Infatti ho chiesto poco fa. Spero in modo accettabile. Riguardo la violenza fisica si sa che la donna è mediamente più debole dell' uomo ma può ugualmente causare dolore fisico.
Le donne possono usare oggetti, esattamente come gli uomini che, quando uccidono una donna difficilmente lo fanno a mani nude.
È una questione naturale ed evidente che non si tratta solo di minore forza fisica il fatto che le uccisioni di donne siano enormemente più numerose.
Chi arriva a uccidere raggiunge un punto di perdita di controllo totale in seguito a fatti che lo fanno sentire annullato.
La storia del cinema è piena di racconti in cui la vittima “se l’è cercata“ infierendo con parole, umiliando fino a far apparire la reazione violenta inevitabile.
Ma sono racconti, rappresentazioni.
Troppo spesso vediamo che gli assassini, di questo tipo, “salutavano sempre“, cioè apparivano persone miti, ben inserite nella società e in relazioni affettive e sentimentali comuni.
Io prevalentemente penso che si tratti di uomini che hanno gravissimi problemi di funzionamento, fino a gravi forme psichiatriche, che hanno contenuto e contrastato e soprattutto nascosto tutta la vita quella fragilità che fa sentire totalmente negati.
La poveretta che diventa vittima credo che non avesse consapevolezza e che si sia trovata al punto di rottura, convinta che il tipo avesse SOLO un brutto carattere, che lei lungamente ha pensato di poter correggere con comportamenti adeguati.
In questo senso si può considerare corresponsabile.
Ma, se avete conosciuto persone che sono arrivate a un punto di rottura, avrete sperimentato che apparentemente al massimo erano musoni o di brutto carattere.
Ho già raccontato che ho conosciuto un assassino. Era un uomo con un brutto carattere, un po’ maleducato.