Tempi che cambiano.

Brunetta

Utente di lunga data

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
È quello che cercavo di dire.
Dipende in ciò che crediamo possa darci felicità.
Potremmo dire che un tempo la felicità era progettuale: fare famiglia, costruire qualcosa, lasciare un’eredità, crescere insieme agli altri. Oggi invece viviamo in una sospensione cronica: non sai se il tuo lavoro esisterà fra 2 anni, non sai se potrai comprare casa, non sai se avrai mai una pensione ecc ecc. Senza un futuro prevedibile, la felicità non può più essere costruita: può solo essere consumata e subito. E il "sistema", che in queste cose ci sguazza, ti propone l’edonismo come compensazione, non può offrirti sicurezza o senso, ma può venderti: uno smartphone nuovo, un viaggio, una serie su Netflix (che culo!), una cena gourmet, un corpo perfetto su Instagram. Queste cose non costruiscono una vita, ma tengono in piedi il morale. L’edonismo è diventato una forma di anestesia di massa. Non perché siamo diventati tutti superficiali, ma perché si è cercato sistematicamente di eliminare le alternative IMHO
 

danny

Utente di lunga data
Potremmo dire che un tempo la felicità era progettuale: fare famiglia, costruire qualcosa, lasciare un’eredità, crescere insieme agli altri. Oggi invece viviamo in una sospensione cronica: non sai se il tuo lavoro esisterà fra 2 anni, non sai se potrai comprare casa, non sai se avrai mai una pensione ecc ecc. Senza un futuro prevedibile, la felicità non può più essere costruita: può solo essere consumata e subito. E il "sistema", che in queste cose ci sguazza, ti propone l’edonismo come compensazione, non può offrirti sicurezza o senso, ma può venderti: uno smartphone nuovo, un viaggio, una serie su Netflix (che culo!), una cena gourmet, un corpo perfetto su Instagram. Queste cose non costruiscono una vita, ma tengono in piedi il morale. L’edonismo è diventato una forma di anestesia di massa. Non perché siamo diventati tutti superficiali, ma perché si è cercato sistematicamente di eliminare le alternative IMHO
Questo soprattutto influisce sulla capacità di formare una coppia stabile e sulla possibilità di essere sereni insieme, se le frustrazioni superano i godimenti.
Sai che le coppia fisse di un tempo spesso arrivavano vergini al matrimonio?
Tante coppie avevano goduto con una persona sola tutta la vita, e la loro felicità dipendeva dal fatto che non avevano selezionato da quel punto di vista, ma accettato quello che avevano trovato.
Nel bene e nel male.
Però tutta sta felicità non la vediamo in film retrò di successo come quello della Cortellesi.... Come mai?
Falso storico suo oppure rimpianto nostro di un mondo ideale che non è mai esistito?
O magari tutte e due?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Potremmo dire che un tempo la felicità era progettuale: fare famiglia, costruire qualcosa, lasciare un’eredità, crescere insieme agli altri. Oggi invece viviamo in una sospensione cronica: non sai se il tuo lavoro esisterà fra 2 anni, non sai se potrai comprare casa, non sai se avrai mai una pensione ecc ecc. Senza un futuro prevedibile, la felicità non può più essere costruita: può solo essere consumata e subito. E il "sistema", che in queste cose ci sguazza, ti propone l’edonismo come compensazione, non può offrirti sicurezza o senso, ma può venderti: uno smartphone nuovo, un viaggio, una serie su Netflix (che culo!), una cena gourmet, un corpo perfetto su Instagram. Queste cose non costruiscono una vita, ma tengono in piedi il morale. L’edonismo è diventato una forma di anestesia di massa. Non perché siamo diventati tutti superficiali, ma perché si è cercato sistematicamente di eliminare le alternative IMHO
Gli altri paesi europei hanno condizioni economiche simili e anche la pressione culturale è ormai globalizzata. Ma comunque fanno un po’ più figli.
Credo che abbia un peso (tutte le riflessioni scritte contribuiscono a fare un quadro completo) il fatto che noi abbiamo un passato più povero. I genitori e i nonni sono vissuti in condizioni molto difficili e hanno trasmesso alle nuove generazioni che il benessere raggiunto è prezioso e precario e bisogna goderne il più possibile.
In sintesi: se le precedenti generazioni sono state educate al sacrificio, le attuali, in età riproduttiva, sono state educate al consumo, come segno di felicità.
 

danny

Utente di lunga data
Gli altri paesi europei hanno condizioni economiche simili e anche la pressione culturale è ormai globalizzata. Ma comunque fanno un po’ più figli.
Credo che abbia un peso (tutte le riflessioni scritte contribuiscono a fare un quadro completo) il fatto che noi abbiamo un passato più povero. I genitori e i nonni sono vissuti in condizioni molto difficili e hanno trasmesso alle nuove generazioni che il benessere raggiunto è prezioso e precario e bisogna goderne il più possibile.
In sintesi: se le precedenti generazioni sono state educate al sacrificio, le attuali, in età riproduttiva, sono state educate al consumo, come segno di felicità.
Brunetta, se continui a negare la perdita enorme del potere d'acquisto negli ultimi dieci anni e l'impoverimento generale, però, non ci siamo, eh.
I tuoi ragionamenti erano validi, validissimi, 20, 25 anni fa, negli anni 90. O al tempo di Craxi o Reagan.
E' un po' come quando oggi non si taglia più l'erba per questioni di bilancio, ma lo vende come vantaggio per la biodiversità.
Non funziona.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Questo soprattutto influisce sulla capacità di formare una coppia stabile e sulla possibilità di essere sereni insieme, se le frustrazioni superano i godimenti.
Sai che le coppia fisse di un tempo spesso arrivavano vergini al matrimonio?
Tante coppie avevano goduto con una persona sola tutta la vita, e la loro felicità dipendeva dal fatto che non avevano selezionato da quel punto di vista, ma accettato quello che avevano trovato.
Nel bene e nel male.
Però tutta sta felicità non la vediamo in film retrò di successo come quello della Cortellesi.... Come mai?
Falso storico suo oppure rimpianto nostro di un mondo ideale che non è mai esistito?
O magari tutte e due?
Nel film della Cortellesi, la protagonista non è rappresentativa di tutte le donne e il marito violento non rappresenta tutti gli uomini, le amiche e le vicine di casa, non vengono picchiate.
Viene presentata una situazione particolare che consente nel vedere nel voto, nel cambiamento politico, un inizio di emancipazione. Ho conosciuto donne in situazioni terribili anche molto dopo e tuttora ci sono quelle controllate, picchiate e ammazzate, ma non è la normalità.
Nella normalità vi era un atteggiamento positivo verso la vita.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Gli altri paesi europei hanno condizioni economiche simili e anche la pressione culturale è ormai globalizzata. Ma comunque fanno un po’ più figli.
Credo che abbia un peso (tutte le riflessioni scritte contribuiscono a fare un quadro completo) il fatto che noi abbiamo un passato più povero. I genitori e i nonni sono vissuti in condizioni molto difficili e hanno trasmesso alle nuove generazioni che il benessere raggiunto è prezioso e precario e bisogna goderne il più possibile.
In sintesi: se le precedenti generazioni sono state educate al sacrificio, le attuali, in età riproduttiva, sono state educate al consumo, come segno di felicità.
Secondo me è il contrario, dalla fine dei '90 abbiamo avuto le prime generazioni delle quali si diceva: "siete la prima generazione che sta peggio dei propri genitori". Nel 2016 McKinsey ha pubblicato “Poorer than their parents?”, evidenziando che i giovani italiani erano diventati “la prima generazione da molto tempo che stava peggio dei genitori”
 

Brunetta

Utente di lunga data
Brunetta, se continui a negare la perdita enorme del potere d'acquisto negli ultimi dieci anni e l'impoverimento generale, però, non ci siamo, eh.
I tuoi ragionamenti erano validi, validissimi, 20, 25 anni fa, negli anni 90. O al tempo di Craxi o Reagan.
E' un po' come quando oggi non si taglia più l'erba per questioni di bilancio, ma lo vende come vantaggio per la biodiversità.
Non funziona.
La mancata crescita degli stipendi dei lavoratori dipendenti è un fatto.
Ma che ora si viva peggio dei nonni, lo pensi solo tu.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Secondo me è il contrario, dalla fine dei '90 abbiamo avuto le prime generazioni delle quali si diceva: "siete la prima generazione che sta peggio dei propri genitori". Nel 2016 McKinsey ha pubblicato “Poorer than their parents?”, evidenziando che i giovani italiani erano diventati “la prima generazione da molto tempo che stava peggio dei genitori”
Io non ho detto che si è in una fase di crescita degli stipendi, ma che siamo stati pezzenti fino a poco tempo fa.
Per cercare una ragione per la nostra anomalia. Simile a quella del Giappone, ma il Giappone a che livelli economici e sociali era prima della guerra?
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Io non ho detto che si è in una fase di crescita degli stipendi, ma che siamo stati pezzenti fino a poco tempo fa.
Per cercare una ragione per la nostra anomalia. Simile a quella del Giappone, ma il Giappone a che livelli economici e sociali era prima della guerra?
Stiamo meglio dei nostri nonni, ma peggio dei nostri genitori.
 

danny

Utente di lunga data
Nel film della Cortellesi, la protagonista non è rappresentativa di tutte le donne e il marito violento non rappresenta tutti gli uomini, le amiche e le vicine di casa, non vengono picchiate.
Viene presentata una situazione particolare che consente nel vedere nel voto, nel cambiamento politico, un inizio di emancipazione. Ho conosciuto donne in situazioni terribili anche molto dopo e tuttora ci sono quelle controllate, picchiate e ammazzate, ma non è la normalità.
Nella normalità vi era un atteggiamento positivo verso la vita.
Sai che quel film l'ho trovato brutto, con i due protagonisti ridotti a delle macchiette, con una descrizione dell'Italia postbellica che sembra più quella degli anni 80, con le protagoniste che prendono da sole il caffè, con un marito che mena non si sa perché.
Mi è sembrato puntuale storicamente come lo fu Sapore di mare dei Vanzina negli anni 80.
Ma a me piace Rossellini, Vittorio De Sica, Monicelli, e alla fine ho goduto anche con i film di Steno.
Tutta questa felicità del passato non. la vedo, basta guardare un Umberto D, leggerai Malaparate, Moravia, rivedersi La Dolcevita, Il Sorpasso, La Noia, La Strada, Tutti a casa, C'eravamo tanto Amati, il Posto, etc.
Potrei continuare all'infinito.
Ho citato il film della Cortellesi perché aveva per me un solo pregio: indurre le persone a guardarsi i veri capolavori del Cinema Italiano in bianco e nero a cui si ispira copiando scene, fotografia, etc.
Non è accaduto.
Peccato.
 

danny

Utente di lunga data
Io non ho detto che si è in una fase di crescita degli stipendi, ma che siamo stati pezzenti fino a poco tempo fa.
Per cercare una ragione per la nostra anomalia. Simile a quella del Giappone, ma il Giappone a che livelli economici e sociali era prima della guerra?
Settima potenza industriale negli anni 80.
Pezzenti sicuramente al Nord direi di no, la nostra industria aveva una rilevanza non da poco, e anche al Sud le magnifiche città barocche e la ricchezza dei centri storici smentisce tutto questo pensiero.
Palermo, Napoli, Firenze, Roma, Torino, Venezia; Milano etc mostrano nei loro centri storici di non essere state città di pezzenti.
Quando saremmo stati pezzenti?
 

Brunetta

Utente di lunga data

danny

Utente di lunga data
La mancata crescita degli stipendi dei lavoratori dipendenti è un fatto.
Ma che ora si viva peggio dei nonni, lo pensi solo tu.
Dei tuoi nonni forse.
Dei te come generazione di nonni i giovani sì.
Hai avuto il posto fisso, la pensione, una casa di proprietà, una famiglia, la sanità pubblica.
Tutte cose che i giovani stanno sacrificando.
Quale giovane di oggi crede di poter mai avere la pensione?
Ma nemmeno un quarantenne.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Parla per te.
Perfino un finto progressista, vero reazionario come Luca Ricolfi*, dice che i giovani campano sulle spalle dei genitori, ma anche che poi erediteranno una quantità immobiliare enorme.
La narrazione è funzionale al senso di precarietà e di scontentezza che favorisce il consumismo.


*https://lanavediteseo.eu/portfolio/la-societa-signorile-di-massa-2/
Io personalmente economicamente sto meglio dei miei genitori, ma cambierei la mia vita con quella che hanno avuto loro

 

Brunetta

Utente di lunga data
Settima potenza industriale negli anni 80.
Pezzenti sicuramente al Nord direi di no, la nostra industria aveva una rilevanza non da poco, e anche al Sud le magnifiche città barocche e la ricchezza dei centri storici smentisce tutto questo pensiero.
Palermo, Napoli, Firenze, Roma, Torino, Venezia; Milano etc mostrano nei loro centri storici di non essere state città di pezzenti.
Il benessere di una nazione è calcolato in base al PIL che solo secondariamente, in base al potere contrattuale della forza lavoro e della opportunità di livelli di potere di acquisto, porta benessere ai lavoratori.
Tu resti convinto che i tuoi nonni fossero benestanti e magari più di te, perché in estate andavano in una pensiocina, e tu un poveraccio, che è andato in mezzo mondo. Resta nella tua opinione. Io della mia.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Io personalmente economicamente sto meglio dei miei genitori, ma cambierei la mia vita con quella che hanno avuto loro

Per cosa? Per la speranza? Ma la speranza non si compra, per tutto il resto c’è Mastercard.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Per cosa? Per la speranza? Ma la speranza non si compra, per tutto il resto c’è Mastercard.
No, per come hanno vissuto. A me personalmente dei soldi non frega molto e non ho particolari pretese in termini di tenore di vita.
 

danny

Utente di lunga data
Il benessere di una nazione è calcolato in base al PIL che solo secondariamente, in base al potere contrattuale della forza lavoro e della opportunità di livelli di potere di acquisto, porta benessere ai lavoratori.
Tu resti convinto che i tuoi nonni fossero benestanti e magari più di te, perché in estate andavano in una pensiocina, e tu un poveraccio, che è andato in mezzo mondo. Resta nella tua opinione. Io della mia.
I miei nonni non erano benestanti.
Vivevano tutti in una casa popolare.
All'epoca c'erano le case popolari per le famiglie monoreddito.
Ma i miei genitori sono andati in pensione a 55 anni, hanno guadagnato abbastanza con una scolarità minima, mio padre aveva un reddito 30 anni fa di 5 milioni al mese, ha girato il mondo, si è fatto auto belle, barche, moto e villa pur essendo divorziato, oltre ovviamente a una caterva di belle donne il tutto solo con i guadagni del proprio lavoro e partendo da una famiglia povera.

Si chiamano opportunità. Sono quelle che vengono gradualmente a mancare ai ventenni di oggi.
E che tu e la generazione dei miei genitori avete avuto più di noi, e che io ho avuto più di mia figlia.
Tu misuri sempre e solo gli oggetti di consumo, non le possibilità di scelta.
Le opportunità le puoi sfruttare oppure le puoi buttare via, ma se ci sono la tua libertà di scegliere e di rendere la tua vita migliore è amplificata.
E riguardano anche i figli, certo. Perché se tu hai un buon posto da giovane, sei tranquillo e puoi organizzarti un figlio lo fai, ne fai anche due, tre.
Se hai contratti a termine, finisci di lavorare alle 8 di sera, misuri i soldi per pagarti il mutuo trentennale e non puoi manco permetterti di avere un'auto tanto sei strepennato, il figlio lo rimandi a tempi migliori.
Se poi hai genitori che devono lavorare fino e oltre i 70 anni, hai ancora meno opportunità.
 
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Andromeda4

Utente di lunga data
Questo soprattutto influisce sulla capacità di formare una coppia stabile e sulla possibilità di essere sereni insieme, se le frustrazioni superano i godimenti.
Sai che le coppia fisse di un tempo spesso arrivavano vergini al matrimonio?
Tante coppie avevano goduto con una persona sola tutta la vita, e la loro felicità dipendeva dal fatto che non avevano selezionato da quel punto di vista, ma accettato quello che avevano trovato.
Nel bene e nel male.
Però tutta sta felicità non la vediamo in film retrò di successo come quello della Cortellesi.... Come mai?
Falso storico suo oppure rimpianto nostro di un mondo ideale che non è mai esistito?
O magari tutte e due?
Appena l'ho visto, ho commentato quel film come anacronistico e pretestuoso. Non poteva esistere, in quegli anni, una figlia che rimprovera la madre di non ribellarsi ai maltrattamenti del marito. Non poteva esistere neppure quella rete di solidarietà tra amiche, semplicemente perché una donna non poteva prendere coscienza di essere maltrattata e picchiata. Era normale.
 
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