La complicità dei tempi sbagliati

Alphonse02

Utente di lunga data
(...)
Sto con lei da 18 anni, di cui 10 sposati. Io ho 40 anni, lei altrettanto.

Da qualche anno ha cambiato lavoro, e ho notato un suo progressivo allontanarsi da me. Il sesso è sempre stato discreto, ma prima del suo allontanamento era anche migliorato.
Poi, da quando ha cambiato lavoro, è stato un declino totale. Tornava da lavoro e usciva fino a tardi, oppure finiva e andava in giro la sua amica. Io, nel frattempo, rimanevo a casa con le bambine.

Finché, una sera in cui ero solo, ho conosciuto una donna online, con la quale si è creata subito una certa intimità — ma non sessuale direi molto più di testa a livelli belli alti. Non ci siamo mai scambiati foto intime né altro. Lei rappresenta, in tutto e per tutto, il mio ideale di donna.
Ci siamo visti solo cinque volte in due anni, ma ogni volta è stato come sentirsi a casa. Il problema è che viviamo piuttosto lontani. Abbiamo anche pianto insieme.
Se non avessi figli, sono sicuro che avrei già buttato tutto all’aria da un pezzo per stare con lei e provarci davvero.


La settimana scorsa ho scoperto che mia moglie mi ha tradito con un ragazzo dieci anni più giovane.
Lei mi ha detto che è stato solo per divertimento, ma si sono visti molte volte. Nei messaggi c’erano frasi come “ti amo”, “preferisco te a lui”, e altri contenuti anche più spinti.
La storia andava avanti da mesi, almeno sei, forse di più.

Ovviamente, a detta sua, tutto è colpa mia: per le mancate attenzioni, per come ero cambiato…
Ma la verità è che, prima ancora di sapere tutto questo, eravamo già diventati due estranei in casa.
A causa degli orari di lavoro, ci vedevamo solo la sera tardi o la mattina presto.
Io, quando ero da solo con le bambine, scrivevo messaggi a quella donna conosciuta online, mentre mia moglie, comunque, non mi guardava neppure più.
Alcune sere mi facevo trovare in ordine, pulito, depilato, vestito bene… ma lei passava davanti a me come se fossi invisibile.
Non dormiamo nello stesso letto da più di un anno.
La tua storia mi sembra emblematica della diffusa superficialità con la quale ci si sposa, da un paio di decenni almeno, senza rendersi conto che il matrimonio non è un "punto d'arrivo" dopo un lungo fidanzamento (8 anni, nel tuo caso), semmai è un punto di partenza. E' un impegno solenne e gravoso (sul piano degli obblighi reciproci) che presuppone un progetto di vita, per intenderci, che sarebbe destinato ad occupare l' esistenza.

Sembrerebbe, dalle tue parole, che tu non fossi così convinto dall'inizio. Non è che vi siete sposati perché lei era incinta, per caso ? O che ci avete messo anno per organizzare cerimonia, ricevimento e viaggio di nozze ? Intendo, molta scenografia, come va di moda, e poca sostanza.

Percepisco una decisa sensazione di "leggerezza" da parte di tua moglie (però avvalorata dai suoi comportamenti), visto che pensi che abbia cercato una sistemazione per mettere su famiglia, si è svagata disinvoltamente e mostra grande preoccupazione adesso, che si preoccupa della "facciata sociale" e ti ha proposto di diventare "coppia aperta" facendo ognuno il comodo proprio.
Molto vantaggioso per lei, avendo già cominciato a farlo senza avvisarti. Cancellerebbe le sue responsabilità e continuerebbe come prima a fare quello che vuole.
Qualcuno ha acutamente detto che il suo comodo se lo faceva da tempo prima del tradimento scoperto: detto da una donna, poi, è un'analisi ancora più verosimile.

Tutto indica che la vostra unione è svuotata di contenuti già da tempo, è solo questione di prenderne atto con realismo e concentrazione degli sforzi sui figli, sul loro benessere.

Sinceramente, credo di non amarla più.
E penso anche che nemmeno lei mi ami più.
A dirla tutta, inizio a credere che non mi abbia mai amato veramente, ma che abbia visto in me semplicemente un buon partito con cui costruire qualcosa di stabile.
In pratica, ci siamo traditi a vicenda — solo che io so del suo tradimento, mentre lei non sa del mio… e non penso di dirglielo mai.
Ci sarebbe molto da dire sulla tua concezione di "tradimento a vicenda". Mentre tu sparavi con la pistola a tappi lei usava un fucile mitragliatore. Dei due, tu sei quello più ingenuo e sognatore, tua moglie è fin troppo concreta. Stai accorto, viene da dirti.

Visto che è riluttante a separarsi, come hai chiesto, è meglio che ti proteggi, credi a me.
Raccogli prove del tradimento come se dovessi chiedere l' addebito (registra le sue ammissioni, ecc.) e poi tratta le condizioni di una separazione consensuale. Anzi, meglio, falle trattare da un professionista di fiducia.

Ora credo sia arrivato il momento della resa dei conti.
Le ho chiesto la separazione. Alla luce di tutto ciò che è accaduto, non credo che quello che proviamo (o non proviamo) sia più sufficiente per andare avanti.
E poi, per cosa dovremmo restare insieme?
Solo per il bene dei figli? Per avere due genitori che fanno finta di amarsi?
I nostri figli avranno sempre un papà e una mamma, anche se non vivono più sotto lo stesso tetto.

Ho sempre vissuto la nostra storia come un "accontentarsi".
Ho sempre sentito che mancava qualcosa, ma non sapevo cosa, e pensavo che il problema fossi io.


Ora lei si accusa, è disperata perché ho chiesto la separazione.
Le ho detto che non la amo più, che i problemi c’erano già prima, e che non le faccio una colpa.
Ammetto le mie responsabilità.
Il tradimento è solo la ciliegina sulla torta.

Ma più che una disperazione per aver perso il marito, mi sembra sia una disperazione per aver perso la routine, per i sensi di colpa verso le bambine, per la fine della famiglia “da copertina”… e per la figuraccia se qualcuno venisse a sapere tutto.


Le ho detto che questa cosa resterà tra noi, ma che comunque voglio la separazione.
Anche se so che sarà difficile farle accettare che sia davvero la cosa giusta.
Nella sua testa il tradimento è stato un errore dovuto alla mia mancanza di attenzioni; nella mia, invece, è la prova che entrambi non stiamo più bene insieme, che abbiamo cercato altrove ciò che non trovavamo più l’uno nell’altra.

(...)

Sto cercando in tutti i modi di non farla sentire in colpa, perché rimane pur sempre la madre delle mie figlie.
Solo che il suo tradimento è reale, il mio no.
Mi sento un po’ in colpa per questo, e anche un po’ stronzo.
Ero lì lì per confessare tutto, ogni cosa…
Poi, però, ho scoperto il suo tradimento.
(...)

E, sotto sotto… avrei tanto voluto che la mia attuale moglie mi avesse detto:
“Sì, ho un altro. Separiamoci.”
Il suo tradimento è "reale" (e nemmeno unico, a naso) e tu non la vuoi far sentire in colpa ?
Sei decisamente sognatore e, perdonami, alquanto illuso. Almeno è l'impressione che dai.
Vorresti uscire dal ginepraio nel quale ti trovi con un colpo di bacchetta magica.
Invece, ti trovi a sostenere una trattativa che probabilmente diventerà aspra, con la moglie che cercherà di ottenere il meglio, contando sulla tua "stanchezza" psicologica e debolezza caratteriale.

Guarda la realtà e chiudi la partita con tua moglie. Facendoti assistere da un serio professionista.
Al più presto e con freddezza e praticità.

Poi, ti ricostruirai una tua vita diversa, tenendo sempre in conto che hai dei figli da mantenere e proteggere.
La tua "amante" (più cerebrale che concreta, sembrerebbe fino ad ora) può aspettare che tu ti sia sistemato uscendo da un matrimonio ormai solo di facciata.
Poi, si vedrà.
 

Brunetta

Utente di lunga data

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