Beata ignoranza.

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Brunetta

Utente di lunga data

JON

Utente di lunga data
Appunto cosa? Che l'arte di arrangiarsi è sempre presente?
Io non faccio retoriche del tipo "stavamo meglio quando stavamo peggio", sai che me ne viene. O magari rapportare le varie generazioni e stabilire chi fosse meglio, come potrei e poi da quale posizione.

Si parlava di tempi odierni e di come questi influenzino le persone. Ebbene, io non so come risolvevano tutti i loro problemi le genti del passato, ma spesso mi capita di vedere cocomeri ambulanti che sopravvivono grazie al fatto che il benessere conquistato oggi li tiene in vita. Altro che problem solving.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Appunto cosa? Che l'arte di arrangiarsi è sempre presente?
Io non faccio retoriche del tipo "stavamo meglio quando stavamo peggio", sai che me ne viene. O magari rapportare le varie generazioni e stabilire chi fosse meglio, come potrei e poi da quale posizione.

Si parlava di tempi odierni e di come questi influenzino le persone. Ebbene, io non so come risolvevano tutti i loro problemi le genti del passato, ma spesso mi capita di vedere cocomeri ambulanti che sopravvivono grazie al fatto che il benessere conquistato oggi li tiene in vita. Altro che problem solving.
Per me ognuno è ignorante in qualche misura e ancor più lo era da giovane. Il valore dato alle diverse conoscenze è opinabile. Ognuno di noi è cocomero per qualcun altro.
Una società più è ricca (più produce surplus) più è in grado di garantire la sopravvivenza a non produttivi, siano questi far parte delle classi dirigenti o degli inabili alla produzione (categoria ampia e diversificata) o anziani.
 

JON

Utente di lunga data
Per me ognuno è ignorante in qualche misura e ancor più lo era da giovane. Il valore dato alle diverse conoscenze è opinabile. Ognuno di noi è cocomero per qualcun altro.
Una società più è ricca (più produce surplus) più è in grado di garantire la sopravvivenza a non produttivi, siano questi far parte delle classi dirigenti o degli inabili alla produzione (categoria ampia e diversificata) o anziani.
Ecco, tanto per tornare IT.
 

sienne

lucida-confusa
Il problema vero è che viene ritenuto del tutto INUTILE e quindi stupido avere nozioni che vadano al di là dle proprio ristretto campo d'interesse specialistico. Intendo dire che è agghiacciante il "No" pronunciato al termine del'esame dalla dottoressa esaminata.

Anche io non addosserei tutte le colpe alla scuola. Preciso che alle superiori il Novecento è il solo argomento di studi obbligato ormai da più da una decina d'anni. Ma appunto, è la FAMIGLIA il vero handicap di questi studenti. Non ci sono che rare occasioni di stare tutti insieme, per cominciare; e quelle poche sono affollate di discorsi che riguardano il vicino di casa, l'ultimo modello di auto, i problemi di lavoro, il ménage familiare, l'ultimo tronista...

Ciao Fantastica,

c'è anche un altro aspetto, che a volte mi fa rabbrividire.
Gli spazi per i nostri figli sono spesso "artificiali", concepiti da noi adulti per loro.
Dal parco giochi ai vari corsi ... corsi di ogni genere con la presentazione di problemi
da risolvere, che vengono ritenuti "esemplari" per comprendere la materia.
L'incontro con un ambiente "naturale" e quasi assente per molti bambini ...
È l'opportunità che viene a mancare ... la praticità per comprendere ...


sienne
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ecco, tanto per tornare IT.
Non tanto perché in una società complessa come la nostra le conoscenze necessarie son molteplici e non è detto che quelle che noi possediamo e consideriamo essenziali e irrinunciabili non siano solo complementari a quelle di chi consideriamo ignorante perché non le possiede.
Questo mi è sembrato evidente nella discussione sulla scuola superiore da scegliere.
 
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Fantastica

Utente di lunga data
Ciao Fantastica,

c'è anche un altro aspetto, che a volte mi fa rabbrividire.
Gli spazi per i nostri figli sono spesso "artificiali", concepiti da noi adulti per loro.
Dal parco giochi ai vari corsi ... corsi di ogni genere con la presentazione di problemi
da risolvere, che vengono ritenuti "esemplari" per comprendere la materia.
L'incontro con un ambiente "naturale" e quasi assente per molti bambini ...
È l'opportunità che viene a mancare ... la praticità per comprendere ...


sienne
E' una delle ragioni per cui io, sebbene detesti l'idea di in cane in casa, se avessi avuto figli, avrei assolutamente voluto almeno un cane, ma magari anche due. Comunque, anche noi siamo cresciuti tutti in ambienti artificiali. Di naturale non c'è più nulla da un paio di secoli, direi. O forse non ho capito tanto bene.:smile:
 

Fantastica

Utente di lunga data
Non tanto perché in una società complessa come la nostra le conoscenze necessarie son molteplici e non è detto che quelle che noi possediamo e consideriamo essenziali e irrinunciabili non siano solo complementari a quelle di chi consideriamo ignorante perché non le possiede.
Questo mi è sembrato evidente nella discussione sulla scuola superiore da scegliere.
Io direi: le informazioni necessarie. Le conoscenze sono quasi del tutto inutili. Per questo le amo.:)
 

Brunetta

Utente di lunga data
E' una delle ragioni per cui io, sebbene detesti l'idea di in cane in casa, se avessi avuto figli, avrei assolutamente voluto almeno un cane, ma magari anche due. Comunque, anche noi siamo cresciuti tutti in ambienti artificiali. Di naturale non c'è più nulla da un paio di secoli, direi. O forse non ho capito tanto bene.:smile:
Credo che Sienne intenda ambienti predisposti e protetti specifici per bambini.
Non ambienti che non abbiano un percorso, sia fisico sia esplorativo-esperenziale, già previsto.
 

tullio

Utente di lunga data
Abbiamo trascorso ben 19/20 della nostra storia evolutiva nella condizione di cacciatori raccoglitori,
(...)
Gli sapiens degli ultimi 50000 anni sono perfettamente uguali a noi, siamo noi. Il problem solving della sopravvivenza ha sempre impegnato l'uomo al massimo delle sue capacità, per noi magari risulta difficile capirlo, tanto quando abbiamo fame basta aprire il frigo, nel passato sopravvivere imponeva sforzi immani per trovare soluzioni sempre diverse e sempre adatte alle situazioni che si presentavano.
Viviamo sotto una pioggia di informazioni che costituiscono la cultura di massa, una cultura prodotta e confezionata dall'alto, in risposta alle esigenze della società industriale. Questa cultura è (semplificando un po' a mia volta) deliberatamente iper-semplificante, poiché mira ad esser compresa e utilizzata da tutti nel modo meno critico possibile. Uno dei risultati è l'analfabetismo di ritorno, per cui masse di scolarizzati semplicemente non sanno più leggere. Potremmo dire (sempre semplificando un poco) che la prospettiva coerente della massificazione è la trasformazione degli individui in consumatori. Chiaramente questo induce molti, anche chi ha livelli alti di istruzione, a comportarsi da "ingenuo" in certe occasioni: non siamo tutti sciocchi, più semplicemtne siamo bombardati da tante informazioni e siamo esposti a tanti stimoli che non possiamo controllare tutto e dobbiamo affidarci a "qualcuno/qualcosa" che rimedi ai nostri limiti: tutti noi abbiamo un conto corrente con cui banche e finanzieri si arricchiscono e non siamo in grado nemmeno di comprendere bene come questo accada, come sia possibile che noi si venga derubati. Anzi: non siamo nemmeno in grado di renderci conto del fatto che ci derubano.
Questo, come dice Spleen, deriva largamente dal fatto che abbiamo il frigorifero che ci semplifica parecchio la vita. Una semplificazione che, d'altra parte, ci condiziona inevitabilmente anche in senso negativo.

Veniamo da millenni di vita di un tipo (diciamo caccia e raccolta) ma questo non ci dice nulla su quel che siamo: i millenni trascorsi non sono sedimentati nel nostro cervello/Dns/intelletto... non siamo condizionati biologicamente dalla nostra preistoria. Siamo condizionati dalla cultura in cui viviamo, che è un prodotto della cultura precedente e non della biologia precedente/attuale. Il clan non è rimasto nel Dna, nè vi è rimasta la sottovalutazione, ad esempio, della donna. IL clan, quando ritorna (pensiamo alle bande giovanili) e la sottovalutazione della donna, non hanno a che vedere con i millenni preistorici ma con i limiti della cultura attuale.
 

JON

Utente di lunga data
Non tanto perché in una società complessa come la nostra le conoscenze necessarie son molteplici e non è detto che quelle che noi possediamo e consideriamo essenziali e irrinunciabili non siano solo complementari a quelle di chi consideriamo ignorante perché non le possiede.
Questo mi è sembrato evidente nella discussione sulla scuola superiore da scegliere.
Ho capito quello che vuoi dire, se è per questo posso dirti che sono molto ignorante sulle cose che non conosco e spesso mi rendo conto della mia profonda ignoranza.Ma è anche normale, dopotutto un ciabattino ha tutte le ragioni di ignorare quelle che sono le attività di un idraulico...per dire. Direi che l'importante è che il ciabattino sappia almeno cosa sia un idraulico e viceversa.


Il punto però non é quello, perchè l'autore del thread sostanzialmente parlava di convenzioni, di azioni che, seppur banali, in linea di massima accomunano quelle che sono le attività umane, vuoi per empatia, vuoi per cooperazione. E giustamente, fatti dei divertenti esempi, si chiede che fine faremo. Tanto che WW porta l'esempio, più sconcertante che imbarazzante, della laureanda.E poi la qualità o l'inutilità delle informazioni che tutto appiattiscono.

Non vorrei che fosse passato, in qualche modo, un discorso improntato sulla discriminazione, perché io perlomeno non lo sfioravo nemmeno se inteso in quel senso. Più che altro parlavo di benessere come conquista, ma anche come portatore di strani effetti collaterali, che, come vedi, portano una unanime preoccupazione.
 
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