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Jacaranda

Utente di lunga data
La soluzione sarebbe lasciarsi. O provare a risolvere semmai. Molti rimangono sempre nel mezzo però.
Molti rimangono nel mezzo perche vogliono di piu’ senza dover rinunciare a quello che gia’ hanno.
Rapporto di lunga durata e passione fragorosa sono inconciliabili ma sai che se segui la passione questa durera’ il giusto e avrai perso la stabilita’ e il progetto che hai costruito e a cui nonostante tutto tieni.. allora inizi a raccontar balle per avere entrambe le cose.
Molto semplice.
 
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Jacaranda

Utente di lunga data
Lei ha cancellato i suoi messaggi quindi tu leggi le risposte degli altri e non le sue a meno che non siano quotate
Le era stato chiesto cosa cercasse, quale fosse la sua paura, le era stato consigliato di investire su se stessa, di uscire e conoscere gente
Ha risposto subito male a tutti, ovvio che se ti consiglio di conoscere qualcuno e mi rispondi che già fai tutto e che sei perfetta e gli altri fanno tristezza, il dubbio che te la tiri mi viene eh…
Lei allucinante, comunque …
Direi ipersensibile fuori misura
 

Jacaranda

Utente di lunga data
Vedi che si leggono cose diverse.
Ad esempio anch’io, come Ipazia, sono rimasta colpita da “la solitudine fa schifo”.
A me non fa schifo, anzi sto proprio bene con me stessa, anche se la mia è parziale perché ho due figli.
Ma, avendo amiche che pensano la stessa cosa, con tutto il diritto di essere diverse, ho contenuto il mio impulso di contestarle quella affermazione.
La solitudine ti fa schifo quando non ami rimanere da solo con te stesso, perche se non hai altri che ti danno conferme non riesci a dartene da solo.
 

Etta

Utente di lunga data
Molti rimangono nel mezzo perche vogliono di piu’ senza dover rinunciare a quello che gia’ hanno.
Rapporto di lunga durata e passione fragorosa sono inconciliabili ma sai che se segui la passione questa durera’ il giusto e avrai perso la stabilita’ e il progetto che hai costruito e a cui nonostante tutto tieni.. allora inizi a raccontar balle per avere entrambe le cose.
Molto semplice.
La classica “botte piena e moglie ubriaca”.
 

Jacaranda

Utente di lunga data
Portando la mia esperienza posso dire che nel mio matrimonio il sesso è mai stato al primo posto, non per il mio attingere da altrove, ma proprio perché lo abbiamo sempre reputato uno degli elementi, non l’elemento. Negli anni in cui sono rimasto senza amante, il sesso non è aumentato o diminuito. Ad essere onesti non abbiamo nemmeno un ritmo. A volte stiamo un mese senza, a volte in una settimana lo facciamo tutti i giorni.
Il sesso coniugale naturalmente ha nulla a che vedere con il sesso fedifrago, non perché l’amante sia meglio o peggio della moglie, ma proprio per il tipo di rapporto.
Il sesso coniugale, quantomeno il mio è un passaggio piacevole di rilassame e silenzio.
Il sesso fedifrago e‘ una cavalcata.
Ma mica per la natura dell’amante, bensì per la natura del rapporto.
Un rapporto basato sul niente, per liquidare un amante difatti basta un sms.
Ciò che io esigo nel mio rapporto di coppia ufficiale è il non farsi mancare di fare cose insieme diverse dalla spesa.
Io e mia moglie siamo attivi socialmente, facciamo cose per altri che non voglio dettagliare. Ma non ci facciamo mancare esperienze di coppia, a volte facciamo corsi insieme, o partecipiamo a serate educative o a eventi sportivi ove ci si può iscrivere solo in coppia o a serate di degustazione ecc ecc.
Potrei anche rinunciare al sesso per sempre con lei, ma non a questa intesa che abbiamo che ci porta a crescere ed a divertirci insieme.
Quando condividemmo la nostra possibile infedeltà ad esempio, la chiacchierata duro‘ ben 12 minuti.
Non che non si discuta, anche animantamente, a volte stiamo pure un giorno senza parlarci, ma mai una sera ci siamo addormentati arrabbiati tra noi, mai da che la conosco, quindi circa 30 anni.
Per questo dico che tra le Farfalle nello stomaco e il piattume alias abitudine c’è un mondo di mezzo.
Peraltro per me abitudine e‘ nulla di negativo, pure con l’amante sono abitudinario e casualmente le amanti che si sono intercalate nella mia vita, hanno apprezzato molto il far parte di qualcosa di…abitudinario…
Dovremmo invece abituarci tutti a tornare a vivere serenamente le abitudini, da non confondere con menefregismo.
Io sto con mia moglie perché non voglio perdere l’abitudine a sentirmi parte della sua vita.
Beh si… grazie al ca..xo.. hai tutto.. piacevoli abitudini e cavalcate
Diverso se tua moglie invece di dirti okkei
In quei 12 minuti ti avesse detto: “senti bello…o me o le tue cavalcanti evasioni..” Una risposta che ti blocca il resto puo’ far diventare piu’ noiosa la condivisione?
Chiedo
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Beh si… grazie al ca..xo.. hai tutto.. piacevoli abitudini e cavalcate
Diverso se tua moglie invece di dirti okkei
In quei 12 minuti ti avesse detto: “senti bello…o me o le tue cavalcanti evasioni..” Una risposta che ti blocca il resto puo’ far diventare piu’ noiosa la condivisione?
Chiedo
Per poterti rispondere dovrei trovarmici. Con i se lascio parlare gli altri. Qui va di moda parlare di esperienze altrui o di cose non vissute. Piuttosto che rispondere una cosa che non so, taccio. Di mio posso dire che prima dell’attuale amante, sono stato tre anni interi fedele. Non che mi sia annoiato di più o di meno, di fatto il mio matrimonio va avanti come lo abbiamo impostato a prescindere da eventuale extra. Piuttosto mi farei un altra domanda. Finisse il matrimonio, una volta ripresomi, sarei capace di rimanere solo come lo restano tante donne o piuttosto che rimanere solo mi troverei qualcosa di mediocre Tipo una gestora da vedere a bimestre?Conoscendomi direi che rimarrei solo piuttosto che contentarmi. Ma come dicevo sopra, con i se si va da nessuna parte.
 

abebis

Utente di lunga data
WhatsApp Image 2022-05-17 at 20.56.32.jpegWhatsApp Image 2022-05-17 at 20.56.32.jpeg

Scherzi a parte, voglio rispondere a @Febe , ché tanto lo so che continua a leggere, anche se se la tira... ;)

Voglio rispondere anche perché mi ci sono ritrovato: prima da studente, appena laureato. Ho dovuto prendere delle decisioni e questo ha avuto delle conseguenze.
Poi da lavoratore (NdR, per febe: con una donna diversa, causa le conseguenze di cui sopra...): quando abbiamo deciso di sposarci, io ero già "stabilizzato", la mia futura moglie era, per così dire, più "fluida". Decidendo di mettere su famiglia, abbiamo dovuto prendere delle decisioni, e anche questo ha avuto delle conseguenze: considerato che io ero già stabilizzato, mia moglie ha ristretto il campo di ricerca. Fortunatamente, avendo una certa professionalità, è riuscita a trovare un lavoro adeguato in un raggio altrettanto adeguato. Non è detto però che se fosse stata single sarebbe rimasta in zona, anzi tutt'altro.

La morale qual è? È banalmente che, ad un certo punto, se decidi di voler essere una coppia non puoi pensare esclusivamente come se tu fossi un single.
Più che considerarli compromessi, però, a me piace considerarle "scelte" ma, per poter essere delle scelte, è necessario che l'alternativa sia appetibile.

Se il punto di partenza è questo

Febe ha detto:
la solitudine fa schifo. Penso che faccia schifo a chiunque. E chi non lo dice è un bugiardo.
ciò dimostra due cose: primo, che l'alternativa non è appetibile ma è considerata "il male", e questo è male; secondo, che @Febe non è una persona disposta al dialogo, presuntuosa e arrogante (e anche permalosa, vista la sua sparizione dal forum).

Con che diritto si arroga il potere di trasformare in oggettivo un giudizio che è soggettivo? E bollare in automatico come bugiardo chi afferma di non pensarla come lei?

Io da sempre ho pensato che da solo ci sto bene un casino e che se devo stare con una donna ci sto solo se questa presenza è un'aggiunta alla mia meravigliosa singletudine e non, viceversa, che stare da soli è una "diminutio" rispetto alla "naturale condizione" dello stare in coppia! Quelli che la pensano come Febe sono quelli che finiscono per accoppiarsi (in genere infelicemente) con la qualunque pur di stare in coppia. La mia ragazza dell'università la pensava così: ricordo discussioni infinite su questo tema... :( So che adesso ha cambiato opinione: me lo ha riconosciuto a distanza di anni.

E in base al "febepensiero" questo mio pensiero cosa farebbe di me? Una persona non esistente? Un bugiardo? Ma va' a cagher... :)

Un consiglio a febe: io, se fossi in te, con l'orologio biologico che rintocca in testa come il Big Ben e nessuna prospettiva di un maschio papabile a breve, andrei semplicemente in una banca del seme e mi farei un figlio per conto mio! Non sto scherzando, eh? È un consiglio serio. Conosco una donna, qui, che l'ha fatto. In realtà, credo che in Italia non si possa fare (per certi versi, l'Italia è ancora parecchio arretrata, ahimè...) però nessuno ti vieta l' "opzione Rimini": una settimana di vacanza a Rimini d'agosto, scelta a cavallo dell'ovulazione (chiedere a etta consigli sul muco...), e trombi come se non ci fosse un domani con chiunque capiti a tiro, così unisci l'utile al dilettevole... :ROFLMAO:.
Senza neanche chiedere il nome, così poi non hai la tentazione di rintracciare il padre biologico in un futuro.
Al massimo, scrivi un musical sulla tua storia... Ah, no: l'hanno già fatto, sorry!

Con questa possibilità la natura ha dato alle femmine un vantaggio biologico che purtroppo è precluso ai maschi, anche se ai maschi resta la consolazione di non avere una data di scadenza stampigliata dentro le palle.

Infine, sempre per @Febe: ho letto (sempre tra le cose che hai cancellato ma che altri hanno citato... :ROFLMAO: ) che
senti mi fai la cortesia di non commentare? Non sono disperata, lo sarà la tua amica. Non sono cagacazzi, non me lo hai mai detto nessuno, nè uomini, nè donne. La tua esperienza di vita quale è? Non che mi interessi, ma voglio sapere dall'alto di non si sa bene cosa parli.
Allora io ti dico: sì, sei una cagacazzi!
Ecco: ora qualcuno te l'ha detto...
Vai in pace. :)
 

spleen

utente ?
Ciao :)

questo è lo spunto che ha interessato anche me.

Quel post mi ha incuriosita.

Per me, fra l'altro, che ho sempre trovato più interessante la solitudine e la compagnia di me stessa, rispetto a quella di altri, che spesso e volentieri mi pesa invece. E altrettanto spesso evito il più possibile.

C'è da dire che il dogma che la ragazza ha presentato, (la) mette in condizione di sperimentare una forma di isolamento (ma chiamandolo solitudine).


solo che poi non va oltre.
Resta ferma a "nessunooooo?".

Non si sposta in "ci sono io", magari anche nel gioco.
Che può divenire ironico e autoironico...e quindi socializzante.


;)

E socializzante alle proprie condizioni (in considerazione di sè).
Nutrendo senso di autoefficacia e autostima.
Affermazione della propria posizione nel mondo.
Anche tramite la scelta della propria rappresentazione del mondo. (con la disposizione a pagarne il prezzo).


Che è poi il rovescio della disillusione. Ossia l'effettivo passaggio all'adultità.
Con quel che comporta, compreso lo scegliere l'altro per (e soprattutto DA) sè.

Avendo come direzione uno scambio di valore che riguarda ognun se stesso nella condivisione e nella reciprocità.
Siamo aniamali sociali, i nostri neuroni specchio non possono fare a meno di lavorare. Credo che la parola chiave sia "equilibrio"
Perchè è del tutto chiaro che non è possibile stare bene insieme a qualcuno senza stare bene prima con se stessi. Ed è altrettanto vero che il raggiungimento dell'equilibrio in se stessi si gioca anche sul nostro rapporto con gli altri. Quando è sano, quando è trasparente, quando è sottratto alle logiche occulte servo-padrone. ( Difficile come premessa, lo so ).
Se perdiamo il riferimento concreto e onesto degli altri perdiamo noi stessi. Come i dittatori che a furia di essere circondati da persone che dicono sempre di si, diventano dei mostri insensibili ed insensati. O a volte come quelli che si isolano al punto di accumulare tanto odio verso il prossimo da diventare a loro volta un concentrato di odio, tipo quelli che si mettono poi a sparare davanti alle scuole... (Il risentimento nutrito dalla solitudine interiore, la solitudine interiore che nutre l'odio verso gli altri, un legame a volte inscindibile).
Forse la solitudine fa schifo quando non possiamo contare su nessuno che abbia una sensibilità sufficiente per scrutare anche un poco dentro di noi, per vedere quello in cu crediamo, quello che siamo, che ci riconosca.
Come il giochetto dei tre livelli di comunicazione.
Il primo di quelli che parlano del mondo, del tempo meteorlogico, di quello che succede (rigorosamente) agli altri.
Il secondo di quelli che parlano dei propri gusti, dei propri interessi, delle proprie convinzioni politiche.
Il terzo di quelli che parlano della propria anima, del suo essere opaca ed invece anche a volte posto per amore, fiducia, empatia.

E' legittimo rincasare la sera aspirando di poter parlare con una persona nel terzo modo.
E se la trovi, questa persona, tutto il resto non conta poi più così tanto.
 
Ultima modifica:

Skorpio

Utente di lunga data
Siamo aniamali sociali, i nostri neuroni specchio non possono fare a meno di lavorare. Credo che la parola chiave sia "equilibrio"
Perchè è del tutto chiaro che non è possibile stare bene insieme a qualcuno senza stare bene prima con se stessi. Ed è altrettanto vero che il raggiungimento dell'equilibrio in se stessi si gioca anche sul nostro rapporto con gli altri. Quando è sano, quando è trasparente, quando è sottratto alle logiche occulte servo-padrone. ( Difficile come premessa, lo so ).
Se perdiamo il riferimento concreto e onesto degli altri perdiamo noi stessi. Come i dittatori che a furia di essere circondati da persone che dicono sempre di si, diventano dei mostri insensibili ed insensati. O a volte come quelli che si isolano al punto di accumulare tanto odio verso il prossimo da diventare a loro volta un concentrato di odio, tipo quelli che si mettono poi a sparare davanti alle scuole... (Il risentimento nutrito dalla solitudine interiore, la solitudine interiore che nutre l'odio verso gli altri, un legame a volte inscindibile).
Forse la solitudine fa schifo quando non possiamo contare su nessuno che abbia una sensibilità sufficiente per scrutare anche un poco dentro di noi, per vedere quello in cu crediamo, quello che siamo, che ci riconosca.
Come il giochetto dei tre livelli di comunicazione.
Il primo di quelli che parlano del mondo, del tempo meteorlogico, di quello che succede (rigorosamente) agli altri.
Il secondo di quelli che parlano dei propri gusti, dei propri interessi, delle proprie convinzioni politiche.
Il terzo di quelli che parlano della propria anima, del suo essere opaca ed invece anche a volte posto per amore, fiducia, empatia.

E' legittimo rincasare la sera aspirando di poter parlare con una persona nel terzo modo.
E se la trovi, questa persona, tutto il resto non conta poi più così tanto.
Io ti dirò.. ho capito da almeno 45 anni che la stragrande maggioranza della gente confonde il senso del 3° livello con la forma di comunicazione del venire a lagnarsi di tutto e tutti, indossando costantemente panni delle vittime, sempre con un pugno di cambiali in tasca da riscuotere dal mondo.

Che in parte spiega anche l'evoluzione questo 3d

E in forza di ciò ho capito che, benché auspicabile in linea teorica, è un livello da cui diffidare e rispetto al quale spingersi con grande cautela, per non trovarsi seppelliti
 

Brunetta

Utente di lunga data
Io ti dirò.. ho capito da almeno 45 anni che la stragrande maggioranza della gente confonde il senso del 3° livello con la forma di comunicazione del venire a lagnarsi di tutto e tutti, indossando costantemente panni delle vittime, sempre con un pugno di cambiali in tasca da riscuotere dal mondo.

Che in parte spiega anche l'evoluzione questo 3d

E in forza di ciò ho capito che, benché auspicabile in linea teorica, è un livello da cui diffidare e rispetto al quale spingersi con grande cautela, per non trovarsi seppelliti
Non so se l’hai letto https://www.ibs.it/era-della-suscet...MIrLbC18OJ-AIVGqd3Ch3bOwGVEAAYASAAEgIRX_D_BwE

Chiarisce come sia un aspetto della contemporaneità
 
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