Credo che la canzone, come molte altre cose fatte con intelligenza, abbia più chiavi di lettura e sembra quasi che intenda affermare l’esistenza dell’ amore attraverso la sua negazione, in una incapacità sostanziale di definirlo.
Mi colpisce molto l’affermazione - l’illusione di competere col tempo – Che se ci pensiamo è un punto centrale del fatto di promettersi perché quando lo facciamo in buona fede lo facciamo “per sempre”. Salvo poi ricredersi strada facendo.
Giustamente la tua è in effetti una domanda retorica, un postulato ricavato dall’ osservazione del vero, Quando ci mettiamo con qualcuno gli promettiamo di prenderci cura di lui e ci viene spontaneo farlo, la stupida domanda che mi faccio è cosa ci spinga in fondo a farlo.
Un sociologo potrebbe mettere in campo il retaggio evoluzionistico della necessità biologica di creare una famiglia per le cure parentali, ma è solo questo? Ci promettiamo e dunque assumiamo la responsabilità di un rapporto solo per questo? Oppure c’è qualcosa che ha a che fare anche qui con la “carità” di S. Paolo?
Senza parlare del “rito”, che è “l’outing” di ufficializzazione di un rapporto nella società di appartenenza e che definisce l’importanza sostanziale della ritualità anche nella presunta modernità che viviamo. (Hai voglia in sostanza di rifiutare cerimonie nuziali perché non ci credi e poi vai ad appendere un lucchetto, che in sostanza, come gesto, per te stesso significa la stessa cosa: una assunzione di responsabilità.