Brunetta
Utente di lunga data
Hai aggiunto una riflessione molto importante.Ernst Gombrich. Storico dell'arte autore di numerosi trattati tra i quali "La storia dell'arte" che consiglio vivamente a chiunque non lo abbia letto, dice che la nostra capacità di riprodurre delle immagini dipende sempre da due fattori, da cosa sappiamo della cosa che rappresentiamo e per converso da cosa vediamo della cosa stessa.
Ad esempio l'arte greco romana era immersa totalmente nella osservazione del vero, pur filtrandola (specialmente in ambiente di cultura greca) con una sorta di idealismo.
L'arte medioevale invece doveva essere totalmente immersa in quello che si sapeva ovvero in quello che si riteneva di sapere nella forma religiosa che permeava la società, col chiaro intento di rendere comprensibile anche agli analfabeti la rappresentazione che doveva essere didascalica deformando persino la dimensione reale delle figure per definirne l' importanza.
Sembra banale ma il nostro immaginario delle cose si gioca tra questi due presupposti.
Ci sono ancora persone che si domandano perché nel medioevo dipingessero così “male”. Non sanno che volevano rappresentare idee con allegorie e credevano che una eccessiva verosimiglianza avrebbe distratto dalla allegoria.
Però questi sono aspetti culturali e non di funzionamento.