Capisco il punto che sollevi sul rischio di restare imprigionati in un copione di vittima, ma bisogna fare attenzione a non colpevolizzare chi ha subito traumi gravi e ripetuti. Penso, ma è una mia ipotesi, che chi cresce in ambienti abusanti non sviluppi poi gli strumenti interiori per reagire o per capire quando è il momento di andarsene. Non si tratta, credo, di “piacere” nell’essere vittima, ma di ferite profonde che condizionano le scelte affettive. Piuttosto che giudicare, penso sia più utile cercare di capire come uscire da queste dinamiche con aiuto e consapevolezza