Per me definire sincero un artista ha un altro significato, vuol dire che mi sembra che esprima ciò che desidera esprimere, senza piegarsi solo o troppo alle logiche del successo, del piacere al pubblico.
È chiaro che tutti cantano per essere ascoltati, non si fa arte per sé stessi ma per comunicare, esprimersi, ma penso che alcuni cerchino di preservare una certa autenticità e coerenza, altri meno.
Poi magari mi piacciono comunque anche quelli solo commerciali e, chissà, magari un domani loro resteranno e gli altri no.
Quanto all'attingere dal proprio privato, non è sbagliato ma a volte è eccessivo.
Questo è un una cosa che riguarda anche la letteratura.
Scriveva ieri, nella sua pagina fb, Giorgia Tribuiani, scrittrice proprio di questo.
Un romanzo è un romanzo, non è necessario che Victor Hugo sia stato un prigione per raccontare del Conte di Montecristo.
Anche le autobiografie non sono la verità, ma sono una narrazione.
Avevo discusso con uno scrittore, sempre su fb, che un racconto per me deve proprio essere un racconto e può raccontare cose sgradevoli, come Lolita per intenderci, ma se davvero Nabokov avesse stuprato una dodicenne, sarebbe diverso, magari avrei letto lo stesso il romanzo, magari invece mi avrebbe disgustato.
È lo stesso per le canzoni. Tutto contribuisce a conoscere un sentire diverso e a comprendere il mondo.
Ma non è necessaria l’auto biografia.