Tempi che cambiano.

Rebecca89

Sentire libera
Ho letto questo articolo e l ho trovato interessante. Analizza come il senso di insoddisfazione della vita abbia abbassato l'età degli insoddisfatti. Forse è per questo che non ci si sposa più, non si figlia più, a 30 anni si ha paura di concretizzare qualcosa, come se fosse un punto di fine e non un punto di stabilizzazione. Voi cosa ne pensate?

 

Nicky

Utente di lunga data
Devo dire che riconosco me nei miei trent'anni.
Avrei dovuto essere felice, perché ero sposata, stavo svolgendo un lavoro compatibile con i miei studi, invece mi sentivo oppressa, mi sembrava di non sapere cosa fare, cercavo di cambiare lavoro, rimandavo il pensiero della maternità.
Poi mi è capitata una cosa brutta, che ha assorbito tutte le mie energie e via via mi è passata, la vita è andata a posto (più o meno) da sola.
 

Rebecca89

Sentire libera
Poi mi è capitata una cosa brutta, che ha assorbito tutte le mie energie e via via mi è passata, la vita è andata a posto (più o meno) da sola.
Mi dispiace tantissimo per la cosa brutta, sicuramente la vita va da sé ma credo che noi ci mettiamo anche tanto del nostro. Inevitabilmente alcuni cambiamenti o eventi ci portano a cambiare visione delle cose, a intraprende nuovi percorsi, vedere in maniera diversa. Magari non ce ne rendiamo del tutto conto, ma il grosso lo facciamo noi. Accogliendo e accettando quelli eventi, mettendo consapevolezza nell' imprevedibilità. E già questa è una scossa che permette un passo, un andare incontro. Eppure tanti restano incastrati in un senso di insoddisfazione, aspettando quasi un cambiamento che non arriva perché in realtà si resta fermi e lamentandosi comunque che quello che si ha non è mai abbastanza. Ma si fa abbastanza?
 

ivanl

Utente di lunga data
Per mia natura sono convinto, e ho sempre vissuto così, che la vita sia un insieme di conseguenze derivanti dalle scelte che si fanno; e, partendo dal presupposto che le scelte siano sempre consapevoli, ragionate e razionali (e le mie lo sono sempre state, con le informazioni tempo per tempo a disposizione), è inutile e sciocco poi lamentarsi delle conseguenze.
Quindi, per me nessuna crisi di mezza o terza età, tutto quello che ho fatto, tradimento compreso, è stato ragionato e valutato.
Ma, concordo con @jack-jackson, adesso le persone paiono stupide e più interessate a ciò che appare rispetto a ciò che è la propria realtà conseguente alle proprie scelte
 

Rebecca89

Sentire libera
Per mia natura sono convinto, e ho sempre vissuto così, che la vita sia un insieme di conseguenze derivanti dalle scelte che si fanno; e, partendo dal presupposto che le scelte siano sempre consapevoli, ragionate e razionali (e le mie lo sono sempre state, con le informazioni tempo per tempo a disposizione), è inutile e sciocco poi lamentarsi delle conseguenze.
Quindi, per me nessuna crisi di mezza o terza età, tutto quello che ho fatto, tradimento compreso, è stato ragionato e valutato.
Ma, concordo con @jack-jackson, adesso le persone paiono stupide e più interessate a ciò che appare rispetto a ciò che è la propria realtà conseguente alle proprie scelte
Io ho (quasi🤭) 36 anni. E vedo molti dei miei coetanei infelici. Non ne faccio tanto un discorso social, nonostante si, ho anche io l impressione che il contorno sia più importante del nostro centro. Piuttosto una non presa di responsabilità proprio verso i ragionamenti che dovrebbero essere fatti prima di essere prese determinate scelte. Una non ammissione di errore. Che, per me eh, agli occhi miei, è il primo vero blocco non accettato, che quasi si rifiuta. Dire oggi a 30, 35 anni, cazzo ho sbagliato, è un qualcosa che non si vuole mostrare agli altri prima, a noi stessi poi. Quando invece si cade, si sbaglia, succede. Non sempre si fanno le cose in maniera lucida come andrebbero fatte, ma una volta preso atto dell' errore di una scelta, ci si può fare pace, rimboccarsi le maniche e almeno tentare di rimediare. Invece no. Ci si affossa sentendosi incastrati ed entrando in frustrazione con quello che si ha perché ci si rende conto che non è quello che si voleva realmente.
 

Nicky

Utente di lunga data
Mi dispiace tantissimo per la cosa brutta, sicuramente la vita va da sé ma credo che noi ci mettiamo anche tanto del nostro. Inevitabilmente alcuni cambiamenti o eventi ci portano a cambiare visione delle cose, a intraprende nuovi percorsi, vedere in maniera diversa. Magari non ce ne rendiamo del tutto conto, ma il grosso lo facciamo noi. Accogliendo e accettando quelli eventi, mettendo consapevolezza nell' imprevedibilità. E già questa è una scossa che permette un passo, un andare incontro. Eppure tanti restano incastrati in un senso di insoddisfazione, aspettando quasi un cambiamento che non arriva perché in realtà si resta fermi e lamentandosi comunque che quello che si ha non è mai abbastanza. Ma si fa abbastanza?
Si, è vero, ma quello che mi pesava era il senso, appunto, che tutto dipendesse da me, che fossi fondamentalmente incapace di scegliere. E non ero capace, perché sentivo di non avere una visione completa di me stessa, di chi ero, in una fase in cui tutti mi sembravano lanciati in direzioni scelte con piena consapevolezza.
E quindi, mi chiedevo, perché io no? Perché c'è questa confusione in me?
 

ivanl

Utente di lunga data
Io ho (quasi🤭) 36 anni. E vedo molti dei miei coetanei infelici. Non ne faccio tanto un discorso social, nonostante si, ho anche io l impressione che il contorno sia più importante del nostro centro. Piuttosto una non presa di responsabilità proprio verso i ragionamenti che dovrebbero essere fatti prima di essere prese determinate scelte. Una non ammissione di errore. Che, per me eh, agli occhi miei, è il primo vero blocco non accettato, che quasi si rifiuta. Dire oggi a 30, 35 anni, cazzo ho sbagliato, è un qualcosa che non si vuole mostrare agli altri prima, a noi stessi poi. Quando invece si cade, si sbaglia, succede. Non sempre si fanno le cose in maniera lucida come andrebbero fatte, ma una volta preso atto dell' errore di una scelta, ci si può fare pace, rimboccarsi le maniche e almeno tentare di rimediare. Invece no. Ci si affossa sentendosi incastrati ed entrando in frustrazione con quello che si ha perché ci si rende conto che non è quello che si voleva realmente.
ottimo, saresti la mia figlia perfetta 🙂
 

Rebecca89

Sentire libera
Racconto questa.
Ho una cara amica dalle superiori, a cui sto particolarmente dietro da un mesetto. Ha due anni più di me. Ha avuto poche storie, difficilmente si lega e a divertirsi non è capace, che poi capace, non fa per lei ecco, crede molto nei rapporti a due. Da 4 anni e mezzo ha una relazione con un uomo di 41 anni, anche lui solo da tempo e di natura chiuso e introverso, più incline al vivere solitario. Insomma, si legano, lui prende seriamente l impegno. Sono andati a vivere dopo due anni, e poco dopo hanno affrontato il discorso figli. Lei sogna la famiglia, l abito bianco, è molto attaccata ai valori familiari, è maestra nella scuola di infanzia e adora i bambini. La cosa sembrava procedere bene e con prospettive uguali, fino a che lui a febbraio di quest anno, durante una cena a due, se ne esce che non si sente pronto per un figlio nel mentre che parlavano di una loro amica incinta che aveva da poco annunciato la gravidanza. Lei è crollata male. Si è vista non solo infrangere un progetto in cui credeva con lui, ma soprattutto in colpa. Perché la motivazione di lui è stata la precarietà di lei (assunta al comune🙄, e lui a tempo indeterminato dentro una grande azienda) e quindi un non avere possibilità. Casa è di proprietà di lui ma è piccola, un bilo di 45mq che andrebbe necessariamente cambiato con la crescita, nel tempo, di un bebè. Ma lui non vuole. Sta bene li, con le sue cose, le sue abitudini e le ha detto piuttosto prendiamo un gatto. Lei sta facendo terapia perché circa un paio di mesi fa ha fatto fagotto ed è tornata dai suoi. Non vi dico il morale. Il pensare a 38 anni quasi di essere una fallita, ce la sto mettendo tutta per farle capire che non è così. Che chissà quando sarà madre, perché comunque è, diciamo, verso i 40 e sola, l essere tornata dai genitori, insomma sta una merda. Si, le ho detto il pensiero di un tradimento che sembra non esserci stato ma non ci concentriamo su quello. Piuttosto sul come le persone, invece di ammettere di non sentirsi pronte, di non aver valutato bene cosa volessero nella loro vita, danno addosso agli altri invece di prendere atto delle proprie responsabilità. A 40 anni.
 

ivanl

Utente di lunga data
Si, è vero, ma quello che mi pesava era il senso, appunto, che tutto dipendesse da me, che fossi fondamentalmente incapace di scegliere. E non ero capace, perché sentivo di non avere una visione completa di me stessa, di chi ero, in una fase in cui tutti mi sembravano lanciati in direzioni scelte con piena consapevolezza.
E quindi, mi chiedevo, perché io no? Perché c'è questa confusione in me?
Semplicemente, nel tuo caso, ci sarà voluto un pò di tempo per prendere consapevolezza di te; perchè, adesso, mi sembra tu sia perfettamente padrona della tua vita
 

spleen

utente ?
Ci si affossa sentendosi incastrati ed entrando in frustrazione con quello che si ha perché ci si rende conto che non è quello che si voleva realmente.
Ma cosa è che si vuole veramente?
Un mio caro amico dice secondo me una cosa molto saggia: Quando ripensiamo alle decisioni che abbiamo preso nel passato, se di fondo siamo persone riflessive e non caratterialmente banderuole, non dobbiamo pentircene, sono quanto di meglio abbiamo pensato in quel dato momento.
Le aspettative di ciascuno cambiano nel tempo e questo è chiaro, perciò è possibile anche pentirsi, cambiare rotta, fare cose mai valutate, quello che serve è una consapevolezza sufficiente ad ascoltare noi stessi senza farsi troppo influenzare dalla società.
Guardarsi dietro le spalle e vedere anche il tanto che si è ottenuto dalla vita.
Poi c'è la faccenda della progettualità delle nuove generazioni che tendono a vedere la vita come una sequenza di esperienze, la vita esperienziale, senza progetto e senza fine.
Ma questo è un altro discorso.
 

Rebecca89

Sentire libera
Ma cosa è che si vuole veramente?
Un mio caro amico dice secondo me una cosa molto saggia: Quando ripensiamo alle decisioni che abbiamo preso nel passato, se di fondo siamo persone riflessive e non caratterialmente banderuole, non dobbiamo pentircene, sono quanto di meglio abbiamo pensato in quel dato momento.
Le aspettative di ciascuno cambiano nel tempo e questo è chiaro, perciò è possibile anche pentirsi, cambiare rotta, fare cose mai valutate, quello che serve è una consapevolezza sufficiente ad ascoltare noi stessi senza farsi troppo influenzare dalla società.
Guardarsi dietro le spalle e vedere anche il tanto che si è ottenuto dalla vita.
Poi c'è la faccenda della progettualità delle nuove generazioni che tendono a vedere la vita come una sequenza di esperienze, la vita esperienziale, senza progetto e senza fine.
Ma questo è un altro discorso.
Sono d accordo. E in quel tanto ottenuto dalla vita ci sono anche tutte le cadute che ci hanno portato qui, adesso.
 

spleen

utente ?
Racconto questa.
Ho una cara amica dalle superiori, a cui sto particolarmente dietro da un mesetto. Ha due anni più di me. Ha avuto poche storie, difficilmente si lega e a divertirsi non è capace, che poi capace, non fa per lei ecco, crede molto nei rapporti a due. Da 4 anni e mezzo ha una relazione con un uomo di 41 anni, anche lui solo da tempo e di natura chiuso e introverso, più incline al vivere solitario. Insomma, si legano, lui prende seriamente l impegno. Sono andati a vivere dopo due anni, e poco dopo hanno affrontato il discorso figli. Lei sogna la famiglia, l abito bianco, è molto attaccata ai valori familiari, è maestra nella scuola di infanzia e adora i bambini. La cosa sembrava procedere bene e con prospettive uguali, fino a che lui a febbraio di quest anno, durante una cena a due, se ne esce che non si sente pronto per un figlio nel mentre che parlavano di una loro amica incinta che aveva da poco annunciato la gravidanza. Lei è crollata male. Si è vista non solo infrangere un progetto in cui credeva con lui, ma soprattutto in colpa. Perché la motivazione di lui è stata la precarietà di lei (assunta al comune🙄, e lui a tempo indeterminato dentro una grande azienda) e quindi un non avere possibilità. Casa è di proprietà di lui ma è piccola, un bilo di 45mq che andrebbe necessariamente cambiato con la crescita, nel tempo, di un bebè. Ma lui non vuole. Sta bene li, con le sue cose, le sue abitudini e le ha detto piuttosto prendiamo un gatto. Lei sta facendo terapia perché circa un paio di mesi fa ha fatto fagotto ed è tornata dai suoi. Non vi dico il morale. Il pensare a 38 anni quasi di essere una fallita, ce la sto mettendo tutta per farle capire che non è così. Che chissà quando sarà madre, perché comunque è, diciamo, verso i 40 e sola, l essere tornata dai genitori, insomma sta una merda. Si, le ho detto il pensiero di un tradimento che sembra non esserci stato ma non ci concentriamo su quello. Piuttosto sul come le persone, invece di ammettere di non sentirsi pronte, di non aver valutato bene cosa volessero nella loro vita, danno addosso agli altri invece di prendere atto delle proprie responsabilità. A 40 anni.
Uno che a 41 anni non si sente pronto per i figli secondo me non sarà pronto per quello nemmeno a 82.
Aspettare che tutto quadri per quello è spesso una scusa da calcio in culo.
La verità è che lui sta bene così, mio nonno, reduce di guerra, che abbe quattro figli in confronto fu un mostro di coraggio.
 

Jim Cain

Utente di lunga data
Uno che a 41 anni non si sente pronto per i figli secondo me non sarà pronto per quello nemmeno a 82.
Aspettare che tutto quadri per quello è spesso una scusa da calcio in culo.
La verità è che lui sta bene così, mio nonno, reduce di guerra, che abbe quattro figli in confronto fu un mostro di coraggio.
Magari non è pronto ad avere un figlio con lei.
Magari con un'altra che gli fa perdere la testa lo farebbe il giorno stesso in cui iniziano a parlarne.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Racconto questa.
Ho una cara amica dalle superiori, a cui sto particolarmente dietro da un mesetto. Ha due anni più di me. Ha avuto poche storie, difficilmente si lega e a divertirsi non è capace, che poi capace, non fa per lei ecco, crede molto nei rapporti a due. Da 4 anni e mezzo ha una relazione con un uomo di 41 anni, anche lui solo da tempo e di natura chiuso e introverso, più incline al vivere solitario. Insomma, si legano, lui prende seriamente l impegno. Sono andati a vivere dopo due anni, e poco dopo hanno affrontato il discorso figli. Lei sogna la famiglia, l abito bianco, è molto attaccata ai valori familiari, è maestra nella scuola di infanzia e adora i bambini. La cosa sembrava procedere bene e con prospettive uguali, fino a che lui a febbraio di quest anno, durante una cena a due, se ne esce che non si sente pronto per un figlio nel mentre che parlavano di una loro amica incinta che aveva da poco annunciato la gravidanza. Lei è crollata male. Si è vista non solo infrangere un progetto in cui credeva con lui, ma soprattutto in colpa. Perché la motivazione di lui è stata la precarietà di lei (assunta al comune🙄, e lui a tempo indeterminato dentro una grande azienda) e quindi un non avere possibilità. Casa è di proprietà di lui ma è piccola, un bilo di 45mq che andrebbe necessariamente cambiato con la crescita, nel tempo, di un bebè. Ma lui non vuole. Sta bene li, con le sue cose, le sue abitudini e le ha detto piuttosto prendiamo un gatto. Lei sta facendo terapia perché circa un paio di mesi fa ha fatto fagotto ed è tornata dai suoi. Non vi dico il morale. Il pensare a 38 anni quasi di essere una fallita, ce la sto mettendo tutta per farle capire che non è così. Che chissà quando sarà madre, perché comunque è, diciamo, verso i 40 e sola, l essere tornata dai genitori, insomma sta una merda. Si, le ho detto il pensiero di un tradimento che sembra non esserci stato ma non ci concentriamo su quello. Piuttosto sul come le persone, invece di ammettere di non sentirsi pronte, di non aver valutato bene cosa volessero nella loro vita, danno addosso agli altri invece di prendere atto delle proprie responsabilità. A 40 anni.
Ma non sappiamo come è stato affrontato il discorso figli all'inizio. Nei 2 anni intercorsi da quando hanno iniziato a parlarne a febbraio 2025 cosa hanno fatto?
 

Rebecca89

Sentire libera
Uno che a 41 anni non si sente pronto per i figli secondo me non sarà pronto per quello nemmeno a 82.
Aspettare che tutto quadri per quello è spesso una scusa da calcio in culo.
La verità è che lui sta bene così, mio nonno, reduce di guerra, che abbe quattro figli in confronto fu un mostro di coraggio.
Esatto. Ma dillo, spleen. Non che vai addosso a lei a dire che la colpa è sua se non hanno una stabilità. Ma è un esempio tra tanti. Mio fratello si lamenta di continuo, non c ha mai soldi. Per dire. Poi però gli fai notare che ci sono rinunce importanti che non sono necessarie e potrebbe tagliare. Ma la colpa è sempre che prende poco, e non prende poco manco per niente. Che un mese c è stato quello, un mese questo, eh ma ho dovuto pagare il gas, eh ma il cane, eh ma la macchina. Però poi alle sue stronzate che gli danno partire un botto non ci rinuncia. Manca proprio il mea culpa, quella cosa di dire ma non è che sto sbagliando qualcosa io?
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Magari non è pronto ad avere un figlio con lei.
Magari con un'altra che gli fa perdere la testa lo farebbe il giorno stesso in cui iniziano a parlarne.
Anche secondo me: o non gli piace abbastanza, o non si fida abbastanza, ma non ha le palle per dirglielo e allora cerca di ribaltare la frittata su di lei per prendere tempo
 

Rebecca89

Sentire libera
Ma non sappiamo come è stato affrontato il discorso figli all'inizio. Nei 2 anni intercorsi da quando hanno iniziato a parlarne a febbraio 2025 cosa hanno fatto?
Lei ha vinto il concorso, in più è insegnante di ginnastica artistica. Lavora tantissimo. E il discorso è stato intrapreso qualche mese dopo la convivenza.
 

Rebecca89

Sentire libera
Anche secondo me: o non gli piace abbastanza, o non si fida abbastanza, ma non ha le palle per dirglielo e allora cerca di ribaltare la frittata su di lei per prendere tempo
Si ma, almeno a me, frega un cazzo che non li vuole. Ma non andare addosso a una persona che si è fatta un culo tanto per costruirsi e tu la butti giù dandole della fallita.
 
Top