22/7/2010 - MATRIMONI INTERROTTI
L'unica remora? I figli
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CARLO RIMINI
Le separazioni aumentano; anche i divorzi crescono ma, per ora, un po’ meno. Si separano i giovanissimi, le coppie di mezza età e persino i coniugi più anziani. Le statistiche riportano una giostra di numeri chiarissimi nel portare ad una conclusione: la famiglia non è più quella di una volta. Il dato è certamente negativo, e molti ne traggono pessimi auspici per il futuro della nostra società.
Ma se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, dobbiamo osservare che questo fenomeno affonda le sue radici nell’affermarsi nel diritto e nella società contemporanei di due valori certamente positivi. In primo luogo, il diritto ha sancito il principio dell’uguaglianza morale e giuridica fra i coniugi che ha sostituito la potestà del marito sulla moglie: le famiglie fondate sull’uguaglianza corrono maggiori rischi di disgregarsi per le liti fra i componenti rispetto a quelle in cui uno comandava e gli altri erano abituati ad obbedire. In secondo luogo, oggi non si rimane più assieme per obbligo o per convenienza sociale, ma solo se entrambi i coniugi sono ancora convinti di avere un progetto da realizzare o qualche cosa da dirsi.
È nata quindi una nuova famiglia che si regge, se regge, su valori diversi rispetto al passato. Tutto ciò emerge chiaramente, nell’esperienza quotidiana dei nostri tribunali, esaminando le cause più frequenti delle separazioni. Fino agli anni ‘80, le cause delle separazioni potevano essere, nella maggior parte dei casi, ricondotte a tre modelli che si ripetevano: la moglie osava ribellarsi ai continui tradimenti del marito; il marito aveva trovato in un’altra donna la passione della sua vita; il marito aveva scoperto l’adulterio, intollerabile, della moglie. Oggi le ragioni che portano alla separazione sono molto più variegate. Talora la causa ultima è ancora il tradimento, ma scavando si scopre che vi sono incomprensioni profonde o progetti di vita diversi. Più spesso i coniugi si separano raccontando al giudice semplicemente che non si sopportano più.
L’unico legame che tiene oggi unite le coppie infelici è quello dei figli ancora piccoli. Molti tirano avanti solo per non creare ai bambini la sofferenza della separazione, il calvario dei fine settimana alternati e della cena con papà una sera ogni tanto. Questo spiega perché sono in notevole aumento le separazioni fra i giovani, che non hanno ancora figli o li hanno talmente piccoli che appare impensabile aspettare che crescano. Poi c’è una pausa, ma i numeri tornano a crescere fra le coppie che hanno più di 45 anni: sono i coniugi che oggi hanno figli di 20 anni. Un’età in cui si è forse più in grado di assorbire il colpo della separazione o, quanto meno, di capire.
Docente di Diritto privato, Università degli Studi di Milanog
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