Gli amanti si devono fare scrupoli nei confronti dei compagni ufficiali degli altri?
Gli amanti, per loro stessa natura, sono oggetti morali, sono strumenti di malafede ed al contempo sono anche funzionali di etica, di etica altrui, sempre e comunque.
Il ruolo di amante si ritaglia nell'illegittimità, nell'immoralità e nell'illogicità.
Per questo è qualcosa di più di un'obliteratrice meccanica e qualcosa meno di un operatore di sollievo.
Solitamente vittima del luddismo del legittimo consorte, il povero amante, si agita tra mille vaneggimenti che sono tanto più umilianti quanto deformata è la considerazione di sè stesso che, da carne da macello del piacere, si autoproclama legittimo compagno di giochi sentimentali.
Tali pretese sono da considerarsi non solo palesemente infondate, ma anche ridicole oltre ogni forma e dimensione.
Una persona che sia così ebete da farsi toccare con diffusa lascivia da un carcamano, le cui stesse carezze sono le croci sul golgota di ogni dignità e limpidezza, ed al contempo usare più cura per gl'altrui congiunti di quanta non ne dimostri il sui compagnuccio di soffregamenti, diviene non solo buffo come un ministro di culto che bestemmia, ma anche disfunzionale per il proprio benessere, come un pagliaccio che non sa più far ridere neppure i bambini più stupidi.
E tutto perchè il tradimento rende la menzogna necessaria così come l'immoralità virale.
Chiunque entri nel lotto delle scapezzolate segrete, diviene un verme di fango, un ilota ed un paria che non potrà cambiare mai più casta, non fino alle prossime reincarnazioni, molte, molte reincarnazioni.
Gente che non bisognerebbe toccare neppure con una bastone lungo due metri va a sfregare dove il corpo è più umido, molle e facilmente contagiabile, una lebbra senza penicillina che senza igiene si moltiplica come escherichia su un succosso agar agar da cultura, e un marchio che resta eterno e brucia sul cuore, sempre che si abbia un cuore dove apporlo ed occhi per volgersi a lui.
E la fede è come quel gattino nero, servo e famiglio delle streghe che mangiavano segale ammuffita, che si trova nella macchina infernale di Schroedinger, ed è sempre mezzo vivo e mezzo morto finchè non lo si guarda, ma guardandolo lo si uccide se è ancora vivo ed allora tanto meglio non farlo, mai.
E pensare che non ci si deve interessare di nessuno, che tanto nessuno lo merita, e se lo meritasse non sarebbe certo compito nostro dirgli che ha il gatto morto, o la moglie che misera l'aspetta a casa od il marito che lavora dodici ore al giorno per dare da mangiare a lei ed ai suoi figli.
Certo, il gatto morirebbe solo a guardarlo, poverino...
E i gatti morti sanno un cattivo odore, soprattutto quando comuncia a far caldo e viene la bella stagione.
E noi non vogliamo mica puzzare di gatto morto, no?
Meglio non guardare allora.
Meglio non sapere chi c'è oltre quella donna che viene da noi in segreto o quell'uomo che dice così tante bugie a tutti pur di togliersi i pantaloni in quel lurido motel.
Sì quel motel era proprio lurido!
Un po' come chi non guarda.
Però il gatto è felice.
E mezzo morto.
Per sempre.