Dunque, io ho detto che in Italia non ci sono determinati problemi, e infatti non ci sono. Non so se ciò sia determinato dal fatto che abbiamo una cultura di un certo tipo, o dal fatto che l'immigrazione da noi sia, in un certo senso, appena agli inizi. Da noi, ad esempio, nessuno si lamenta del fatto che nei nostri film ci siano solo italiani, al massimo ogni tanto qualche marocchino che interpreta uno spacciatore. E nessuno si lamentera' ancora per molto tempo, perché l'immigrazione non è entrata nel profondo del tessuto della società fino a quel punto. L'immigrato non fa quasi mai gia' gli stessi lavori degli italiani, il cinese si sente ancora cinese (parlo degli adulti). Magari fra venti anni, fra cinquanta, sara' diverso. Non farmi un discorso di autostima, si tratta oggettivamente di due mondi diversi. Lo so che un bambino non pensa 'oh no, nessuna bambola mi assomiglia', così come non pensa tante cose, eppure queste cose ti entrano dentro lo stesso e le capisci da adulto. Io molte cose non le capivo, non le pensavo e non ne parlavo, questo non significa che non mi abbiano influenzato. È evidente che un bambito non fa un'analisi freudiana dei propri sentimenti. Per la maggior parte del tempo, senti cose per cui non hai parole fino all'età adulta. Il caso dell'america e delle asiatiche non è solo un caso di persone che conosco io, è un problema di una nazione intera, nato forse dal fatto che si tratta di un paese senza radici che tutti dunque cercano insistentemente. Non si può fingere che i bambini non cerchino modelli per capire sé e il mondo , perché lo fanno in tutto. Nei genitori nella maestra nella pubblicità nei libri nelle bambole nella televisione negli altri bambini negli altri famigliari nelle favole, in tutto.
Tutto compartecipa a creare un'identità, quindi tanto vale creare questo tutto, se si può, nel modo migliore possibile.