Acqua passata non macina più?

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Diletta

Utente di lunga data
Acqua passata non macina più?

Ma, secondo voi, è "normale" che, di tanto in tanto, ritorni il malessere insieme al risentimento quando riaffiora il pensiero dei tradimenti, di quei tradimenti così lontani nel tempo che proprio il tanto tempo passato dovrebbe averli resi leggeri e ormai innocui?

Quindi: il fattore tempo trascorso dal fattaccio incide sulla valenza dello stesso e di conseguenza sulla sua accettazione?
Oppure, il dolore che comincia dalla rivelazione è sempre lo stesso a prescindere?
 

Brunetta

Utente di lunga data
I dolori con il tempo si mettono in una scatola in un cassetto, poi in cantina, ma quando apri la scatola sono sempre lì. Il dolore non lo uccidi.
 

eagle

Utente di lunga data
Ma, secondo voi, è "normale" che, di tanto in tanto, ritorni il malessere insieme al risentimento quando riaffiora il pensiero dei tradimenti, di quei tradimenti così lontani nel tempo che proprio il tanto tempo passato dovrebbe averli resi leggeri e ormai innocui?

Quindi: il fattore tempo trascorso dal fattaccio incide sulla valenza dello stesso e di conseguenza sulla sua accettazione?
Oppure, il dolore che comincia dalla rivelazione è sempre lo stesso a prescindere?
Diletta cara, saprò risponderti tra qualche anno. Spero tanto che il tempo aiuti, almeno così dovrebbe essere... Posso parlare per me ma la mia esperienza e' relativa. Ad un anno dal fattaccio sicuramente il dolore e' diminuito, a differenza del risentimento e della rabbia che non accennano a lasciarmi insieme ad un velo di tristezza che mi accompagna tutti i giorni. Magari dipende anche dalle specifiche personalità di ognuno di noi. Io per natura sono diffidente e quando mi affido a qualcuno lo faccio completamente, forse nasce da qui il mio stato d'animo. Un grosso in bocca al lupo.
 

andrea53

Utente di lunga data
Sì, è normale...

Ma, secondo voi, è "normale" che, di tanto in tanto, ritorni il malessere insieme al risentimento quando riaffiora il pensiero dei tradimenti, di quei tradimenti così lontani nel tempo che proprio il tanto tempo passato dovrebbe averli resi leggeri e ormai innocui?

Quindi: il fattore tempo trascorso dal fattaccio incide sulla valenza dello stesso e di conseguenza sulla sua accettazione?
Oppure, il dolore che comincia dalla rivelazione è sempre lo stesso a prescindere?
E' normale che se ci si ritrova traditi o offesi negli affetti, nelle amicizie, nel lavoro, nelle tante cose della vita, il nostro istinto di sopravvivenza ci aiuti e ci dia la capacità di rimarginare le ferite, le offese o quello che abbiamo patito e che può averci fatto sentire umiliati. E' normale che il nostro amor proprio serbi il ricordo del dolore lancinante provato al momento: si va oltre ma non si dimentica, è l'esperienza che ci rende più coscienti e lucidi.
 

Nobody

Utente di lunga data
Ma, secondo voi, è "normale" che, di tanto in tanto, ritorni il malessere insieme al risentimento quando riaffiora il pensiero dei tradimenti, di quei tradimenti così lontani nel tempo che proprio il tanto tempo passato dovrebbe averli resi leggeri e ormai innocui?

Quindi:il fattore tempo trascorso dal fattaccio incide sulla valenza dello stesso e di conseguenza sulla sua accettazione?
Oppure, il dolore che comincia dalla rivelazione è sempre lo stesso a prescindere?
se fosse così sarebbe davvero grave... il tempo in sè non è una cura (anzi, lasciato passare senza una nostra azione potrebbe solo incancrenire il male), ma il tempo ci concede quello "spazio" necessario ad elaborare e guarire una ferita.
Parlo del tradimento di un'amicizia, ma penso che sia all'incirca la stessa cosa...
 

disincantata

Utente di lunga data
se fosse così sarebbe davvero grave... il tempo in sè non è una cura (anzi, lasciato passare senza una nostra azione potrebbe solo incancrenire il male), ma il tempo ci concede quello "spazio" necessario ad elaborare e guarire una ferita.
Parlo del tradimento di un'amicizia, ma penso che sia all'incirca la stessa cosa...

A mio parere non sono tradimenti paragonabili, per quanto ti possa far male perdere un amico, con il tempo lo superi, se ripensi all'amicizia, stai male ma non è lo stesso male di un tradimento d'amore.

Fatalità quasi in contemporanea al tradimento di mio marito ho perso un amica che, rimasta vedova, ha avuto un comportamento incomprensibile nei miei confronti. Ci ho perso un anno a starle comunque dietro, con infinita pazienza, poi mi sono rassegnata. Amici da oltre vent'anni, amici di famiglia, certo che mi dispiace, ma non piango, non mi dispero. Pace.

Per mio marito invece è stato un dramma, e dopo un anno ero messa ancora malissimo, mi sono stancata di soffrire, non lo meritava certo il mio amore, ora lo uso e con questo non vuol dire che è tutto dimenticato, per niente, ma non essendo lui ormai importante per me, sopravvivo, non provo più dolore, ne rabbia, ma delusione.

Dimenticare un tradimento subito da chi amavi è impossibile.
 

Diletta

Utente di lunga data
se fosse così sarebbe davvero grave... il tempo in sè non è una cura (anzi, lasciato passare senza una nostra azione potrebbe solo incancrenire il male), ma il tempo ci concede quello "spazio" necessario ad elaborare e guarire una ferita.
Parlo del tradimento di un'amicizia, ma penso che sia all'incirca la stessa cosa...

Mi sa che non mi sono spiegata.
I tradimenti che ho sulle spalle sono avvenuti secoli fa (si fa per dire) ma ne sono venuta a conoscenza di recente.
E mi chiedo fino a che punto sia "normale" che io soffra ancora così tanto per delle malefatte così lontane nel tempo, in un'epoca ormai chiusa, ma che ovviamente fa parte della mia vita.
Ecco, mi sto interrogando su questo...
 

Diletta

Utente di lunga data
Diletta cara, saprò risponderti tra qualche anno. Spero tanto che il tempo aiuti, almeno così dovrebbe essere... Posso parlare per me ma la mia esperienza e' relativa. Ad un anno dal fattaccio sicuramente il dolore e' diminuito, a differenza del risentimento e della rabbia che non accennano a lasciarmi insieme ad un velo di tristezza che mi accompagna tutti i giorni. Magari dipende anche dalle specifiche personalità di ognuno di noi. Io per natura sono diffidente e quando mi affido a qualcuno lo faccio completamente, forse nasce da qui il mio stato d'animo. Un grosso in bocca al lupo.


Carissimo, non pensavo che tu scrivessi questo...
Il velo di tristezza...l'hai descritto bene, è proprio così.
E il risentimento, che va e viene e quando viene ha ancora la forza di un tornado.
Ciao e buona serata! :smile:
 

Diletta

Utente di lunga data
I dolori con il tempo si mettono in una scatola in un cassetto, poi in cantina, ma quando apri la scatola sono sempre lì. Il dolore non lo uccidi.


Lo psicologo mi ha sempre detto che, una volta che i dolori sono stati vissuti, vanno riposti in cantina e in quella cantina non ci si deve andare mai più.
Ma se in quella cantina ci sono anche cose belle perché non ci devo più andare?
O devo mettermi i paraocchi come i cavalli?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Lo psicologo mi ha sempre detto che, una volta che i dolori sono stati vissuti, vanno riposti in cantina e in quella cantina non ci si deve andare mai più.
Ma se in quella cantina ci sono anche cose belle perché non ci devo più andare?
O devo mettermi i paraocchi come i cavalli?
La cantina che resta chiusa non mi sembra un'idea giusta per elaborare il vissuto.

Per me hai delle crisi di fiducia e hai pensieri che scacci rapidamente che simili "leggerezze" non siano state circoscritte a un breve periodo.
 

feather

Utente tardo
Ma, secondo voi, è "normale" che, di tanto in tanto, ritorni il malessere insieme al risentimento quando riaffiora il pensiero dei tradimenti, di quei tradimenti così lontani nel tempo che proprio il tanto tempo passato dovrebbe averli resi leggeri e ormai innocui?

Quindi: il fattore tempo trascorso dal fattaccio incide sulla valenza dello stesso e di conseguenza sulla sua accettazione?
Oppure, il dolore che comincia dalla rivelazione è sempre lo stesso a prescindere?
Secondo me il dolore e il risentimento ogni tanto risalgono in superficie perché non ci hai mai davvero fatto pace.
Traspare anche da quello che scrivi.
O perdoni tuo marito e lo accetti per com'è o quel rancore e attrito starà lì in eterno.
 

sienne

lucida-confusa
Ciao Diletta,

penso, perché qualcosa in te, non torna ... non quadra, non trova un suo posto.

Anche se i tradimenti si trovano anni a dietro, è il momento della scoperta il punto cruciale,
e il tempo di allora e quello trascorso fino alla scoperta ... un bel po, non trovi?
Forse, è quel senso di falsificazione e anche di esclusione che si è prolungato nel tempo ...

sienne
 

Diletta

Utente di lunga data
La cantina che resta chiusa non mi sembra un'idea giusta per elaborare il vissuto.

Per me hai delle crisi di fiducia e hai pensieri che scacci rapidamente che simili "leggerezze" non siano state circoscritte a un breve periodo.

Bè, tanto breve non è: diciamo dieci anni di malefatte alle mie spalle, più o meno.
Un modus vivendi, praticamente.
Una gran brutta cosa a pensarci...
 

Diletta

Utente di lunga data
A mio parere non sono tradimenti paragonabili, per quanto ti possa far male perdere un amico, con il tempo lo superi, se ripensi all'amicizia, stai male ma non è lo stesso male di un tradimento d'amore.

Fatalità quasi in contemporanea al tradimento di mio marito ho perso un amica che, rimasta vedova, ha avuto un comportamento incomprensibile nei miei confronti. Ci ho perso un anno a starle comunque dietro, con infinita pazienza, poi mi sono rassegnata. Amici da oltre vent'anni, amici di famiglia, certo che mi dispiace, ma non piango, non mi dispero. Pace.

Per mio marito invece è stato un dramma, e dopo un anno ero messa ancora malissimo, mi sono stancata di soffrire, non lo meritava certo il mio amore, ora lo uso e con questo non vuol dire che è tutto dimenticato, per niente, ma non essendo lui ormai importante per me, sopravvivo, non provo più dolore, ne rabbia, ma delusione.

Dimenticare un tradimento subito da chi amavi è impossibile.

Sì Disi, questa verità così semplice è il punto nodale del problema...
E sono certa che sia così per tutti.
 

sienne

lucida-confusa
Sì Disi, questa verità così semplice è il punto nodale del problema...
E sono certa che sia così per tutti.

Ciao

credo, che se hai la possibilità di riconoscere delle proprie colpe,
del tipo, trascuratezza, altre priorità, cecità e sordità ai urli del traditore,
tutta l'elaborazione è differente ... diventa come un commino comune.

Mentre se subisci e basta, la cosa diviene quasi impossibile superare ...
Quel senso d'impotenza, di non poter influenzare ... ma solo di essere
consegnata ad un dato di fatto, ti tiene in trappola ... credo ...


sienne
 

Diletta

Utente di lunga data
Secondo me il dolore e il risentimento ogni tanto risalgono in superficie perché non ci hai mai davvero fatto pace.
Traspare anche da quello che scrivi.
O perdoni tuo marito e lo accetti per com'è o quel rancore e attrito starà lì in eterno.

Ci si riappacifica soltanto se si perdona e per perdono intendo lasciarsi tutto alle spalle accogliendo completamente il partner.
Mi chiedo, però, se si possa riaprire il cuore a colui che ti ha così profondamente deluso, visto che non ci riesco così bene e così a lungo.
Lui non è mio figlio a cui si perdona l'imperdonabile...
E non mi sembra di aver letto tanti casi qui dentro di ritrovata piena serenità e a parte Ultimo (Danny sta meglio, ma è ancora all'inizio) non me ne viene in mente altri in questo momento...
E la cosa non depone tanto a favore...
 

Diletta

Utente di lunga data
Ciao

credo, che se hai la possibilità di riconoscere delle proprie colpe,
del tipo, trascuratezza, altre priorità, cecità e sordità ai urli del traditore,
tutta l'elaborazione è differente ... diventa come un commino comune.

Mentre se subisci e basta, la cosa diviene quasi impossibile superare ...
Quel senso d'impotenza, di non poter influenzare ... ma solo di essere
consegnata ad un dato di fatto, ti tiene in trappola ... credo ...


sienne
Ciao cara!
Pensando a tutto il torbido che c'è stato in quegli anni...no, nessuna mancanza, non era questo il motivo!
Solo voglia di "divertirsi" avendo più donne, tutto qui, tutto molto semplice.
Io la regina, le altre le concubine...
E sono risentita con lui perché mi ha aperto un mondo schifoso che non mi appartiene e che non volevo che mi sfiorasse, capisci?
Io non c'entro nulla con quel mondo di merda e, mio malgrado, mi sono sporcata...
Che schifo!
 

tullio

Utente di lunga data
Uno si rende conto che quel passato, come lo avevi vissuto, era un sogno. IL tradimento, oltre agli affetti, alla dignità, all'amore, etc etc... ha il potere anche di cancellare il tempo, di annullare il passato. Sotto certi aspetti conoscere a distanza la verità è persino peggio.
Detto questo, come dice Brunetta, la cantina non può restare chiusa: fare i conti con la realtà è necessario per farla "passare" altrimenti resta un nucleo parassitario nella nostra mente che ci impedisce di vivere, di confrontarci con la vita. Occorre una sorta di "lutto" da vivere allo scopo di riprendere il controllo di noi stessi, occorre tener presente ciò che è stato e, piano piano, riportarlo a normalità. Nel caso del lutto vero esistono comportamenti cerimonilai accreditati che aiutano in tal senso, nel caso del "lutto d'amore" purtroppo non ne esistono e occorre fare tutto da soli. Questo vuol dire che la cos è più difficile ma non che sia impossibile. Più difficile significa notti di insonnia, colpi taglienti ai fianci, dolore improvviso al cuore: da subire e da passare. Lo abbiamo detto mille volte: è da forti esser traditi. Forse solo i forti sono traditi davvero.
 

Leda

utente Olimpi(c)a
Ma, secondo voi, è "normale" che, di tanto in tanto, ritorni il malessere insieme al risentimento quando riaffiora il pensiero dei tradimenti, di quei tradimenti così lontani nel tempo che proprio il tanto tempo passato dovrebbe averli resi leggeri e ormai innocui?

Quindi: il fattore tempo trascorso dal fattaccio incide sulla valenza dello stesso e di conseguenza sulla sua accettazione?
Oppure, il dolore che comincia dalla rivelazione è sempre lo stesso a prescindere?
Per dolori e delusioni grandi, Diletta cara, temo che il fenomeno 'rigurgito di sofferenza' sia più la norma che l'eccezione.
Però, invece che vederlo come una sconfitta, come un segno di immutabilità, come una disfatta del perdono, puoi considerare il riproporsi del malessere come una nuova occasione che hai per fare un passo avanti.
Dalla volta precedente che ti sei trovata a farci i conti è passato del tempo, nel frattempo hai vissuto e hai imparato cose nuove, di te e del mondo, e di un poco sei cambiata. Forse adesso saprai far meglio di due-tre mesi fa. Di un anno fa sicuramente.
Allora, per quanto sia fastidioso e snervante, accogli questo ritorno a galla del dolore come una possibilità di progredire ancora un po'. Non serve centrare l'obiettivo completamente; è solo una sorta di aggiornamento, poi lascia cadere il tutto.
Gli intervalli tra una rigurgito e l'altro dovrebbero farsi sempre più lunghi, e intanto ti sorprenderai sempre meno quando si verificano. Lo so: sembra che stia parlando di una malattia cronica che ogni tanto fa capolino. Penso che in alcuni casi sia effettivamente così.
Il discorso, infatti, vale sempre che questa ti sembri una prospettiva accettabile, ovvio ;)
 

lolapal

Utente reloaded
Per dolori e delusioni grandi, Diletta cara, temo che il fenomeno 'rigurgito di sofferenza' sia più la norma che l'eccezione.
Però, invece che vederlo come una sconfitta, come un segno di immutabilità, come una disfatta del perdono, puoi considerare il riproporsi del malessere come una nuova occasione che hai per fare un passo avanti.
Dalla volta precedente che ti sei trovata a farci i conti è passato del tempo, nel frattempo hai vissuto e hai imparato cose nuove, di te e del mondo, e di un poco sei cambiata. Forse adesso saprai far meglio di due-tre mesi fa. Di un anno fa sicuramente.
Allora, per quanto sia fastidioso e snervante, accogli questo ritorno a galla del dolore come una possibilità di progredire ancora un po'. Non serve centrare l'obiettivo completamente; è solo una sorta di aggiornamento, poi lascia cadere il tutto.
Gli intervalli tra una rigurgito e l'altro dovrebbero farsi sempre più lunghi, e intanto ti sorprenderai sempre meno quando si verificano. Lo so: sembra che stia parlando di una malattia cronica che ogni tanto fa capolino. Penso che in alcuni casi sia effettivamente così.
Il discorso, infatti, vale sempre che questa ti sembri una prospettiva accettabile, ovvio ;)
Quoto la nostra preziosa e saggia Leda. :)
Non sarà mai possibile dare un colpo di spugna totale, soprattutto se chi ti ha fatto soffrire così tu, tuo malgrado, lo ami profondamente.

@Diletta

:abbraccio:
 
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