La questione della separazione "fasulla" (perché simulata, e dunque nulla) potrebbe essere superata sostenendo che, successivamente, i coniugi abbiano ripreso la convivenza a tutti gli effetti e che, dunque, ci sia stata una vera riconciliazione (e non una mera coabitazione sotto lo stesso tetto), che comporta il venire meno della separazione, senza bisogno di pronuncia giudiziale.
E' una problematica che ho affrontato perché dopo la mia separazione consensuale, a distanza di mesi sono rientrato a casa, per tentare una riconciliazione che avevo dichiarato apparire problematica (e che non ha funzionato). Però non avevo ripristinato la mia residenza che ho cambiato dopo alcuni mesi ma sempre altrove, quando ho acquistato un piccolo appartamento vicino alla casa familiare, essendo per me prima casa. E, soprattutto, non era e non è nell'interesse della ormai ex moglie di sollevare la questione.
Ma torniamo al caso specifico in questione: anche ammesso che si riesca a provare la riconciliazione tra la figlia dei miei conoscenti ed il marito, quest'ultimo potrebbe chiedere una separazione con addebito (se, come credo, ha solide prove del tradimento e della sua durata).
Allora, ragiono io, tanto vale usare la vecchia separazione consensuale "fasulla" come protezione per la figlia/moglie e sostenere l'assenza di tradimento del marito, se non ci sono ragioni patrimoniali particolarmente rilevanti. Sul piano reputazionale (di lei) salva meglio le apparenze.
Riprendere la casa coniugale da parte di una moglie infedele, non collocataria di figlio maggiorenne (studente universitario fuori sede), con tutta sincerità mi sembra un'impresa difficile, anche perché la casa in questione è intestata al marito, mentre quella al mare è intestata a lei.