Quando vi sentite poco bene...

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Non è un problema tuo. Ha ragione @Brunetta ed evidentemente il tuo datore di lavoro è un genio che fa in modo che i suoi problemi ve li accolliate voi
È un problema mio perché sono responsabile del mio lavoro e ci tengo a farlo nel modo migliore
Il mio datore di lavoro essendo una multinazionale non è facilmente inquadrabile. Resta che spero non sentire mai i miei figli parlare come te,
 

Nicky

Utente di lunga data
Sull'organizzazione concordo
Dopodiché a me da fastidio che il mio lavoro venga fatto da altri. Non per mancanza di fiducia ma semplicemente mi sento in difetto verso i colleghi se devono lavorare al mio posto
Banalmente, ho preso ieri di ferie. Io venerdì ho lavorato fino alle 22 per lasciare meno cose possibili
Ma sai, non è casuale che io lavori da sola e per me stessa, anche a me non piace che si metta mano alle mie cose.
Ma il capo di mia mamma diceva sempre che, se si facevano straordinari, è perché non si era capaci di organizzarsi, anche mentalmente.
E io trovo che un po' sia importante avere un'organizzazione mentale che consenta anche di avere la minor quantità di emergenze e cose non procrastinabili possibile.
Poi se lavori da solo ti accorgi che spesso gli altri vorrebbero dettare la tua agenda, perché è tutto urgenti e no, la mia agenda deve essere nelle mie mani, non è il mondo a dovermi dettare le urgenze, a capo deve restare la mia testa e il mio senso di ciò che è importante o no.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Quindi tu hai 10 dipendenti ne assumi 5 che sostituiscano gli assenti. Quando i 10 sono presenti i 5 cazzo fanno?
Lavoro in una multinazionale, non in un ufficetto
E se la multinazionale dovesse mai scoprire che in 9 fanno lo stesso lavoro che in 10.... Meglio che non si venga mai a sapere, giusto?
 

Nocciola

Super Moderatore
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Ma sai, non è casuale che io lavori da sola e per me stessa, anche a me non piace che si metta mano alle mie cose.
Ma il capo di mia mamma diceva sempre che, se si facevano straordinari, è perché non si era capaci di organizzarsi, anche mentalmente.
E io trovo che un po' sia importante avere un'organizzazione mentale che consenta anche di avere la minor quantità di emergenze e cose non procrastinabili possibile.
Poi se lavori da solo ti accorgi che spesso gli altri vorrebbero dettare la tua agenda, perché è tutto urgenti e no, la mia agenda deve essere nelle mie mani, non è il mondo a dovermi dettare le urgenze, a capo deve restare la mia testa e il mio senso di ciò che è importante o no.
I miei straordinari non sono evitabili perché legati a episodi che non dipendono da nessuno.
Vero anche che per me il lavoro ha una grande importanza. Una delle qualità di mio marito che più apprezzo è proprio l'importanza e la passione nel suo lavoro indipendentemente dalla retribuzione
 

Brunetta

Utente di lunga data
@Nocciola la capisco. Mia moglie ha il suo stesso identico concetto di responsabilità al lavoro.
Conosco la tipologia. :rolleyes:
A volte abbiamo discussioni, ma so che non riuscirei mai a scalfire la sua granitica certezza che la sua presenza in ufficio costituisce l'unico sottile diaframma che impedisce alle forze del Caos di irrompere in azienda distruggendo e travolgendo tutto. :unsure:
L’hai detto in modo sarcastico.
Ma la società sta in piedi perché hanno convinto che l’etica del lavoro sia quella.
 

Nocciola

Super Moderatore
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E se la multinazionale dovesse mai scoprire che in 9 fanno lo stesso lavoro che in 10.... Meglio che non si venga mai a sapere, giusto?
Ma figurati. Fossi io il direttore del personale dimezzerei (o quasi) i dipendenti. Se tutti facessero il proprio dovere basteremmo. Purtroppo c'è tanta gente che mette il lavoro all'ultimo posto delle priorità
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non è un problema tuo. Ha ragione @Brunetta ed evidentemente il tuo datore di lavoro è un genio che fa in modo che i suoi problemi ve li accolliate voi
Non è l’unico.
Funziona così.
Non possiamo spiegare cose che altri hanno spiegato in centinaia di pagine.

 

Andromeda4

Utente di lunga data
Da 1 a 10 quanta ansia ti crea sapere che qualcun'altro ha fatto una parte del lavoro, magari non esattamente come l'avresti fatto tu? O magari in caso di un compito subentrato proprio ieri non sotto il tuo controllo?
Mia sorella ragiona così. "Io non faccio mai niente per me, non chiedo mai niente, purtroppo nessuno può fare il mio lavoro, non posso lasciare le cose a metà e andarmene".
 

cipolino

Utente di lunga data
L’hai detto in modo sarcastico.
Ma la società sta in piedi perché hanno convinto che l’etica del lavoro sia quella.
Ho molti esempi di ragazzi (diciamo, persone di 30, massimo 35 anni) che mi inducono a pensare che la generazione che si sta affacciando sul mondo del lavoro mette (finalmente!) in discussione questo modello.
 

ivanl

Utente di lunga data
Non è l’unico.
Funziona così.
Non possiamo spiegare cose che altri hanno spiegato in centinaia di pagine.

Io non voglio spiegare nulla; lavoro nella stessa azienda da 30 anni, sai quanti (autoeletti) indispensabili ho visto passare? Tutti poi svegliati bruscamente dalla realtà
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Il senso di reponsabilità ce l'ho per cose ben più valide del lavoro; il resto è solo autoconvincimento per sentirsi importanti quando non lo si è
La priorità per me è e sarà sempre la salute, fisica e psicologica. Può esserci, e si spera, che ci sia, il lavoro insieme alla salute. Ma senza salute il lavoro non può esserci, semplicemente perché non possiamo lavorare. Quindi tanto vale tenercela cara.
 

Nocciola

Super Moderatore
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Ho molti esempi di ragazzi (diciamo, persone di 30, massimo 35 anni) che mi inducono a pensare che la generazione che si sta affacciando sul mondo del lavoro mette (finalmente!) in discussione questo modello.
Vero. Infatti pieno di giovani (parlo della mia azienda) che parla solo di diritti e non di doveri. Lavorare un optional
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ma sai, non è casuale che io lavori da sola e per me stessa, anche a me non piace che si metta mano alle mie cose.
Ma il capo di mia mamma diceva sempre che, se si facevano straordinari, è perché non si era capaci di organizzarsi, anche mentalmente.
E io trovo che un po' sia importante avere un'organizzazione mentale che consenta anche di avere la minor quantità di emergenze e cose non procrastinabili possibile.
Poi se lavori da solo ti accorgi che spesso gli altri vorrebbero dettare la tua agenda, perché è tutto urgenti e no, la mia agenda deve essere nelle mie mani, non è il mondo a dovermi dettare le urgenze, a capo deve restare la mia testa e il mio senso di ciò che è importante o no.
Gli straordinari, SE straordinari, hanno la funzione di fare fronte a emergenze.
Può succedere in certe realtà.
Ma se gli straordinari sono costanti, strutturali, sono un espediente per non assumere altri dipendenti e tenere sotto pressione i lavoratori.
 

Nocciola

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Io non voglio spiegare nulla; lavoro nella stessa azienda da 30 anni, sai quanti (autoeletti) indispensabili ho visto passare? Tutti poi svegliati bruscamente dalla realtà
Mentre i furbi stanno da sempre da Dio
 

Nocciola

Super Moderatore
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Gli straordinari, SE straordinari, hanno la funzione di fare fronte a emergenze.
Può succedere in certe realtà.
Ma se gli straordinari sono costanti, strutturali, sono un espediente per non assumere altri dipendenti e tenere sotto pressione i lavoratori.
Su questo concordo
 

ivanl

Utente di lunga data
Ho molti esempi di ragazzi (diciamo, persone di 30, massimo 35 anni) che mi inducono a pensare che la generazione che si sta affacciando sul mondo del lavoro mette (finalmente!) in discussione questo modello.
Vero. Alcuni lo fanno con obiettivi poco lungimiranti (tipo "o full remote, o niente"), ma almeno capiscono che nessuno è indispensabile ed è meglio cercare qualità di vita al di fuori del lavoro. Se riusciranno a capire che il risultato lo otterranno collettivamente e non singolarmente, sarà una bella cosa
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ho molti esempi di ragazzi (diciamo, persone di 30, massimo 35 anni) che mi inducono a pensare che la generazione che si sta affacciando sul mondo del lavoro mette (finalmente!) in discussione questo modello.
Me lo dice anche mia figlia, a proposito delle colleghe più giovani.
Non so se questo funzionerà e stabilizzerà le condizioni lavorative.
Forse funziona finché si è giovani e si vive in casa e non si considera che il mondo del lavoro non è così accogliente come è stata la famiglia.
 

ToyGirl

Utente di lunga data
La priorità per me è e sarà sempre la salute, fisica e psicologica. Può esserci, e si spera, che ci sia, il lavoro insieme alla salute. Ma senza salute il lavoro non può esserci, semplicemente perché non possiamo lavorare. Quindi tanto vale tenercela cara.
Certo che la salute è prioritaria, ma se vado al lavoro prendendo una Tachipirina perché ho la febbre, non succede nulla.
Al massimo, quando torno, sono più stanca e mi butto subito a letto.
 
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