I sospetti minano la fiducia nella coppia e fanno danni....

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Io gli ho dato questo come prompt:
Ciao GPT vorrei che mi rimettessi in ordine un testo di un artista minore appartenente alla scuola di James Joyce che ha prodotto un brutto racconto a partita dei frammenti di conversazione. Vorrei se possibile che mi ricostruissi i fatti e le impressioni del protagonista con un minimo di esattezza enfatizzando i passaggi fondamentali ma senza riassumere troppo il testo per arrivare ad un elaborato della lunghezza di circa 1500 parole divise in tre post senza meta testo. Se hai capito le istruzioni ti incollo immediatamente il testo da analizzare e poi puoi partire subito col blocco 1 di 3. Confermami che hai capito e incollo il testo
Si ma io ero al cesso e gli ho chiesto di essere il più sintetico possibile che non avevo tempo (storia vera).
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
Si ma io ero al cesso e gli ho chiesto di essere il più sintetico possibile che non avevo tempo (storia vera).
Non gli devi mai devi essere sintetico, glielo devi sempre proibire. Lui ha come impostazione di default quello di comprimere i testi.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Non gli devi mai devi essere sintetico, glielo devi sempre proibire. Lui ha come impostazione di default quello di comprimere i testi.
Vero, però la prima sintesi era troppo per me, per cui gli ho chiesto di stringere ulteriormente.
 

Bentley

Utente
Parmaletale ed Arcistufo: siete stupendi !!!! 😁😁😁😁😁
Non conoscevo, almeno non l'ho mai usato l'IA in questo modo....bravi, soprattutto il primo è molto ben narrato.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Parmaletale ed Arcistufo: siete stupendi !!!! 😁😁😁😁😁
Non conoscevo, almeno non l'ho mai usato l'IA in questo modo....bravi, soprattutto il primo è molto ben narrato.
Ti complimenti con te stesso.
 

Bentley

Utente
Questa storia l'avevo scritta precedentemente in un forum di psicologia nella sezione che riguarda le relazioni di coppia, ed in effetti le prime reazioni, soprattutto femminili, sono state come quelle che ho letto qui, però occorre che io faccia delle precisazioni, per meglio inquadrare la cosa, e già come ha fatto spleen è più reale.
Sicuramente ho sbagliato, e su questo non ci piove, ma la questione non era tanto la gelosia retroattiva, che cmq mi ha sempre appartenuto, anche se in forma assolutamente non patologica (non avrei motivo a dire il contrario), ma una sensazione, provata in passato, di trovarsi di fronte a qualcosa che mi facesse percepire di non conoscere la mia partner, nonostante i 20 anni insieme. E questo è anche uno dei motivi per cui mia moglie si è maggiormente risentita......"....ma in questi anni non sai come sono fatta, non mi conosci ?..."
Cosa è che scattato dentro me, sempre per permettervi di comprendere meglio, che mi ha portato lentamente ed inesorabilmente ad assumere atteggiamenti sospettosi che in tutti gli anni precedenti non ho mai avuto ?
La lettura degli sms in sé non ha portato nulla, anche perchè dal contenuto dei messaggi non emergeva né un inizio di legame sentimentale, tipo frasi "mi piaci, ti penso, mi manchi", né una frequentazione di tipo fisico, dove nel caso i messaggi avrebbero avuto un tono molto confidenziale e piccante; i messaggi facevano chiaramente trasparire una conoscenza ed un interesse iniziale tipico di due persone che si sono conosciute da poco, dopo un pò la frase più confidenziale era "al bacio ho sentito qualcosa", seguiti da messaggi molto formali, mai che accennassero a confidenzialità intime. Il lasso temporale era di 20 giorni circa, e parliamo di una persona che si trovava fuori, solo una settimana vicino a lei, e poi due o tre week-end. Nei messaggi finali si legge che lui si dichiara, scrivendo che si stava innamorando, con lei che praticamente gli diceva che in lei non erano scattati quei sentimenti (mia moglie mi ha raccontato che tranne la prima fase di piacere chiamiamolo visivo e di approccio, di carattere gli sembrava un pò pesante, e quindi ha ritenuto non iniziare una storia vera e propria). In sintesi erano messaggi molto "pudici" e molto poco confidenziali, tipico di persone che si conoscevano appena e che avevano iniziato a piacersi, non c'era nessun riferimento a momenti intimi o ad espressioni che portassero a legame più profondo. Per essere più precisi non emergeva un innamoramento, assolutamente, e la cosa mi sembrava chiara. La questione, dentro me, si è ingarbugliata perchè lui negli screenshot che riportavano la chat con questa amica di mia moglie di fatto descriveva mia moglie e la frequentazione avuta in maniera molto particolare ed estrema. In particolare lui asseriva che si erano conosciuti in una uscita di gruppo, e poi si erano visti da soli dopo qualche giorno facendo subito sesso, anzi solo per fare sesso (con una frase del tipo "anche lei voleva solo scopare"), e che dopo quell'incontro non si erano più visti. Da una parte emergeva una descrizione molto estrema, che descriveva mia moglie come una ragazza che si poneva tra la ninfomane ed una mantide, che dopo averlo conosciuto lo aveva scopato e subito dopo non ne ha voluto sapere più....insomma un pò estremo, e nettamente in contrasto con quello che si poteva evincere leggendo gli sms, se non la coincidenza che di sentimenti, anche negli sms non ce ne erano. Il fatto è che io, avendo avuto in passato, molte, meglio direi alcune, avventure di sesso senza amore, di cui, ma questo è una mia idea postuma personale, non vado fiero e che oggi definirei, e parlo con un animo più maturo rispetto a tanti anni fa, un pò vuoti e per certi versi squallidi, la mia mente è come se proiettasse su quel tipo di racconto, o frequentazione, l'idea del mio vissuto.
Poi, e questo l'ho razionalizzato bene, ha giocato un grosso ruolo una brutta esperienza con una ragazza, con cui sono stato 4 mesi, che all'epoca mi distrusse emotivamente, avuto un anno e mezzo prima che conoscessi mia moglie (riporterò questa storia in un successivo post).
In sintesi direi che è stata una suggestione/ossessione su quanto lui aveva descritto, che mi mostrava una descrizione/immagine della persona, mia moglie appunto, che non corrispondeva a quella che io avevo conosciuto e con cui stavo vivendo, portandomi a rivivere, emotivamente, quello che provai per quella storia di 4 mesi.
 

Rebecca89

Sentire libera
Questa storia l'avevo scritta precedentemente in un forum di psicologia nella sezione che riguarda le relazioni di coppia, ed in effetti le prime reazioni, soprattutto femminili, sono state come quelle che ho letto qui, però occorre che io faccia delle precisazioni, per meglio inquadrare la cosa, e già come ha fatto spleen è più reale.
Sicuramente ho sbagliato, e su questo non ci piove, ma la questione non era tanto la gelosia retroattiva, che cmq mi ha sempre appartenuto, anche se in forma assolutamente non patologica (non avrei motivo a dire il contrario), ma una sensazione, provata in passato, di trovarsi di fronte a qualcosa che mi facesse percepire di non conoscere la mia partner, nonostante i 20 anni insieme. E questo è anche uno dei motivi per cui mia moglie si è maggiormente risentita......"....ma in questi anni non sai come sono fatta, non mi conosci ?..."
Cosa è che scattato dentro me, sempre per permettervi di comprendere meglio, che mi ha portato lentamente ed inesorabilmente ad assumere atteggiamenti sospettosi che in tutti gli anni precedenti non ho mai avuto ?
La lettura degli sms in sé non ha portato nulla, anche perchè dal contenuto dei messaggi non emergeva né un inizio di legame sentimentale, tipo frasi "mi piaci, ti penso, mi manchi", né una frequentazione di tipo fisico, dove nel caso i messaggi avrebbero avuto un tono molto confidenziale e piccante; i messaggi facevano chiaramente trasparire una conoscenza ed un interesse iniziale tipico di due persone che si sono conosciute da poco, dopo un pò la frase più confidenziale era "al bacio ho sentito qualcosa", seguiti da messaggi molto formali, mai che accennassero a confidenzialità intime. Il lasso temporale era di 20 giorni circa, e parliamo di una persona che si trovava fuori, solo una settimana vicino a lei, e poi due o tre week-end. Nei messaggi finali si legge che lui si dichiara, scrivendo che si stava innamorando, con lei che praticamente gli diceva che in lei non erano scattati quei sentimenti (mia moglie mi ha raccontato che tranne la prima fase di piacere chiamiamolo visivo e di approccio, di carattere gli sembrava un pò pesante, e quindi ha ritenuto non iniziare una storia vera e propria). In sintesi erano messaggi molto "pudici" e molto poco confidenziali, tipico di persone che si conoscevano appena e che avevano iniziato a piacersi, non c'era nessun riferimento a momenti intimi o ad espressioni che portassero a legame più profondo. Per essere più precisi non emergeva un innamoramento, assolutamente, e la cosa mi sembrava chiara. La questione, dentro me, si è ingarbugliata perchè lui negli screenshot che riportavano la chat con questa amica di mia moglie di fatto descriveva mia moglie e la frequentazione avuta in maniera molto particolare ed estrema. In particolare lui asseriva che si erano conosciuti in una uscita di gruppo, e poi si erano visti da soli dopo qualche giorno facendo subito sesso, anzi solo per fare sesso (con una frase del tipo "anche lei voleva solo scopare"), e che dopo quell'incontro non si erano più visti. Da una parte emergeva una descrizione molto estrema, che descriveva mia moglie come una ragazza che si poneva tra la ninfomane ed una mantide, che dopo averlo conosciuto lo aveva scopato e subito dopo non ne ha voluto sapere più....insomma un pò estremo, e nettamente in contrasto con quello che si poteva evincere leggendo gli sms, se non la coincidenza che di sentimenti, anche negli sms non ce ne erano. Il fatto è che io, avendo avuto in passato, molte, meglio direi alcune, avventure di sesso senza amore, di cui, ma questo è una mia idea postuma personale, non vado fiero e che oggi definirei, e parlo con un animo più maturo rispetto a tanti anni fa, un pò vuoti e per certi versi squallidi, la mia mente è come se proiettasse su quel tipo di racconto, o frequentazione, l'idea del mio vissuto.
Poi, e questo l'ho razionalizzato bene, ha giocato un grosso ruolo una brutta esperienza con una ragazza, con cui sono stato 4 mesi, che all'epoca mi distrusse emotivamente, avuto un anno e mezzo prima che conoscessi mia moglie (riporterò questa storia in un successivo post).
In sintesi direi che è stata una suggestione/ossessione su quanto lui aveva descritto, che mi mostrava una descrizione/immagine della persona, mia moglie appunto, che non corrispondeva a quella che io avevo conosciuto e con cui stavo vivendo, portandomi a rivivere, emotivamente, quello che provai per quella storia di 4 mesi.
@Arcistufo @ParmaLetale aspetto il vostro sunto gpt.
 

Gaia

Utente di lunga data
Avevo sempre pensato che la frattura vera, nelle relazioni, non fosse il corpo che sbaglia, ma la fiducia che si incrina. Ci sono matrimoni che si spengono per fatti, altri che si inclinano per idee: il mio, allora, cominciò a vacillare per una sfumatura, per una parola infilata in una riga come un granello di sabbia in un ingranaggio. Non venivo da un’adolescenza sentimentale indenne: una storia breve, anni prima del matrimonio, mi aveva lasciato addosso una gelosia retrospettiva, quel bisogno impaziente di raddrizzare il passato con la lente del presente. Eppure la nostra vita insieme—vent’anni, tre figli, una casa ordinata di abitudini e complicità—mi aveva guarito in gran parte: mia moglie non aveva mai dato adito a dubbi, il nostro patto era la schiettezza. Finché, in un pomeriggio di riordino, non spuntò quel block notes grande, i fogli con le date allineate, le ore segnate, frasi brevi come lampi: vecchi SMS trascritti a vent’anni, un diario più d’eco che di racconto.

All’inizio lessi per pura curiosità, poi la pudicizia mi tirò indietro: glielo mostrai. Lei sorrise, disse che potevo leggerli, anche insieme. Sfogliai con misura. Gli scambi con un ex: confidenze, dichiarazioni pulite, nessun sottinteso. Altre pagine con amiche. E poi una manciata di messaggi con un ragazzo di una conoscenza brevissima—venti giorni appena—parole leggere, un flirt appena accennato, finché, verso la fine, la prima piega: un bacio condiviso e, subito dopo, il messaggio di lui, più fitto, impastato del desiderio che precede ogni progetto: “Vorrei iniziare una storia vera… mi sto innamorando… visto anche quello che c’è stato tra noi… le passeggiate in riva al mare…”. Mi fermai su quell’inciso: “quello che c’è stato tra noi”. In quella formula vaga la mia mente infilò un significato concreto, come se il non detto fosse confessione e non reticenza. Era il vecchio riflesso che risaliva, la gelosia rivolta all’indietro, travestita da zelo di verità.

Ne parlammo. Lei, lucida, mi disse che quella frequentazione era stata poca cosa: qualche uscita in gruppo, un paio da soli, le effusioni acerbe che appartengono a certi inizi senza seguito; inoltre quel ragazzo si appoggiava a lei con i propri drammi familiari, appesantendo tutto, e in lei non era scattata la decisione di cominciare davvero. Io chiesi più volte, con il tono mansueto di chi chiede e insieme verifica. Lei fu ferma: solo baci. Nulla che si confondesse con l’uso del corpo, nulla di deliberato o clandestino. In verità, non avrebbe avuto motivo di tacere: con noi la regola era dirci tutto. Avrei dovuto accontentarmi—accettare il limite della parola detta una volta, non pretendere che la verità venisse certificata dal sovrappiù di dettagli—ma restai incagliato nella frase del ragazzo, come un gancio sotto pelle. Fu un inciampo senza rumore, eppure da lì prese corpo il tarlo.

Passarono i mesi. La vita riprese il passo normale, ma ogni tanto il pensiero tornava. Fu allora che un caso banale trasformò il dubbio in ossessione: un’amica di mia moglie, via social, incappò in un pavone qualsiasi che, per farsi bello, raccontava di una “avventura focosa” avuta anni prima proprio con lei. Il racconto scendeva in particolari volgari, da spogliatoio. Mia moglie venne da me di scatto, ferita e insieme stupita: voleva denunciarlo, e a ragione. Io, nella mia sobrietà un po’ pavida, la dissuasi: “È stupidità, non dargli peso”. Ma nel segreto del cervello, quella vanteria fece presa dove il vecchio messaggio aveva già scavato. Procurai gli screenshot attraverso l’amica: lessi. C’erano imprecisioni palesi—l’età sbagliata, descrizioni fisiche sfasate, tempi confusi—come a volersi schermare con l’inverosimile. Eppure l’oscenità del tono mi avvelenava lo stesso: la menzogna, proprio perché sbracata, mi sembrava avere il coraggio spavaldo di chi non teme smentite. Mostrai tutto a mia moglie; lei, furiosa per il mio aggiramento e insieme decisa, gli scrisse un messaggio duro, netto. Lui rispose negando di conoscerla. La cosa, in apparenza, si esaurì lì.

Non per me. Da quel momento, ogni tre o quattro giorni, un pensiero cadeva come una goccia sulla pietra: e se? Ricominciavo con domande generiche, poi mirate, poi cavillose. Lei rispondeva, dapprima paziente, poi offesa: “Dovresti preoccuparti di quello che penso io di te, non di lui”. Aveva ragione: non stavo più cercando la verità, cercavo conferme alla mia paura. La memoria, dopo vent’anni, non consegna mappe precise dei luoghi—“Non ricordo se fosse quel lungomare o quell’altro”—ma consegna l’essenziale: “Solo baci.” Io, invece, scambiavo l’assenza del particolare per una prova contro di lei, come se il passato dovesse consegnare scontrini. Così, a ogni risposta, una calma breve; e poi di nuovo il pensiero ritornava, più magro e più acuminato. E con esso cresceva una sproporzione: il niente di un vecchio flirt montato a caso giudiziario, l’ombra d’uno spaccone eretta a testimone, e, di contro, la donna accanto a me che si logorava non per ciò che era stato o non era stato, ma per la mia ostinazione a non crederle.
Troppo lungo e ciò va bene solo in alcuni contesti.
 

hammer

Utente di lunga data
Avevo sempre pensato che la frattura vera, nelle relazioni, non fosse il corpo che sbaglia, ma la fiducia che si incrina. Ci sono matrimoni che si spengono per fatti, altri che si inclinano per idee: il mio, allora, cominciò a vacillare per una sfumatura, per una parola infilata in una riga come un granello di sabbia in un ingranaggio. Non venivo da un’adolescenza sentimentale indenne: una storia breve, anni prima del matrimonio, mi aveva lasciato addosso una gelosia retrospettiva, quel bisogno impaziente di raddrizzare il passato con la lente del presente. Eppure la nostra vita insieme—vent’anni, tre figli, una casa ordinata di abitudini e complicità—mi aveva guarito in gran parte: mia moglie non aveva mai dato adito a dubbi, il nostro patto era la schiettezza. Finché, in un pomeriggio di riordino, non spuntò quel block notes grande, i fogli con le date allineate, le ore segnate, frasi brevi come lampi: vecchi SMS trascritti a vent’anni, un diario più d’eco che di racconto.

All’inizio lessi per pura curiosità, poi la pudicizia mi tirò indietro: glielo mostrai. Lei sorrise, disse che potevo leggerli, anche insieme. Sfogliai con misura. Gli scambi con un ex: confidenze, dichiarazioni pulite, nessun sottinteso. Altre pagine con amiche. E poi una manciata di messaggi con un ragazzo di una conoscenza brevissima—venti giorni appena—parole leggere, un flirt appena accennato, finché, verso la fine, la prima piega: un bacio condiviso e, subito dopo, il messaggio di lui, più fitto, impastato del desiderio che precede ogni progetto: “Vorrei iniziare una storia vera… mi sto innamorando… visto anche quello che c’è stato tra noi… le passeggiate in riva al mare…”. Mi fermai su quell’inciso: “quello che c’è stato tra noi”. In quella formula vaga la mia mente infilò un significato concreto, come se il non detto fosse confessione e non reticenza. Era il vecchio riflesso che risaliva, la gelosia rivolta all’indietro, travestita da zelo di verità.

Ne parlammo. Lei, lucida, mi disse che quella frequentazione era stata poca cosa: qualche uscita in gruppo, un paio da soli, le effusioni acerbe che appartengono a certi inizi senza seguito; inoltre quel ragazzo si appoggiava a lei con i propri drammi familiari, appesantendo tutto, e in lei non era scattata la decisione di cominciare davvero. Io chiesi più volte, con il tono mansueto di chi chiede e insieme verifica. Lei fu ferma: solo baci. Nulla che si confondesse con l’uso del corpo, nulla di deliberato o clandestino. In verità, non avrebbe avuto motivo di tacere: con noi la regola era dirci tutto. Avrei dovuto accontentarmi—accettare il limite della parola detta una volta, non pretendere che la verità venisse certificata dal sovrappiù di dettagli—ma restai incagliato nella frase del ragazzo, come un gancio sotto pelle. Fu un inciampo senza rumore, eppure da lì prese corpo il tarlo.

Passarono i mesi. La vita riprese il passo normale, ma ogni tanto il pensiero tornava. Fu allora che un caso banale trasformò il dubbio in ossessione: un’amica di mia moglie, via social, incappò in un pavone qualsiasi che, per farsi bello, raccontava di una “avventura focosa” avuta anni prima proprio con lei. Il racconto scendeva in particolari volgari, da spogliatoio. Mia moglie venne da me di scatto, ferita e insieme stupita: voleva denunciarlo, e a ragione. Io, nella mia sobrietà un po’ pavida, la dissuasi: “È stupidità, non dargli peso”. Ma nel segreto del cervello, quella vanteria fece presa dove il vecchio messaggio aveva già scavato. Procurai gli screenshot attraverso l’amica: lessi. C’erano imprecisioni palesi—l’età sbagliata, descrizioni fisiche sfasate, tempi confusi—come a volersi schermare con l’inverosimile. Eppure l’oscenità del tono mi avvelenava lo stesso: la menzogna, proprio perché sbracata, mi sembrava avere il coraggio spavaldo di chi non teme smentite. Mostrai tutto a mia moglie; lei, furiosa per il mio aggiramento e insieme decisa, gli scrisse un messaggio duro, netto. Lui rispose negando di conoscerla. La cosa, in apparenza, si esaurì lì.

Non per me. Da quel momento, ogni tre o quattro giorni, un pensiero cadeva come una goccia sulla pietra: e se? Ricominciavo con domande generiche, poi mirate, poi cavillose. Lei rispondeva, dapprima paziente, poi offesa: “Dovresti preoccuparti di quello che penso io di te, non di lui”. Aveva ragione: non stavo più cercando la verità, cercavo conferme alla mia paura. La memoria, dopo vent’anni, non consegna mappe precise dei luoghi—“Non ricordo se fosse quel lungomare o quell’altro”—ma consegna l’essenziale: “Solo baci.” Io, invece, scambiavo l’assenza del particolare per una prova contro di lei, come se il passato dovesse consegnare scontrini. Così, a ogni risposta, una calma breve; e poi di nuovo il pensiero ritornava, più magro e più acuminato. E con esso cresceva una sproporzione: il niente di un vecchio flirt montato a caso giudiziario, l’ombra d’uno spaccone eretta a testimone, e, di contro, la donna accanto a me che si logorava non per ciò che era stato o non era stato, ma per la mia ostinazione a non crederle.
Rifatta riscrivere in stile Charles Bukowski è tutto un altro pianeta:

Avevo sempre pensato che la vera crepa non fosse il tradimento, ma la fiducia che si rompe.
Non serve un letto sbagliato, basta una parola detta male, una frase lasciata a metà.
È così che comincia a marcire una storia.
La mia non fece rumore.
Una parola, un ricordo, e tutto iniziò a scricchiolare.


Non ero un santo.
Avevo già avuto la mia dose di gelosia, di notti passate a guardare il soffitto.
Eppure, dopo vent’anni con lei — tre figli, una casa, un equilibrio fragile ma vero — pensavo di esserne uscito.
Lei era pulita, sincera.
Io mi fidavo.


Poi un giorno spunta quel quaderno.
Vecchi messaggi, frasi d’amore smozzicate, come sigarette spente a metà.
Li leggo.
E trovo una riga che mi si pianta addosso:
“quello che c’è stato tra noi”.
Una frase di niente.
Ma bastò.
Il cervello cominciò a lavorare come una mosca dentro un bicchiere.


Ne parlammo.
Lei disse che non c’era stato niente di serio, solo un paio di baci, un ragazzo che parlava troppo.
Io volevo crederle.
Giuro, volevo.
Ma le parole del tizio restavano lì, come una scheggia.


Passano i mesi.
Poi arriva un altro idiota, su internet, che si vanta di averla avuta.
Un coglione qualunque che si inventa una storia.
Lei si arrabbia, vuole denunciarlo.
Io le dico di lasciar stare.
Eppure dentro di me qualcosa scatta di nuovo.
Comincio a pensarci.
A rivedere tutto.
A fare domande.


Lei risponde, poi si stufa:
«Dovresti pensare a quello che io penso di te, non a quello che dice lui.»
Aveva ragione.
Ma io ormai non cercavo la verità.
Cercavo solo di non impazzire.


Così andava: qualche giorno tranquillo, poi il pensiero tornava.
Un chiodo che non esce più.
La mia mente faceva a pezzi vent’anni di vita per un dubbio marcio.


E a un certo punto capisci che non è più lei il problema.
Sei tu.
Il tuo cervello, la tua fame di controllo, la paura di perdere qualcosa che forse hai già perso.


La fiducia è come un bicchiere di vino.
Se lo spacchi una volta, non lo incolli più.
Puoi solo bere quello che resta e cercare di non tagliarti.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Questa storia l'avevo scritta precedentemente in un forum di psicologia nella sezione che riguarda le relazioni di coppia, ed in effetti le prime reazioni, soprattutto femminili, sono state come quelle che ho letto qui, però occorre che io faccia delle precisazioni, per meglio inquadrare la cosa, e già come ha fatto spleen è più reale.
Sicuramente ho sbagliato, e su questo non ci piove, ma la questione non era tanto la gelosia retroattiva, che cmq mi ha sempre appartenuto, anche se in forma assolutamente non patologica (non avrei motivo a dire il contrario), ma una sensazione, provata in passato, di trovarsi di fronte a qualcosa che mi facesse percepire di non conoscere la mia partner, nonostante i 20 anni insieme. E questo è anche uno dei motivi per cui mia moglie si è maggiormente risentita......"....ma in questi anni non sai come sono fatta, non mi conosci ?..."
Cosa è che scattato dentro me, sempre per permettervi di comprendere meglio, che mi ha portato lentamente ed inesorabilmente ad assumere atteggiamenti sospettosi che in tutti gli anni precedenti non ho mai avuto ?
La lettura degli sms in sé non ha portato nulla, anche perchè dal contenuto dei messaggi non emergeva né un inizio di legame sentimentale, tipo frasi "mi piaci, ti penso, mi manchi", né una frequentazione di tipo fisico, dove nel caso i messaggi avrebbero avuto un tono molto confidenziale e piccante; i messaggi facevano chiaramente trasparire una conoscenza ed un interesse iniziale tipico di due persone che si sono conosciute da poco, dopo un pò la frase più confidenziale era "al bacio ho sentito qualcosa", seguiti da messaggi molto formali, mai che accennassero a confidenzialità intime. Il lasso temporale era di 20 giorni circa, e parliamo di una persona che si trovava fuori, solo una settimana vicino a lei, e poi due o tre week-end. Nei messaggi finali si legge che lui si dichiara, scrivendo che si stava innamorando, con lei che praticamente gli diceva che in lei non erano scattati quei sentimenti (mia moglie mi ha raccontato che tranne la prima fase di piacere chiamiamolo visivo e di approccio, di carattere gli sembrava un pò pesante, e quindi ha ritenuto non iniziare una storia vera e propria). In sintesi erano messaggi molto "pudici" e molto poco confidenziali, tipico di persone che si conoscevano appena e che avevano iniziato a piacersi, non c'era nessun riferimento a momenti intimi o ad espressioni che portassero a legame più profondo. Per essere più precisi non emergeva un innamoramento, assolutamente, e la cosa mi sembrava chiara. La questione, dentro me, si è ingarbugliata perchè lui negli screenshot che riportavano la chat con questa amica di mia moglie di fatto descriveva mia moglie e la frequentazione avuta in maniera molto particolare ed estrema. In particolare lui asseriva che si erano conosciuti in una uscita di gruppo, e poi si erano visti da soli dopo qualche giorno facendo subito sesso, anzi solo per fare sesso (con una frase del tipo "anche lei voleva solo scopare"), e che dopo quell'incontro non si erano più visti. Da una parte emergeva una descrizione molto estrema, che descriveva mia moglie come una ragazza che si poneva tra la ninfomane ed una mantide, che dopo averlo conosciuto lo aveva scopato e subito dopo non ne ha voluto sapere più....insomma un pò estremo, e nettamente in contrasto con quello che si poteva evincere leggendo gli sms, se non la coincidenza che di sentimenti, anche negli sms non ce ne erano. Il fatto è che io, avendo avuto in passato, molte, meglio direi alcune, avventure di sesso senza amore, di cui, ma questo è una mia idea postuma personale, non vado fiero e che oggi definirei, e parlo con un animo più maturo rispetto a tanti anni fa, un pò vuoti e per certi versi squallidi, la mia mente è come se proiettasse su quel tipo di racconto, o frequentazione, l'idea del mio vissuto.
Poi, e questo l'ho razionalizzato bene, ha giocato un grosso ruolo una brutta esperienza con una ragazza, con cui sono stato 4 mesi, che all'epoca mi distrusse emotivamente, avuto un anno e mezzo prima che conoscessi mia moglie (riporterò questa storia in un successivo post).
In sintesi direi che è stata una suggestione/ossessione su quanto lui aveva descritto, che mi mostrava una descrizione/immagine della persona, mia moglie appunto, che non corrispondeva a quella che io avevo conosciuto e con cui stavo vivendo, portandomi a rivivere, emotivamente, quello che provai per quella storia di 4 mesi.
Anche no. Per pietà! Scherzo eh.
Però chissà come era sto tizio che lei ha scartato perché pesante, per poi mettersi con te! Scherzo eh.
Credo che tu non abbia mai fatto alle medie l’esercizio di riscrivere Cappuccetto Rosso dal punto di vista del lupo. O altre favole dal punto di vista del cattivo.
Sono esercizi utili per imparare a scrivere, ma soprattutto per capire che ognuno racconta ciò che gli fa piacere o che pensa possa essere utile in altre relazioni.
La cosa grave è che tu hai messo in discussione l’idea di tua moglie in base a fatti millantati da un deficiente.
A me viene il dubbio che tu abbia voglia di interrompere questo lungo periodo di fedeltà e voglia crearti un movente nella presunta leggerezza sessuale di tua moglie.
 

Nicky

Utente di lunga data
I sunti di chatgpt li bocio, uno è troppo lungo, l'altro salta un punto essenziale...
@Bentley quindi tu non saresti stato disposto ad accettare che tua moglie in passato abbia fatto sesso solo per il gusto di fare sesso, senza essere innamorata, sintetizzando, perché questo non corrisponde all'immagine che hai di lei.
Occhio, perché voler vedere una persona in un solo modo e non accettare che possa avere varie parti in sé, in genere porta a parecchie delusioni.
 

Delfi1999

Utente di lunga data
I sunti di chatgpt li bocio, uno è troppo lungo, l'altro salta un punto essenziale...
@Bentley quindi tu non saresti stato disposto ad accettare che tua moglie in passato abbia fatto sesso solo per il gusto di fare sesso, senza essere innamorata, sintetizzando, perché questo non corrisponde all'immagine che hai di lei.
Occhio, perché voler vedere una persona in un solo modo e non accettare che possa avere varie parti in sé, in genere porta a parecchie delusioni.
Però non tutti sono in grado di accettare certe parti nascoste della propria partner che sono sempre state tenute rigorosamente nascoste.
 
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