Vi ringrazio per le risposte, cerco di fare un discorso generale rispondendo un po' a tutti.
Fino a qualche tempo fa credevo davvero di essermi innamorata perdutamente e avrei voluto una relazione con lui, in effetti avevo cominciato ad accennarglielo. Dall'esterno mi rendo conto che sia follia una relazione con un uomo così più grande di me, ma lui diceva di amarmi (io credo di averlo detto un paio di volte in vita mia, certamente non a lui. dò un discreto peso alle parole in generale), diceva che sarebbe stato bello andarcene via insieme e si faceva venire i lucciconi agli occhi mentre parlava di figli (lui non ne ha avuti). Con questi presupposti io a un certo punto mi sono sentita di dirgli "senti, ma dove ci sta portando questa cosa? ci vogliamo provare sul serio o no?" e lui ha preso a dire che la nostra è una relazione impossibile e che non c'è nulla da fare perché gli anni a dividerci sono troppi, però mi tiene buona snocciolando a necessità i vari "senza di te sto male/non posso stare".
Di lì ho cominciato a capire di essere rimasta incastrata, perché razionalmente so che non c'è nulla di buono in tutto ciò, ma non riesco a scappare.
Razionalmente, comprendo anche che il mio fidanzato sia davvero la scelta migliore per me e lo capisco ogni giorno di più. La sua unica colpa è quella di non avermi mai fatto uno straccio di complimento, una qualsiasi stupida sorpresa in questi tre anni di relazione. Ma onestamente non ho mai dato peso a questo suo aspetto, l'amore si dimostra in mille altri modi, sicuramente più profondi e autentici. Diciamo che è un po' "selvatico" ma a me è sempre piaciuto così. E' solito dirmi "Sai benissimo come sei, non hai certo bisogno che sia io a dirti che sei bella" (o in gamba, se si parla di lavoro) e mi detesto anche perché credevo davvero di poter essere più forte e di non aver bisogno di sentirmi dire nulla. Non è mai stato un rapporto fatto di passione travolgente, ma è un'unione salda e profonda, io credo che possa davvero essere il mio compagno di vita, ma a lungo andare patirei troppo di aver tradito e non saprei tenerglielo nascosto, per cui, soffrendo tantissimo, dovrei chiudere la storia.
Di fatto io ho chiara la situazione. Credo davvero che si sia instaurata una dipendenza, oserei dire reciproca. Ho 25 anni, sarò ingenua, non avrò nemmeno metà della metà della sua esperienza, ma non credo che mi tenga lì solo prendere un po' di carne fresca, mi cerca ogni giorno e non solo per sesso.
Molte volte mi sono obbligata a pensare agli anni che ci separano, ai segni dell'età già ben evidenti e a tutti quelli che arriveranno nel tempo; ho pensato tante volte di bloccare il suo numero sul telefono, cambiare palestra, cambiare giri.. ma mi sento davvero paralizzata.
Ci vuole il fisico per fare l'amante. Sì, assolutamente. Così come per essere traditori.
Io sono sicuramente molto poco tagliata per questo ruolo, ma la situazione così com'è non si presenta leggera e anche il solo divertimento lo troverei difficile. Infatti quando sono da sola sono sempre demoralizzata e arrabbiata, lotto contro i miei più infimi impulsi di volergli fare qualche oscena piazzata, di urlare a tutti quello che lui è in realtà, vorrei vederlo distrutto, vorrei vederlo annaspare dopo mesi passati a sentire sempre le sue risposte pronte.
La verità è che io ho sbagliato non solo perché ho tradito, prima ancora ho sbagliato di presunzione. Prima pensavo che mai mi sarei lasciata corrompere, poi ho ho pensato che mai mi sarei lasciata soggiogare, che io non avrei mai perso il controllo. Invece non sono tanto furba quanto avrei sperato e mi sento incastrata in qualcosa di più grande, lui non è un orco da cui devo salvarmi, sono io che mi sono tagliata le gambe da sola ma vorrei davvero poter essere in grado di fare qualcosa di intelligente per cavarmene fuori..
ps: "senza di te, mi uccido" sono state davvero parole sue, per quanto non so quanto serie fossero. diverse volte mi ha fatto discorsi simili, ha anche detto che prende il valium a causa mia.