Una storia molto triste : lui ha sofferto molto inizialmente, ma si è rifatto una vita. Lei invece è affondata e alla fine ha pagato a caro prezzo la sua relazione extra. Ma è evidente , da quello che ha scritto in tanti post Alhponse02, che quel matrimonio non funzionava più.
Sì, è una vicenda triste, dove non ci sono vincitori e vinti, è un fallimento per entrambi i partners.
La relazione di coppia è un'aggregazione sociale che non è immutabile nel tempo, dal momento che i partners cambiano mentalmente e fisicamente, e si fonda su un equilibrio dinamico. Questo comporta un'opera di adattamento e riposizionamento continua.
Quando si inizia la relazione non si possono prevedere i futuri sviluppi e quali problemi dovranno essere affrontati. Si parte con le migliori intenzioni, direi. Ma si affronta l'ignoto, perché nel tempo si verificano le trasformazioni in entrambi i partners e cambiano anche le condizioni di vita.
Probabilmente, siamo diventati così diversi che non poteva bastare l' amore a tenerci assieme. Per fare funzionare una coppia, penso, occorre disponibilità a cambiare, tolleranza ed un pizzico di fortuna.
Di sicuro il tradimento (quello serio) è quasi sempre un effetto di una crisi che si è verificata prima e che ha provocato un disequilibrio.
Il recupero, se riesce, riguarda la situazione di crisi pregressa della coppia (causa) prima che l' asimmetria creata dal terzo estraneo (effetto).
Forse lui si sarà chiesto se la loro unione avrebbe potuto comunque avere un futuro se lei non lo avesse tradito.
Certo, sono interrogativi che ci si pone.
Ma, ripeto, credo che ci si debba sforzare di analizzare se la situazione risultante dalla crisi sia recuperabile. Fondamentale, a mio avviso, è interrogarsi sul fatto se la relazione extra sia veramente radicata o superficiale.
La risposta di volerla continuare data da mia moglie indicava che c'erano sentimenti in ballo, di sicuro da parte sua.
Dell' amante non lo posso dire. Era un divorziato, dunque era un uomo libero.
Per me poteva pure essere un odioso puttaniere, ma per lei era il principe azzurro che l' aveva salvata. Non l' ho mai incontrato.
Quella è stata la fine del patto matrimoniale. Ne ho preso atto (con uno notevole strazio interno) e mi sono limitato a formalizzare la separazione, dopo tutto è andato in modo conseguenziale.
Non c' è stata acrimonia all' uscita dell' udienza presidenziale, dopo due mesi. Le ho dato un mazzo di rose augurandole buona fortuna.
Non è mai semplice come appare la realtà delle cose umane, perché i sentimenti sono mutevoli. Entra in gioco anche il carattere ed il grado di insicurezza di ciascuno, la capacità di accettarsi.
Però, lo posso dire, dopo vent'anni e più di separazione ci si ritrova estranei, davvero. Non ho fatto domande né recriminazioni, perché sentivo mia moglie come una estranea. Lei forse non ha provato lo stesso. Ma è un suo problema.