Lo so, lo posso ben immaginare...
Pensandoci bene la libertà non ce l’avevo.
Mi negavano anche di andarci ai compleanni delle migliori amiche. Sarò riuscita ad andarci a 3-4 compleanni in tutta la mia vita, credo dipendesse dal loro umore secondo i litigi.
E nonostante questo e le figure che facevo con queste amiche, non facevo una tragedia. E lo sarebbe per qualsiasi adolescente una tragedia .
Ero un’adolescente mite, mi sono rifugiata nello studio ed ottenere i migliori risultati mi ripagava di tutto il resto. Se le amiche andavano in piscina, non mi lasciavano andare con loro.
Non ho mai osato di ribellarmi, ho subito.
Nonostante « le mie stranezze » , le amiche non mi hanno evitato e mi hanno fatto sentire parte del gruppo anche se non partecipavo a molte cose ( compleanni, cinema, piscine).
Ecco qualcosa c’era che non andava, ma sempre collegato alla situazione dei miei.
Il clima in famiglia era talmente perturbato che penso che ogni distrazione dei figli non era opportuna secondo loro, quindi non permessa. Un genere di autopunizione per tutti.
E nonostante tutto ricordo la sensazione di serenità, che l’adolescenza è passata liscia senza tante tragedie.
Non avevo brufoli ( o pochissimi), il peso era giusto, niente da lamentarmi sul fisico.
Ma nel processo di autopunizione famigliare rientrava anche la riduzione al minimo delle spese per abbigliamento e soldi per piccole spese ( praticamente quasi 0 - giusto per comprare 3 gelati al mese e mi riferisco al periodo del liceo in cui stavo molte ore fuori casa anche perché il liceo era lontano).
E l’abbigliamento... la peggio vestita

.
Mi faccio pena adesso, ma allora non l’ho vissuta come un grande problema. Mi vergognavo un po’, ma niente di più.
Ero carina e questo salvava un po’ le apparenze.
Per i problemi di cuore ... non si metteva il problema

.
Con i genitori autoritari che avevo figuriamoci che prima dei 18 anni potevo pensare ad un ragazzo !
Lo so, sono stata un’adolescente « facile »