Bauman

iosolo

Utente di lunga data
Amendola se parliamo di attori italiani
Javier Bardem per gli stranieri
Potrei fare follie :D
Amendola nemmeno.
Forse Claudio Santamaria per gli italiani, con quello sguardo schivo. Parla poco e fa il suo lavoro.
Richard Armitage, inglese, con eleganza inglese... con uno sguardo fermo e una voce da urlo.

Ops siamo OT molto OT.
 

Brunetta

Utente di lunga data

Divì

Utente senza meta

"Libertà e sicurezza sono valori entrambi necessari, ma sono in conflitto tra loro. Il prezzo da pagare per una maggiore sicurezza è una minore libertà e il prezzo di una maggiore libertà è una minore sicurezza. La maggior parte delle persone cerca di trovare un equilibrio, quasi sempre invano".

"È la prospettiva dell'invecchiare ad essere ormai fuori moda, identificata con una diminuzione delle possibilità di scelta e con l'assenza di "novità". Quella "novità" che in una società di consumatori è stata elevata al più alto grado della gerarchia dei valori e considerata la chiave della felicità. Tendiamo a non tollerare la routine, perché fin dall'infanzia siamo stati abituati a rincorrere oggetti "usa e getta", da rimpiazzare velocemente. Non conosciamo più la gioia delle cose durevoli, frutto dello sforzo e di un lavoro scrupoloso".

Quando ciò che ci circonda diventa incerto, l'illusione di avere tante "seconde scelte", che ci ricompensino dalla sofferenza della precarietà, è invitante. Muoversi da un luogo all'altro (più promettente perché non ancora sperimentato) sembra più facile e allettante che impegnarsi in un lungo sforzo di riparazione delle imperfezioni della dimora attuale, per trasformarla in una vera e propria casa e non solo in un posto in cui vivere. "L'amore esclusivo" non è quasi mai esente da dolori e problemi - ma la gioia è nello sforzo comune per superarli".

"Il 1968 potrebbe essere stato un punto d'inizio, ma la nostra dedizione alla gratificazione istantanea e senza legami è il prodotto del mercato, che ha saputo capitalizzare la nostra attitudine a vivere il presente".


Seguo Bauman da tempo e ho avuto l'onore di assistere dal vivo ad una sua conferenza nel 2016.

Questi sono secondo me i passaggi salienti.

Penso che l'istinto a soddisfare ogni bisogno, a godere della fruibilità del piacere sia connaturato, ma non all'umanità, ma ai bambini, ai neonati: loro sì, perché ancora non sono stati educati alla vita, alle relazioni, alla dignità del lavoro, all'importanza dell'impegno e alla soddisfazione che deriva dal portare a termine una fatica con gioia.

Quindi mi sento di dire che ciò che manca nel nostro mondo è l'educazione: cioè la capacità di e-ducere, portar fuori dall'infanzia adulti capaci. E di questo il grande bengodi del mercato si è approfittato, alimentando il rifiuto del futuro barattato con un effimero presente dove la morte non esiste.

Bauman la chiamava la sindrome del Titanic: balliamo mentre affondiamo, consumiamo soldi che non abbiamo, bruciamo emozioni, e siamo sempre più soli.

E sì, credo anche io che il 68 sia stato l'inizio del ballo......
 

Brunetta

Utente di lunga data

"Libertà e sicurezza sono valori entrambi necessari, ma sono in conflitto tra loro. Il prezzo da pagare per una maggiore sicurezza è una minore libertà e il prezzo di una maggiore libertà è una minore sicurezza. La maggior parte delle persone cerca di trovare un equilibrio, quasi sempre invano".

"È la prospettiva dell'invecchiare ad essere ormai fuori moda, identificata con una diminuzione delle possibilità di scelta e con l'assenza di "novità". Quella "novità" che in una società di consumatori è stata elevata al più alto grado della gerarchia dei valori e considerata la chiave della felicità. Tendiamo a non tollerare la routine, perché fin dall'infanzia siamo stati abituati a rincorrere oggetti "usa e getta", da rimpiazzare velocemente. Non conosciamo più la gioia delle cose durevoli, frutto dello sforzo e di un lavoro scrupoloso".

Quando ciò che ci circonda diventa incerto, l'illusione di avere tante "seconde scelte", che ci ricompensino dalla sofferenza della precarietà, è invitante. Muoversi da un luogo all'altro (più promettente perché non ancora sperimentato) sembra più facile e allettante che impegnarsi in un lungo sforzo di riparazione delle imperfezioni della dimora attuale, per trasformarla in una vera e propria casa e non solo in un posto in cui vivere. "L'amore esclusivo" non è quasi mai esente da dolori e problemi - ma la gioia è nello sforzo comune per superarli".

"Il 1968 potrebbe essere stato un punto d'inizio, ma la nostra dedizione alla gratificazione istantanea e senza legami è il prodotto del mercato, che ha saputo capitalizzare la nostra attitudine a vivere il presente".


Seguo Bauman da tempo e ho avuto l'onore di assistere dal vivo ad una sua conferenza nel 2016.

Questi sono secondo me i passaggi salienti.

Penso che l'istinto a soddisfare ogni bisogno, a godere della fruibilità del piacere sia connaturato, ma non all'umanità, ma ai bambini, ai neonati: loro sì, perché ancora non sono stati educati alla vita, alle relazioni, alla dignità del lavoro, all'importanza dell'impegno e alla soddisfazione che deriva dal portare a termine una fatica con gioia.

Quindi mi sento di dire che ciò che manca nel nostro mondo è l'educazione: cioè la capacità di e-ducere, portar fuori dall'infanzia adulti capaci. E di questo il grande bengodi del mercato si è approfittato, alimentando il rifiuto del futuro barattato con un effimero presente dove la morte non esiste.

Bauman la chiamava la sindrome del Titanic: balliamo mentre affondiamo, consumiamo soldi che non abbiamo, bruciamo emozioni, e siamo sempre più soli.

E sì, credo anche io che il 68 sia stato l'inizio del ballo......
Il sessantotto è stata una ribellione a quella tendenza insita nella società liberista e dei consumi che ....si è poi appropriata anche della ribellione. Basti vedere come la moda e l'industria dell'abbigliamento, solo per dire un aspetto senza addentrarmi negli aspetti più sociali o politici, si siano appropriate, normandoli e facendoli diventare produzione di massa, ti tutti i capi di abbigliamento inizialmente scelti dai giovani per rifiutare appunto una integrazione in quel mondo: dai jeans ai capi militari smessi, dall'eskimo agli anfibi, dallo stile hppie a quello in pelle.
Vedi Guccini "Eskimo"


Anche i bambini capiscono che giocare a pallone in un prato grande dei giardini o in mezzo alla strada è più libero, ma sono in balia di chi li può disturbare o può usurpare lo spazio, mentre nel campo dell'oratorio sono meno liberi perché devono rispettare le regole, ma pure gli altri e questo dà sicurezza.

Il problema è che per quanto riguarda i sentimenti siamo quasi tutti con una fame insaziabile derivata, forse, da vuoti antichi e cerchiamo di mangiare quello che possiamo, magari un toast vecchio e spugnoso o un bigmac :rolleyes:, perché ci sembra di morire di fame...di amore.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Penso anche che lo stupore del tradito e il suo dolore siano molto nutrienti per il traditore che ne ricava quella prova di essere amato di cui aveva bisogno per la propria fame.
 

Lostris

Utente Ludica
Penso anche che lo stupore del tradito e il suo dolore siano molto nutrienti per il traditore che ne ricava quella prova di essere amato di cui aveva bisogno per la propria fame.
A volte si scambia per amore ciò che non è.

Ci si può stupire e si può star male anche per orgoglio ferito, possessività frustrata, quieto vivere mandato all'aria, vergogna del giudizio altrui...
 

Brunetta

Utente di lunga data
A volte si scambia per amore ciò che non è.

Ci si può stupire e si può star male anche per orgoglio ferito, possessività frustrata, quieto vivere mandato all'aria, vergogna del giudizio altrui...
Sì.
Può esserci tutto.
Ma al traditore tutto questo piace, poi vedranno insieme cosa fare.
Del resto anche la storia extra molto spesso non è così pregna di sentimenti.
O comunque è con una persona totalmente inaffidabile.
 

trilobita

Utente di lunga data
Più caldo è bello ma nn balla... anche quando parla, uuuuu che due scatole.
Anche la scelta della modella figa e più giovane non hanno fatto altro che alimentare in me l'idea di un bello senza cervello.

Sarà che io più che degli attori di solito mi innamoro dei personaggi.
Un attore che mi intriga anche fuori dal personaggio non mi viene in mente... ora ci penso!
Rocco Siffredi???
 
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