Allattamento artificiale

danny

Utente di lunga data
Allora:
il discorso NON è: è meglio la tetta piuttosto che il biberon.
E' ovvio che è più naturale etc.
Questo lo leggiamo ovunque e nessuno lo mette in discussione.
Anche se mia figlia è cresciuta sana anche più della media (mai una malattia). E più di me allattato al seno.
Perché la statistica è appunta solo un gioco di numeri, non dà certezze ma probabilità.
Non ci impantaniamo su questo.
Il discorso è:
Può una donna per ragioni sue personali, di gestione della sua vita, essere colpevolizzata se decide di condividere la necessità di nutrimento del figlio col marito o con i nonni o la baby sitter affidandosi all'allattamento artificiale?
Nella realtà. se una donna non allatta al seno, non si sforza di farlo anche quando non vorrebbe farlo, è problematica/irresponsabile/non pensa al futuro del bambino/pensa solo a sé e al corpo o alla carriera/ non ha spirito di sacrificio/ha bisogno dello psicologo etc. come è stato scritto qui.
Ora: l'uomo di fronte a un neonato può disinteressarsene tranquillamente, e, da alcune situazioni che conosco, continuare a fare la sua vita di sempre.
Può andare in palestra e pensare al proprio corpo, può dormire quando il bimbo viene allattato o si sveglia di notte, può non chiedere permessi per l'allattamento - anche se c'è l'art. 40 - (e se lo fa in certe ditte viene visto male), può fregarsene della dieta, etc. ma NESSUNO lo giudica perché non tocca a lui pensare a sfamare il neonato. è dovere della donna.
Ora, se l'uomo è esente naturalmente da giudizio, perché la donna invece lo diventa se decide altrimenti?
Soprattutto tenendo conto che la legge definisce chiaramente la parità tra i sessi anche per l'allattamento.
http://www.periodofertile.it/bambini/i-permessi-per-allattamento-come-sono-regolamentati
ovvero definisce una parità di genere anche per questo.
In un mondo veramente paritario, il "giudizio" non dovrebbe neppure esistere, a mio parere e la scelta valutata come una possibilità in più per una donna di gestire liberamente la propria vita, maternità compresa.
 
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Tradito?

Utente di lunga data
Allora:
In un mondo veramente paritario, il "giudizio" non dovrebbe neppure esistere, a mio parere e la scelta valutata come una possibilità in più per una donna di gestire liberamente la propria vita, maternità compresa.
per essere davvero paritario in questo mondo gli uomini dovrebbero partorire come le donne
 

danny

Utente di lunga data
per essere davvero paritario in questo mondo gli uomini dovrebbero partorire come le donne
L'uomo non può partorire, ma può nutrire il neonato e se sceglie di farlo è anche tutelato nell'ambito lavorativo.
E non è un diritto da poco.
Nella storia dell'allattamento non è sempre stato delegato alla madre, per secoli ci si è affidati alle balie, per esempio, o al latte vaccino (spesso mal sterilizzato).
Non è storia recente il lavoro delle donne: anche nella realtà contadina la madre aveva delle necessità lavorative tali da non potersi permettere di allattare il bambino e anche all'epoca poteva avere problemi nell'allattamento.
La mortalità infantile infatti era elevatissima.
 

Piperita

Sognatrice
Allora:
il discorso NON è: è meglio la tetta piuttosto che il biberon.
E' ovvio che è più naturale etc.
Questo lo leggiamo ovunque e nessuno lo mette in discussione.
Anche se mia figlia è cresciuta sana anche più della media (mai una malattia). E più di me allattato al seno.
Perché la statistica è appunta solo un gioco di numeri, non dà certezze ma probabilità.
Non ci impantaniamo su questo.
Il discorso è:
Può una donna per ragioni sue personali, di gestione della sua vita, essere colpevolizzata se decide di condividere la necessità di nutrimento del figlio col marito o con i nonni o la baby sitter affidandosi all'allattamento artificiale?
Nella realtà. se una donna non allatta al seno, non si sforza di farlo anche quando non vorrebbe farlo, è problematica/irresponsabile/non pensa al futuro del bambino/pensa solo a sé e al corpo o alla carriera/ non ha spirito di sacrificio/ha bisogno dello psicologo etc. come è stato scritto qui.
Ora: l'uomo di fronte a un neonato può disinteressarsene tranquillamente, e, da alcune situazioni che conosco, continuare a fare la sua vita di sempre.
Può andare in palestra e pensare al proprio corpo, può dormire quando il bimbo viene allattato o si sveglia di notte, può non chiedere permessi per l'allattamento - anche se c'è l'art. 40 - (e se lo fa in certe ditte viene visto male), può fregarsene della dieta, etc. ma NESSUNO lo giudica perché non tocca a lui pensare a sfamare il neonato. è dovere della donna.
Ora, se l'uomo è esente naturalmente da giudizio, perché la donna invece lo diventa se decide altrimenti?
Soprattutto tenendo conto che la legge definisce chiaramente la parità tra i sessi anche per l'allattamento.
http://www.periodofertile.it/bambini/i-permessi-per-allattamento-come-sono-regolamentati
ovvero definisce una parità di genere anche per questo.
In un mondo veramente paritario, il "giudizio" non dovrebbe neppure esistere, a mio parere e la scelta valutata come una possibilità in più per una donna di gestire liberamente la propria vita, maternità compresa.

Ognuno è libero di fare ciò che vuole ma senza ipocrisia. Conosco gente che per non essere giudicata ha inventato svariate cose..non ho latte, non è nutriente...buh
Il discorso del lavoro e del continuare la propria vita, non è che io mi sia fermata per 25 mesi. Toglievo il latte e lo mettevo nel biberon, quando dovevo lavorare, e qualcuno lo dava al mio posto.
Per me, ripeto, allattare è la conseguenza dell'avere un figlio , non riesco mentalmente a dividere le due cose
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Ognuno è libero di fare ciò che vuole ma senza ipocrisia. Conosco gente che per non essere giudicata ha inventato svariate cose..non ho latte, non è nutriente...buh
Il discorso del lavoro e del continuare la propria vita, non è che io mi sia fermata per 25 mesi. Toglievo il latte e lo mettevo nel biberon, quando dovevo lavorare, e qualcuno lo dava al mio posto.
Per me, ripeto, allattare è la conseguenza dell'avere un figlio , non riesco mentalmente a dividere le due cose
.
Se non avessi avuto latte eri obbligata a dividerle però
So che non era tua intenzione ma frasi come queste sono quelle che fanno sentire meno mamme (non parlo di me) le donne che non sono riuscite ad allattare
 

danny

Utente di lunga data
Ognuno è libero di fare ciò che vuole ma senza ipocrisia. Conosco gente che per non essere giudicata ha inventato svariate cose..non ho latte, non è nutriente...buh
Il discorso del lavoro e del continuare la propria vita, non è che io mi sia fermata per 25 mesi. Toglievo il latte e lo mettevo nel biberon, quando dovevo lavorare, e qualcuno lo dava al mio posto.
Per me, ripeto, allattare è la conseguenza dell'avere un figlio , non riesco mentalmente a dividere le due cose

Giustamente hai scritto "per me".
Che è soggettivo.
"Per te" scegli quello che ritieni sia la soluzione migliore.
Questo equivale a dire che il "per me" possa avere un significato diverso per altre persone.
Nel primo neretto indichi qualcosa che non avrebbe ragione di esistere se ci si limitasse a valutare come tu stai facendo.
Difatti il mio discorso non vuole assolutamente affrontare la questione della bontà oggettiva o meno di una soluzione o sulle scelte personali ma sulla necessità di doversi giustificare proprio per quelle scelte.
Siamo passati da un'epoca in cui era sconveniente allattare in pubblico al seno (e si sono fatte giuste battaglie anche per non essere giudicate per questo) a un'altra in cui comunque una donna viene giudicata per una sua scelta diversa da quella di altre.
Se spostiamo l'argomento su altre materie notiamo come sia anche qui mutato come in altri temi solo obiettivo, non il modo.
 

Piperita

Sognatrice
.
Se non avessi avuto latte eri obbligata a dividerle però
So che non era tua intenzione ma frasi come queste sono quelle che fanno sentire meno mamme (non parlo di me) le donne che non sono riuscite ad allattare
Ho scritto per me. Ho già detto che è una conseguenza naturale, secondo me, senza togliere niente a nessuno.
Se ho offeso qualcuna, chiedo scusa, non era mia intenzione
 

Piperita

Sognatrice
Giustamente hai scritto "per me".
Che è soggettivo.
"Per te" scegli quello che ritieni sia la soluzione migliore.
Questo equivale a dire che il "per me" possa avere un significato diverso per altre persone.
Nel primo neretto indichi qualcosa che non avrebbe ragione di esistere se ci si limitasse a valutare come tu stai facendo.
Difatti il mio discorso non vuole assolutamente affrontare la questione della bontà oggettiva o meno di una soluzione o sulle scelte personali ma sulla necessità di doversi giustificare proprio per quelle scelte.
Siamo passati da un'epoca in cui era sconveniente allattare in pubblico al seno (e si sono fatte giuste battaglie anche per non essere giudicate per questo) a un'altra in cui comunque una donna viene giudicata per una sua scelta diversa da quella di altre.
Se spostiamo l'argomento su altre materie notiamo come sia anche qui mutato come in altri temi solo obiettivo, non il modo.
Purtroppo come fai, sbagli...quindi non ci sarà mai un pensiero univoco e non dobbiamo aspettarci che il nostro operato piaccia a tutti. Ognuno prende decisioni e le porta avanti a testa alta, se non lo si fa e ci si nasconde dietro alle scuse evidentemente c'è la consapevolezza di stare facendo un errore. Non credi?
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Ho scritto per me. Ho già detto che è una conseguenza naturale, secondo me, senza togliere niente a nessuno.
Se ho offeso qualcuna, chiedo scusa, non era mia intenzione
.
Ho premesso che era evidente che non era tua intenzione e nemmeno che lo pensassi quindi nessuna offesa. Figurati io non mi sono offesa nemmeno con chi me lo ha detto con l'intenzione di farmi restare male :)
Mi domandavo solo come avresti reagito se non fossi riuscita ad allattare
Io di amiche disperate e che si sono sentito meno mamme per questo ne ho avute ed è una cosa che non ho mai capito.
 

danny

Utente di lunga data
Purtroppo come fai, sbagli...quindi non ci sarà mai un pensiero univoco e non dobbiamo aspettarci che il nostro operato piaccia a tutti. Ognuno prende decisioni e le porta avanti a testa alta, se non lo si fa e ci si nasconde dietro alle scuse evidentemente c'è la consapevolezza di stare facendo un errore. Non credi?
No.
C'è il timore di essere giudicati.
Non tutti hanno la forza di ammettere le proprie scelte, o anche, le proprie differenze.
E' più semplice nascondersi omologandosi.
Ti porto un altro esempio: nella classe di mia figlia solo due bambini non seguono l'ora di religione e non sono stati battezzati.
In quanto atei non abbiamo ritenuto di fare scelte che non corrispondevano alla nostra identità.
Spetterà a mia figlia prendere decisioni su di sé e sul suo percorso eventuale in una Chiesa.
Gli altri?
Non ho rilevato alcun cattolico professante.
La maggior parte va in chiesa solo per comunione e confermazione dei figli a cui segue il pasto rituale successivo.
Per una certa parte di loro della religione non frega nulla.
Eppure, hanno preferito non prendere una posizione "scomoda" e risultare "diversi" ad amici e parenti e subire un giudizio.
Non c'è alcuna consapevolezza in certe scelte, c'è un lasciarsi guidare dalle scelte di massa, senza ragionarci troppo su o individuare un problema in quello che si fa.
Il "così fan tutti" è la regola.
 

Piperita

Sognatrice
.
Ho premesso che era evidente che non era tua intenzione e nemmeno che lo pensassi quindi nessuna offesa. Figurati io non mi sono offesa nemmeno con chi me lo ha detto con l'intenzione di farmi restare male :)
Mi domandavo solo come avresti reagito se non fossi riuscita ad allattare
Io di amiche disperate e che si sono sentito meno mamme per questo ne ho avute ed è una cosa che non ho mai capito.
Cosa avrei dovuto fare? Avrei preso atto della cosa e amen

Sai quante volte mi hanno fatta sentire inadeguata come mamma? hai voglia...ma ho fatto sempre quello che secondo me era più giusto e me ne assumo tutte le responsabilità.
 

Piperita

Sognatrice
No.
C'è il timore di essere giudicati.
Non tutti hanno la forza di ammettere le proprie scelte, o anche, le proprie differenze.
E' più semplice nascondersi omologandosi.
Ti porto un altro esempio: nella classe di mia figlia solo due bambini non seguono l'ora di religione e non sono stati battezzati.
In quanto atei non abbiamo ritenuto di fare scelte che non corrispondevano alla nostra identità.
Spetterà a mia figlia prendere decisioni su di sé e sul suo percorso eventuale in una Chiesa.
Gli altri?
Non ho rilevato alcun cattolico professante.
La maggior parte va in chiesa solo per comunione e confermazione dei figli a cui segue il pasto rituale successivo.
Per una certa parte di loro della religione non frega nulla.
Eppure, hanno preferito non prendere una posizione "scomoda" e risultare "diversi" ad amici e parenti e subire un giudizio.
Non c'è alcuna consapevolezza in certe scelte, c'è un lasciarsi guidare dalle scelte di massa, senza ragionarci troppo su o individuare un problema in quello che si fa.
Il "così fan tutti" è la regola.
E' possibile che sia come dici nel momento in cui si fa quello che fanno gli altri, la massa, ma non al contrario, quando si sceglie di fare diversamente dalla massa....allora la scelta è consapevole
 

Tradito?

Utente di lunga data
Io non parlerei di scelta diversa dalla massa ma dalla natura, e sinceramente se una donna che può allattare e non lo fa per altri motivi viene giudicata, ci sta pure.
 

danny

Utente di lunga data
Io non parlerei di scelta diversa dalla massa ma dalla natura, e sinceramente se una donna che può allattare e non lo fa per altri motivi viene giudicata, ci sta pure.
Quindi anche prendere la pillola, che rende il corpo di una donna meno naturale in quanto non fertile, deve essere sottoposto a giudizio? Se no, perché?
 

Tradito?

Utente di lunga data
Quindi anche prendere la pillola, che rende il corpo di una donna meno naturale in quanto non fertile, deve essere sottoposto a giudizio? Se no, perché?
Nessun giudizio in questo caso. Perché non è una regola che ha importanza astrattamente ma in quanto è coinvolto un bimbo.
 

danny

Utente di lunga data
Nessun giudizio in questo caso. Perché non è una regola che ha importanza astrattamente ma in quanto è coinvolto un bimbo.
La non fertilità preclude la maternità. Così come l'aborto la cancella.
Il principio comune è che la donna deve avere uno spazio decisionale sul proprio corpo e di conseguenza sulle proprie scelte di vita senza che vi sia una colpevolizzazione sociale, fate stante le opinioni del singolo, che può decidere liberamente di aderire a un'idea piuttosto che a un'altra, e in questo è tutelato dalla legge.
Ricordo sempre che è diritto anche dell'uomo di avere i permessi per l'allattamento.
E non è una conquista da poco, per la parità di genere.
Sulla salute del bimbo... avuto il parere favorevole della pediatra (la nostra è stata comunque una decisione ragionata), e constatato che io, allattato al seno, soffro di asma, allergie, sono finito in ospedale 4 volte da bambino ed ero sempre un po' malaticcio, mentre mio fratello, allattato con latte artificiale (con la qualità degli anni 70...) non ha mai avuto un cazzo ed è più legato a mia madre di quanto sia io, non ci siamo fatti scrupoli.
E nostra figlia, ripeto, non si è mai ammalata in 10 anni. Non soffre di allergie.
E' alta, bella, serena, ha ottimi risultati a scuola ed è anche atletica fisicamente.
Giusto per smentire le previsioni infauste.
Forse non siamo stati pessimi genitori, a questo punto, anche se le nostre scelte non sono state simili a quelle di altri.
Il mio discorso non è sull'esaltare un metodo piuttosto che un altro, ma è un invito ad aprirsi alle differenze e a ragionare sulle scelte che si compiono.
Un tempo la donna non poteva allattare al seno in pubblico pena la riprovazione sociale.
Ci sono volute battaglie di opinione per mutare questa cosa, e ora la donna è finalmente libera di farlo.
Ma introdotta una libertà, se ne è tolta un'altra: ora a essere mal giudicata è la donna che non allatta al seno.
E un po' come se noi che pratichiamo naturismo negli spazi riservati potessimo ribaltare il mondo ed essere maggioranza su tutte le spiagge.
E a quel punto cominciassimo a criticare chi va in spiaggia col costume.
Non sarebbe una conquista. A quel punto prenderei le parti di chi indossa il costume, proprio perché minoranza discriminata. La vera conquista è la libera convivenza delle differenze.
 
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iosolo

Utente di lunga data
La non fertilità preclude la maternità. Così come l'aborto la cancella.
Il principio comune è che la donna deve avere uno spazio decisionale sul proprio corpo e di conseguenza sulle proprie scelte di vita senza che vi sia una colpevolizzazione sociale, fate stante le opinioni del singolo, che può decidere liberamente di aderire a un'idea piuttosto che a un'altra, e in questo è tutelato dalla legge.
Ricordo sempre che è diritto anche dell'uomo di avere i permessi per l'allattamento.
E non è una conquista da poco, per la parità di genere.
Sulla salute del bimbo... avuto il parere favorevole della pediatra (la nostra è stata comunque una decisione ragionata), e constatato che io, allattato al seno, soffro di asma, allergie, sono finito in ospedale 4 volte da bambino ed ero sempre un po' malaticcio, mentre mio fratello, allattato con latte artificiale (con la qualità degli anni 70...) non ha mai avuto un cazzo ed è più legato a mia madre di quanto sia io, non ci siamo fatti scrupoli.
E nostra figlia, ripeto, non si è mai ammalata in 10 anni. Non soffre di allergie.
E' alta, bella, serena, ha ottimi risultati a scuola ed è anche atletica fisicamente.
Giusto per smentire le previsioni infauste.
Forse non siamo stati pessimi genitori, a questo punto, anche se le nostre scelte non sono state simili a quelle di altri.
Il mio discorso non è sull'esaltare un metodo piuttosto che un altro, ma è un invito ad aprirsi alle differenze e a ragionare sulle scelte che si compiono.
Un tempo la donna non poteva allattare al seno in pubblico pena la riprovazione sociale.
Ci sono volute battaglie di opinione per mutare questa cosa, e ora la donna è finalmente libera di farlo.
Ma introdotta una libertà, se ne è tolta un'altra: ora a essere mal giudicata è la donna che non allatta al seno.
E un po' come se noi che pratichiamo naturismo negli spazi riservati potessimo ribaltare il mondo ed essere maggioranza su tutte le spiagge.
E a quel punto cominciassimo a criticare chi va in spiaggia col costume.
Non sarebbe una conquista. A quel punto prenderei le parti di chi indossa il costume, proprio perché minoranza discriminata. La vera conquista è la libera convivenza delle differenze.
Questa però è una questione diversa.
Se a livello medico è accertato che il latte materno sia migliore per un bambino, io a tutela di quel bambino posso e devo intervenire per cercare di capire le motivazioni di un tale rifiuto e se non ci sono idonee motivazioni devo sollecitare la madre a fare il bene del bambino.

Scelta diversa secondo me è se una madre sceglie o meno il parto cesareo, per cui, anche se la mia scelta è diversa, devo accettare la scelta di una madre che decide del suo corpo visto che non ha nessun tipo di ripercussioni sul proprio figlio.

Le scelte sono libere quando siamo solo noi a dover subire le conseguenze delle nostre scelte no quando lo si fa con un altro essere umano indifeso che deve essere comunque tutelato dalla Società.
Credo che lo stesso ragionamento, in modo più invasivo e determinante, si può fare sui vaccini.

Ora se qui diamo per assodato per il latte materno è migliore di quello artificiale allora è giusto che la Società cerchi di capire, promuovere, aiutare e anche far cambiare idea ad una donna portata per un netto rifiuto.

Che poi ci sono donne che "giudicano" e colpevolizzano è purtroppo normale, ma le critiche credimi ci sono state anche per me che ho allattato oltre un anno. Chi vuole criticare trova sempre un motivo per farlo.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Questa però è una questione diversa.
Se a livello medico è accertato che il latte materno sia migliore per un bambino, io a tutela di quel bambino posso e devo intervenire per cercare di capire le motivazioni di un tale rifiuto e se non ci sono idonee motivazioni devo sollecitare la madre a fare il bene del bambino.

Scelta diversa secondo me è se una madre sceglie o meno il parto cesareo, per cui, anche se la mia scelta è diversa, devo accettare la scelta di una madre che decide del suo corpo visto che non ha nessun tipo di ripercussioni sul proprio figlio.

Le scelte sono libere quando siamo solo noi a dover subire le conseguenze delle nostre scelte no quando lo si fa con un altro essere umano indifeso che deve essere comunque tutelato dalla Società.
Credo che lo stesso ragionamento, in modo più invasivo e determinante, si può fare sui vaccini.

Ora se qui diamo per assodato per il latte materno è migliore di quello artificiale allora è giusto che la Società cerchi di capire, promuovere, aiutare e anche far cambiare idea ad una donna portata per un netto rifiuto.

Che poi ci sono donne che "giudicano" e colpevolizzano è purtroppo normale, ma le critiche credimi ci sono state anche per me che ho allattato oltre un anno. Chi vuole criticare trova sempre un motivo per farlo.
quoto
Capire e spiegare assolutamente si. Non infierire anche.
Poi è indubbio che i bambini crescano anche con il latte artificiale e sani (i miei due ne sono un esempio) ma si dovrebbe se è possibile fare la scelta migliore per loro.
 
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