Intanto bentrovati.
Sono latitante da tanto, ma non ho mai dimenticato nulla degli anni trascorsi sul forum nè del prezioso aiuto/conforto ricevuto; mi affaccio spesso e pur non scrivendo per mancanza di argomenti, consigli e/o considerazioni, il forum ormai è parte del mio vissuto e come tale, per la stima che nutro per tanti degli utenti, spesso mi viene in mente di chiedervi pareri su cose che accadono intorno a me (io vivo in uno stato di quiete emotiva che ora mi fa stare bene così com'è).
Dunque.
Dopo il lockdown pare che un sacco di gente si ritrovi a vivere situazioni più o meno clandestine; nel mio piccolo almeno 6 delle persone a me più care (spero mio marito no, sennò mi sparo

) stanno concretizzando relazioni non propriamente ufficiali con una certa veemenza. Ecco, appunto: dicono che al cuore non si comanda. Tutte. Non si conoscono tra loro, sono miei amici e amiche/parenti di cui raccolgo le confidenze e che sembrano essere tornate ai tempi felici dell'adolescenza. Di già l'espressione "al cuore non si comanda" a me fa cagare d'emblée perchè presuppone una certa superficialità, probabilmente di comodo, nell'approccio alle cose che accadono o che si lasciano accadere, ma tant'è, sò innamorati, passamogliela. Il resto è come da manuale che conosciamo bene, anche se le età e lo status sono diversi; l'incedere pare, almeno per me, privo di ogni sorta di sussulto o sorpresa.
Ora.
Ditemi se sono rincoglionita io o se il mio ragionamento a riguardo ha un qualche fondamento. Io dico che questa gente si ficca in certi casini che poi non riesce a gestire, che sta male in continuazione per un appuntamento saltato o anche per una mancata risposta ad un messaggio: fiumi di parole, di lacrime e quant'altro. Perchè al cuore non si comanda, dicono.
Ecco la domanda: siamo animali istintivi o persone senzienti, dotati di ragione, capacità di elaborazione, astrazione, lungimiranza e compagnia cantante? Perchè abdichiamo a tutte le nostre belle qualità a favore di un'unica voce, quella del cuore? Pur avendo fatto scelte in passato dettate solo da essa, oggi come oggi, almeno a questa età, userei tutto il ventaglio di possibilità intellettive, percettive etc che il mio vissuto e le mie conoscenze mi consentono, di certo non mi butterei a peso morto in balia degli eventi. Difatti così ho fatto quando mi sono trovata a gestire situazioni anomale, non pentendomene mai, anzi, provando una punta di orgoglio (cosa rara per me che mi denigro spesso e volentieri).
Loro mi parlano, mi raccontano e chiedono consigli (ah ah). In realtà non gli interessa nulla o poco nulla di quanto gli viene rimandato, ciò che conta è parlare parlare parlare dell'amato/a. Diciamo che mi sono un po' rotta

. Gli voglio un sacco di bene, ma sono una figura inutile; cioè rivestire le forme dello sfogatoio proprio non mi va, ma di interazioni poco e niente, salvo con l'amica del cuore.
Come la vedete? In generale, ma anche la mia posizione. Considerate che quando sono stata io nei casini loro c'erano, mi hanno sopportata e supportata, chi più chi meno e gli sarò sempre riconoscente, ma anche che per me tutte le loro vicende sono questioni trite e ritrite. Non mi annoio ad ascoltarli, ma mi scoccia non essere ascoltata. Non nel senso che debbano prendere per oro colato le mie riflessioni o muoversi come farei io, ma quantomeno dare un peso e valutare i miei punti di vista. Invece vanno dritti come treni verso lo sfracello