ed a distanza.

Direi che gli accadimenti che vengono narrati su questo forum fanno sospettare che vi sia una specie di nostalgia conservatrice (specie post tradimento scoperto) per la permanenza del vincolo matrimoniale, sul contenuto del quale, però, mi sembra ci sia molta varietà interpretativa e, soprattutto, applicativa. Che ingenera confusione in anime semplici, come la mia.

Qualche leggiadra fanciulla, meglio se sicura di sé, disinvolta e disinibita quanto basta, mi vuole spiegare con poche parole quale sia l'importanza che attribuisce al matrimonio di questi tempi ?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Scusa, forse non mi sono spiegato bene.
Provo ad uscire dall'ambiguità che potrei aver provocato, senza intenzione.

Non comprendo il tuo riferimento alla scrittrice britannica Jane Austen (1775-1817) le cui narrazioni si svolgevano nel periodo delle guerre napoleoniche, all'incirca 200 anni fa. Certamente i matrimoni erano combinati dalle famiglie, come tuttora avviene in gran parte del mondo musulmano ed asiatico ed i diritti delle donne erano molto ridotti.
Il movimento femminista in Europa muoveva, a spanne, i primi passi al termine della vita della Austen, su basi molto limitate.

Da secoli, visto che nell'Editto di Rotari (643 d.C.) si regolamentava lo scambio delle doti tra la famiglia della sposa ed il marito, i diritti della donna sposata erano limitati ed esercitati con il sostegno della famiglia di origine. Anche in Italia, almeno fino all'inizio del 1.900, le cose andavano così.

Direi che negli ultimi 60 anni si sono fatti passi da gigante e, assicuro, non mi è passato per il cervello di proporre qualsiasi raffronto critico tra il matrimonio ed i diritti civili attuali e quelli di due secoli fa.

Io intendevo affrontare la tematica del matrimonio nella società moderna, anzi, post-moderna. Prendendo lo spunto dal calo impressionante dei matrimoni negli ultimi decenni.


Mi ha sempre intrigato il fatto che il matrimonio attragga più il genere femminile che quello maschile, da sempre (mi viene da dire).
Io ho vissuto benissimo la mia relazione, da venti anni e passa, con la mia compagna senza il vincolo matrimoniale, in una semplice convivenza di fatto ed a distanza.

Direi che gli accadimenti che vengono narrati su questo forum fanno sospettare che vi sia una specie di nostalgia conservatrice (specie post tradimento scoperto) per la permanenza del vincolo matrimoniale, sul contenuto del quale, però, mi sembra ci sia molta varietà interpretativa e, soprattutto, applicativa. Che ingenera confusione in anime semplici, come la mia.

Qualche leggiadra fanciulla, meglio se sicura di sé, disinvolta e disinibita quanto basta, mi vuole spiegare con poche parole quale sia l'importanza che attribuisce al matrimonio di questi tempi ?
Non essendo più fanciulla da un pezzo e men che meno leggiadra, non so se sono chiamata a rispondere 😂
Posso dire cosa era per me il matrimonio, che significato ha per le mie amiche e per i miei figli.
Non devo risalire all’editto di Rotari, ma comunque sarebbe un discorso lungo che cerco di semplificare.
Io credo che, andando oltre gli obblighi di legge, vi sia sempre un patto a due che può comprendere “qualche compromesso“, come disse una mia ex compagna di scuola, facendomi pensare alla inevitabilità di tradimenti da abbozzare. Ma può essere un rapporto simbiotico che porta a fare tutto insieme e con tutto si intende anche la spesa, la banca o la posta e il meccanico.
Quindi in mezzo ci sta di tutto che può essere coerente con il contesto famigliare e sociale o no.
Il matrimonio è comunque un impegno che significa che non sto con te perché sei figa e ti mollo quando invecchi o ti ammali e viceversa.
 
Ultima modifica:

Nicky

Utente di lunga data
Mi ha sempre intrigato il fatto che il matrimonio attragga più il genere femminile che quello maschile, da sempre (mi viene da dire).
Io ho vissuto benissimo la mia relazione, da venti anni e passa, con la mia compagna senza il vincolo matrimoniale, in una semplice convivenza di fatto ed a distanza.

Direi che gli accadimenti che vengono narrati su questo forum fanno sospettare che vi sia una specie di nostalgia conservatrice (specie post tradimento scoperto) per la permanenza del vincolo matrimoniale, sul contenuto del quale, però, mi sembra ci sia molta varietà interpretativa e, soprattutto, applicativa. Che ingenera confusione in anime semplici, come la mia.

Qualche leggiadra fanciulla, meglio se sicura di sé, disinvolta e disinibita quanto basta, mi vuole spiegare con poche parole quale sia l'importanza che attribuisce al matrimonio di questi tempi ?
Capisco, intendevi confrontarti sui cambiamenti dal secondo dopoguerra ad oggi. Io sono andata alle origini!
In realtà, io non sono mai stata affascinata dal matrimonio come rito o come istituzione; se devo essere onesta, ci teneva più che altro mio marito.
E non sono fanciulla, né sicura di sé; quanto al disinibita, sì ma quando voglio e con una selezione ristretta.
In ogni caso, avrei vissuto anche la convivenza e anche la non convivenza come un matrimonio, quindi con il desiderio di un amore che non muta quando scorge un mutamento, tanto per citare qualcuno che lo dice meglio, ma che permette di continuare a parlarsi.
 

Jim Cain

Utente di lunga data
Io ho vissuto benissimo la mia relazione, da venti anni e passa, con la mia compagna senza il vincolo matrimoniale, in una semplice convivenza di fatto ed a distanza.
Alfò, verrebbe da rispondere 'grazie ar cà'.

Senza convivenza, nè figli, nè interessi economici in comune elimini il 90 % dei motivi per i quali una coppia generalmente soccombe.
 

Gaia

Utente di lunga data
Di fronte all'enormità dell'accaduto (due neonati sepolti nel giardino della casa) i due genitori sono prevalentemente storditi, nella mia lettura, dal fatto che viene loro sottratto il "giocattolo" che utilizzavano ...

Loro non andranno in prigione, ci andrà la figlia. Se ci andrà, alla fine.
Magari saranno in condizione di difenderla al meglio, con fior di avvocati penalisti e perizie che cercheranno almeno di prospettare una semi-infermità di mente, qualora non riescano a fare leva sulla incertezza del fatto che i due feti fossero nati morti.
Nel qual caso dall'omicidio si passerebbe all'occultamento di cadaveri (dipende pure dallo stato di vitalità e crescita dei due corpicini).

Però, per come la vedo io, da una prospettiva educativa e morale, quei genitori mi fanno una pena infinita, innocenti per la umana giustizia solo perché la figlia non li ha coinvolti, informandoli prima di seppellire due figli ...
Due gravidanze ... A distanza di tempo l'una dall'altra.

Due volte all'insaputa dei genitori conviventi con la figlia nella stessa casa ...

E' una sensazione terribile, la prospettiva di un deserto etico ed educativo in quella famiglia del Mulino Bianco, un fallimento esistenziale nel quale non si salva nessuno.
Moralmente.
Per chi ancora ci crede nei principi, ovviamente, ed in una moralità che è alta, non è modellata da ciascuno secondo il proprio capriccio e comodo...
Scusa, forse non mi sono spiegato bene.
Provo ad uscire dall'ambiguità che potrei aver provocato, senza intenzione.

Non comprendo il tuo riferimento alla scrittrice britannica Jane Austen (1775-1817) le cui narrazioni si svolgevano nel periodo delle guerre napoleoniche, all'incirca 200 anni fa. Certamente i matrimoni erano combinati dalle famiglie, come tuttora avviene in gran parte del mondo musulmano ed asiatico ed i diritti delle donne erano molto ridotti.
Il movimento femminista in Europa muoveva, a spanne, i primi passi al termine della vita della Austen, su basi molto limitate.

Da secoli, visto che nell'Editto di Rotari (643 d.C.) si regolamentava lo scambio delle doti tra la famiglia della sposa ed il marito, i diritti della donna sposata erano limitati ed esercitati con il sostegno della famiglia di origine. Anche in Italia, almeno fino all'inizio del 1.900, le cose andavano così.

Direi che negli ultimi 60 anni si sono fatti passi da gigante e, assicuro, non mi è passato per il cervello di proporre qualsiasi raffronto critico tra il matrimonio ed i diritti civili attuali e quelli di due secoli fa.

Io intendevo affrontare la tematica del matrimonio nella società moderna, anzi, post-moderna. Prendendo lo spunto dal calo impressionante dei matrimoni negli ultimi decenni.


Mi ha sempre intrigato il fatto che il matrimonio attragga più il genere femminile che quello maschile, da sempre (mi viene da dire).
Io ho vissuto benissimo la mia relazione, da venti anni e passa, con la mia compagna senza il vincolo matrimoniale, in una semplice convivenza di fatto ed a distanza.

Direi che gli accadimenti che vengono narrati su questo forum fanno sospettare che vi sia una specie di nostalgia conservatrice (specie post tradimento scoperto) per la permanenza del vincolo matrimoniale, sul contenuto del quale, però, mi sembra ci sia molta varietà interpretativa e, soprattutto, applicativa. Che ingenera confusione in anime semplici, come la mia.

Qualche leggiadra fanciulla, meglio se sicura di sé, disinvolta e disinibita quanto basta, mi vuole spiegare con poche parole quale sia l'importanza che attribuisce al matrimonio di questi tempi ?
il matrimonio regola rapporti umani che, senza uno schema, seguirebbero dei percorsi evolutivi diversi e privi di forme di tutela per chi ha deciso di trascorrere un certo periodo insieme.
Il matrimonio dunque crea un legame giuridico con ciò che ne consegue.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Alfò, verrebbe da rispondere 'grazie ar cà'.

Senza convivenza, nè figli, nè interessi economici in comune elimini il 90 % dei motivi per i quali una coppia generalmente soccombe.
Elimini anche il 90% della vita.
 
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