Afantasia

Brunetta

Utente di lunga data
Ho scoperto (ne avevo già sentito, ma in modo superficiale) che esistono persone incapaci di creare immagini mentali.
La fotografia che allego spiega come ci sia chi di fronte alla parola MELA visualizza in modo diverso.
IMG_0238.png
E c’è chi, v. 5, non visualizza niente.
Io scelgo come visualizzare.
Posso scegliere di vedere l’immagine concreta, ma pure odore e sapore, oppure solo l’idea astratta. Dipende dalla “cosa” e dalla necessità.
Ci sono attività specifiche che si fanno a scuola per favorire la capacità di creare immagini e pure molti giochi che si basano sulla interazione tra idee astratte e cose.
“Ad alcune persone manca completamente, o in parte, la capacità di visualizzare o di richiamare nella propria mente immagini, parole, suoni, sapori, odori, altro, senza tuttavia che ciò comporti delle difficoltà relazionali o professionali.”
 

Brunetta

Utente di lunga data
Aggiungo che è probabile che chi dice di non sapere disegnare, in realtà non riesca a visualizzare mentalmente quello che vorrebbe disegnare e si trova a proprio agio invece a copiare, anche nei dettagli.
Insomma non è un problema di “mano”, ma ideativa.
Io sono molto affascinata dal funzionamento del cervello, che non è uguale per tutti.
Molte delle sigle usate nella scuola, tipo dsa, si riferiscono a funzionamento diversificato e esige che la scuola ne tenga conto.
Purtroppo alcune persone vedono queste definizioni come etichette patologiche. Ma si tratta invece una attenzione ai diversi funzionamenti, per offrire diverse modalità di insegnamento per favorire l’apprendimento.
Solo che è difficile che una persona possa comprendere di avere un funzionamento diverso, perché non conosce quello degli altri.
È così ad esempio per i daltonici che non possono sapere i colori che non vedono.
Mi è successo in prima di dire “Scriviamo MELA e disegniamo una mela.” Alcuni bambini dicono “Mi fai vedere come si disegna MELA?” È sconcertante perché sembra facilissimo. Invece alcuni hanno bisogno di 🍎
 

JON

Utente di lunga data
Aggiungo che è probabile che chi dice di non sapere disegnare, in realtà non riesca a visualizzare mentalmente quello che vorrebbe disegnare e si trova a proprio agio invece a copiare, anche nei dettagli.
Insomma non è un problema di “mano”, ma ideativa.
Io sono molto affascinata dal funzionamento del cervello, che non è uguale per tutti.
Molte delle sigle usate nella scuola, tipo dsa, si riferiscono a funzionamento diversificato e esige che la scuola ne tenga conto.
Purtroppo alcune persone vedono queste definizioni come etichette patologiche. Ma si tratta invece una attenzione ai diversi funzionamenti, per offrire diverse modalità di insegnamento per favorire l’apprendimento.
Solo che è difficile che una persona possa comprendere di avere un funzionamento diverso, perché non conosce quello degli altri.
È così ad esempio per i daltonici che non possono sapere i colori che non vedono.
Mi è successo in prima di dire “Scriviamo MELA e disegniamo una mela.” Alcuni bambini dicono “Mi fai vedere come si disegna MELA?” È sconcertante perché sembra facilissimo. Invece alcuni hanno bisogno di 🍎
Credo tu abbia ragione, l' esempio del disegno penso sia calzante.
Per quanto riguarda la scuola, mi dispiace dirlo ma, anche riconoscendone le difficoltà intrinseche, non può e non credo riuscirà a compensare tutti quei casi che discostandosi dall' approccio tradizionale necessitano di un intervento personalizzato.
Così, in presenza di una diversità e conseguenti difficoltà, solitamente nella pratica non si risolve quasi nulla. Non mi pare che si vada oltre la creazione di tutti gli acronimi che danno un nome al disturbo.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Credo tu abbia ragione, l' esempio del disegno penso sia calzante.
Per quanto riguarda la scuola, mi dispiace dirlo ma, anche riconoscendone le difficoltà intrinseche, non può e non credo riuscirà a compensare tutti quei casi che discostandosi dall' approccio tradizionale necessitano di un intervento personalizzato.
Così, in presenza di una diversità e conseguenti difficoltà, solitamente nella pratica non si risolve quasi nulla. Non mi pare che si vada oltre la creazione di tutti gli acronimi che danno un nome al disturbo.
Prevalentemente non riesce perché, come il resto della popolazione, gli insegnanti sono scemi. 😂
Recentemente l’ho scoperto anche di persone a cui voglio bene e che stimo.
Sai come si usa dire “non ce la fanno.”
Faccio un esempio.
Fare il presentatore sembra una attività semplice. Però poi i presentatori famosi sono pochi e le reti televisive cercano di tenerseli anche in età avanzata.
Perché? Perché non è semplice. Perché è necessario un tipo di intelligenza particolare che potrei definire, semplificando, pronta e modulabile.
Cioè un presentatore deve aver chiaro chi sta presentando, quali aspetti vanno valorizzati, quale tipo di confidenza può permettersi e quale no, contemporaneamente avere il controllo di tutto quello che succede oltre il palco/studio e fuori.
Un insegnante ha bisogno di quel tipo di intelligenza o simile. Deve avere il “controllo“ della classe, cosa che non significa solo “tenere buoni” alunni o studenti. Li deve guardare, li deve far sentire visti e li deve vedere davvero nelle loro individualità e modalità di apprendimento.
È inutile che mi dilunghi.
Ma è possibile tenere conto di tutto.
L'esempio della MELA 🍎 è significativo ed esemplificativo. Ma vale per tutto.
 
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JON

Utente di lunga data
Prevalentemente non riesce perché, come il resto della popolazione, gli insegnanti sono scemi. 😂
Recentemente l’ho scoperto anche di persone a cui voglio bene e che stimo.
Sai come si usa dire “non ce la fanno.”
Faccio un esempio.
Fare il presentatore sembra una attività semplice. Però poi i presentatori famosi sono pochi e le reti televisive cercano di tenerseli anche in età avanzata.
Perché? Perché non è semplice. Perché è necessario un tipo di intelligenza particolare che potrei definire, semplificando, pronta e modulabile.
Cioè un presentatore deve aver chiaro chi sta presentando, quali aspetti vanno valorizzati, quale tipo di confidenza può permettersi e quale no, contemporaneamente avere il controllo di tutto quello che succede oltre il palco/studio e fuori.
Un insegnante ha bisogno di quel tipo di intelligenza o simile. Deve avere il “controllo“ della classe, cosa che non significa solo “tenere buoni” alunni o studenti. Li deve guardare, li deve far sentire visti e li deve vedere davvero nelle loro individualità e modalità di apprendimento.
È inutile che mi dilunghi.
Ma è possibile tenere conto di tutto.

L'esempio della MELA 🍎 è significativo ed esemplificativo. Ma vale per tutto.
Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro, al limite aggiungerei passione e sensibilità...ma tant'è.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro, al limite aggiungerei passione e sensibilità...ma tant'è.
Queste sono qualità umane. Certamente fanno parte delle caratteristiche che favoriscono la formazione in quel senso.
Non si nasce con le competenze, nel senso di tecniche per svolgere un lavoro, ci sono solo inclinazioni.
Mi viene in mente una che lavorava in ambito amministrativo, mi aveva confidato l’estrema soddisfazione della partita doppia.
 

white74

Utente di lunga data
Aggiungo che è probabile che chi dice di non sapere disegnare, in realtà non riesca a visualizzare mentalmente quello che vorrebbe disegnare e si trova a proprio agio invece a copiare, anche nei dettagli.
Insomma non è un problema di “mano”, ma ideativa.
Io sono molto affascinata dal funzionamento del cervello, che non è uguale per tutti.
Può darsi, ma anche i più grandi artisti di tutti i tempi usavano abitualmente modelli e ricostruivano le proprie scene da dipingere o scolpire. Credo che sia qualcosa di diverso a mancare. L’allenamento, ad esempio.
Ho fatto la prova concentrandomi sull’immagine della mela, è perfetta. Ma so che non sarei in grado di rifarla. A meno di non averla davanti.
 

white74

Utente di lunga data
Però quando facevo l baby sitter, da ragazza, disegnavo molto col mio bimbo. A lui piaceva che gli ricopiassi i disegni dei librini e poi lui li ricolorava. Non venivano mica bene bene eh… facendolo tutti i giorni poi sono migliorata
 

Brunetta

Utente di lunga data
Può darsi, ma anche i più grandi artisti di tutti i tempi usavano abitualmente modelli e ricostruivano le proprie scene da dipingere o scolpire. Credo che sia qualcosa di diverso a mancare. L’allenamento, ad esempio.
Ho fatto la prova concentrandomi sull’immagine della mela, è perfetta. Ma so che non sarei in grado di rifarla. A meno di non averla davanti.
Si parla di immagini mentali.
Ad esempio, io come immagine mentale ricordo moltissime canzoni, compreso l’arrangiamento. Però non le so cantare.
Ho fatto l’esempio del disegno, come ipotesi, perché io immagino prima di disegnare e credevo che fosse una cosa spontanea di tutti. Invece evidentemente non è così.
 

white74

Utente di lunga data
Si parla di immagini mentali.
Ad esempio, io come immagine mentale ricordo moltissime canzoni, compreso l’arrangiamento. Però non le so cantare.
Ho fatto l’esempio del disegno, come ipotesi, perché io immagino prima di disegnare e credevo che fosse una cosa spontanea di tutti. Invece evidentemente non è così.
Anche io con le canzoni.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Però quando facevo l baby sitter, da ragazza, disegnavo molto col mio bimbo. A lui piaceva che gli ricopiassi i disegni dei librini e poi lui li ricolorava. Non venivano mica bene bene eh… facendolo tutti i giorni poi sono migliorata
Prova a disegnare una bicicletta, mentalmente.
La bicicletta è un esempio utile.
Per disegnarla devi avere chiaro come funziona. Quindi ruote, pedali, catena…
I più che sono in difficoltà non hanno chiaro il funzionamento.

Anche io con le canzoni.
Vedi? Immagine mentale musicale.

Ma vale per moltissime materie.
Come si può ricordare una storia o la Storia se si ricordano solo nomi?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Si ricordano i fatti non solo i nomi
Bisogna vedere come.
Sto dicendo che certe difficoltà vengono attribuite comunemente a poca intelligenza o a scarsa memoria e individualmente a scarso interesse, proprio perché disturba pensare alle altre cause. Invece si tratta di funzionamento.
Leggendo il libro di Grandin ho capito il suo funzionamento che è molto basato sulle immagini mentali. Così come rappresentato nella serie tv The Good Doctor che ha per protagonista un medico autistico.
.
 

white74

Utente di lunga data
Bisogna vedere come.
Sto dicendo che certe difficoltà vengono attribuite comunemente a poca intelligenza o a scarsa memoria e individualmente a scarso interesse, proprio perché disturba pensare alle altre cause. Invece si tratta di funzionamento.
Leggendo il libro di Grandin ho capito il suo funzionamento che è molto basato sulle immagini mentali. Così come rappresentato nella serie tv The Good Doctor che ha per protagonista un medico autistico.
.
Proverò ad approfondire l’argomento. Non sono certa di aver compreso appieno il significato di “immagine mentale”
 

Brunetta

Utente di lunga data
Proverò ad approfondire l’argomento. Non sono certa di aver compreso appieno il significato di “immagine mentale”
Non hai mai visto la serie. Aiuta a capire.
 

Brunetta

Utente di lunga data
L’ho vista si. Visualizza i processi. Ma non riesco a costruire la stessa cosa su ogni cosa, una musica ad es.
Beh lui è eccezionale, come la Grandin.
Ma tu, credo, non sei autistica.
La creazione di immagini mentali è un aiuto per la comprensione e la memorizzazione. Può essere spontanea o appresa attraverso l’esercizio della lettura.
Ad esempio io ho capito meglio Waterloo attraverso la descrizione dei Miserabili. Ma è noto che vedere film o documentari aiuti.
Per me è utilissimo il racconto.
In quinta elementare la mia maestra aveva proposto la lettura della vita di Giuseppe Verdi. Alcune parti le ricordo come se lo avessi appena letto. Anni fa ho incrociato dal parrucchiere (ogni tanto vado perfino io) una mia compagna di classe. Lei non si ricordava di me, io l’avevo riconosciuta. Poi abbiamo parlato e lei non ricordava niente di quella lettura e altre cose. Poi ritrovò in un vecchio libro il mio bigliettino ricordo della prima comunione e me ne fece dono graditissimo.
Mi scuso per l’episodio poco interessante.
Ma era per dire che il racconto non funziona con tutti.
 

white74

Utente di lunga data
Beh lui è eccezionale, come la Grandin.
Ma tu, credo, non sei autistica.
La creazione di immagini mentali è un aiuto per la comprensione e la memorizzazione. Può essere spontanea o appresa attraverso l’esercizio della lettura.
Ad esempio io ho capito meglio Waterloo attraverso la descrizione dei Miserabili. Ma è noto che vedere film o documentari aiuti.
Per me è utilissimo il racconto.
In quinta elementare la mia maestra aveva proposto la lettura della vita di Giuseppe Verdi. Alcune parti le ricordo come se lo avessi appena letto. Anni fa ho incrociato dal parrucchiere (ogni tanto vado perfino io) una mia compagna di classe. Lei non si ricordava di me, io l’avevo riconosciuta. Poi abbiamo parlato e lei non ricordava niente di quella lettura e altre cose. Poi ritrovò in un vecchio libro il mio bigliettino ricordo della prima comunione e me ne fece dono graditissimo.
Mi scuso per l’episodio poco interessante.
Ma era per dire che il racconto non funziona con tutti.
Io probabilmente, allora, funziono come la tua compagna. Non ricordo la metà dei miei compagni e anche di me stessa e della mia vita passata. Ricordo sensazioni fisiche, sensazioni mentali, profumi. Ogni tanto ho dei flash.
ma la mela la “vedo” bene anche nella mia mente, quindi non so..
 

spleen

utente ?
Si parla di immagini mentali.
Ad esempio, io come immagine mentale ricordo moltissime canzoni, compreso l’arrangiamento. Però non le so cantare.
Ho fatto l’esempio del disegno, come ipotesi, perché io immagino prima di disegnare e credevo che fosse una cosa spontanea di tutti. Invece evidentemente non è così.
Ernst Gombrich. Storico dell'arte autore di numerosi trattati tra i quali "La storia dell'arte" che consiglio vivamente a chiunque non lo abbia letto, dice che la nostra capacità di riprodurre delle immagini dipende sempre da due fattori, da cosa sappiamo della cosa che rappresentiamo e per converso da cosa vediamo della cosa stessa.
Ad esempio l'arte greco romana era immersa totalmente nella osservazione del vero, pur filtrandola (specialmente in ambiente di cultura greca) con una sorta di idealismo.
L'arte medioevale invece doveva essere totalmente immersa in quello che si sapeva ovvero in quello che si riteneva di sapere nella forma religiosa che permeava la società, col chiaro intento di rendere comprensibile anche agli analfabeti la rappresentazione che doveva essere didascalica deformando persino la dimensione reale delle figure per definirne l' importanza.
Sembra banale ma il nostro immaginario delle cose si gioca tra questi due presupposti.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Io probabilmente, allora, funziono come la tua compagna. Non ricordo la metà dei miei compagni e anche di me stessa e della mia vita passata. Ricordo sensazioni fisiche, sensazioni mentali, profumi. Ogni tanto ho dei flash.
ma la mela la “vedo” bene anche nella mia mente, quindi non so..
Le memorie di vita hanno a che fare con la narrazione.
Se segui i vari link che compaiono cercando afantasia, trovi il discorso del dialogo interiore.
Io non so se sia una caratteristica innata o acquisita, temo innata. Temo perché i miei figli hanno meno ricordi di me. Eppure io ho parlato sempre con loro e ho “educato“ alla narrazione e auto narrazione.
 
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