10 cose che ho capito sul tradimento

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minnie

Utente di lunga data
proprio perché una donna sa arrangiarsi che può raggiungere la piena soddisfazione lavorativa anche convivendo con figli gatti e cani.
Ho dedicato i miei primi 38anni a costruirmi una carriera. Studiavo e lavoravo prima poi lavoravo lavoravo lavoravo poi.
Ho raggiunto una posizione di responsabilità all'interno di una grande azienda, una da rivista patinata per intenderci.
Dopo un paio di anni, consolidato (credevo) il ruolo, e visto che (finalmente!) anche il mio (adorato) compagno mi disse ok, metto in cantiere un bambino.
Come più probabile in una gravidanza tardiva, iniziano le grane: al terzo mese mi mettono immobile a letto.
Ok, penso. Mi organizzo.
Inizio a lavorare da casa, anzi dal letto, collegandomi con il portatile alla rete aziendale. Quando mi dicono che posso seppur con cautela muovermi, vado anche qualche volta in ufficio. La sera precedente al ricovero per il parto lavoro fino a mezzanotte, alle 5 del mattino ero in ospedale.
Torno a casa, e, seppur più a singhiozzo, continuo a lavorare.
Quando il bambino ha 5 mesi lo inserisco al nido, il giorno che ne compie 6 rientro al lavoro. Non avendo i miei vicini, lavoro 6 ore al giorno in modo da poterlo andare a prendere alla chiusura del nido.
In tutto questo premetto che non mi sento una madre modello, dato che il bambino passa almeno 9 ore al giorno al nido, dove certo si diverte, è ben accudito (sono stata fortunata) e impara un sacco di cose. Ma credo che il calore di una mamma per un bimbo così piccolo sia un'altra cosa.
Ora, nonostante tutto questo, mi hanno fatto capire (anzi praticamente detto) che questa maternità ha cambiato le cose: sono stata fisicamente lontana tanti mesi, ora lavoro ad orario ridotto, ogni tanto il bambino deve fare le vaccinazioni, le visite e in quei giorni arrivo più tardi ecc ecc.
In poche parole mi stanno togliendo (non economicamente, sarebbe troppo palese) il mio ruolo, la mia posizione.
Di storie come la mia ce ne sono a bizzeffe: leggetevi qualche forum di mamme o neo mamme.
La realizzazione professionale e l'essere genitori è nella stragrande maggioranza dei casi qualcosa ancora riservato ai papà, per le mamme nella maggior parte dei casi si deve scegliere: carriera o maternità.
Le pari opportunità servono solo ad alimentare dipendenti pubblici.
 

Alce Veloce

Utente di lunga data
Ho dedicato i miei primi 38anni a costruirmi una carriera. Studiavo e lavoravo prima poi lavoravo lavoravo lavoravo poi.
Ho raggiunto una posizione di responsabilità all'interno di una grande azienda, una da rivista patinata per intenderci.
Dopo un paio di anni, consolidato (credevo) il ruolo, e visto che (finalmente!) anche il mio (adorato) compagno mi disse ok, metto in cantiere un bambino.
Come più probabile in una gravidanza tardiva, iniziano le grane: al terzo mese mi mettono immobile a letto.
Ok, penso. Mi organizzo.
Inizio a lavorare da casa, anzi dal letto, collegandomi con il portatile alla rete aziendale. Quando mi dicono che posso seppur con cautela muovermi, vado anche qualche volta in ufficio. La sera precedente al ricovero per il parto lavoro fino a mezzanotte, alle 5 del mattino ero in ospedale.
Torno a casa, e, seppur più a singhiozzo, continuo a lavorare.
Quando il bambino ha 5 mesi lo inserisco al nido, il giorno che ne compie 6 rientro al lavoro. Non avendo i miei vicini, lavoro 6 ore al giorno in modo da poterlo andare a prendere alla chiusura del nido.
In tutto questo premetto che non mi sento una madre modello, dato che il bambino passa almeno 9 ore al giorno al nido, dove certo si diverte, è ben accudito (sono stata fortunata) e impara un sacco di cose. Ma credo che il calore di una mamma per un bimbo così piccolo sia un'altra cosa.
Ora, nonostante tutto questo, mi hanno fatto capire (anzi praticamente detto) che questa maternità ha cambiato le cose: sono stata fisicamente lontana tanti mesi, ora lavoro ad orario ridotto, ogni tanto il bambino deve fare le vaccinazioni, le visite e in quei giorni arrivo più tardi ecc ecc.
In poche parole mi stanno togliendo (non economicamente, sarebbe troppo palese) il mio ruolo, la mia posizione.
Di storie come la mia ce ne sono a bizzeffe: leggetevi qualche forum di mamme o neo mamme.
La realizzazione professionale e l'essere genitori è nella stragrande maggioranza dei casi qualcosa ancora riservato ai papà, per le mamme nella maggior parte dei casi si deve scegliere: carriera o maternità.
Le pari opportunità servono solo ad alimentare dipendenti pubblici.
Presumendo in via del tutto ipotetica che tuo marito sia in grado di accettare/sostenere a sua volta la cosa, accetteresti di lasciare a lui la gestione che hai ora tu del figlio, in nome della carriera?
 

minnie

Utente di lunga data
Presumendo in via del tutto ipotetica che tuo marito sia in grado di accettare/sostenere a sua volta la cosa, accetteresti di lasciare a lui la gestione che hai ora tu del figlio, in nome della carriera?
Se lui fosse un'altra persona si.
Ma a parte il fatto che come già sapete è inaffidabile, lui ha sempre sostenuto che non rinuncerebbe alla sua di carriera per un figlio. Quando gli faccio presente la cosa ribadisce che lui guadagna più di me (si, 300 euro in più al mese) e che al limite al bambino ci possono pensare i suoi genitori (80 anni per uno e il fratello + grande da guardare) oppure che i miei dovrebbero trasferirsi nella nostra città....
Io però penso che siano i genitori a dover crescere i figli, non i nonni...
 

Alce Veloce

Utente di lunga data
Se lui fosse un'altra persona si.
Ma a parte il fatto che come già sapete è inaffidabile, lui ha sempre sostenuto che non rinuncerebbe alla sua di carriera per un figlio. Quando gli faccio presente la cosa ribadisce che lui guadagna più di me (si, 300 euro in più al mese) e che al limite al bambino ci possono pensare i suoi genitori (80 anni per uno e il fratello + grande da guardare) oppure che i miei dovrebbero trasferirsi nella nostra città....
Io però penso che siano i genitori a dover crescere i figli, non i nonni...
Certo, ma la mia domanda era intesa a chiarire che volendo, e se le persone coinvolte fossero all'altezza, la cosa potrebbe essere simmetrica e non solo problema delle donne.
Purtroppo si accetta ancora l'idea del "genitore preferenziale", cioè la madre, in stile tipicamente italiano-mammonesco.
In realtà il problema sorge non davanti ad istituzioni od organizzazioni aziendali che "discriminano", ma bensì ad un problema oggettivo: i figli tolgono spazio al resto.
Ora un'azienda può benissimo decidere di facilitare le cose ad una madre od un padre impegnati genitorialmente, ma non si può chiudere gli occhi di fronte al fatto che 6 ore non possono rendere come 8. E' aritmetica.
Inoltre se guardiamo potremmo addirittura ipotizzare, soprattutto a livello dirigenziale, una minor resa del lavoratore/genitore in quanto ha probabilmente la mente più occupata rispetto ad un single che (come ogni azienda vorrebbe) si potrebbe dedicare anima e corpo al lavoro.

Il dirigente inteso all'italiana è quello che fa l'orario che vuole, tanto comanda lui, ma inteso in senso aziendalista è quello che si porta il lavoro pure al cesso, quando tromba, in vacanza e sul letto di morte.
Le aziende sono organismi che producono reddito, non possono essere gestite come opere pie.
Il buonsenso può certo smussare gli spigoli, ma non può onestamente valutare le 6 ore di tizio allo stesso valore delle 8 di caio a parità di professionalità e preparazione. Sbaglio di grosso?
 

Alce Veloce

Utente di lunga data
Intendo dire: i figli sono un dono della vita, ma come tutto nella vita hanno il loro prezzo.
Chi fa figli deve accettare i compromessi che ne derivano.
Che poi si sia in due ad avere figli, purtroppo questo non solo lo si dimentica, ma addirittura alcuni non lo prendono proprio in considerazione né prima né dopo averli avuti.
 

dave.one

Utente di lunga data
Se lui fosse un'altra persona si.
Ma a parte il fatto che come già sapete è inaffidabile, lui ha sempre sostenuto che non rinuncerebbe alla sua di carriera per un figlio. Quando gli faccio presente la cosa ribadisce che lui guadagna più di me (si, 300 euro in più al mese) e che al limite al bambino ci possono pensare i suoi genitori (80 anni per uno e il fratello + grande da guardare) oppure che i miei dovrebbero trasferirsi nella nostra città....
Io però penso che siano i genitori a dover crescere i figli, non i nonni...
Quando si parla di genitori, figli e nonni, mi viene da pensare alla relazione che ho "impostato" con i miei genitori.
Loro erano (sono) disponibilissimi, soprattutto mia madre (mio padre di meno, ma era anche malato).
Però abbiamo pensato, di comune accordo, io e mia moglie, che fosse giusto non approfittarne della loro disponibilità. Quindi fintanto fosse possibile, ce ne siamo sempre occupati noi.
Forse è meglio così, in quanto ai bambini devi far capire bene qual'è casa loro. Con i nonni, spesso, ma non sempre, c'è il rischio che i bimbi siano "viziati" (nel senso buono del termine) e che poi sia difficile correggere un atteggiamento acquisito. In pratica si rischia di fare un doppio lavoro.
Quindi, io in primis, ho sempre fatto in modo di non approfittarne, anche quando ci sarebbe stata la possibilità di lasciarli, ad esempio, per un fine settimana e così tirare il fiato assieme a mia moglie.
Che abbia sbagliato in qualcosa? Forse sì, forse no. Ma è soltanto un'esperienza, e cmq sia io che mia moglie siamo contenti dei nostri bambini, così come lo sono i nonni e tante altre persone che li conoscono.
 

Anna A

Utente di lunga data
Quando si parla di genitori, figli e nonni, mi viene da pensare alla relazione che ho "impostato" con i miei genitori.
Loro erano (sono) disponibilissimi, soprattutto mia madre (mio padre di meno, ma era anche malato).
Però abbiamo pensato, di comune accordo, io e mia moglie, che fosse giusto non approfittarne della loro disponibilità. Quindi fintanto fosse possibile, ce ne siamo sempre occupati noi.
Forse è meglio così, in quanto ai bambini devi far capire bene qual'è casa loro. Con i nonni, spesso, ma non sempre, c'è il rischio che i bimbi siano "viziati" (nel senso buono del termine) e che poi sia difficile correggere un atteggiamento acquisito. In pratica si rischia di fare un doppio lavoro.
Quindi, io in primis, ho sempre fatto in modo di non approfittarne, anche quando ci sarebbe stata la possibilità di lasciarli, ad esempio, per un fine settimana e così tirare il fiato assieme a mia moglie.
Che abbia sbagliato in qualcosa? Forse sì, forse no. Ma è soltanto un'esperienza, e cmq sia io che mia moglie siamo contenti dei nostri bambini, così come lo sono i nonni e tante altre persone che li conoscono.
che poi i bambini si abituano a tutto subito, quindi anzichè rinunciare al we fuori meglio portarli e programmare tutto con loro. certo, va messo in conto che si vive tutti insieme e che le loro esigenze vanno rispettate, ma se sono responsabilizzati subito e coinvolti nelle attività è un piacere infinito fare tutto insieme.
il guaio è che troppo spesso sono i genitori a non aver mai smesso di essere figli viziati...
 
Quindi, mi sorge questa domanda...ogni volta che mancherà passione - eppure non avevamo problemi a letto, anzi... però posso ammettere che anche li possa subentrare la routine - dovrò iniziare a sospettare un suo tradimento? Sto riflettendo, perchè se lui ogni volta a bisogno di nuove passioni, allora è inutile continuare...Riscoperta della passione... mi brucia davvero non essermi accorta che lui l aveva persa con me e ritrovata da un'altra parte. :incazzato:
No...
I casi sono due...
O ti ritrovi un pantofolaio che ti tradisce con il telecomando della tv, o trovi uno che fa di tutto per non perdere la SUA passione di vivere.
Una bella sfida no per una donna?
Trovare sempre nuove emozioni per lui.
E mi raccomando non gettare sempre acqua sul fuoco...
Qualche volta come dire...fa la pazza no?
Sempre cercare di tenere l'attenzione su di lui...
Ti tradisce con il pc? Quando mai vedrò una mano con le unghie laccate mettersi sul monitor? E una lingua che mi sussurra cosettine all'orecchio?
Non capita no?
Diamoci sempre e comunque per scontati...
Mai una fantasia, tutto e sempre un continuo brodo...e vedrai l'effetto...
Tu tieni sempre sedotto il tuo uomo...e vedrai che non avrà tempo per distrazioni...
 
Ho dedicato i miei primi 38anni a costruirmi una carriera. Studiavo e lavoravo prima poi lavoravo lavoravo lavoravo poi.
Ho raggiunto una posizione di responsabilità all'interno di una grande azienda, una da rivista patinata per intenderci.
Dopo un paio di anni, consolidato (credevo) il ruolo, e visto che (finalmente!) anche il mio (adorato) compagno mi disse ok, metto in cantiere un bambino.
Come più probabile in una gravidanza tardiva, iniziano le grane: al terzo mese mi mettono immobile a letto.
Ok, penso. Mi organizzo.
Inizio a lavorare da casa, anzi dal letto, collegandomi con il portatile alla rete aziendale. Quando mi dicono che posso seppur con cautela muovermi, vado anche qualche volta in ufficio. La sera precedente al ricovero per il parto lavoro fino a mezzanotte, alle 5 del mattino ero in ospedale.
Torno a casa, e, seppur più a singhiozzo, continuo a lavorare.
Quando il bambino ha 5 mesi lo inserisco al nido, il giorno che ne compie 6 rientro al lavoro. Non avendo i miei vicini, lavoro 6 ore al giorno in modo da poterlo andare a prendere alla chiusura del nido.
In tutto questo premetto che non mi sento una madre modello, dato che il bambino passa almeno 9 ore al giorno al nido, dove certo si diverte, è ben accudito (sono stata fortunata) e impara un sacco di cose. Ma credo che il calore di una mamma per un bimbo così piccolo sia un'altra cosa.
Ora, nonostante tutto questo, mi hanno fatto capire (anzi praticamente detto) che questa maternità ha cambiato le cose: sono stata fisicamente lontana tanti mesi, ora lavoro ad orario ridotto, ogni tanto il bambino deve fare le vaccinazioni, le visite e in quei giorni arrivo più tardi ecc ecc.
In poche parole mi stanno togliendo (non economicamente, sarebbe troppo palese) il mio ruolo, la mia posizione.
Di storie come la mia ce ne sono a bizzeffe: leggetevi qualche forum di mamme o neo mamme.
La realizzazione professionale e l'essere genitori è nella stragrande maggioranza dei casi qualcosa ancora riservato ai papà, per le mamme nella maggior parte dei casi si deve scegliere: carriera o maternità.
Le pari opportunità servono solo ad alimentare dipendenti pubblici.
Non per vantarmi eh?
Ma anche mia figlia andò al nido e secondo me ho scoperto che un bambino ha tanto bisogno di stare con i bambini più grandi che emula a nastro. Dato che mia moglie aveva certi orari di lavoro, mi sono preso io l'impegno in quei due anni, dato che avevo ultimato quella stagione di concerti, di portare mia figlia al nido. Ricordo con tenerezza infinita quella cosa...al mattino sveglia, colazione, vestirla...i guai...quando ehm...appena vestita si sporcava...poi al nido..prima in braccio e poi manina manina...armadietto cambio delle scarpe ecc..ecc...ecc..
Se devo essere sincero...una figlia impegna tanto...mi ha sottratto parecchio tempo da piccola...non mi lasciava mai studiare ecc..ecc..ecc...
Pari opportunità o condivisione dei ruoli?
La mamma poi è sempre la mamma.
Quando si ammalava erano cazzi...voleva la mamma...ma io ho sempre mandato mia moglie al lavoro dato che io potevo gestire il mio come volevo.
Sul fatto di essere marito, mia moglie se ne sbatte, ma non transige sul fatto che io sia un padre affidabile e responsabile.
Ricordo una domenica che io e mia figlia andammo in gita con il coro...e mia moglie rimase a casa per studiare per gli esami...
Quando fummo a trieste in fondo ad una grotta...mia figlia disse...guardando in alto..." Papi, figurati se veniva la mamma se riuscivamo a fare questa cosa qui, quella ha paura di tutto".
E quando partivo per concerti capricci a nastro...anch'iooooooooooo...voglio l'aereoooooooooooooo...

Ovvio ora tutto questo non c'è più.
Ora sono un maschio no?
E mi dice...che le preadolescenti sono molto nervose e suscettibili...e che presto avrà bisogno degli assorbenti dell'Hello Kitty.
Porco mondo, ogni giorno che passa si fa femmina iena. XD.
 
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO...hello kitty nooooooooooo!!!!!!! :eek: :eek:
Tu non hai idea di lei e le sue amiche...cosa non si dicono...cosa non fanno...ovvio io ora in quanto maschio sono stupido eh?
E vuoi mettere il mondo di Patty?
E tutte le cretinerie possibili e immaginabili?
Però sono fiero di me...oggi le ho insegnato a pulirsi la camera e lei lo fa...altrimenti le ho detto la sua camera verrà invasa da me e altri maschi.
 

MK

Utente di lunga data
Ho dedicato i miei primi 38anni a costruirmi una carriera. Studiavo e lavoravo prima poi lavoravo lavoravo lavoravo poi.
Ho raggiunto una posizione di responsabilità all'interno di una grande azienda, una da rivista patinata per intenderci.
Dopo un paio di anni, consolidato (credevo) il ruolo, e visto che (finalmente!) anche il mio (adorato) compagno mi disse ok, metto in cantiere un bambino.
Come più probabile in una gravidanza tardiva, iniziano le grane: al terzo mese mi mettono immobile a letto.
Ok, penso. Mi organizzo.
Inizio a lavorare da casa, anzi dal letto, collegandomi con il portatile alla rete aziendale. Quando mi dicono che posso seppur con cautela muovermi, vado anche qualche volta in ufficio. La sera precedente al ricovero per il parto lavoro fino a mezzanotte, alle 5 del mattino ero in ospedale.
Torno a casa, e, seppur più a singhiozzo, continuo a lavorare.
Quando il bambino ha 5 mesi lo inserisco al nido, il giorno che ne compie 6 rientro al lavoro. Non avendo i miei vicini, lavoro 6 ore al giorno in modo da poterlo andare a prendere alla chiusura del nido.
In tutto questo premetto che non mi sento una madre modello, dato che il bambino passa almeno 9 ore al giorno al nido, dove certo si diverte, è ben accudito (sono stata fortunata) e impara un sacco di cose. Ma credo che il calore di una mamma per un bimbo così piccolo sia un'altra cosa.
Ora, nonostante tutto questo, mi hanno fatto capire (anzi praticamente detto) che questa maternità ha cambiato le cose: sono stata fisicamente lontana tanti mesi, ora lavoro ad orario ridotto, ogni tanto il bambino deve fare le vaccinazioni, le visite e in quei giorni arrivo più tardi ecc ecc.
In poche parole mi stanno togliendo (non economicamente, sarebbe troppo palese) il mio ruolo, la mia posizione.
Di storie come la mia ce ne sono a bizzeffe: leggetevi qualche forum di mamme o neo mamme.
La realizzazione professionale e l'essere genitori è nella stragrande maggioranza dei casi qualcosa ancora riservato ai papà, per le mamme nella maggior parte dei casi si deve scegliere: carriera o maternità.
Le pari opportunità servono solo ad alimentare dipendenti pubblici.
:up:
 

Chiara Matraini

Senora de la Vanguardia
Certo, ma la mia domanda era intesa a chiarire che volendo, e se le persone coinvolte fossero all'altezza, la cosa potrebbe essere simmetrica e non solo problema delle donne.
Purtroppo si accetta ancora l'idea del "genitore preferenziale", cioè la madre, in stile tipicamente italiano-mammonesco.
In realtà il problema sorge non davanti ad istituzioni od organizzazioni aziendali che "discriminano", ma bensì ad un problema oggettivo: i figli tolgono spazio al resto.
Ora un'azienda può benissimo decidere di facilitare le cose ad una madre od un padre impegnati genitorialmente, ma non si può chiudere gli occhi di fronte al fatto che 6 ore non possono rendere come 8. E' aritmetica.
Inoltre se guardiamo potremmo addirittura ipotizzare, soprattutto a livello dirigenziale, una minor resa del lavoratore/genitore in quanto ha probabilmente la mente più occupata rispetto ad un single che (come ogni azienda vorrebbe) si potrebbe dedicare anima e corpo al lavoro.

Il dirigente inteso all'italiana è quello che fa l'orario che vuole, tanto comanda lui, ma inteso in senso aziendalista è quello che si porta il lavoro pure al cesso, quando tromba, in vacanza e sul letto di morte.
Le aziende sono organismi che producono reddito, non possono essere gestite come opere pie.
Il buonsenso può certo smussare gli spigoli, ma non può onestamente valutare le 6 ore di tizio allo stesso valore delle 8 di caio a parità di professionalità e preparazione. Sbaglio di grosso?

No. hai descritto perfettamente la realtà.
 

Alispezzate

Utente di lunga data
No...
I casi sono due...
O ti ritrovi un pantofolaio che ti tradisce con il telecomando della tv, o trovi uno che fa di tutto per non perdere la SUA passione di vivere.
Una bella sfida no per una donna?
Trovare sempre nuove emozioni per lui.
E mi raccomando non gettare sempre acqua sul fuoco...
Qualche volta come dire...fa la pazza no?
Sempre cercare di tenere l'attenzione su di lui...
Ti tradisce con il pc? Quando mai vedrò una mano con le unghie laccate mettersi sul monitor? E una lingua che mi sussurra cosettine all'orecchio?
Non capita no?
Diamoci sempre e comunque per scontati...
Mai una fantasia, tutto e sempre un continuo brodo...e vedrai l'effetto...
Tu tieni sempre sedotto il tuo uomo...e vedrai che non avrà tempo per distrazioni...
Grazie del suggerimento. Ma quindi, riflessione: è colpa mia che non ho avuto sufficiente fantasia...? come dire, sarebbe stato meglio se avessi di fatto piu la porca. Che palle però, vederla così...doversi inventare sempre qualcosa per dire "oh, guarda da questa parte!" ... come se lui fosse un troglodita - e probabilmente lo è - che ha bisogno continuamente di essere stimolato. Ma voi uomini siete davvero così? Io non so come funzioni dopo tanti e tanti anni in una coppia ma se io con lui devo essere questa...io non sono questa. Non ho questo carattere, nè autostima sufficiente per arrotolarmi come una panterona tra le lenzuola. Anzi, in genere mi viene da ridere, solo se ci penso! Ho un rapporto complicato con me stessa, specie dopo quello che è successo. Mi immagino sta tipa dell'est che gli sgranfia la schiena e gli grida parolone da porca mentre lo fanno. E io mi sento una nullità.
La fantasia, c'è stata...Risvegliarla? Magari... se non fosse che ho questa difficoltà ad esprimermi o prendere l'iniziativa. Specie ora che non appena mi sfiora piango. E anche lui fa fatica a farmi capire cosa gli piace. Bah....non mi rimane che praticare l'astinenza, almeno gli creo un pò d'attesa :rotfl:
 

Sid

Utente di lunga data
Ascolta...
Se l'esperienza è stata deludente, ti daresti le sberle in faccia e ti dici, ma guarda che cagata. Ma metti che se vieni scoperto, l'orgoglio ti fa dire cose che non sono.
Piuttosto dato che per chi ha compiuto certe cose, si dice, beh in fondo non è una cosa così che ti lascia segni, ti dici, beh...se ricapita?

Infine se uno ha infranto un tabù, poi si riscopre più debole eh?
Del resto detto tra me e te, io so di affascinare donne solo della mia risma eh? Non le santarelline. Quelle mi temono.
Ma le rispetto eh?
quello che scrivi da un lato evidenzia ulteriormente scarsa onestà, perchè già il tradimento è un comportamento - fra le altre cose - anche non onesto. Se ho sbagliato devo avere il coraggio di ammetterlo. Non è trovando delle scuse che posso sperare di essere migliore anche solo davanti allo specchio.

Dall'altro lato, ammettiamo pure che il traditore debba in qualche modo sostenere la propria autostima e neghi di aver fatto qualcosa di grave. Per lui magari è vero che non lo percepisce come grave, ma nell'ottica della relazione tradita e del tradito che sta male, l'assenza di pentimento è uno schiaffo ulteriore. Mi ripeto: non è necessario pentirsi. Ma se così è, c'è poco da scandalizzarsi che il tradito a sua volta non riesca a perdonare e non abbia questo gran stimolo a ricostruire.
 
Grazie del suggerimento. Ma quindi, riflessione: è colpa mia che non ho avuto sufficiente fantasia...? come dire, sarebbe stato meglio se avessi di fatto piu la porca. Che palle però, vederla così...doversi inventare sempre qualcosa per dire "oh, guarda da questa parte!" ... come se lui fosse un troglodita - e probabilmente lo è - che ha bisogno continuamente di essere stimolato. Ma voi uomini siete davvero così? Io non so come funzioni dopo tanti e tanti anni in una coppia ma se io con lui devo essere questa...io non sono questa. Non ho questo carattere, nè autostima sufficiente per arrotolarmi come una panterona tra le lenzuola. Anzi, in genere mi viene da ridere, solo se ci penso! Ho un rapporto complicato con me stessa, specie dopo quello che è successo. Mi immagino sta tipa dell'est che gli sgranfia la schiena e gli grida parolone da porca mentre lo fanno. E io mi sento una nullità.
La fantasia, c'è stata...Risvegliarla? Magari... se non fosse che ho questa difficoltà ad esprimermi o prendere l'iniziativa. Specie ora che non appena mi sfiora piango. E anche lui fa fatica a farmi capire cosa gli piace. Bah....non mi rimane che praticare l'astinenza, almeno gli creo un pò d'attesa :rotfl:
Est modus in rebus. Leggi le 4 aragoste di Cleo.
La colpa nasce casomai se una è troppo rigida e non le va mai di accondiscendere alle fantasie di lui, insomma quando non c'è quel clima complice e giocoso, che tiene vivo il desiderio.
L'astinenza...l'attesa nooooooooooooooooo...poverino...dai...nooooooooooooooo...l'attesa noooooooooooooooooo...deleteriaaaaaaa...
Sul rosso non ci cascare...sono solo proiezioni tue...lascia perdere...
Insomma poi dipende da uomo a uomo eh?
C'è quello che neanche se ti metti superfiga ti nota eh?
Non so....io ad esempio vado matto, matto per organizzare dei bei momentini o giochini vari...
 

MK

Utente di lunga data
La colpa nasce casomai se una è troppo rigida e non le va mai di accondiscendere alle fantasie di lui, insomma quando non c'è quel clima complice e giocoso, che tiene vivo il desiderio.
Se le fantasie sono quelle di lui il clima complice non ci può essere eh.
 
quello che scrivi da un lato evidenzia ulteriormente scarsa onestà, perchè già il tradimento è un comportamento - fra le altre cose - anche non onesto. Se ho sbagliato devo avere il coraggio di ammetterlo. Non è trovando delle scuse che posso sperare di essere migliore anche solo davanti allo specchio.

Dall'altro lato, ammettiamo pure che il traditore debba in qualche modo sostenere la propria autostima e neghi di aver fatto qualcosa di grave. Per lui magari è vero che non lo percepisce come grave, ma nell'ottica della relazione tradita e del tradito che sta male, l'assenza di pentimento è uno schiaffo ulteriore. Mi ripeto: non è necessario pentirsi. Ma se così è, c'è poco da scandalizzarsi che il tradito a sua volta non riesca a perdonare e non abbia questo gran stimolo a ricostruire.
Senti SId...
Io non ho MAI conosciuto in vita mia una donna che sia stata onesta con me.
Ergo, ho agito di conseguenza.
Se io avessi conosciuto una donna onesta con me, sicuramente non sarei finito in certe situazioni.

Io non mi pento per interesse eh?
Le lacrime di coccodrillo, non mi appartengono.
Mi assumo sempre le responsabilità in prima persona e non le scarico sugli altri.
Ma quando ho pagato il conto con gli interessi, mi sento libero e a posto con la mia coscienza.
Tu trova una donna a cui io abbia mentito, una a cui io abbia mai fatto mancare qualcosa...
Tu trovala e presentamela.
Dico solo questo...io non lascio una donna perchè mi imbroglia.
Mi dico solo: " Ok conte, hai al tuo fianco un'imbrogliona.!".
 
Se le fantasie sono quelle di lui il clima complice non ci può essere eh.
Tu credi?
Ma sai tu che capita se le fantasie diventano le nostre fantasie?
Finalmente si è in due...e non uno tira e l'altro si adegua.
Casso un po' d'iniziativa no? Di spirito...
Fidati sai meglio di me che le donne hanno fantasie...ma che fanno molta fatica ad esternarle per paura di un giudizio....
 

MK

Utente di lunga data
Tu credi?
Ma sai tu che capita se le fantasie diventano le nostre fantasie?
Finalmente si è in due...e non uno tira e l'altro si adegua.
Casso un po' d'iniziativa no? Di spirito...
Fidati sai meglio di me che le donne hanno fantasie...ma che fanno molta fatica ad esternarle per paura di un giudizio....
Mica tutte :D. E soprattutto, quando si trova l'uomo giusto non c'è problema...
 
Stato
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