ragazzo studia che ne sai poco. la Trieste nasce come portaelicotteri e nave da sbarco anfibia, che sia la nave più grande finora mai costruita non cambia il discorso, non è nata portaerei e quindi dovrà essere riadattata, i lavori di adeguamento al MUggiano sono stati anche già calendarizzati. ed è riadattata proprio perchè non ha i sistemi per il decollo non verticale e cmq ha una capacità di carico velivoli inferiori ad una De Gaulle. per fare un esempio.
già il fatto che riconosci che sono allo studio opzioni alternative conferma che di portaerei non ne abbiamo 3 ma una e mezzo, perchè la Cavour è una STOVL. e trasporta un numero di velivoli che come detto possono andare bene per la Marina rumena o quella svedese, ma non per noi
la classifica la conosco, ma non tiene conto ad esempio che per gestire la flotta esistente al massimo servirebbe una forza armata da 50mila elementi e noi ne abbiamo mal contati sui 31mila.
sugli F35A, dovrebbero essere collocati a Birgi quelli italiani, quindi avreasto modo di vedere se sono tanti opochi. gli F35B non sono più che sufficienti, sono gli unici adatti al modello di vascello che abbiamo. e sono certamente insufficienti, visto che i mangiarane stanno già mettendo mano alla sorella della De Gaulle e pure i turchi si stanno attrezzando, quindi se vuoi fare supremazia navale nel Mediterraneo una terza portaerei pura, a 2 ponti magari, la devi mettere allo studio.
in conclusione siamo largamente al di sotto dei numeri che ci servono per essere autosufficienti in primis ed in grado di proiettare potenza in seconda battuta. ergo non sbilanciarti in affermazioni che io non farei ed io in quel settore ci lavoro
Grazie per il "ragazzo", figliolo.
La "Trieste" non è semplicemente una nave da sbarco anfibio come tendi a ridurre.
È stata progettata fin dall’inizio come LHD multiruolo, con ski-jump, ascensori rinforzati e spazi hangar pensati per ospitare e gestire velivoli STOVL come gli F-35B.
Non si tratta quindi di una nave "nata porta elicotteri" da adattare a posteriori, ma di una
piattaforma concepita per combinare capacità anfibie e avio-navali.
I lavori al Muggiano non sono una riconversione totale, bensì l’allestimento finale e l’integrazione dei sistemi già previsti in fase di progetto.
Dire che "le dimensioni non contano" non è corretto.
La maggiore superficie di volo, i volumi interni e la capacità di carico della "Trieste" permettono di configurare la nave in modi diversi, dal supporto anfibio all’impiego come piattaforma aerea.
Ciò significa poter imbarcare più velivoli, più carburante e più armamenti, aumentando la flessibilità operativa della nostra Marina.
Il paragone con la "Charles de Gaulle" è fuorviante. La portaerei francese è una CATOBAR a
propulsione nucleare, quindi di categoria diversa.
È ovvio che porti più aerei, ma confrontare una LHD/STOVL con una CVN non rende giustizia al progetto italiano.
L’Italia ha scelto una strada diversa, più sostenibile economicamente, che punta su due unità complementari: la "Cavour", certificata per F-35B, e la "Trieste", che
in configurazione avio può ampliare molto la capacità complessiva.
Parlare di "una portaerei e mezza" riduce il quadro operativo a una semplificazione che non corrisponde alla realtà.
Sui velivoli, è vero che gli F-35B sono gli unici adatti alle nostre navi. Ma questo non significa che siano "insufficienti" di per sé.
La Marina deve bilanciare il numero di B imbarcati con gli A basati a terra, creando un sistema integrato.
La presenza di basi come Birgi per gli F-35A rientra in questa logica di complementarietà tra forze terrestri e navali.
Il tema del personale è reale: la Marina ha meno effettivi di quanti sarebbero ideali per gestire tre grandi unità portaerei.
Ma questo è un problema
politico e strutturale, non una dimostrazione che le scelte operate siano un errore.
Piuttosto, mostra che la priorità dovrebbe essere rafforzare organici e supporto logistico.
Infine, è vero che Francia e Turchia stanno espandendo le proprie capacità.
Ma con l’attuale quadro di bilancio e di alleanze NATO, non è detto che la risposta più razionale per l’Italia sia costruire una terza portaerei "pura", per quanto possa essere auspicabile la realizzazione di una portaerei a propulsione nucleare come si auspica da più parti.
Potrebbe essere più efficace sfruttare al massimo Cavour e Trieste, incrementare il parco F-35B, e potenziare i sistemi di supporto e interoperabilità. La "Trieste", in quest’ottica, non è un ripiego: è una risorsa moderna e versatile, coerente con le esigenze operative italiane nel Mediterraneo.
In futuro è probabile che vengano realizzate altre unità simili alla "Trieste", ma difficilmente potranno essere ufficialmente definite portaerei, perché ogni volta che compare la parola "portaerei" si rischia di scatenare un’opposizione politica feroce e strumentale, spesso guidata da logiche più ideologiche che nazionali.