danny
Utente di lunga data
Esattamente.Ma guarda, anche a me non piace l'idea di vivere in una città inaccessibile al ceto medio, è un impoverimento.
Qui ci sono comitati proprio su questi temi, c'è una vita civile ristretta ma attiva, per chi è interessato.
Ma forse dobbiamo pensare che in tutto il mondo il divario tra ricchi e poveri è aumentato in modo spaventoso e il ceto medio è stato eroso. Quindi non è il problema di Milano o dei milanesi che sono scemi.
Con l'erosione del ceto medio accadono i fenomeni che descrivo.
Alcune zone crollano di valore proprio perché perdono la componente mediana del reddito: qui avevamo anche gente quasi benestante, i proprietari delle ville liberty, per non dire dei dipendenti della Olivetti di un tempo e di tutte le attività importanti che hanno chiuso.
Sono rimasti i più poveri e i disonesti
In altre zone del milanese è andata diversamente. Ci sono zone costosissime, come Milano 2, molto richieste perché garanzia di esclusività del ceto che vi risiede da anni. Lì il valore si è mantenuto ed è forse pure cresciuto
Il Corvetto si è impoverito, a sua volta, invece, diventando a due passi dal centro la zona più economica di Milano.
Chi aveva soldi è andato altrove, ed erano soprattutto italiani.
Sì è attuata una maggior diversificazione dei valori immobiliari apparentemente senza senso.
Casa mia è bella, abbiamo verde, servizi più di altre zone e più di un Milano 3 o San Bovio, ma ha perso valore in proporzione rispetto ad altre zone più fuori, che un tempo valevano addirittura meno.
Ma se di fronte a me prima nella palazzina abitavano degli architetti, ora una massa di peruviani attratti solo dal basso costo è cambiato qualcosa nella composizione della popolazione, che si è polarizzata.
È la conseguenza di un fenomeno sociale che qui è più visibile per ora ma coinvolge tutti.