minnie
Utente di lunga data
Ho dedicato i miei primi 38anni a costruirmi una carriera. Studiavo e lavoravo prima poi lavoravo lavoravo lavoravo poi.proprio perché una donna sa arrangiarsi che può raggiungere la piena soddisfazione lavorativa anche convivendo con figli gatti e cani.
Ho raggiunto una posizione di responsabilità all'interno di una grande azienda, una da rivista patinata per intenderci.
Dopo un paio di anni, consolidato (credevo) il ruolo, e visto che (finalmente!) anche il mio (adorato) compagno mi disse ok, metto in cantiere un bambino.
Come più probabile in una gravidanza tardiva, iniziano le grane: al terzo mese mi mettono immobile a letto.
Ok, penso. Mi organizzo.
Inizio a lavorare da casa, anzi dal letto, collegandomi con il portatile alla rete aziendale. Quando mi dicono che posso seppur con cautela muovermi, vado anche qualche volta in ufficio. La sera precedente al ricovero per il parto lavoro fino a mezzanotte, alle 5 del mattino ero in ospedale.
Torno a casa, e, seppur più a singhiozzo, continuo a lavorare.
Quando il bambino ha 5 mesi lo inserisco al nido, il giorno che ne compie 6 rientro al lavoro. Non avendo i miei vicini, lavoro 6 ore al giorno in modo da poterlo andare a prendere alla chiusura del nido.
In tutto questo premetto che non mi sento una madre modello, dato che il bambino passa almeno 9 ore al giorno al nido, dove certo si diverte, è ben accudito (sono stata fortunata) e impara un sacco di cose. Ma credo che il calore di una mamma per un bimbo così piccolo sia un'altra cosa.
Ora, nonostante tutto questo, mi hanno fatto capire (anzi praticamente detto) che questa maternità ha cambiato le cose: sono stata fisicamente lontana tanti mesi, ora lavoro ad orario ridotto, ogni tanto il bambino deve fare le vaccinazioni, le visite e in quei giorni arrivo più tardi ecc ecc.
In poche parole mi stanno togliendo (non economicamente, sarebbe troppo palese) il mio ruolo, la mia posizione.
Di storie come la mia ce ne sono a bizzeffe: leggetevi qualche forum di mamme o neo mamme.
La realizzazione professionale e l'essere genitori è nella stragrande maggioranza dei casi qualcosa ancora riservato ai papà, per le mamme nella maggior parte dei casi si deve scegliere: carriera o maternità.
Le pari opportunità servono solo ad alimentare dipendenti pubblici.