ipazia
Utente disorientante (ma anche disorientata)
La ribellione non è limitata all’adolescenza: è una risposta naturale a contesti oppressivi o disfunzionali, sia familiari sia politici. Quando le strutture di potere — genitori, istituzioni, governi — impongono regole, aspettative o limitazioni rigide senza possibilità di negoziazione, l’individuo può reagire cercando autonomia, libertà e riconoscimento della propria identità.Ma tutto ciò non dovrebbe essere il naturale passaggio attraverso una fase di "ribellione" nell'adolescenza? Vabbè che oggi dire adolescenza vuol dire persona fino a 30/35 anni..
In contesti politici disfunzionali, la ribellione assume forme diverse: protesta, dissenso e critica contro norme ingiuste o ingiustificate; resistenza simbolica o culturale, quando azioni dirette sono rischiose; costruzione di spazi alternativi in cui sperimentare autonomia e creatività, come reti comunitarie o movimenti civici.
Come nella famiglia disfunzionale, la ribellione qui non è mai un fenomeno lineare o limitato nel tempo. Può essere ritardata, repressa, frammentata, oppure trasformarsi in un processo di adattamento continuo.
Chi vive in un contesto oppressivo spesso sviluppa strategie complesse per sopravvivere, proteggere sé stesso e mantenere un senso di agency, anche quando la disfunzionalità sembra totale.
Il punto centrale è che la ribellione è un meccanismo di sopravvivenza e autodeterminazione, non un capriccio o un segnale di immaturità. In ogni contesto disfunzionale, che sia familiare o politico, essa rappresenta la possibilità di uscire dal copione imposto e ricostruire autonomia e senso.