...bisognerebbe distinguere a questo punto...
anche se generalizziamo, in sintesi possiamo riquadrare due tipi di tradimento:
quello occasionale e quello se vogliamo chiamarlo cosi, seriale...
il tradimento occasionale... anche se diverso per modalità e durata.. qualche mese, un anno... comunque rimane estraneo al comportamento " normale"del compagno... è appunto occasionale... non è comunque il suo stile di vita...
resta tutto il dolore e l'amarezza.. ma se veramente percepisci .. che è stata solo un occasione... perchè non riesci a perdonare, a dimenticare?
... se io fossi dalla parte di un traditore... e fossi consapevolemente conscio dell'errore che ho fatto... chiedendo una risoluzione.. e vedessi dall'altra parte un muro, un incomprensione... una volontà di non accettarmi e capirmi... mi chiederei ... con chi sono stato...possibile che sono stato amato .. solo perchè perfetto, sicuro, solido... e tutte le mie debolezze.. ... le mie imperfezioni?
allora non ami me, ma quello che vuoi vedere di me.. e che ti da sicurezza... sicurezza di non esser tradito.. di essere il meglio... io come un cane al guinzaglio...perchè se tocco o mino il tuo ego tutto si frantuma...
il traditore allora è stata la tua forza... fino a quando la tua forza... non l'ha messa alla prova...
e allora è grazie a lui che ami veramente...
partire dal presupposto che il tradimento sia qualificabile come un errore, più o meno occasionale, conduce a due conseguenze:
la prima, che la persona che ha tradito non era consapevole di quello che faceva, era in uno stato di temporanea incapacità, ed è quindi in qualche misura giustificabile;
la seconda (conseguenza della prima), l'aver scelto questa persona rimane una buona scelta.
il mondo del tradito, seppur con qualche iniziale scossone, resta comunque intatto.
partire dal presupposto che il tradimento possa essere, invece, espressione di una volontà consapevole, conduce ad altre conclusioni:
la persona che ha tradito ha manifestato e soddisfatto un suo desiderio, un suo bisogno, una parte di sè tenuta accuratamente nascosta all'altro.
si è rivelata per questo ipocrita, egoista, superficiale, sleale.
la scelta del tradito si rivela illusoria, fallimentare, il suo mondo da ricostruire.
mi dici quale delle due prospettive è più conveniente adottare?
l'essere umano tende ad evitare il dolore, se non altro a ridimensionarlo il più possibile per poterlo gestire.
è un meccanismo di difesa naturale.
"salvando" il traditore, il tradito salva prima di tutto se stesso.
si salva dal dolore, dalla paura, dal vuoto.
non è costretto ad invalidare la propria scelta, i suoi sentimenti, le sue sicurezze e il mondo che ci ha costruito sopra.
nella sfilza di pretesti accampati da chi tradisce c'è un barlume di onestà quando si dice che non si voleva far del male.
no, infatti si voleva far del bene, ma a se stessi!
nel momento in cui si tradisce, la figura del tradito scompare del tutto dalla visuale del traditore, o diventa comunque marginale.
e qui sì che si perde consapevolezza, ma dell'altro, della relazione con l'altro, dei sentimenti dell'altro, non di se stessi e del proprio operato.
vogliamo chiamarlo errore?
magari però, almeno per prudenza, non chiamiamolo amore.