Abusato da una donna.

Marjanna

Utente di lunga data
Quello non ha tanto a che fare con l'interesse per una donna o col sesso tout court.
Lo vedo più come un passatempo remunerativo.😀
a dici sotto sotto @ParmaLetale è un venale? può essere, mica come te che almeno una ci fa su un paio di cene 🤪
 

Kitsune

Utente di lunga data
Forse non è in sede di processo, ma magari dopo può essere una confidenza fatta ad uno psicologo che segue la vittima nel suo percorso successivo
Dubito fortemente che una ragazzina, ragazza, donna di qualsiasi età, vada a raccontare una cosa simile proprio perché potrebbe essere controproducente.

Io ho capito quello che hai detto, sia chiaro. Ci mancherebbe che tu sia favorevole allo stupro...
Ho quotatao te per fare chiarezza.
1) Mi auguro non lo sia nessuno!
2) Ah ok.

E attendo ancora la spiegazione tecnica di come si possa obbligare con la violenza fisica uno a trombare una col cazzo moscio
Come io aspetto ancora la spiegazione tecnica di come una femmina, dopo esser stata picchiata, insultata, sbattuta e penetrata a forza, magari da più uomini a turno, possa raggiungere l'orgasmo quando si sa da sempre che sia già difficile averlo in condizioni di assoluta tranquillità.
Ah sì, il corpo si stacca dalla mente, quasi me ne stavo dimenticando.
 

Gaia

Utente di lunga data
Come io aspetto ancora la spiegazione tecnica di come una femmina, dopo esser stata picchiata, insultata, sbattuta e penetrata a forza, magari da più uomini a turno, possa raggiungere l'orgasmo quando si sa da sempre che sia già difficile averlo in condizioni di assoluta tranquillità.
Ah sì, il corpo si stacca dalla mente, quasi me ne stavo dimenticando.
Il tuo minimizzare con noncuranza in dato reale tratto dalle cronache dei processi offende oltremodo le vittime di un trauma tanto grande e le mette nella condizione di doversi vergognare.
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data
Fidenco cantava Luglio, ma va bene lo stesso :)
Era Riccardo del Turco

Dissento.
Non è che perchè uno è uomo e l'altra è donna non ci possano essere degli abusi. Sostenere il contrario è solo una dimostrazione di ignoranza e maschilismo becero. Oltre a quella fisica c'è sono anche quella psicologica di violenza, la legge (che è stata fatta per tutelare i minori) parla chiaro.
Ci sono esempi di cronaca finchè si vuole.
Del tipo in questione non so niente, ritengo comunque che parlare di queste cose decenni dopo sia per uomini o donne fuori luogo.
Visti i commenti, ben da te definiti, dirlo, anche dopo anni, può aiutare gli uomini e i ragazzini a riconoscere di aver subito una violenza.

In tutti i reati, anche nell'omicidio ci sono aggravanti ed attenuanti, pur sempre di omicidio si tratta.
Qua la discussione era scivolata su una china (che è esattamente quella della difesa usata dagli stupratori) se una cosa con dei risvolti tipo la lubrificazione o l'orgasmo o sailcazzo rendessero uno stupro meno stupro o non stupro.
E questo la dice lunga sulla maturità e l'onestà intellettuale della nostra società e di certe persone, anche qui dentro. Altro che le cazzate sul patriarcato!
La legge attuale che parla di stupro, senza distinguere le varie pratiche il il sesso, è il risultato di un dibattito di anni tra i giuristi e la società.
Prima (sintetizzò) vi erano distinzioni tra violenza carnale e atti di libidine violenta. Questo comportava domande inquisitorie alla vittima e non al/ai colpevoli. Inoltre il reato era rubricato come atto contro la morale, non contro la persona.
Quello che veniva considerato grave era la possibilità di gravidanze “bastarde”.
Addirittura erano previste attenuanti per chi aveva potere familiare o di autorità. Il contrario della legislazione vigente, che considera il legame di parentela una aggravante.
La legislazione non si basa sul nulla, ma su un modo di pensare diffuso, anche se a volte la legge precede il costume e a volte lo segue.
È a me evidente che le buone intenzioni abbiano condotto a definire stupro allo stesso modo una penetrazione e una manomorta.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
La legge attuale che parla di stupro, senza distinguere le varie pratiche il il sesso, è il risultato di un dibattito di anni tra i giuristi e la società.
Prima (sintetizzò) vi erano distinzioni tra violenza carnale e atti di libidine violenta. Questo comportava domande inquisitorie alla vittima e non al/ai colpevoli. Inoltre il reato era rubricato come atto contro la morale, non contro la persona.
Quello che veniva considerato grave era la possibilità di gravidanze “bastarde”.
Addirittura erano previste attenuanti per chi aveva potere familiare o di autorità. Il contrario della legislazione vigente, che considera il legame di parentela una aggravante.
La legislazione non si basa sul nulla, ma su un modo di pensare diffuso, anche se a volte la legge precede il costume e a volte lo segue.
È a me evidente che le buone intenzioni abbiano condotto a definire stupro allo stesso modo una penetrazione e una manomorta.
Sicura che siano proprio buone intenzioni?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Sicura che siano proprio buone intenzioni?
Sì. Ho partecipato al confronto tra gruppi femministi per la stesura di una legge che fosse condivisa.
Ad esempio, diventando reato contro la persona, molte chiedevano la perseguibilità di ufficio.
Ma era una cosa che è stata evitata perché avrebbe potuto diventare un’arma per genitori che avessero voluto controllare la sessualità delle figlie, denunciando rapporti consenzienti. Poi è ovvio che in sede processuale tutto sarebbe emerso, ma con traumi che era meglio evitare. Lo stesso timore ha portato alla definizione di età del consenso anche in rapporto alla differenza di età.
Ma molte cose sono cambiate nel tempo perché poi le cose anche nate dalle migliori intenzioni vengono applicate da umani imperfetti.
Per dirne una fuori tema e che racconto a titolo esemplificativo, non per aprire un altro fronte. Quando ho partorito mia figlia ho scelto l’ospedale che che consentiva il rooming in, ovvero la possibilità di avere il neonato in camera. Ci tenevo per poter iniziare subito un rapporto stretto con la mia bambina.
Vedendo che il neonato in camera consentiva di avere meno personale, molti ospedali lo hanno imposto.
Ci sono stati casi di mamme, stremate dal parto, che si sono addormentate sul neonato uccidendolo.
Ora il rooming in viene considerato violenza ostetrica,
 

cipolino

Utente di lunga data
La legge attuale che parla di stupro, senza distinguere le varie pratiche il il sesso, è il risultato di un dibattito di anni tra i giuristi e la società.
Prima (sintetizzò) vi erano distinzioni tra violenza carnale e atti di libidine violenta. Questo comportava domande inquisitorie alla vittima e non al/ai colpevoli. Inoltre il reato era rubricato come atto contro la morale, non contro la persona.
Quello che veniva considerato grave era la possibilità di gravidanze “bastarde”.
Addirittura erano previste attenuanti per chi aveva potere familiare o di autorità. Il contrario della legislazione vigente, che considera il legame di parentela una aggravante.
La legislazione non si basa sul nulla, ma su un modo di pensare diffuso, anche se a volte la legge precede il costume e a volte lo segue.
È a me evidente che le buone intenzioni abbiano condotto a definire stupro allo stesso modo una penetrazione e una manomorta.
Il fatto che ogni violenza sessuale, inteso come atto non consensuale, venga catalogato sotto un unico "cappello" (i.e., articolo di legge), personalmente io lo ritengo un limite della legge attuale.

Infatti, un unico articolo di legge prevede un'unica pena, che ha sì una variabilità, ma tale variabilità non può essere infinita, ovviamente: non si può dire che la pena per una violenza sessuale può andare "dal rimbrotto del giudice fino all'ergastolo senza mai uscita". Il risultato di ciò è che la pena massima per una violenza carnale brutale è assolutamente ridicola, insensata e offensiva per le donne, mentre all'altro estremo una condanna penale di qualche mese per una manomorta la giudicherei sproporzionata (certo, viene sospesa con la condizionale, ma pur sempre di condanna penale si tratta, che ti bolla sul certificato penale come criminale sessuale, senza differenza con uno stupratore).

Questo, per esempio, è il motivo per cui l'omicidio ha un articolo di legge tutto per sé, rispetto alle altre forme di violenza fisica: pena minima, 21 anni, massima ergastolo. Certo, poi possono esserci le attenuanti, ma per un omicidio almeno almeno una quindicina di anni di galera te li fai, sempre. Se invece ci fosse un unico articolo per tutte le violenze fisiche, ne avremmo di storie da raccontare...

Se la legge fosse servita per eliminare davvero le domande inquisitorie alla vittima, come dici, ancora ancora avrebbe un senso ma come dimostra la cronaca così non è: c'è abbondanza di casi in cui le domande sono diventate ancora più subdole e psicologicamente violente (se avevi i jeans, non puoi esserteli tolti senza consenso; se non hai urlato "no", se non hai pianto, eri consenziente; ecc. ecc.).

La mia impressione è che il legislatore ad un certo punto sia stato più realista del re e se ne sia un po' lavato le mani. Dopodiché, fatta la legge, trovato l'inganno.

In definitiva, per quanto l'impianto della legge sia buono e il principio del consenso sacrosanto, la mia opinione è che sarebbe opportuno un aggiornamento alla luce dei modi in cui è stata applicata.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Il fatto che ogni violenza sessuale, inteso come atto non consensuale, venga catalogato sotto un unico "cappello" (i.e., articolo di legge), personalmente io lo ritengo un limite della legge attuale.

Infatti, un unico articolo di legge prevede un'unica pena, che ha sì una variabilità, ma tale variabilità non può essere infinita, ovviamente: non si può dire che la pena per una violenza sessuale può andare "dal rimbrotto del giudice fino all'ergastolo senza mai uscita". Il risultato di ciò è che la pena massima per una violenza carnale brutale è assolutamente ridicola, insensata e offensiva per le donne, mentre all'altro estremo una condanna penale di qualche mese per una manomorta la giudicherei sproporzionata (certo, viene sospesa con la condizionale, ma pur sempre di condanna penale si tratta, che ti bolla sul certificato penale come criminale sessuale, senza differenza con uno stupratore).

Questo, per esempio, è il motivo per cui l'omicidio ha un articolo di legge tutto per sé, rispetto alle altre forme di violenza fisica: pena minima, 21 anni, massima ergastolo. Certo, poi possono esserci le attenuanti, ma per un omicidio almeno almeno una quindicina di anni di galera te li fai, sempre. Se invece ci fosse un unico articolo per tutte le violenze fisiche, ne avremmo di storie da raccontare...

Se la legge fosse servita per eliminare davvero le domande inquisitorie alla vittima, come dici, ancora ancora avrebbe un senso ma come dimostra la cronaca così non è: c'è abbondanza di casi in cui le domande sono diventate ancora più subdole e psicologicamente violente (se avevi i jeans, non puoi esserteli tolti senza consenso; se non hai urlato "no", se non hai pianto, eri consenziente; ecc. ecc.).

La mia impressione è che il legislatore ad un certo punto sia stato più realista del re e se ne sia un po' lavato le mani. Dopodiché, fatta la legge, trovato l'inganno.

In definitiva, per quanto l'impianto della legge sia buono e il principio del consenso sacrosanto, la mia opinione è che sarebbe opportuno un aggiornamento alla luce dei modi in cui è stata applicata.
Le leggi non sono il decalogo di Mosè dettato da Dio (cosa che purtroppo mi fa pensare ad Abatantuono ) ma una produzione umana che richiede continue revisioni.
È per questo che esiste il parlamento.
Poi cambiare la testa delle persone è difficile.
Basta vedere i commenti su questa discussione che mettono in dubbio la possibilità di stupro femminile su un maschio.
Il dubbio credo che nasca dal fatto che implicitamente chi subisce è un debole, cosa che non viene considerata possibile. Ma quando avviene la vittima comunque si trova in condizioni di debolezza, per varie ragioni.
Infatti aveva fatto scalpore la breve serie sull’argomento.
 

Brunetta

Utente di lunga data

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Le leggi non sono il decalogo di Mosè dettato da Dio (cosa che purtroppo mi fa pensare ad Abatantuono ) ma una produzione umana che richiede continue revisioni.
È per questo che esiste il parlamento.
Poi cambiare la testa delle persone è difficile.
Basta vedere i commenti su questa discussione che mettono in dubbio la possibilità di stupro femminile su un maschio.
Il dubbio credo che nasca dal fatto che implicitamente chi subisce è un debole, cosa che non viene considerata possibile. Ma quando avviene la vittima comunque si trova in condizioni di debolezza, per varie ragioni.
Infatti aveva fatto scalpore la breve serie sull’argomento.
Se non ricordo male (allerta spoiler) lei stalkerizzava lui, ma lui veniva sodomizzato da un tizio, non da una tizia
 

Brunetta

Utente di lunga data
Se non ricordo male (allerta spoiler) lei stalkerizzava lui, ma lui veniva sodomizzato da un tizio, non da una tizia
Sì.
Ma la storia è complessa e interessante perché la vittima era complice della violenza subita in entrambe le situazioni.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Sì.
Ma la storia è complessa e interessante perché la vittima era complice della violenza subita in entrambe le situazioni.
Quindi ha ragione Minoli a dire che sa PERFETTAMENTE cosa vuol dire per una donna subire una violenza fisica?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Quindi ha ragione Minoli a dire che sa PERFETTAMENTE cosa vuol dire per una donna subire una violenza fisica?
Minoli è sempre stato un craxiano leccapiedi, non mi è simpatico. Ma sul caso specifico non mi attaccherei alle parole, come è ormai è abitudine, per derubricare un problema reale di riconoscimento della possibilità di subire violenze a un avverbio.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Minoli è sempre stato un craxiano leccapiedi, non mi è simpatico. Ma sul caso specifico non mi attaccherei alle parole, come è ormai è abitudine, per derubricare un problema reale di riconoscimento della possibilità di subire violenze a un avverbio.
In questo caso mi pare dirimente invece. È molto diverso dire: "anch'io sono stato "importunato" e comincio ad avere idea di cosa provi una donna", rispetto a "capisco perfettamente cosa prova una donna."
 
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