L'approccio relazionale degli animali è diverso per ogni specie, ovviamente la domesticazione ha selezionato quelle qualità intrinseche che a noi umani servono maggiormente. Mentre i gatti sono con noi dallo start del neolitico, circa 10000 anni fa, partendo dal gatto selvatico che si avvicinava ai nostri primi granai per catturare i topi, il cane ha subito una trasformazione più lunga e radicale, specie plastica ed adattabile per eccellenza è entrato nella via degli uomini essenzialmente perchè possiede una fortissima identità di gruppo, di branco, del quale noi siamo considerati componeneti.
Nota bene: Scientificamente tutti, ma proprio tutti, gli animali domestici sono animali gregari che riconoscono un capobranco. Non esistono animali addosmesticabili dove si lotti in continuazione per il predominio o in animali dal comportamento non gregario.
Detto cio ho maturato la convinzione che le cose a cui tengo di più sono le mie sensazioni rivolte alla natura. Al di là del bene che voglio alle persone ovviamente che è un bene primario.
Sono essenzialmente un selvaggio, nel senso che subisco la mancanza del sole della pioggia delle nuvole e del vento, delle ombre degli allberi che declinano la sera, del freddo pungente, della brina d' inverno e della nebbia. Amo i pomeriggi di settembre quando il sole vinto e "cotto", esaurito declina.
Amo la differenza delle sensazioni che queste cose sanno comunicarmi e nelle quali mi riconosco.
Amo le mie piccole cose e quello che rappresentano per me.
E aumenta nel tempo il valore di chi mi circonda e del quale percepisco l'importanza.
C' è un termine in inglese forse per definire questo, è home, non house, home proprio, sebbene io mi senta at home anche in un bosco.