Però mi pare che tu faccia un salto di piani.
Chi tradisce evidentemente non vuole chiudere il matrimonio (per motivazioni varie da quelle economiche, a quelle di sicurezza affettiva) non si pone su un piano etico, ma su un piano pratico di convenienza,
Quindi lo scrivente, chiaramente autoriferito, non solo quando pretenderebbe di disquisire sulle visite ai musei, non si pone nemmeno lontanamente il problema del suo uso strumentale della moglie.
Ammetto che ho traslato la situazione del lettore del Corriere a livello di comportamento sociale su un piano generale.
Nel senso che l'essere umano è abilissimo, di fronte alla contrarietà, a manipolare (spesso falsando) la realtà per poter sostenere - dentro di sé - la giustezza delle proprie ragioni, dei desideri, ecc., in modo da passare da "vittima". In alcuni casi estremi, da codice penale, la propria azione criminale trova una giustificazione in un "torto" subito o la violazione di asserite "regole" di comportamento (del tutto illegali), frutto di una distorta visione della realtà.
Così, per sopportare lo scontento che puoi immaginare possa verificarsi nel relazionarsi con un partner non attraente, la mente umana spesso elabora una strategia che rende possibile la prospettiva del mutamento di situazione o attraverso un auto convincimento che il comportamento del partner possa risultare soddisfacente (te lo fai piacere) o la convinzione che tu possa cambiare il partner e portarlo a modellarsi secondo le tue aspettative (cambiando lui/lei i propri comportamenti). Per pensare che la relazione abbia un futuro, una prospettiva di realizzabilità. Anche il tradimento (stampella della relazione ufficiale) è giustificabile se rende accettabile il rimanere con il partner.
La seconda alternativa comportamentale potrebbe ravvisarsi nel racconto del lettore quando si compiace che la moglie sia disponibile a partecipare ad eventi culturali "ma il suo interesse finisce lì", nel senso che lei non vuole approfondire come lui vorrebbe. E così ci sono altre doglianze, che lo inducono ad un esasperato pessimismo.
Non accetta che la moglie lo segua su alcune (poche) cose e che coltivi suoi (di lei) interessi che lui non condivide e che invece assorbono lei (il lavoro che ha mutato da poco).
Queste sono cose che avvengono dopo anni nelle relazioni di coppia partite "bene" semplicemente perché... le persone cambiano nel tempo e cambiano gli interessi. Figurati se parte già con un grave handicap (in senso ippico) come può svolgersi il rapporto di coppia!
Quell'uomo non ha capito che il destino avverso che percepisce di subire è il frutto naturale della situazione negativa iniziale a livello di rapporto di coppia malsano (almeno per lui) e che è naturalmente peggiorato. Non ne esce fuori se non rompe gli schemi che lo imprigionano e lascia la moglie.
Moglie che ha seguito coerentemente il proprio progetto (lei lo voleva, era innamorata) e lui, pur non provando attrazione, ha accettato di fidanzarsi e poi sposarsi. Sottomettendosi a lei, accettando il di lei progetto di vita. Orrore.
Oppure la tradisce. Non ha altre alternative, secondo me.
Non credo che Gramellini abbia risposto cosi. È troppo politicamente corretto.