Vi sembra normale?

perplesso

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Staff Forum
Non sono molto d'accordo.
Anche ammettendo che non riconoscersi nel genere sia una malattia mentale (e cosa sua malattia mentale è sempre una classificazione che ha anche a che fare con la cultura del tempo), le malattie mentali non si curano nel senso che le si fa sparire.
Il percorso è diverso, si trovano strategie per gestire la malattia e renderla compatibile con una vita priva di sofferenza.
Il cambio di genere va inteso in questa direzione.
Poi lo capisco che adesso sembra una moda o un capriccio, ma anche questa visione è un po' ideologica, forse.
la cura può essere certo un contenimento della psicosi. non tutte le malattie mentali sono guaribili, vero. ma sono gestibili. quello che non è accettabile è imbottire dei preadolescenti di medicinali oncologici pediatrici per bloccare la pubertà, cioè il naturale processo di sviluppo del corpo, per inseguire il delirio ideologico di moda al momento.

e la cosa vale anche per gli adulti. il travestitismo non è un'invenzione di questi anni. ma un conto è travestirsi, un conto è mutilarsi
 

hammer

Utente di lunga data
Di disagio comunque stiamo parlando, anche assecondare il disagio tout court non risolve i problemi. Per tornare a bomba nell'episodio del neonazista citato non parliamo tuttavia neanche di quello, parliamo di opportunismo e di una regola che lo consente.
In altri paesi anglosassoni è ancora peggio, con detenute che ad esempio che vengono violentate da personaggi che nella generale isteria woke si spacciano per transgender e non lo sono.
Il problema di fondo permane il fatto che una persona non può decidere cosa essere, la realtà oggettiva, i cromosomi, non sono una opinione. Con questo non intendo dire che uno si debba adeguare a tutti i costi ma nemmeno che la sua realtà fattuale sia irrilevante come certa politica oggi vorrebbe fosse, in un sistema che poi alla fine discrimina le donne vere.
Hai colto nel segno.
È ovvio, naturale e scontato che si possa nascere donna in un corpo maschile e uomo in un corpo femminile.
Non è una novità, non è uno scandalo.

Che sia una malattia non lo so, ma di certo è una condizione che si discosta da quella che chiameremmo "normalità biologica".
Questo però non significa che vada curata: va rispettata e assecondata.

Il problema è come.

Perché si può scegliere di vivere da donna (o da uomo) senza esserlo alla nascita, ma fino a un certo punto.
Non basta una dichiarazione per cambiare la realtà.

Se finisci in carcere, non ti mandano in una sezione femminile solo perché ti proclami donna.
Se vai alle Olimpiadi, non gareggi con le donne solo perché ti dichiari tale.
Se scoppia una guerra, non diventi automaticamente crocerossina solo perché lo desideri.

Eppure il futuro allucinante che certi ambienti “politicamente corretti” stanno preparando con cura è proprio questo: un mondo in cui la biologia non conta più nulla e in cui le prime a pagare saranno le donne vere, discriminate da uomini travestiti da donne.

Il problema della sinistra, è che si innamora di utopie impossibili e poi cerca di imporle con la forza, con la violenza o con la pressione culturale (Woke).
E così si perde il contatto con la realtà, come se bastasse cambiare le parole per cambiare il mondo.
Ma la realtà puoi ignorarla, mascherarla, censurarla ma alla fine il conto te lo presenta sempre.

Le destre (estreme) hanno altri problemi.
 

Nicky

Utente di lunga data
Il problema di fondo permane il fatto che una persona non può decidere cosa essere, la realtà oggettiva, i cromosomi, non sono una opinione. Con questo non intendo dire che uno si debba adeguare a tutti i costi ma nemmeno che la sua realtà fattuale sia irrilevante come certa politica oggi vorrebbe fosse, in un sistema che poi alla fine discrimina le donne vere.
Certamente c'è una realtà oggettiva, fisica. Ma è una realtà dolorosa per chi la vive e, quindi, se consentire una diversa prospettazione di sé a chi vive una profonda sofferenza è risolutivo nell'abbassare il livello di sofferenza, penso sia già tantissimo.
Poi restano dei principi da adottare, è ovvio che nessun intervento farmacologico deve essere per me fatto su persone che non hanno completato la loro crescita.
Ma mi pare che si faccia molta propaganda su un pericolo in realtà ben poco rilevante, perché i transgender sono una piccolissima parte della popolazione e i danni alle donne mi sembra che ancora derivino più da altre situazioni.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non ho visto il film e concordo anche senza averlo visto che sarebbe quasi impossibile riportare sullo schermo il plot del libro stesso.
Certo, sentirsi di un altro sesso è cosa presente da tanto ma
La follia degenerativa gender invece è del tempo nostro corrente.
Episodi isolati non li vedo così incombenti.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Hai colto nel segno.
È ovvio, naturale e scontato che si possa nascere donna in un corpo maschile e uomo in un corpo femminile.
Non è una novità, non è uno scandalo.

Che sia una malattia non lo so, ma di certo è una condizione che si discosta da quella che chiameremmo "normalità biologica".
Questo però non significa che vada curata: va rispettata e assecondata.

Il problema è come.

Perché si può scegliere di vivere da donna (o da uomo) senza esserlo alla nascita, ma fino a un certo punto.
Non basta una dichiarazione per cambiare la realtà.

Se finisci in carcere, non ti mandano in una sezione femminile solo perché ti proclami donna.
Se vai alle Olimpiadi, non gareggi con le donne solo perché ti dichiari tale.
Se scoppia una guerra, non diventi automaticamente crocerossina solo perché lo desideri.

Eppure il futuro allucinante che certi ambienti “politicamente corretti” stanno preparando con cura è proprio questo: un mondo in cui la biologia non conta più nulla e in cui le prime a pagare saranno le donne vere, discriminate da uomini travestiti da donne.

Il problema della sinistra, è che si innamora di utopie impossibili e poi cerca di imporle con la forza, con la violenza o con la pressione culturale (Woke).
E così si perde il contatto con la realtà, come se bastasse cambiare le parole per cambiare il mondo.
Ma la realtà puoi ignorarla, mascherarla, censurarla ma alla fine il conto te lo presenta sempre.

Le destre (estreme) hanno altri problemi.
Ho un’amica fb, che non ho mai avuto occasione di incontrare, ma non escludo di poter conoscere, che è una trans anziana, ormai ottantenne.
Ha avuto diversi ricoveri ospedalieri, come tutti, e mi sono chiesta se in reparto femminile o maschile, ma non l’ho ancora chiesto.
Recentemente ha avuto una frattura e ha raccontato di essere stata in camera con una signora con la quale è entrata in confidenza e con la quale è nata una quasi amicizia.
Da ciò ho dedotto che fosse stata degente nel reparto femminile. La cosa mi ha lasciata perplessa. Del resto sarebbe stato forse un problema anche nel reparto maschile. Non è questione di paventare violenze, ma in ospedale accade che si debba essere lavati o di subire l’inserimento di un catetere. Capisco che comunque si mette un paravento, ma potrebbe essere imbarazzante per entrambe le persone.
Glielo devo chiedere?
 

The Reverend

Utente di lunga data
Certamente c'è una realtà oggettiva, fisica. Ma è una realtà dolorosa per chi la vive e, quindi, se consentire una diversa prospettazione di sé a chi vive una profonda sofferenza è risolutivo nell'abbassare il livello di sofferenza, penso sia già tantissimo.
Poi restano dei principi da adottare, è ovvio che nessun intervento farmacologico deve essere per me fatto su persone che non hanno completato la loro crescita.
Ma mi pare che si faccia molta propaganda su un pericolo in realtà ben poco rilevante, perché i transgender sono una piccolissima parte della popolazione e i danni alle donne mi sembra che ancora derivino più da altre situazioni.
il
Episodi isolati non li vedo così incombenti.
Perché preferisci non vedere🤷
 

Brunetta

Utente di lunga data
il
Perché preferisci non vedere🤷
Ma no. Sono molto interessata e ho anche approfondito la questione. Sono stata anche accusata di essere una terf. Solo qui sono tendenze marginali. Semmai tra i giovani c’è più che adesione o tolleranza, totale indifferenza del tipo di un totale individualismo per il quale “ognuno fa come gli pare “. E non c’è la percezione della complessità.
Negli Stati Uniti credo che sia un dibattito che non riguarda la maggioranza della popolazione, che immagino sparsa tra mandrie e cowboy. (È la citazione di una vecchia pubblicità, non intendo letteralmente.)
 

The Reverend

Utente di lunga data
Ma no. Sono molto interessata e ho anche approfondito la questione. Sono stata anche accusata di essere una terf. Solo qui sono tendenze marginali. Semmai tra i giovani c’è più che adesione o tolleranza, totale indifferenza del tipo di un totale individualismo per il quale “ognuno fa come gli pare “. E non c’è la percezione della complessità.
Negli Stati Uniti credo che sia un dibattito che non riguarda la maggioranza della popolazione, che immagino sparsa tra mandrie e cowboy. (È la citazione di una vecchia pubblicità, non intendo letteralmente.)
Mandrie e cowboy.....mmmmmh🤔🤔🤔...carne in scatola Montana??!
 

Brunetta

Utente di lunga data

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Certamente c'è una realtà oggettiva, fisica. Ma è una realtà dolorosa per chi la vive e, quindi, se consentire una diversa prospettazione di sé a chi vive una profonda sofferenza è risolutivo nell'abbassare il livello di sofferenza, penso sia già tantissimo.
Poi restano dei principi da adottare, è ovvio che nessun intervento farmacologico deve essere per me fatto su persone che non hanno completato la loro crescita.
Ma mi pare che si faccia molta propaganda su un pericolo in realtà ben poco rilevante, perché i transgender sono una piccolissima parte della popolazione e i danni alle donne mi sembra che ancora derivino più da altre situazioni.
Giusto, ma qui si è ridotto il tutto a una sorta di autocertificazione all'anagrafe, non è un po' troppo?
 

Nicky

Utente di lunga data
Giusto, ma qui si è ridotto il tutto a una sorta di autocertificazione all'anagrafe, non è un po' troppo?
No, certo. Sono questioni complesse, secondo me è necessario un supporto e un percorso psichiatrico, psicologico e medico, sempre, ma che non deve essere rivolto necessariamente a far ripristinare la congruenza tra genere e sesso.
Faccio un esempio, un mio conoscente ha costretto il figlio ad andare da uno psicologo per "guarire" addirittura l'omosessualità. E' un approccio sbagliato, per me, perché volto a correggere qualcosa che può essere vissuto serenamente.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
No, certo. Sono questioni complesse, secondo me è necessario un supporto e un percorso psichiatrico, psicologico e medico, sempre, ma che non deve essere rivolto necessariamente a far ripristinare la congruenza tra genere e sesso.
Faccio un esempio, un mio conoscente ha costretto il figlio ad andare da uno psicologo per "guarire" addirittura l'omosessualità. E' un approccio sbagliato, per me, perché volto a correggere qualcosa che può essere vissuto serenamente.
L'omosessualità non è più considerata una malattia dal 17 maggio 1990, quando l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l'ha ufficialmente rimossa dalla sua classificazione delle malattie mentali. Questo evento ha segnato il culmine di un processo iniziato decenni prima, con l'American Psychiatric Association (APA) che aveva già eliminato l'omosessualità dal suo manuale diagnostico (DSM) nel 1973. Presumo che lo psicologo lo abbia spiegato a quel padre
 

Brunetta

Utente di lunga data
No, certo. Sono questioni complesse, secondo me è necessario un supporto e un percorso psichiatrico, psicologico e medico, sempre, ma che non deve essere rivolto necessariamente a far ripristinare la congruenza tra genere e sesso.
Faccio un esempio, un mio conoscente ha costretto il figlio ad andare da uno psicologo per "guarire" addirittura l'omosessualità. E' un approccio sbagliato, per me, perché volto a correggere qualcosa che può essere vissuto serenamente.
È anche vero che (come illustra Indovina chi viene a cena?) un conto è la teoria, un altro la pratica.
È inutile che consideriamo retrogradi i genitori che non accettano l’omosessualità dei figli. È una cosa che disturba. Distorce la loro immagine e l’idea del loro futuro come ce lo avevamo prefigurato.
Seguo influencer apertamente omosessuali, intelligenti, brillanti e simpatici. Ma non sono miei figli.
Non sono cose che si spiegano, si sentono.
Ho conosciuto una psicologa che si vanta di aver “curato” omosessuali che soffrivano per la loro condizione e di averli guidati a ritrovare eterosessualità. Tipo Povia “Luca era gay e adesso sta con lei.”
Peccato che l’abbia conosciuta in adolescenza e aveva avuto una relazione omosessuale. Però forse è una esperienza che mi manca.
 

Nicky

Utente di lunga data
L'omosessualità non è più considerata una malattia dal 17 maggio 1990, quando l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l'ha ufficialmente rimossa dalla sua classificazione delle malattie mentali. Questo evento ha segnato il culmine di un processo iniziato decenni prima, con l'American Psychiatric Association (APA) che aveva già eliminato l'omosessualità dal suo manuale diagnostico (DSM) nel 1973. Presumo che lo psicologo lo abbia spiegato a quel padre
Ma anche l'incongruenza di genere non è una malattia. Ciò che classifichiamo come malattia dipende anche dalla nostra percezione, dalla percezione condivisa.
No, lo psicologo era specializzato in un percorso apposito. Si rivolgevano a lui diversi genitori di figli adolescenti.
Non tutti accettano queste situazioni.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Ma anche l'incongruenza di genere non è una malattia. Ciò che classifichiamo come malattia dipende anche dalla nostra percezione, dalla percezione condivisa.
No, lo psicologo era specializzato in un percorso apposito. Si rivolgevano a lui diversi genitori di figli adolescenti.
Non tutti accettano queste situazioni.
Diciamo che uno va dallo psico perchè ha sintomi tipo ansia e depressione.. Lì può scoprire che trattasi di disforia di genere, che non è una malattia, ma comunque gli provoca sofferenza. Dopo di che uno bravo sa cosa fare, non credo assecondi tout court eventuali velleità di trasformare il corpo come si vuole, in maniera irreversibile per altro su certi aspetti.
 

hammer

Utente di lunga data
No, certo. Sono questioni complesse, secondo me è necessario un supporto e un percorso psichiatrico, psicologico e medico, sempre, ma che non deve essere rivolto necessariamente a far ripristinare la congruenza tra genere e sesso.
Faccio un esempio, un mio conoscente ha costretto il figlio ad andare da uno psicologo per "guarire" addirittura l'omosessualità. E' un approccio sbagliato, per me, perché volto a correggere qualcosa che può essere vissuto serenamente.
Lo psicologo avrà sicuramente preso a calci in culo il tuo conoscente.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Lo psicologo avrà sicuramente preso a calci in culo il tuo conoscente.
Ovviamente no.
Perché un ragazzo, con genitori che lo rifiutano, ha bisogno di supporto.
 

Brunetta

Utente di lunga data
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