Per esempio... si guarda negli occhi la persona con cui si sta viaggiando e si dice: ehi, avevamo deciso di viaggiare insieme per condividere e così accrescere la gioia del vento tra i capelli, del profumo dell’erba appena tagliata, l’odore dei rami secchi brciati nei campi… mi sembra che invece questo viaggio ci stia portando altrove, oppure, semplicemente che siamo troppo presi dalla fatica del viaggio… Ho paura che ci stiamo perdendo il motivo, la ragione, la gioia del viaggio. E tu che ne pensi? Perché forse possiamo fermarci, scendere insieme, fare una pausa e una passeggiata nei campi o i riva al mare e magari ritrovarci per tornare a decidere, per riprogrammare il viaggio, la meta, i luoghi...
Ma io parlo da innamorato, mi rendo conto.
Comunque non è l'odore dei campi a chiamarti fuori da un finestrino di un treno o di una macchina in corsa, quello è altro: voglia di adrenalina, di trasgressione, di rischio, che ne so. Se il bisogno è quello di aspirare gli odori buoni della terra allora occorre scendere e camminare: quello secondo me è mettersi in gioco.
p.s.
(Fuor di metafora: io lo facevo sul treno che portava al mare, gridavo "via più veloce della luce" per far ridere le ragazze, avevo 16 anni ed ero un imbecille :mrgreen

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