Sono disperata, aiutatemi!

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Old Ari

Guest
Si, certo loro capiscono. Il problema però è che un conto è percepire un malessere nei tuoi genitori, un altro è capire il senso di una separazione o di un nuovo compagno.

Mia figlia per esempio non ha mai vissuto con il suo vero padre e fino a quasi otto anni ha vissuto con sua madre e sua nonna. Quando per motivi d'urgenza ci siamo trovati a vivere insieme forzatamente lei mi ha visto come il "rapitore" di sua madre, io le toglievo le attenzioni che prima eranon tutte per lei, ma non poteva ovviamente capire il senso di quelle scelte e perchè anche noi le avessimo prese. A distanza di un anno è stata poi lei a comprendere che non aveva perso una madre, ma aveva acquistato un padre, però è stata dura ugualmente
No no, aspetta.
Stiamo parlando di due cose distinte. Non entro nel merito della reazione di un estraneo nella vita di una persona. Quella reazione è personale e specifica di ogni essere umano. Parlavo del fatto di presentare una persona a un figlio/a con il ruolo differente da quello che è. NAscono una marea di controsensi nella mente del bambino che non trovano ragione se non con la vetrità e da li unja spiacevole sensazione.
 

Old lancillotto

Utente di lunga data
No no, aspetta.
Stiamo parlando di due cose distinte. Non entro nel merito della reazione di un estraneo nella vita di una persona. Quella reazione è personale e specifica di ogni essere umano. Parlavo del fatto di presentare una persona a un figlio/a con il ruolo differente da quello che è. NAscono una marea di controsensi nella mente del bambino che non trovano ragione se non con la vetrità e da li unja spiacevole sensazione.
Hai ragione, mentire è certo brutto, ma in alcuni casi è ancor più brutto se in te era presente l'immagine di tuo padre, vederlo da subito come il compagno di tua madre.
Io sono per la verità in questi casi, ma non mi sento di condannare tua madre per la scelta fatta, anche se a 18 anni non avrei avuto tanti scrupoli.

Forse il suo maggior timore era che potesse non durare e quindi non voleva farti partecipe di una situazione che poteva essere temporanea..
 
O

Old Ari

Guest
Hai ragione, mentire è certo brutto, ma in alcuni casi è ancor più brutto se in te era presente l'immagine di tuo padre, vederlo da subito come il compagno di tua madre.
Io sono per la verità in questi casi, ma non mi sento di condannare tua madre per la scelta fatta, anche se a 18 anni non avrei avuto tanti scrupoli.

Forse il suo maggior timore era che potesse non durare e quindi non voleva farti partecipe di una situazione che poteva essere temporanea..
Non sono daccordo.
Le situazioni, in quanto delicate, vanno presentate come sono in realtà, appunto perchè non si sa quale sia la cosa migliore, la soluzione più giusta è dire la verità.
Neppure io condanno mia madre per quello che ha fatto, ci mancherebbe! Lo ha fatto sicuramente pensando di fare bene. Ma a volte questi genitori si arroverano il ruolo di tuttologhi e fanno scelte pensando di qui, credendo di la.... sempre in buona fede, per carità. Ma credono sempre che i figli siano troppo piccoli, troppo poco maturi, troppo sensibili, troppo...troppo.... Se li si considerasse per quello che sono "persone dotate di un intelletto" e si ragionasse con loro non come degli stupidi ma come degli adulti, a parer mio si eviterebbero un pò di cose spiacevoli.
Temporanea o no la cosa deve essere presentata per quello che è......
Inoltre le attuali generazioni ne sanno talmente tante e sono talmente svegli...... Il sesso che per i genitori rimane ancora un taboo, i nostri figli lo masticano a pranzo e a cena come una gomma americana.......
 

Old lancillotto

Utente di lunga data
Non sono daccordo.
Le situazioni, in quanto delicate, vanno presentate come sono in realtà, appunto perchè non si sa quale sia la cosa migliore, la soluzione più giusta è dire la verità.
Neppure io condanno mia madre per quello che ha fatto, ci mancherebbe! Lo ha fatto sicuramente pensando di fare bene. Ma a volte questi genitori si arroverano il ruolo di tuttologhi e fanno scelte pensando di qui, credendo di la.... sempre in buona fede, per carità. Ma credono sempre che i figli siano troppo piccoli, troppo poco maturi, troppo sensibili, troppo...troppo.... Se li si considerasse per quello che sono "persone dotate di un intelletto" e si ragionasse con loro non come degli stupidi ma come degli adulti, a parer mio si eviterebbero un pò di cose spiacevoli.
Temporanea o no la cosa deve essere presentata per quello che è......
Inoltre le attuali generazioni ne sanno talmente tante e sono talmente svegli...... Il sesso che per i genitori rimane ancora un taboo, i nostri figli lo masticano a pranzo e a cena come una gomma americana.......
Credo però che converrai con me che esiste un'età al di sotto della quale qualunque scelta non sarebbe comprensibile. Come ti ho detto con te era assurdo nascondere la cosa, ma un bambino che ha meno di 10 anni?? o meno di 8??

Io non sono così sicuro che sia sempre giusto essere chiari anche con loro. Certo, devi dargli una certa verità e non una bugia, le bugie sono deleterie perchè se le ricorderanno e prima o poi ti si ritorceranno contro. Però anche la verità deve essere molto addolcita
 
O

Old Ari

Guest
Credo però che converrai con me che esiste un'età al di sotto della quale qualunque scelta non sarebbe comprensibile. Come ti ho detto con te era assurdo nascondere la cosa, ma un bambino che ha meno di 10 anni?? o meno di 8??

Io non sono così sicuro che sia sempre giusto essere chiari anche con loro. Certo, devi dargli una certa verità e non una bugia, le bugie sono deleterie perchè se le ricorderanno e prima o poi ti si ritorceranno contro. Però anche la verità deve essere molto addolcita
Non convengo totalmente. Nel senso che è vero che sotto una certa età (quale?) le cose possono essere mal comprese (non ,non comprese) e concordo sul fatto che in questi casi le verità vanno addolcite. Questo sicuramente, vanno ben spiegate, vanno rassicurate, vanno fatte vedere sotto la luce positiva e non negativa...insomma bisogna aiutare e indirizzare la strada, ma sempre verità deve essere.
 
O

Old Ari

Guest
Lanci, abbiamo divagato un casino....
Franceschina dirà che stiamo contaminando la sua storia....
 

Persa/Ritrovata

Utente di lunga data
non mi sembra..

..non avete divagato. Il problema del figlio è un problema.
Presentare l'amante come amico è un orrore..un inganno grave. Meglio non presentarlo fino a quando il bambino non ha digerito la situazione e poi presentarlo come il nuovo fidanzato della mamma ..ma almeno un anno ...tra una cosa e l'altra ci vorrebbe.
Soprattutto trovare un nome che corrisponda a un ruolo chiaro e non cose tremende tipo ..amico ..collega ..zio (ne ho sentite di tutte dai bambini ..tipo: "lo zio che dormiva con la mamma che era il papà del fratellino"
)..insomma nulla che gli faccia pensare che è una cosa di cui vergognarsi. Per i bambini è "normale" quello che viene vissuto con normalità e non edulcorato e impiastricciato con del miele.
I bambini hanno bisogno di stabilità negli atteggiamenti e nell'amore per loro e se gli si trasmette che le altre scelte non c'entrano con loro si sentono molto sollevati. Dato che tendono a capire fino a un certo punto (il sesso è ovviamente un mistero..lo è anche per noi..e se non viene presentato come un rapporto chiaro scattano fantasie incontrollate) quel che va curato è che non si scarichi nessuna responsabilità di scelta su di loro..Ricordiamo che un bambino ha difficoltà a scegliere tra due merendine (anche noi ogni tanto abbiamo qualche difficoltà a sceglire e vogliamo tutto ttutto insieme?
). Le scelte toccano ai "grandi" e loro ne devono solo venire informati con sincerità.
 

Old lancillotto

Utente di lunga data
..non avete divagato. Il problema del figlio è un problema.
Presentare l'amante come amico è un orrore..un inganno grave. Meglio non presentarlo fino a quando il bambino non ha digerito la situazione e poi presentarlo come il nuovo fidanzato della mamma ..ma almeno un anno ...tra una cosa e l'altra ci vorrebbe.
Soprattutto trovare un nome che corrisponda a un ruolo chiaro e non cose tremende tipo ..amico ..collega ..zio (ne ho sentite di tutte dai bambini ..tipo: "lo zio che dormiva con la mamma che era il papà del fratellino"
)..insomma nulla che gli faccia pensare che è una cosa di cui vergognarsi. Per i bambini è "normale" quello che viene vissuto con normalità e non edulcorato e impiastricciato con del miele.
I bambini hanno bisogno di stabilità negli atteggiamenti e nell'amore per loro e se gli si trasmette che le altre scelte non c'entrano con loro si sentono molto sollevati. Dato che tendono a capire fino a un certo punto (il sesso è ovviamente un mistero..lo è anche per noi..e se non viene presentato come un rapporto chiaro scattano fantasie incontrollate) quel che va curato è che non si scarichi nessuna responsabilità di scelta su di loro..Ricordiamo che un bambino ha difficoltà a scegliere tra due merendine (anche noi ogni tanto abbiamo qualche difficoltà a sceglire e vogliamo tutto ttutto insieme?
). Le scelte toccano ai "grandi" e loro ne devono solo venire informati con sincerità.
Per verità adulcorata chiaramente non intendevo dire "lo zio", ma ovviamente una definizione che possa far capire il ruolo della nuova persona che entra nella famiglia e che non vuole sostituirsi a chi è uscito da quotidiano.

Per il resto vedo che io, te er Ari siamo in sintonia.....
 
O

Old Ari

Guest
Per verità adulcorata chiaramente non intendevo dire "lo zio", ma ovviamente una definizione che possa far capire il ruolo della nuova persona che entra nella famiglia e che non vuole sostituirsi a chi è uscito da quotidiano.

Per il resto vedo che io, te er Ari siamo in sintonia.....
Confermo...
Ho detto che stiamo divagando perchè Franceschina non è più intervenuta nel suo post e mi è sembrato che in questo modo non le stavo/amo dando un supporto... Ma invece magari ci ha letto con attenzione.
Bacioooo
 

Bruja

Utente di lunga data
........

L'attenzione più importante è quella che dovrà prestare a suo figlio in questo frangente, la penso anch'io come Persa ma metto come tassativo punto di riflessione il presentare chi si è assolutamente certi che sarà il nostro prossimo compagno, diversamente a che prò presentarlo?
Gli agulti hanno mille contatti rappordti con persone che i piccoli vivono come "normalità" .......... in caso è volerne fare un caso sulla collocazione di questa persona che mi pare di una tempistica pressante! Quella persona ha un nome, lo si presenta come il signor tal dei tali.......... poi si vedrà se presentarlo in altro modo.......... voler andare per titoli ed esami su qualcuno che non è certo sarà il nuovo compagno della madre mi pare una forzatura.
D'altronde siamo obiettivi, forse che se il signore in questione non avesse affinità col figlio
lei manderebbe a monte il progetto di coppia?
Sarei più propensa a valutare bene ed a fondo se è questa persona quella che Franceschina vuole davvero per la sua vita.........
Bruja
 
F

Franceschina

Guest
Non pensate - come avete detto - di essere andati fuori tema. Anzi, ho "divorato" tutto quanto avete scritto e raramente ho sentito o letto cose più pertinenti!
Sono tornata qui dopo una trasferta di lavoro e nel frattempo ho pensato tanto.
Sono tanto confusa, ma avrei un piacere immenso di rendervi partecipi delle mie tante, e sicuramente confuse, riflessioni.
Credo che lo farò domani, ora sono stremata.
Per intanto grazie, grazie di cuore, per i consigli e i vostri punti di vista, e soprattutto per avermi reso partecipe delle vostre esperienze..
Lo apprezzo tanto.
A presto..
Francesca
 
F

Franceschina

Guest
tante riflessioni..

Ho riletto tutto quello che avete scritto e vorrei rispondere alle vostre riflessioni.
Un po' perchè, essendo stata via, sono "rimasta un po' indietro", un po' perchè sono tante le cose che vorrei dire, andrò a ruota libera. Scusate a priori se ne verranno fuori pensieri disordinati e confusi (del resto lo sono tanto anch'io!)..
La questione che come immaginerete mi sta più a cuore - ovvero mio figlio - la avete già sviscerata voi molto bene, e io ho tratto spunto da tutte le vostre riflessioni.
Dirlo o non dirlo, che cosa dire, come dirlo, come affrontare uno stravolgimento dello "status quo" che comunque sia porterà confusione e dolore, e cercare il modo per limitare al massimo questa sofferenza nei più piccoli, sono solo alcuni dei tanti e assillanti interrogativi.
Miciolidia mi dice che mi sto "sostituendo" a mio figlio e probabilmente ha ragione, ma come posso non farlo?
E' ancora piccolo e stanno succedendo cose che sono più grandi di noi adulti, quindi figuriamoci di lui, come posso, da madre, non immedesimarmi in lui e in quello che potrà provare, in come potrà prendere la cosa?
Fin da subito, da quando questo "terremoto" ha sconvolto la mia vita, i miei primi pensieri sono stati per lui. Il legame che ha sia con me che con suo padre, l'importanza che ha sempre avuto per lui l'unione della nostra famiglia....
So bene di non stare raccontando cose straordinarie, che per qualsiasi bambino queste sono cose fondamentali e che non ho certo scoperto l'acqua calda, eppure, se mi guardo intorno, mi sembra di vedere tante situazioni in cui una eventuale separazione sarebbe meno gravosa che per lui, per noi..
Cercherò di spiegare questa affermazione che - mi rendo conto - può sembrare pretenziosa e azzardata: non dico certo che per qualsiasi bambino il legame con entrambi i genitori non sia quanto di più profondo e fondamentale possa esistere, eppure attorno a me (compagni di classe, amici di famiglia, ecc..) vedo situazioni "pratiche" in cui una separazione dei genitori, per quanto sicuramente sempre dolorosa, sarebbe se non altro più facilmente "gestibile".
Dico di quando, come spesso accade, è sempre stata la madre a vivere in modo più pregnante la quotidianità del figlio, mentre il ruolo del padre, per quanto fondamentale, è più "trasversale" e circoscritto - per dirne una - alla presenza serale.
Ebbene, immagino che non saremo certo gli unici, ma fatto sta che per noi non è mai stato così, più che altro per questioni "pratiche".
Sia io che mio marito lavoriamo in proprio, quindi io non ho nemmeno preso la pausa maternità e a una settimana dal parto ero già in ufficio. Questo significa che abbiamo sempre gestito le esigenze e la quotidianità di nostro figlio assolutamente "alla pari", entrambi facendo i salti mortali per organizzarci al meglio. Da ormai due anni abbiamo una baby sitter che vive con noi e che ci aiuta molto, ma i nostri ruoli di genitori continuano ad essere paritetici. Ne consegue che il piccolo ha sviluppato un grande attaccamento per entrambi, derivato anche dalle piccole cose della quotidianità, e io temo che lo stravolgimento della stessa possa essere inaffrontabile per lui. Questo è il mio grande terrore.
Come molti di voi hanno argutamente rilevato, forse il vero problema è che non riesco a valutare lucidamente ciò che vorrei per me stessa, e quindi le mie scelte, proprio perchè non riesco a prescindere da tutto ciò che queste comportano e potranno comportare.
Il bene di mio figlio, la sofferenza che potranno causargli determinate scelte piuttosto che altre, e anche la sofferenza di mio marito.
Non mi ricordo chi di voi mi ha detto che la situazione non è chiara, perchè non si capisce se io ami mio marito o quest'uomo..
A tal proposito vorrei fare una riflessione e rispondervi con un interrogativo: siamo davvero convinti che nostra "riserva d'amore" sia così limitata? E che invece non si possano amare tante persone in modo diverso?
Provo a spiegarmi: così come - normalmente - amiamo i nostri figli, i nostri genitori, il nostro partner, e non è certo che uno di questi amori escluda gli altri, non è possibile continuare ad amare colui con cui si è condiviso tanto, pur amando anche un'altra persona con cui si vorrebbe costruire un nuovo futuro?
Perchè è questo che in un certo senso sta accadendo a me, anche se mi rendo conto che possa essere difficile da comprendere, e lo è anche per me spiegarlo..
Dicevo che amo mio marito, che soffro al pensiero di quanto possa e potrà soffrire e non per compassione, ma proprio in virtù di questo amore. Dicevo che la nostra vita insieme che finisce è un pezzo della mia che muore.
Eppure amo anche un altro uomo. E, credetemi, lo amo con tutta me stessa.
In lui ho trovato tutto quello che forse, senza rendermene conto, ho sempre cercato.
Vi sembra così assurdo questo?
Credetemi: la mia non è una domanda provocatoria, ma anzi, mi rendo perfettamente conto di quanto la cosa per certi versi possa essere anomala, quindi se volete rispondetemi pure fuori dai denti!
Eppure, da parte mia, sento che è così.
Che non posso cancellare con un colpo di spugna tutto ciò che ho vissuto con mio marito, che lui è e sarà sempre una parte di me, che soffro al solo pensiero della sua sofferenza. Che talvolta mi è insopportabile immaginare come si sentirà lui, quando finirà tutto ciò in cui ha investito tanto.
E tutto ciò, amando profondamente anche un'altra persona, perchè ormai, giunti a questo punto, sinceramente mi sento di escludere che sia solo un innamoramento, una passione transitoria.
E' qualcosa di molto profondo invece. Sento che siamo predestinati a stare insieme e vorrei condividere tutto con lui. Da qui anche il desiderio di prendere casa insieme, perchè penso che sia il primo passo per un vero progetto di vita comune, che non può essere relegato al vedersi la sera per andare al cinema o a cena fuori, tanto per dire.. Non con lui, non fra di noi. Io desidero tutto da quest'unione.
Così, non so se sono riuscita a farvi capire come posso sentirmi "scissa", divisa, fra due fuochi. E come talvolta io mi senta in un vicolo cieco, senza sapere come uscirne.
Certo, questi due amori sono di tipo molto diverso, ma entrambi molto profondi.
Se provo ad impegnarmi davvero per capire e "sentire" ciò che voglio io per me stessa, sento di non avere dubbi: io vorrei la mia vita con questo mio nuovo compagno. Vorrei il mio futuro con lui, perchè lui mi completa, mi rende felice e sento che sarebbe in grado di farlo per sempre, e io per lui.
Sento con tutta me stessa che è quello che provo per lui il tipo di amore che dovrebbe esserci fra due individui per "trasformarli" in una coppia.
Se davvero fosse solo per me, probabilmente vivrei già con quest'uomo da mesi, ma non vi sembrano "SE" un po' improbabili, visto che c'è di mezzo un figlio, e un altro uomo con cui comunque ho condiviso circa un terzo della mia vita???
Ancora, davvero fatico molto separare una cosa dalle altre, anche se forse sarebbe la cosa più giusta da fare per prendere decisioni sensate..
So anche che l'amore che provo per mio marito è qualcosa di più simile ad un affetto fraterno, dovuto a tutto quello che abbiamo vissuto insieme, eppure rimane molto profondo. Tanto da farmi vacillare nei miei intenti al solo pensiero di causargli sofferenza.
Eppure, esiste forse una possibilità una, che io e lui si possa tornare ad essere una coppia, quando per certi aspetti non lo eravamo più già da molto prima che io incontrassi un nuovo amore?
A Bruja, che con molta lucidità ha prospettato il possibile tentativo di rivolgersi ad un sessuologo, vorrei fare una domanda: secondo te esiste davvero la possibilità che uno specialista - per quanto bravo - possa aiutare a ritrovare qualcosa che forse non solo è andato perduto, ma che probabilmente davvero non esiste più, come il desiderio e la passione?
Se ci fosse anche solo una possibilità, forse sarebbe "giusto" almeno tentare, ma come fare adesso che tutti i miei desideri, tutte le mie emozioni sono indirizzate ad un'altra persona??? Si pensi che non riesco nemmeno ad immaginare anche solo di farmi sfiorare da un altro uomo che non sia lui!
Insomma, non so davvero che fare..
Scusate il "calderone" di pensieri e la mia solita prolissità...
Francesca
 
O

Old Ari

Guest
Ho riletto tutto quello che avete scritto e vorrei rispondere alle vostre riflessioni.
Un po' perchè, essendo stata via, sono "rimasta un po' indietro", un po' perchè sono tante le cose che vorrei dire, andrò a ruota libera. Scusate a priori se ne verranno fuori pensieri disordinati e confusi (del resto lo sono tanto anch'io!)..
La questione che come immaginerete mi sta più a cuore - ovvero mio figlio - la avete già sviscerata voi molto bene, e io ho tratto spunto da tutte le vostre riflessioni.
Dirlo o non dirlo, che cosa dire, come dirlo, come affrontare uno stravolgimento dello "status quo" che comunque sia porterà confusione e dolore, e cercare il modo per limitare al massimo questa sofferenza nei più piccoli, sono solo alcuni dei tanti e assillanti interrogativi.
Miciolidia mi dice che mi sto "sostituendo" a mio figlio e probabilmente ha ragione, ma come posso non farlo?
E' ancora piccolo e stanno succedendo cose che sono più grandi di noi adulti, quindi figuriamoci di lui, come posso, da madre, non immedesimarmi in lui e in quello che potrà provare, in come potrà prendere la cosa?
Fin da subito, da quando questo "terremoto" ha sconvolto la mia vita, i miei primi pensieri sono stati per lui. Il legame che ha sia con me che con suo padre, l'importanza che ha sempre avuto per lui l'unione della nostra famiglia....
So bene di non stare raccontando cose straordinarie, che per qualsiasi bambino queste sono cose fondamentali e che non ho certo scoperto l'acqua calda, eppure, se mi guardo intorno, mi sembra di vedere tante situazioni in cui una eventuale separazione sarebbe meno gravosa che per lui, per noi..
Cercherò di spiegare questa affermazione che - mi rendo conto - può sembrare pretenziosa e azzardata: non dico certo che per qualsiasi bambino il legame con entrambi i genitori non sia quanto di più profondo e fondamentale possa esistere, eppure attorno a me (compagni di classe, amici di famiglia, ecc..) vedo situazioni "pratiche" in cui una separazione dei genitori, per quanto sicuramente sempre dolorosa, sarebbe se non altro più facilmente "gestibile".
Dico di quando, come spesso accade, è sempre stata la madre a vivere in modo più pregnante la quotidianità del figlio, mentre il ruolo del padre, per quanto fondamentale, è più "trasversale" e circoscritto - per dirne una - alla presenza serale.
Ebbene, immagino che non saremo certo gli unici, ma fatto sta che per noi non è mai stato così, più che altro per questioni "pratiche".
Sia io che mio marito lavoriamo in proprio, quindi io non ho nemmeno preso la pausa maternità e a una settimana dal parto ero già in ufficio. Questo significa che abbiamo sempre gestito le esigenze e la quotidianità di nostro figlio assolutamente "alla pari", entrambi facendo i salti mortali per organizzarci al meglio. Da ormai due anni abbiamo una baby sitter che vive con noi e che ci aiuta molto, ma i nostri ruoli di genitori continuano ad essere paritetici. Ne consegue che il piccolo ha sviluppato un grande attaccamento per entrambi, derivato anche dalle piccole cose della quotidianità, e io temo che lo stravolgimento della stessa possa essere inaffrontabile per lui. Questo è il mio grande terrore.
Come molti di voi hanno argutamente rilevato, forse il vero problema è che non riesco a valutare lucidamente ciò che vorrei per me stessa, e quindi le mie scelte, proprio perchè non riesco a prescindere da tutto ciò che queste comportano e potranno comportare.
Il bene di mio figlio, la sofferenza che potranno causargli determinate scelte piuttosto che altre, e anche la sofferenza di mio marito.
Non mi ricordo chi di voi mi ha detto che la situazione non è chiara, perchè non si capisce se io ami mio marito o quest'uomo..
A tal proposito vorrei fare una riflessione e rispondervi con un interrogativo: siamo davvero convinti che nostra "riserva d'amore" sia così limitata? E che invece non si possano amare tante persone in modo diverso?
Provo a spiegarmi: così come - normalmente - amiamo i nostri figli, i nostri genitori, il nostro partner, e non è certo che uno di questi amori escluda gli altri, non è possibile continuare ad amare colui con cui si è condiviso tanto, pur amando anche un'altra persona con cui si vorrebbe costruire un nuovo futuro?
Perchè è questo che in un certo senso sta accadendo a me, anche se mi rendo conto che possa essere difficile da comprendere, e lo è anche per me spiegarlo..
Dicevo che amo mio marito, che soffro al pensiero di quanto possa e potrà soffrire e non per compassione, ma proprio in virtù di questo amore. Dicevo che la nostra vita insieme che finisce è un pezzo della mia che muore.
Eppure amo anche un altro uomo. E, credetemi, lo amo con tutta me stessa.
In lui ho trovato tutto quello che forse, senza rendermene conto, ho sempre cercato.
Vi sembra così assurdo questo?
Credetemi: la mia non è una domanda provocatoria, ma anzi, mi rendo perfettamente conto di quanto la cosa per certi versi possa essere anomala, quindi se volete rispondetemi pure fuori dai denti!
Eppure, da parte mia, sento che è così.
Che non posso cancellare con un colpo di spugna tutto ciò che ho vissuto con mio marito, che lui è e sarà sempre una parte di me, che soffro al solo pensiero della sua sofferenza. Che talvolta mi è insopportabile immaginare come si sentirà lui, quando finirà tutto ciò in cui ha investito tanto.
E tutto ciò, amando profondamente anche un'altra persona, perchè ormai, giunti a questo punto, sinceramente mi sento di escludere che sia solo un innamoramento, una passione transitoria.
E' qualcosa di molto profondo invece. Sento che siamo predestinati a stare insieme e vorrei condividere tutto con lui. Da qui anche il desiderio di prendere casa insieme, perchè penso che sia il primo passo per un vero progetto di vita comune, che non può essere relegato al vedersi la sera per andare al cinema o a cena fuori, tanto per dire.. Non con lui, non fra di noi. Io desidero tutto da quest'unione.
Così, non so se sono riuscita a farvi capire come posso sentirmi "scissa", divisa, fra due fuochi. E come talvolta io mi senta in un vicolo cieco, senza sapere come uscirne.
Certo, questi due amori sono di tipo molto diverso, ma entrambi molto profondi.
Se provo ad impegnarmi davvero per capire e "sentire" ciò che voglio io per me stessa, sento di non avere dubbi: io vorrei la mia vita con questo mio nuovo compagno. Vorrei il mio futuro con lui, perchè lui mi completa, mi rende felice e sento che sarebbe in grado di farlo per sempre, e io per lui.
Sento con tutta me stessa che è quello che provo per lui il tipo di amore che dovrebbe esserci fra due individui per "trasformarli" in una coppia.
Se davvero fosse solo per me, probabilmente vivrei già con quest'uomo da mesi, ma non vi sembrano "SE" un po' improbabili, visto che c'è di mezzo un figlio, e un altro uomo con cui comunque ho condiviso circa un terzo della mia vita???
Ancora, davvero fatico molto separare una cosa dalle altre, anche se forse sarebbe la cosa più giusta da fare per prendere decisioni sensate..
So anche che l'amore che provo per mio marito è qualcosa di più simile ad un affetto fraterno, dovuto a tutto quello che abbiamo vissuto insieme, eppure rimane molto profondo. Tanto da farmi vacillare nei miei intenti al solo pensiero di causargli sofferenza.
Eppure, esiste forse una possibilità una, che io e lui si possa tornare ad essere una coppia, quando per certi aspetti non lo eravamo più già da molto prima che io incontrassi un nuovo amore?
A Bruja, che con molta lucidità ha prospettato il possibile tentativo di rivolgersi ad un sessuologo, vorrei fare una domanda: secondo te esiste davvero la possibilità che uno specialista - per quanto bravo - possa aiutare a ritrovare qualcosa che forse non solo è andato perduto, ma che probabilmente davvero non esiste più, come il desiderio e la passione?
Se ci fosse anche solo una possibilità, forse sarebbe "giusto" almeno tentare, ma come fare adesso che tutti i miei desideri, tutte le mie emozioni sono indirizzate ad un'altra persona??? Si pensi che non riesco nemmeno ad immaginare anche solo di farmi sfiorare da un altro uomo che non sia lui!
Insomma, non so davvero che fare..
Scusate il "calderone" di pensieri e la mia solita prolissità...
Francesca
Ciao Franceschina,
in merito al tuo piccolo ci siamo già espressi a fondo, quindi non mi ripeterò....
In merito alla tua relazione e alla frase che ho sottolineato...è quello che ho sempre cercato di esprimere.
Una coppia può finire per semplice mancanza di amore. Quello che provi per tuo marito è un profondo affetto, che è normale, giusto, sacrosanto che ci sia tra due persone che hanno condiviso tanto.
Ma è un errore scambiarlo per amore quando in relatà questo è naturalmente esaurito.
Il sentimento che provi per tuo marito è bellissimo, è quello che in realtà si auspica per qualsiasi coppia che si divide. Ma l'amore è altro, è quello che provi per il tuo nuovo compagno.
Fare del male è un tormento...beh non si può pensare di non farne in tutti i casi. Purtroppo in questo tipo di scelte in un modo o nell'altro ci sarà sempre qualcuno che soffrirà.
Che dire.... rimarrai sempre in questa condizione e sarai sempre prossima a cadere nella crisi di coppia se la situazione con tuo marito è questa, perchè il legame non è più forte come quello di una coppia dovrebbe essere...non "amandolo" più non sei più vulnerabile a certe cadute, a meno che non ti obblighi razionalmente....ma che vita è?

Un abbraccio
 

Bruja

Utente di lunga data
Franceschina

Il tentativo di sentire un sessuologo era mirato in parte a ritrovare un punto di comunione fra voi ma anche a risolvere un problema che per lui esisterà con o senza di te e se questo potrà essere di aiuto sarebbe un bell'atto di amore "fraterno" verso di lui comunque vada.
Quanto a te........... non ho molto da dire, la tua unione ormai tutto è meno che un matrimonio in cui entrambi abbiate lo stesso progetto, quindi varrebbe la pena che tu ne parlassi con lui in modo molto costruttivo e pacato e trovaste una soluzione che non impedisca ad entramboi di stare legati ad un matrimonio che è sempre più un contratto civile e sempre meno una comunione di intenti.
Tu sei stata chiarissima ed a maggior ragione devi esserla con te stessa e nei confronti del tuo matrimonio.........
Auguri per la migiore risoluzione delle tue problematiche.
Bruja
 

Old lancillotto

Utente di lunga data
Ho riletto tutto quello che avete scritto e vorrei rispondere alle vostre riflessioni.
Un po' perchè, essendo stata via, sono "rimasta un po' indietro", un po' perchè sono tante le cose che vorrei dire, andrò a ruota libera. Scusate a priori se ne verranno fuori pensieri disordinati e confusi (del resto lo sono tanto anch'io!)..
La questione che come immaginerete mi sta più a cuore - ovvero mio figlio - la avete già sviscerata voi molto bene, e io ho tratto spunto da tutte le vostre riflessioni.
Dirlo o non dirlo, che cosa dire, come dirlo, come affrontare uno stravolgimento dello "status quo" che comunque sia porterà confusione e dolore, e cercare il modo per limitare al massimo questa sofferenza nei più piccoli, sono solo alcuni dei tanti e assillanti interrogativi.
Miciolidia mi dice che mi sto "sostituendo" a mio figlio e probabilmente ha ragione, ma come posso non farlo?
E' ancora piccolo e stanno succedendo cose che sono più grandi di noi adulti, quindi figuriamoci di lui, come posso, da madre, non immedesimarmi in lui e in quello che potrà provare, in come potrà prendere la cosa?
Fin da subito, da quando questo "terremoto" ha sconvolto la mia vita, i miei primi pensieri sono stati per lui. Il legame che ha sia con me che con suo padre, l'importanza che ha sempre avuto per lui l'unione della nostra famiglia....
So bene di non stare raccontando cose straordinarie, che per qualsiasi bambino queste sono cose fondamentali e che non ho certo scoperto l'acqua calda, eppure, se mi guardo intorno, mi sembra di vedere tante situazioni in cui una eventuale separazione sarebbe meno gravosa che per lui, per noi..
Cercherò di spiegare questa affermazione che - mi rendo conto - può sembrare pretenziosa e azzardata: non dico certo che per qualsiasi bambino il legame con entrambi i genitori non sia quanto di più profondo e fondamentale possa esistere, eppure attorno a me (compagni di classe, amici di famiglia, ecc..) vedo situazioni "pratiche" in cui una separazione dei genitori, per quanto sicuramente sempre dolorosa, sarebbe se non altro più facilmente "gestibile".
Dico di quando, come spesso accade, è sempre stata la madre a vivere in modo più pregnante la quotidianità del figlio, mentre il ruolo del padre, per quanto fondamentale, è più "trasversale" e circoscritto - per dirne una - alla presenza serale.
Ebbene, immagino che non saremo certo gli unici, ma fatto sta che per noi non è mai stato così, più che altro per questioni "pratiche".
Sia io che mio marito lavoriamo in proprio, quindi io non ho nemmeno preso la pausa maternità e a una settimana dal parto ero già in ufficio. Questo significa che abbiamo sempre gestito le esigenze e la quotidianità di nostro figlio assolutamente "alla pari", entrambi facendo i salti mortali per organizzarci al meglio. Da ormai due anni abbiamo una baby sitter che vive con noi e che ci aiuta molto, ma i nostri ruoli di genitori continuano ad essere paritetici. Ne consegue che il piccolo ha sviluppato un grande attaccamento per entrambi, derivato anche dalle piccole cose della quotidianità, e io temo che lo stravolgimento della stessa possa essere inaffrontabile per lui. Questo è il mio grande terrore.
Come molti di voi hanno argutamente rilevato, forse il vero problema è che non riesco a valutare lucidamente ciò che vorrei per me stessa, e quindi le mie scelte, proprio perchè non riesco a prescindere da tutto ciò che queste comportano e potranno comportare.
Il bene di mio figlio, la sofferenza che potranno causargli determinate scelte piuttosto che altre, e anche la sofferenza di mio marito.
Non mi ricordo chi di voi mi ha detto che la situazione non è chiara, perchè non si capisce se io ami mio marito o quest'uomo..
A tal proposito vorrei fare una riflessione e rispondervi con un interrogativo: siamo davvero convinti che nostra "riserva d'amore" sia così limitata? E che invece non si possano amare tante persone in modo diverso?
Provo a spiegarmi: così come - normalmente - amiamo i nostri figli, i nostri genitori, il nostro partner, e non è certo che uno di questi amori escluda gli altri, non è possibile continuare ad amare colui con cui si è condiviso tanto, pur amando anche un'altra persona con cui si vorrebbe costruire un nuovo futuro?
Perchè è questo che in un certo senso sta accadendo a me, anche se mi rendo conto che possa essere difficile da comprendere, e lo è anche per me spiegarlo..
Dicevo che amo mio marito, che soffro al pensiero di quanto possa e potrà soffrire e non per compassione, ma proprio in virtù di questo amore. Dicevo che la nostra vita insieme che finisce è un pezzo della mia che muore.
Eppure amo anche un altro uomo. E, credetemi, lo amo con tutta me stessa.
In lui ho trovato tutto quello che forse, senza rendermene conto, ho sempre cercato.
Vi sembra così assurdo questo?
Credetemi: la mia non è una domanda provocatoria, ma anzi, mi rendo perfettamente conto di quanto la cosa per certi versi possa essere anomala, quindi se volete rispondetemi pure fuori dai denti!
Eppure, da parte mia, sento che è così.
Che non posso cancellare con un colpo di spugna tutto ciò che ho vissuto con mio marito, che lui è e sarà sempre una parte di me, che soffro al solo pensiero della sua sofferenza. Che talvolta mi è insopportabile immaginare come si sentirà lui, quando finirà tutto ciò in cui ha investito tanto.
E tutto ciò, amando profondamente anche un'altra persona, perchè ormai, giunti a questo punto, sinceramente mi sento di escludere che sia solo un innamoramento, una passione transitoria.
E' qualcosa di molto profondo invece. Sento che siamo predestinati a stare insieme e vorrei condividere tutto con lui. Da qui anche il desiderio di prendere casa insieme, perchè penso che sia il primo passo per un vero progetto di vita comune, che non può essere relegato al vedersi la sera per andare al cinema o a cena fuori, tanto per dire.. Non con lui, non fra di noi. Io desidero tutto da quest'unione.
Così, non so se sono riuscita a farvi capire come posso sentirmi "scissa", divisa, fra due fuochi. E come talvolta io mi senta in un vicolo cieco, senza sapere come uscirne.
Certo, questi due amori sono di tipo molto diverso, ma entrambi molto profondi.
Se provo ad impegnarmi davvero per capire e "sentire" ciò che voglio io per me stessa, sento di non avere dubbi: io vorrei la mia vita con questo mio nuovo compagno. Vorrei il mio futuro con lui, perchè lui mi completa, mi rende felice e sento che sarebbe in grado di farlo per sempre, e io per lui.
Sento con tutta me stessa che è quello che provo per lui il tipo di amore che dovrebbe esserci fra due individui per "trasformarli" in una coppia.
Se davvero fosse solo per me, probabilmente vivrei già con quest'uomo da mesi, ma non vi sembrano "SE" un po' improbabili, visto che c'è di mezzo un figlio, e un altro uomo con cui comunque ho condiviso circa un terzo della mia vita???
Ancora, davvero fatico molto separare una cosa dalle altre, anche se forse sarebbe la cosa più giusta da fare per prendere decisioni sensate..
So anche che l'amore che provo per mio marito è qualcosa di più simile ad un affetto fraterno, dovuto a tutto quello che abbiamo vissuto insieme, eppure rimane molto profondo. Tanto da farmi vacillare nei miei intenti al solo pensiero di causargli sofferenza.
Eppure, esiste forse una possibilità una, che io e lui si possa tornare ad essere una coppia, quando per certi aspetti non lo eravamo più già da molto prima che io incontrassi un nuovo amore?
A Bruja, che con molta lucidità ha prospettato il possibile tentativo di rivolgersi ad un sessuologo, vorrei fare una domanda: secondo te esiste davvero la possibilità che uno specialista - per quanto bravo - possa aiutare a ritrovare qualcosa che forse non solo è andato perduto, ma che probabilmente davvero non esiste più, come il desiderio e la passione?
Se ci fosse anche solo una possibilità, forse sarebbe "giusto" almeno tentare, ma come fare adesso che tutti i miei desideri, tutte le mie emozioni sono indirizzate ad un'altra persona??? Si pensi che non riesco nemmeno ad immaginare anche solo di farmi sfiorare da un altro uomo che non sia lui!
Insomma, non so davvero che fare..
Scusate il "calderone" di pensieri e la mia solita prolissità...
Francesca

Io sono una di quelle persone che ha fatto il tuo stesso ragionamento e che è convinta che si possano amare in modalità diverse molte persone, e si possa avere amore anche profondo per più di una persona. L'importanza verso queste persone te lo da il desiderio e la quantità di sacrificio che sei disposto a fare per loro. Ho fatto dei post in merito a questo argomento. Puoi amare due persone alla morte, ma di fronte alla morte che ti consente di salverne solo una, li sai chi ami di più!

Comunque, nonostante questa mia convinzione, proprio perchè ci ho pensato molto sopra e ho sviscerato i falsi messaggi ti dico: attenta a non confondere l'amore con la volontà di credere di amare!
Dico questo perchè a volte capita di fronte alle vittime delle tue azioni il tuo senso di colpa possa farti sentire amore ciò che è compassione
 

Verena67

Utente di lunga data
Puoi amare due persone alla morte, ma di fronte alla morte che ti consente di salverne solo una, li sai chi ami di più!

Questo ragionamento riecheggia quello del mio ex (e sempre meno mi convince), dal momento che è volto in negativo. La scelta è vista come una mannaia, uccido l'amante o la moglie? Chi è meno meritevole di morire?
Ci vedo in questo ragionamento un pizzico di egocentrismo


In questo do' ragione ad Ari, possibile che non si possa vedere la scelta invece come un atto costruttivo, che da' nuova linfa e vita alle vite di tutti?


Bacio!
 

Old lancillotto

Utente di lunga data
Questo ragionamento riecheggia quello del mio ex (e sempre meno mi convince), dal momento che è volto in negativo. La scelta è vista come una mannaia, uccido l'amante o la moglie? Chi è meno meritevole di morire?
Ci vedo in questo ragionamento un pizzico di egocentrismo


In questo do' ragione ad Ari, possibile che non si possa vedere la scelta invece come un atto costruttivo, che da' nuova linfa e vita alle vite di tutti?


Bacio!
Il mio esempio era più drammatico o se vuoi più terra terra......

Si tratta degli impegni di tutti i giorni, o delle emergenze della vita, ma questo spiega in parte l'incapacità di alcune persone a chiudere o, anche dopo la chiusura, a stare davvero lontane.

Quando hai un appuntamento con l'amante può succedere che la moglie ti chieda un favore. Se nel rapporto delle priorità l'amante conta di più, troverai il modo di scontentare la moglie per favorire l'amante o viceversa. Allo stesso modo se arriva un terremoto, o un innondazione, chi corri a salvare per primo??
Da questi semplici esempio puoi capire le tue priorità affettive
 

Bruja

Utente di lunga data
Verena

Questo ragionamento riecheggia quello del mio ex (e sempre meno mi convince), dal momento che è volto in negativo. La scelta è vista come una mannaia, uccido l'amante o la moglie? Chi è meno meritevole di morire?
Ci vedo in questo ragionamento un pizzico di egocentrismo


In questo do' ragione ad Ari, possibile che non si possa vedere la scelta invece come un atto costruttivo, che da' nuova linfa e vita alle vite di tutti?


Bacio!

Scusate se io sono molto più prosaica e tralascio le torri salvifiche a scelta.....
Cerchiamo di essere concreti, l'amante per sua definizione non è colui che ama ma colui che supplisce ad una necessità d'amore.......... una persona che riempie una lacuna.
Questo ruolo che può essere importante e costruttivo finchè si vuole è poi concretamente reale nella vita della persona solo se sostituisce il legame primario, diversamente è e resta subordinato, succedaneo, surrogato del rapporto preesistente.
Non sto a discutere sulla validità, veridicità o qualità dei sentimenti ma sulla collocazione che per la loro stessa natura hanno coloro che sono amanti.
Se partiamo da questo assunto dovremo avere la lucidità di capire che il modo di pensare verso queste persone sarà sempre oggettivo al problema che hanno risolto o tamponato. Dirò ancora qualcosa di assolutamente antipatico ma che i fatti supportano, l'amante salvo casi particolari in cui l'altro è anomalo, è sempre sacrificata in caso di impegni nel legame primario perchè all'amante si può dire una scusa e deve accettarla, la moglie è il marito le scuse le vogliono spesso documentate.
Altro argomento, che a molti parrà duro da intendere, se l'amante è sposato come noi capisce che gli impegni di famiglia sono primari al rapporto extraconiugale, se invece uno solo dei due è sposato, si formano due situazioni, chi ha famiglia che deve mediare le sue esigenze e quelle dell'amante libero/a e l'amante che deve assoggettarsi agli impegni ed alla scarsa libertà di azione dell'altro/a............ questo che spesso viene tacitamente accettato è trascurato come agente di frizione e crea tanti e tali malintesi che fare l'amante diventa snervante e scompensativo.
Ora se in una crisi di coppia inseriamo un'amante e aggiungiamo le problematiche che si porta dietro, pur risolvendo le mancanze che compensa vedrete che c'è materiale per rendersi conto che spessissimo il gioco vale appena la candela, e questo quando va bene.
Alla luce di tutto ciò è così incomprensibile che un amante dopo un po' venga trascurato/a, scaricato/a o sostituito con altro/a che fornisca ex novo il supporto emotivo-sentimentale-passionale e grazie alla freschezza del rapporto non avanzi pretese fastidiose!????????????
Non sto difendendo il ruolo dell'amante sia chiaro, ma vorrei dare delle chiavi di lettura che permettando di evitare di infilarsi in questo ruolo se poi, come spesso accade, risulta una perdita di tempo e, spesso, di autostima.........
Quello che posso pensare dell'amante esula dall'analisi di un ruolo che come donna ho sempre visto riduttivi e falsamente compensante............. quindi se comprendo il disagio del coniuge che deve affrontare l'azione del tradimento, dall'altra parte comprendo che l'amante non ha vita facile, ma in tutta questa disamina c'è la vera chance che è la marcia in più dell'amante, scegliere di non accettare quel ruolo. Un matrimonio può andare male, è nell'ordine delle cose, un rapporto da amante andato male è una perdita secca che lascia solo l'amaro in bocca e la percezione delle occasioni perdute.
Bruja
 
N

Non registrato

Guest
santo subito!

propongo una petizione per far nominare i tu marito "santo"...

p.s. la mi sorge un dubbio: non è che è così ben disposto vs te xchè in realtà lui ha un qualche scheletro nell'armadio? Un uomo normale non avrebbe reagito così...
 
F

Franceschina

Guest
risposte..

"Non registrato": no, io non credo che la sua sia la posizione di chi ha "la coda di paglia".. Che senso avrebbe? Lo dico perchè qui non si tratta di perdonare un tradimento, magari poichè a propria volta si è o si è stati colpevoli. Casomai questo avverrebbe se decidessimo di riprovarci. Allora si che lui dovrebbe decidere se perdonarmi o meno, ma ora come ora noi non siamo in questa condizione. Al contrario, stiamo decidendo se e come farla finita, poichè io non riesco a rinunciare a quest'altro uomo e vorrei il mio futuro con lui. Che poi io non riesca ancora ad essere risoluta e a prendere una decisione definitiva tenendo tutti in sospeso.. Come ho già detto so bene che questa è la mia più grande colpa.
Piuttosto, io credo invece che la ragione della sua "condiscendenza" sia da ricercare nel fatto che lui ci speri ancora, che speri che io decida di rimanere. E questo non so in che misura sia dovuto al suo amore per me, o piuttosto al suo non voler rinunciare a tutto quanto - nel bene e nel male - abbiamo comunque costruito insieme in questi dodici anni. Prime fra tutto il resto, la stabilità e la serenità che ci siamo sempre impegnati a dare a nostro figlio.. Gli stessi motivi per cui io stessa, ho talvolta sperato che ci fosse un modo per ricominciare, e per "staccarmi" dall'altro, dovendo poi constatare che erano speranze vane e forse nemmeno troppo "giuste" (nel senso che sarebbe giusto rinunciare a ciò che vorrei davvero per la mia vita, per tenere in piedi qualcosa che forse a quel punto non sarebbe nemmeno più in grado di sostenere gli stessi presupposti per cui io farei il "sacrificio"? E via discorrendo..)

Verena, capisco quello che vuoi dire, però purtroppo talvolta ci si trova proprio malgrado a rivestire il ruolo del "carnefice" e, per quanto mi riguarda, ti assicuro che ne farei volentieri a meno. Non credo che si tratti di smanie di protagonismo, ma sta di fatto che in questo caso sono io a dover decidere la fine di qualcosa di così importante in un senso o nell'altro e che la decisione principale spetta a me.
Non sai quante volte avrei voluto che potesse essere qualcun'altro a decidere al posto mio, ma come faccio a chiamarmi fuori da una situazione che io stessa ho creato? Non sarebbe invece questa la codardia più assoluta?

Bruja, ho capito che cosa intendi tu riguardo a chiedere il consulto di un sessuologo, ma a dire il vero io non ho mai considerato che questo fosse un problema di mio marito, quanto un problema della nostra coppia..
Non è forse vero che ci sono coppie che fra loro fanno scintille, mentre gli stessi componenti di quella coppia con altri partner non se la intendevano per niente? Succede spesso.. Ecco, io credo che sia tutta una questione di alchimia, un qualcosa che si crea fra due persone e che fra i due vive per sempre, o ad un certo punto muore, o in realtà non si è mai creato come avrebbe dovuto, e via discorrendo.. Ecco perchè dicevo che, nel nostro caso, sarebbe forse stato un tentativo dovuto se ci fosse stata anche solo una possibilità di ritrovarci... Ma è mai esistita questa possibilità? Può arrivare a tal punto - chiedevo - il "potere" di uno specialista?

Grazie ancora per i vostri interventi.
Francesca
 
Stato
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