Ciao a tutti,
ho già raccontato delle mie vicissitudini con la mia collega di lavoro ...
commenti più o meno fondati ma ad un certo punto si è deviato sulle critiche verso di me, perchè non apprezzavo l'aspetto della mia compagna invece di quello della mia amante ...
stereotipati ...
sono anche stato indicato di essere io lo stereotipato ...
io, mica chi commentava senza sapere ...
si, perchè aspetto e figura fisica non c'entrano nulla!...
i problemi se ci sono sono per cose più profonde ...
comunque,
sostanzialmente la mia amante mi ha pian piano abbandonato, trasformando la storia da sentimentale ad incontri mensili ...
da gennaio a marzo non ci siamo frequentati, nel senso che anche se le chiedevo di stare insieme, la risposta era negativa e mi rispondeva che lei aveva delle responsabilità con il proprio ragazzo e che quindi lei "più di così non mi poteva dare in quanto la cosa era troppo coinvolgente e la distraeva troppo dal fidanzato"...
io sono stato in un baratro di sofferenza.
inoltre non ci frequentiamo più molto: carriere separate ... mi manca il supporto psicologico della nostra relazione, il frequentarci, non riesco più a stare con una persona che non conosco, e che non "vivo", la sento estranea...
piuttosto riduttivo ... e mi fa sentire sporco.
fatto sta che inoltre mi ha cagionato anche un danno economico (non dipendente da mi negligenza) con conseguente riduzione dello stipendio ...
allora ci ho litigato.
in questo periodo di litigio, le muore il papà.
davvero terribile ...
lei non me lo fa neanche sapere, lo vengo a sapere da un collega con il quale dopo una piccola discussione decido di presenziare alla funzione ...
ce l'ho con lei, si, ma ancora provo qualcosa per lei ...
non sono di pietra ...
vado ...
inutile dire che sotto gli occhiali da sole stavo piangendo ...
per un uomo non è attraente ma io sono così.
ora lei pretende che io le sia di aiuto, di consolazione, ...
insomma che le stia vicino, ora che è sola ed il fidanzato è stato chiamato a lavorare in umbria e lei non ha più modo di vederlo frequentemente ...
si può pretendere di essere amati?
di essere compresi?
quando io avevo bisogno di lei, mi ha voltato le spalle ...
mi ha abbandonato preferendo il suo "lui".
l'amore è come un figlio lo devi alimentare e nutrire ...
se te ne disinteressi, finisce che lo fai avvizzire ... lo fai morire.
io dentro ho un grande dolore, sia per il male che mi ha fatto, sia perchè la vedo in quello stato di sofferenza.
io non la odio.
ma ho una paura fondata, quasi la certezza, di un suo comportamento egoistico, quando il ragazzo tornerà e tra qualche mese quando il dolore per il papà scomparso finirà ...
mi darà il suo due di picche e mi ributterà sulla polvere in mezzo alla strada ...
che ne pensate un consiglio potete darmelo?
ho già raccontato delle mie vicissitudini con la mia collega di lavoro ...
commenti più o meno fondati ma ad un certo punto si è deviato sulle critiche verso di me, perchè non apprezzavo l'aspetto della mia compagna invece di quello della mia amante ...
stereotipati ...
sono anche stato indicato di essere io lo stereotipato ...
io, mica chi commentava senza sapere ...
si, perchè aspetto e figura fisica non c'entrano nulla!...
i problemi se ci sono sono per cose più profonde ...
comunque,
sostanzialmente la mia amante mi ha pian piano abbandonato, trasformando la storia da sentimentale ad incontri mensili ...
da gennaio a marzo non ci siamo frequentati, nel senso che anche se le chiedevo di stare insieme, la risposta era negativa e mi rispondeva che lei aveva delle responsabilità con il proprio ragazzo e che quindi lei "più di così non mi poteva dare in quanto la cosa era troppo coinvolgente e la distraeva troppo dal fidanzato"...
io sono stato in un baratro di sofferenza.
inoltre non ci frequentiamo più molto: carriere separate ... mi manca il supporto psicologico della nostra relazione, il frequentarci, non riesco più a stare con una persona che non conosco, e che non "vivo", la sento estranea...
piuttosto riduttivo ... e mi fa sentire sporco.
fatto sta che inoltre mi ha cagionato anche un danno economico (non dipendente da mi negligenza) con conseguente riduzione dello stipendio ...
allora ci ho litigato.
in questo periodo di litigio, le muore il papà.
davvero terribile ...
lei non me lo fa neanche sapere, lo vengo a sapere da un collega con il quale dopo una piccola discussione decido di presenziare alla funzione ...
ce l'ho con lei, si, ma ancora provo qualcosa per lei ...
non sono di pietra ...
vado ...
inutile dire che sotto gli occhiali da sole stavo piangendo ...
per un uomo non è attraente ma io sono così.
ora lei pretende che io le sia di aiuto, di consolazione, ...
insomma che le stia vicino, ora che è sola ed il fidanzato è stato chiamato a lavorare in umbria e lei non ha più modo di vederlo frequentemente ...
si può pretendere di essere amati?
di essere compresi?
quando io avevo bisogno di lei, mi ha voltato le spalle ...
mi ha abbandonato preferendo il suo "lui".
l'amore è come un figlio lo devi alimentare e nutrire ...
se te ne disinteressi, finisce che lo fai avvizzire ... lo fai morire.
io dentro ho un grande dolore, sia per il male che mi ha fatto, sia perchè la vedo in quello stato di sofferenza.
io non la odio.
ma ho una paura fondata, quasi la certezza, di un suo comportamento egoistico, quando il ragazzo tornerà e tra qualche mese quando il dolore per il papà scomparso finirà ...
mi darà il suo due di picche e mi ributterà sulla polvere in mezzo alla strada ...
che ne pensate un consiglio potete darmelo?
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