Chi si rivede...

Brunetta

Utente di lunga data

Alphonse02

Utente di lunga data
Ma non è questo il punto. Il punto è che con la persona che ami dovresti avere la minore necessità di maschere possibile, il rapporto con il coniuge dovrebbe essere la bolla in cui sei più te stesso.
Il tradimento rompe questo (quantomeno fino a che perdura), ma spesso era già rotto e la sola domanda utile è perché, qual è il motivo per cui accade, se si è capaci di tornare in un rapporto autentico o no.
Le considerazioni morali non sono ininfluenti, ma alla fine anche l'osservanza delle regole morali può essere una maschera, se fai tutto come devi, ma non ci sei davvero mentre lo fai.
Dici che non è il punto ?
Scusa, ma che l'osservanza delle regole morali costituisca una "maschera", nel senso che prospetti ("fai tutto come devi, ma non ci sei davvero mentre lo fai") vuol dire che vivi nell'incertezza dei principi da seguire. Perché saresti selettiva sull'applicazione dei principi a seconda delle situazioni (dunque, scegli liberamente) e poi afflitta da sensi di colpa ci soffri (o sei insoddisfatta) per non essere stata corretta.

Un modo di ragionare come quella della mia ex moglie. Che non si capacita ancora del perché l'abbia lasciata da oltre 25 anni, e l'ultima volta che eravamo a tu per tu (sei mesi fa) mi ha quasi rimproverato che "poteva andare diversamente". L'innuendo era che se l'amavo veramente ...

Senza girarci intorno, questo è un bel ragionare da persona immatura e viziata (non c'entra il genere).

Ti ho scoperto a tradire, aspetto qualche giorno, te lo contesto e me ne vado da casa subito per controllare la rabbia; dopo tre giorni ci incontriamo e ti chiedo di chiudere la relazione extra per provare a ricominciare insieme: mi dici che ti sei innamorata dell'amante e non lo vuoi lasciare. Allora ti dico che, proprio perché ti amo e ti rispetto, è tempo di riprenderci ciascuno la propria libertà, così evitiamo conflitti di coscienza. Anche perché mi avevi tradito una volta da fidanzata, quindi eravamo a due volte. Ci separiamo (consensualmente) dietro mia immediata richiesta: distruggo tutte le prove del tradimento che avevo raccolto dopo l'udienza in Tribunale.

Poi, dopo meno di un anno mi chiedi di tornare insieme, assicurando che era finita la storia con l'amante, e che era il caso di farlo per il nostro amore (te lo eri ricordato mentre stavi con lui, insomma...) e per nostra figlia che soffriva (ricatto morale, perché a lei tutto dovevo). Lascio (per onestà) la persona con la quale avevo iniziato una relazione per fare il tentativo e poi non ti impegni nella ricostruzione della relazione (salvo i primi 4 o 5 mesi). A quel punto, chiudo la partita, vivo da separato in casa finché non ristrutturo un appartamentino che avevo acquistato e poi me ne vado, per sempre e senza voltarmi dietro.

Se l'indecisione alberga in te e scegli di vivere secondo il tuo capriccio, con chi te la puoi prendere ?
Quali sono le "bolle ambientali" nelle quali posso capire che ti comporti onestamente ?
Come faccio a ritenere sincere alcune tue affermazioni quando altre sono menzognere (e lo riconosci solo dopo essere scoperta) ?

Il sociologo e filosofo polacco Zygmunt Bauman a ragione etichettava questa tipologia di società post-moderna come "liquida", incerta ed instabile. Moderna e disinvolta nel violare le regole morali nel nome dell'ego-ismo ed incerta ed ansiosa psicologicamente nel rimpiangere di non averle osservate ed aver perso la rispettabilità.

Fate il comodo vostro, ma non nel mio nome. Punto.
 

Nicky

Utente di lunga data
Dici che non è il punto ?
Scusa, ma che l'osservanza delle regole morali costituisca una "maschera", nel senso che prospetti ("fai tutto come devi, ma non ci sei davvero mentre lo fai") vuol dire che vivi nell'incertezza dei principi da seguire. Perché saresti selettiva sull'applicazione dei principi a seconda delle situazioni (dunque, scegli liberamente) e poi afflitta da sensi di colpa ci soffri (o sei insoddisfatta) per non essere stata corretta.
@Alphonse02 non è il punto e la storia del rapporto con tua moglie ne è la prova.
Premettendo che è la vostra storia e che io, ad esempio, non mi comporterei come tua moglie e ho ben chiari sia i miei sentimenti, sia i miei principi (che non comprendono la verità ad ogni costo), in ogni caso, non ci si creano bolle e non si indossano maschere perché si è privi di senso morale o perché si ha una morale elastica. La morale ha ben poco a che fare con storie come la vostra.
Tua moglie si è nascosta da te perché, come tu osservi, era una donna immatura, fragile, e ha cercato un luogo in cui poterlo essere, non con te che, per quel che racconti, forse ti ponevi nei suoi confronti come un maestro o un padre.
Tu accusi gli altri di mentire e indossare maschere, ma per giustificare la scelta di tornare con tua moglie e riprovarci, devi raccontarti che sei stato vittima di un "ricatto morale". Neppure a distanza di anni riesci a dirti che sei tornate perché ci speravi, perché alla fine a questa donna pensi ancora dopo anni, forse perché, semplicemente, ti piaceva davvero, magari proprio per la sua fragilità.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
@Alphonse02 non è il punto e la storia del rapporto con tua moglie ne è la prova.
Premettendo che è la vostra storia e che io, ad esempio, non mi comporterei come tua moglie e ho ben chiari sia i miei sentimenti, sia i miei principi (che non comprendono la verità ad ogni costo), in ogni caso, non ci si creano bolle e non si indossano maschere perché si è privi di senso morale o perché si ha una morale elastica. La morale ha ben poco a che fare con storie come la vostra.
Alzo le mani.
Se tradire diventa morale a tutti gli effetti, siamo agli antipodi di qualsiasi ragionamento che avete svolto per anni. Cessa ogni ragione per continuare a frequentare questo forum attivamente (anche se da poco tempo partecipo e sono irrilevante per numero di interventi).

Un commento conclusivo sul punto. Con la eliminazione tout court della negatività del tradimento dal punto di vista morale (e quindi delle norme che la tutelano), rendi illogica l'esistenza del matrimonio, elimini la stabilità della coppia, con riflessi intuibili sulla filiazione. Finisce che metti in completa discussione la logica della famiglia, come si è formata nei millenni e così via.

In questo senso diventa inutile anche la teoria delle "bolle ambientali", che - a mio modo di vedere - è una panacea dialettica non del tutto banale per rendere più naturale e costruttivo il discorso sulla infedeltà. Spiega il fenomeno, aiuta a capirlo, ma non lo rende mai perfettamente morale ed accettabile. E' una questione individuale, come minimo.

Non ti rendi conto, in ultima analisi, che rendendo legittimo e morale il tradimento non ci sarebbe necessità di sposarsi o convivere formalmente (se non c'è lo scambio delle promesse di esclusività che senso avrebbe il matrimonio e pure la convivenza ex legge Cirinnà).

Presumo che sarebbe disastroso per coloro che hanno il gusto di tradire ed assaporare il piacere di compiere qualcosa al di fuori delle regole. Tutte le coppie sarebbero aperte (al massimo coppie occasionali, prive di vincoli di qualsiasi genere) e si darebbe libero sfogo all'istinto. Di converso, si eliminerebbe l'adrenalina della trasgressione, l'eccitazione del sotterfugio e della organizzazione della botta di vita alle spalle del tradito, anzi si finirebbe con il cancellare proprio le categorie dei traditi e dei traditori.

La convivenza diverrebbe caotica: perché dormire con la stessa persona sotto lo stesso tetto e nello stesso letto tutti i giorni ?
Libero sesso e/o amore per tutti e, quindi, vai a dormire con chi ti pare, volendo tutte le sere con un partner diverso che sia disponibile ad accoglierti. Certo, rimani comodo solo a casa tua, altrimenti, quando non ospiti, dovresti girare con il trolley, per portare le tue cose in assenza di stanzialità garantita. Pure i pasti da consumare insieme si ridurrebbero.

Secondo alcuni strampalati ricercatori, nell'immediatezza del "liberi tutti" ci sarebbero relativamente pochi individui ("alfa") di ogni genere molto ricercati (i modelli matematici indicherebbero intorno al 20%) da una moltitudine di proponenti del genere opposto o comunque gradito (intorno al residuo 80 %, ad occhio) molti dei quali si angoscerebbero nel mettersi in fila. Magari avviene qualche tumulto tra quelli che rimangono a bocca asciutta (si fa per dire). A meno che non si accontentino degli individui "beta", ecc. Ma se uno vuole il meglio, perché accontentarsi delle seconde schiere ?

Tempo qualche mese che, a furor di popolo, verrebbe ripristinato il matrimonio con regole stringenti e l'obbligo di fedeltà, mi sa...

Tua moglie si è nascosta da te perché, come tu osservi, era una donna immatura, fragile, e ha cercato un luogo in cui poterlo essere, non con te che, per quel che racconti, forse ti ponevi nei suoi confronti come un maestro o un padre.
Tu accusi gli altri di mentire e indossare maschere, ma per giustificare la scelta di tornare con tua moglie e riprovarci, devi raccontarti che sei stato vittima di un "ricatto morale".
E' curioso come nella tua reazione dialettica, tu abbia potuto costruire, con chiara estrapolazione dei pochi fatti raccontati, uno scenario così puntuale (lei debole, io oppressore).

Più che accusare gli altri (traditori), prendo atto delle loro dichiarazioni e spiegazioni nei vari interventi.

Torno alla mia ex, per chiarire.
Sei mesi fa, le ho proposto - se lo riteneva utile per la sua terapia psichiatrica e psicologica per trattare quelli che definiva i suoi sensi di colpa - un incontro per parlare liberamente io e lei, nel corso del quale mi impegnavo a rispondere onestamente a qualsiasi domanda avesse voluto rivolgermi che non mi aveva mai fatto. Sola condizione da parte mia, che fosse un'occasione unica e che rimanesse una conversazione assolutamente riservata, senza alcun coinvolgimento di nostra figlia (ormai quarantenne).

La mia ex moglie ha accettato e l'incontro, con pranzo e successiva passeggiata, c'è stato, appunto, sei mesi fa. Forse ne ha parlato prima con lo psicoterapeuta che la segue. Non lo so e non mi interessa.

Mi ha fatto parecchie domande (alle quali ho risposto) ed io non le chiesto quasi nulla, perché non sentivo il bisogno di farne.

La prima sua domanda è stata: "Perché non mi hai detto NO e mi hai fatto fare tutto quello che volevo ?"
Mi fermo qui.
Era solo per dire che, in tutta coscienza, non l'ho mai oppressa con rimproveri né ho preteso di farle fare qualcosa che le dispiacesse di fare. Quando sembrava che fosse al top della sua realizzazione personale (coincidente con la relazione extra), al punto che la psicoterapeuta dell'epoca aveva sentenziato che era "guarita", avevo preso atto che voleva continuare a frequentare l'amante e mi sono messo da parte.
Confusamente, voleva forse che vivessi con lei, lasciandola libera di andare dall'amante: invece, le avevo chiesto di fare una scelta tra lui e me. No way. Non accettavo una relazione affettiva in condominio.

In certo senso, l'unica "imposizione" da me compiuta, se vogliamo così qualificarla, è stata che la libertà di fare ciò che voleva doveva essere reciproca. Doveva valere anche per me.

E le ho offerto una separazione consensuale, con affidamento della figlia e mio contributo di mantenimento per quest'ultima, pur avendo foto, video ed intercettazioni che provavano pienamente il tradimento e che mi consentivano di chiedere una separazione con addebito. Unica condizione da me posta, che non portasse a casa l'amante (che aveva una sua abitazione, dove lei andava), almeno finché non fosse stata adolescente nostra figlia.

Neppure a distanza di anni riesci a dirti che sei tornate perché ci speravi, perché alla fine a questa donna pensi ancora dopo anni, forse perché, semplicemente, ti piaceva davvero, magari proprio per la sua fragilità.
Mi dispiace contraddirti, ma sono tornato insieme da lei per nostra figlia (a scuola mi avevano riferito le insegnanti che si era chiusa in se stessa). Le avevo detto che avevo amato lei come la persona che conoscevo prima del tradimento. Che mi sarei impegnato a provare a ricostruire una relazione "nuova" di coppia, ma non potevo assicurare il risultato: lei era una nuova persona della quale non ero sicuro di potere innamorarmi di nuovo al punto di viverci insieme.

Ognuno ha le sue fragilità e le proprie convinzioni, che vanno rispettate. Non sai quanto sono stato fragile io, all'epoca.
Ma ne sono uscito fuori. E mi sono rifatto una vita.

PS: la mia unica domanda che le ho fatto è stata come fosse finita la storia con l'amante quando, dopo la separazione, mi aveva chiesto di rimetterci insieme. Non le avevo chiesto particolari all'epoca, avevo creduto alla sua parola che fosse finita e basta. Però, dopo che l'avevo lasciata definitivamente, avevo capito che aveva ripreso, con alterne fortune, la relazione con l'amante per alcuni anni.
Non mi interessava davvero la risposta, ma era l'unica cosa che mi era venuta in mente.
 
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Nicky

Utente di lunga data
@Alphonse02 alzo anche io le mani, perché non ci capiamo proprio.
Ha letto in ciò che ti ho scritto il contrario di ciò che significava.
Io ho scritto che leggere comportamenti come il tradimento, valutandoli solo sotto il profilo morale, è fuorviante e non aiuta a comprenderli, né a prevenirli e tu hai capito che la morale è irrilevante per me, costruendo un ragionamento assurdo sopra.
Io ho scritto che nel tuo caso il problema non era la moralità di sua moglie, ma la sua debolezza e la sua attribuzione a te di un ruolo sbagliato per un marito, e tu hai capito che ti ho dato dell'oppressore.
Tanto per chiarire, non è normale che una donna adulta chieda al marito di fermarla. Se, invece di teorizzare sulla morale nel matrimonio, vedessi le cose come stavano e il vostro ruolo nel rapporto che avevate costruito (mai ho pensato che il tuo non era di oppressore, per me, infatti ho parlato di "padre", quindi di parte in un legame "sbilanciato"), questa cosa l'avresti accettata con delusione, ma senza perdere la fiducia di poter instaurare rapporti invece più felici e semplici.
Parliamo due lingue completamente diverse e vengo costantemente fraintesa, con un rigiro delle mie parole per tirare fuori l'opposto di ciò che ci è scritto. Mi succede con te, come con altre persone qui dentro, perciò meglio rinunciare.
 
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ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
@Alphonse02 alzo anche io le mani, perché non ci capiamo proprio.
Ha letto in ciò che ti ho scritto il contrario di ciò che significava.
Io ho scritto che leggere comportamenti come il tradimento, valutandoli solo sotto il profilo morale, è fuorviante e non aiuta a comprenderli, né a prevenirli e tu hai capito che la morale è irrilevante per me, costruendo un ragionamento assurdo sopra.
Io ho scritto che nel tuo caso il problema non era la moralità di sua moglie, ma la sua debolezza e la sua attribuzione a te di un ruolo sbagliato per un marito, e tu hai capito che ti ho dato dell'oppressore.
Tanto per chiarire, non è normale che una donna adulta chieda al marito di fermarla. Se, invece di teorizzare sulla morale nel matrimonio, vedessi le cose come stavano e il vostro ruolo nel rapporto che avevate costruito (mai ho pensato che il tuo non era di oppressore, per me, infatti ho parlato di "padre", quindi di parte in un legame "sbilanciato"), questa cosa l'avresti accettata con delusione, ma senza perdere la fiducia di poter instaurare rapporti invece più felici e semplici.
Parliamo due lingue completamente diverse e vengo costantemente fraintesa, con un rigiro delle mie parole per tirare fuori l'opposto di ciò che ci è scritto. Mi succede con te, come con altre persone qui dentro, perciò meglio rinunciare.
Non è normale ma io ne conosco almeno un'altra che disse le stesse parole, per cui da qualche parte ci deve essere uno stampino da cui sono fuoriuscite. La mia ipotesi è che tali personaggi, se sgamati (spesso senza aver fatto nulla per evitarlo), cerchino semplicemente di rivoltare la frittata dicendo la prima cosa che viene loro in mente per deresponsabilizzarsi e chiamare a concorso di colpa lo sgamatore, e si attaccano a questa convinzione anche per gli anni a venire, come nell'esempio di @Alphonse02, il che mi fa pensare che la cosa sia più raccontata a se stessi che all'altro che oltretutto è uscito da anni dalla loro vita. Se la mia ipotesi è corretta è piuttosto difficile riacquistare fiducia in generale, perchè ogni volta che in una nuova relazione l'altro si lascia scappare un atteggiamento auto deresponsabilizzante (oggi purtroppo alquanto diffuso), ci sarebbe da mettersi a camminare con le chiappe sempre ben rasenti al muro.
 
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Brunetta

Utente di lunga data
@Alphonse02 alzo anche io le mani, perché non ci capiamo proprio.
Ha letto in ciò che ti ho scritto il contrario di ciò che significava.
Io ho scritto che leggere comportamenti come il tradimento, valutandoli solo sotto il profilo morale, è fuorviante e non aiuta a comprenderli, né a prevenirli e tu hai capito che la morale è irrilevante per me, costruendo un ragionamento assurdo sopra.
Io ho scritto che nel tuo caso il problema non era la moralità di sua moglie, ma la sua debolezza e la sua attribuzione a te di un ruolo sbagliato per un marito, e tu hai capito che ti ho dato dell'oppressore.
Tanto per chiarire, non è normale che una donna adulta chieda al marito di fermarla. Se, invece di teorizzare sulla morale nel matrimonio, vedessi le cose come stavano e il vostro ruolo nel rapporto che avevate costruito (mai ho pensato che il tuo non era di oppressore, per me, infatti ho parlato di "padre", quindi di parte in un legame "sbilanciato"), questa cosa l'avresti accettata con delusione, ma senza perdere la fiducia di poter instaurare rapporti invece più felici e semplici.
Parliamo due lingue completamente diverse e vengo costantemente fraintesa, con un rigiro delle mie parole per tirare fuori l'opposto di ciò che ci è scritto. Mi succede con te, come con altre persone qui dentro, perciò meglio rinunciare.
Non succede solo a te.
E non credo che si tratti né “analfabetismo“, né di malafede, né di acredine nei confronti di qualche utente (te o me…) penso che a volte alcune parole di un post funzionino come le macchie di Rorschach.
Ci sono ricordi o pensieri che premono ed escono con uno stimolo.
 
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Brunetta

Utente di lunga data
Non è normale ma io ne conosco almeno un'altra che disse le stesse parole, per cui da qualche parte ci deve essere uno stampino da cui sono fuoriuscite. La mia ipotesi è che tali personaggi, se sgamati (spesso senza aver fatto nulla per evitarlo), cerchino semplicemente di rivoltare la frittata dicendo la prima cosa che viene loro in mente per deresponsabilizzarsi e chiamare a concorso di colpa lo sgamatore, e si attaccano a questa convinzione anche per gli anni a venire, come nell'esempio di @Alphonse02, il che mi fa pensare che la cosa sia più raccontata a se stessi che all'altro che oltretutto è uscito da anni dalla loro vita. Se la mia ipotesi è corretta è piuttosto difficile riacquistare fiducia in generale, perchè ogni volta che in una nuova relazione l'altro si lascia scappare un atteggiamento auto deresponsabilizzante (oggi purtroppo alquanto diffuso), ci sarebbe da mettersi a camminare con le chiappe sempre ben rasenti al muro.
Chiunque combini un guaio o faccia anche solo qualcosa di non comune cerca una spiegazione che normalizza o attribuisce la responsabilità ad altri.
I bambini lo fanno sempre e ci fanno sorridere o arrabbiare per l’ingenuità con cui si tirano fuori.
Non credo che sia necessario che il tradito chieda i perché al traditore. Nel tradimento si agisce, si pensa solo a come non farsi scoprire, non al perché.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Chiunque combini un guaio o faccia anche solo qualcosa di non comune cerca una spiegazione che normalizza o attribuisce la responsabilità ad altri.
I bambini lo fanno sempre e ci fanno sorridere o arrabbiare per l’ingenuità con cui si tirano fuori.
Non credo che sia necessario che il tradito chieda i perché al traditore. Nel tradimento si agisce, si pensa solo a come non farsi scoprire, non al perché.
Si ma nell'esempio di @Alphonse02 la domanda è stata posta da lei a lui, non sollecitata, come quando fu detto a me. Quanto al non farsi scoprire, meglio stendere un velo
 

Nicky

Utente di lunga data
Non succede solo a te.
E non credo che si tratti né “analfabetismo“, né di malafede, né di acredine nei confronti di qualche utente (te o me…) penso che a volte alcune parole di un post funzionino come le macchie di Rorschach.
Ci sono ricordi o pensieri che premono ed escono con uno stimolo.
È normalissimo, è vero.
Di base, abbiamo riferimenti di partenza diversi, anche legati alle esperienze personali e alla formazione, che da una struttura alla mente.
Poi, siamo in una sede scritta, in cui manca il non verbale e in cui non si può "aggiustare" la comunicazione nell'immediato, per arrivare insieme a una base di comprensione.
Davvero non c'è malafede.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Si ma nell'esempio di @Alphonse02 la domanda è stata posta da lei a lui, non sollecitata, come quando fu detto a me. Quanto al non farsi scoprire, meglio stendere un velo
Quella è una domanda che rivela il bisogno incoercibile di sentirsi al centro dei pensieri del coniuge, al punto da colpevolizzarlo per non essersi battuto per lei. Tipo chi offende e poi si aspettano che l’offeso chieda scusa 😂.
Quando mia figlia andava al nido avevo fatto amicizia con un’altra mamma. Poi in seguito a una divergenza rispetto alla gestione del comune mi aveva mandata affanculo. Poi non mi salutava più, si era offesa per il vaffa che aveva detto lei 😂
 

Brunetta

Utente di lunga data
È normalissimo, è vero.
Di base, abbiamo riferimenti di partenza diversi, anche legati alle esperienze personali e alla formazione, che da una struttura alla mente.
Poi, siamo in una sede scritta, in cui manca il non verbale e in cui non si può "aggiustare" la comunicazione nell'immediato, per arrivare insieme a una base di comprensione.
Davvero non c'è malafede.
Pensa che da insegnante inizialmente scrivevo note. Non per “sgridare“, ma per comunicare. Ma comunque veniva preso come un rimprovero anche se era solo la comunicazione che il bambino si era rotto i pantaloni cadendo.
Ho smesso con ogni comunicazione scritta. Del resto, ma era davvero analfabetismo di ritorno, mi sono trovata mamme che non capivano “per la recita il bambino dovrà indossare jeans e maglietta bianca“ e sentirmi dire più volte, anche di persona, mentre toccavo i miei jeans, che jeans bianchi non ne aveva.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Quella è una domanda che rivela il bisogno incoercibile di sentirsi al centro dei pensieri del coniuge, al punto da colpevolizzarlo per non essersi battuto per lei. Tipo chi offende e poi si aspettano che l’offeso chieda scusa 😂.
Quando mia figlia andava al nido avevo fatto amicizia con un’altra mamma. Poi in seguito a una divergenza rispetto alla gestione del comune mi aveva mandata affanculo. Poi non mi salutava più, si era offesa per il vaffa che aveva detto lei 😂
Diciamo che sono molteplici i campanelli d'allarme che dovrebbero far tenere le chiappe rasenti muro, che lasciano sempre meno spazio alla fiducia generica nei "rapporti"
 

Brunetta

Utente di lunga data
Diciamo che sono molteplici i campanelli d'allarme che dovrebbero far tenere le chiappe rasenti muro, che lasciano sempre meno spazio alla fiducia generica nei "rapporti"
Poi si può essere traditi anche da chi non attua queste modalità sempre.
La mamma del nido era in effetti un po’ strana. Ma ero giovane e molto tollerante.
Comunque mi aveva rivelato l’esistenza delle Sigillate del Monte Tabor dell’ospedale San Raffaele.

https://www.associazionemontetabor.it/associazione-sigilli/


 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Poi si può essere traditi anche da chi non attua queste modalità sempre.
La mamma del nido era in effetti un po’ strana. Ma ero giovane e molto tollerante.
Comunque mi aveva rivelato l’esistenza delle Sigillate del Monte Tabor dell’ospedale San Raffaele.

https://www.associazionemontetabor.it/associazione-sigilli/


Più che altro spesso, quando parliamo delle nostre inc.. ehm esperienze, ci viene ribadito che essendo fatti di diversi anni fa, se li ricordiamo e ne parliamo ancora, a volte con un certo livore, è perchè siamo degli irrisolti che in qualche modo non hanno superato la cosa (in parte ci può anche stare), non che semplicemente ricordiamo un'esperienza negativa da condividere perchè dotati di memoria a lungo termine come chiunque altro e non perchè chiunque raccontando un proprio vissuto, anche antico, in qualche modo lo rivive e dunque potrebbe riproporre la stessa gamma di emozioni.. Ma a giudicare da certi racconti si potrebbe dire che anche dall'altra parte non è uno scherzo superare la cosa, ovviamente per ragioni diverse, perchè se a distanza di anni uno ancora sente il bisogno di essere al centro dei pensieri di un altro che è uscito di scena da decenni..
 

Brunetta

Utente di lunga data
Più che altro spesso, quando parliamo delle nostre inc.. ehm esperienze, ci viene ribadito che essendo fatti di diversi anni fa, se li ricordiamo e ne parliamo ancora, a volte con un certo livore, è perchè siamo degli irrisolti che in qualche modo non hanno superato la cosa (in parte ci può anche stare), non che semplicemente ricordiamo un'esperienza negativa da condividere perchè dotati di memoria a lungo termine come chiunque altro e non perchè chiunque raccontando un proprio vissuto, anche antico, in qualche modo lo rivive e dunque potrebbe riproporre la stessa gamma di emozioni.. Ma a giudicare da certi racconti si potrebbe dire che anche dall'altra parte non è uno scherzo superare la cosa, ovviamente per ragioni diverse, perchè se a distanza di anni uno ancora sente il bisogno di essere al centro dei pensieri di un altro che è uscito di scena da decenni..
Ma poi figurati se lo rivivo con lo stesso livore… ogni tanto ci vado a pranzo.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
... Tanto per chiarire, non è normale che una donna adulta chieda al marito di fermarla.
A voler esser precisi, neanche io ho trovato normale che una donna adulta, dopo 25 e passa anni da quando lei aveva risposto alla mia richiesta di lasciare l'amante ed aveva risposto NO (che voleva continuare la relazione), mi chiedesse a posteriori perché non l'avessi fermata.
Perché non mi quadrava affatto con lo svolgimento dei fatti.

Se, invece di teorizzare sulla morale nel matrimonio, vedessi le cose come stavano e il vostro ruolo nel rapporto che avevate costruito (mai ho pensato che il tuo non era di oppressore, per me, infatti ho parlato di "padre", quindi di parte in un legame "sbilanciato"), questa cosa l'avresti accettata con delusione, ma senza perdere la fiducia di poter instaurare rapporti invece più felici e semplici.
Alt, ferma il proiettore e trattieni il predicozzo, quello da te delineato è un film totalmente diverso da quello della mia vicenda. Senza polemica, è proprio un'altra storia. Senza la c.d. happy end, capita ...

L'unica spiegazione che mi sono dato su due piedi è che, dietro la strana domanda fattami, ci fosse in lei il dubbio che l'avessi "scaricata" all'epoca (magari ipotesi prospettata dallo psicoterapeuta, chi sa).
Ma non era andata così. Infatti, le ho ricordato, invece, come avessimo parlato per una settimana, e che le avessi esternato il mio amore e mostrato come mi sentivo male, ero distrutto. Ma anche che, al termine di quella parentesi di comunicazione a cuore aperto, le avessi rivolto la famosa richiesta di interrompere la relazione extra e lei avesse rifiutato. Lei lo ha ammesso, ricordava che avessi anche pianto (cosa rarissima per me) mentre eravamo in auto a parlare.

Quindi, è stata lei che non mi ha dato altra scelta che di separarmi, peraltro in modo consensuale senza addebiti di colpa, affinché cessasse ogni duplicità comportamentale, che sapeva fosse la cosa che non ho mai sopportato (conoscendomi da quando eravamo al liceo, nella stessa classe).

Poi, con la separazione, poteva ufficializzare la relazione extra (l'amante era divorziato) e godersi la vita che voleva fare (e che da qualche mese aveva scelto). Altre soluzioni (che pure sono state teorizzate su questo forum di rimanere insieme o di far diventare "aperta" la relazione di coppia) sapeva che non avrei mai accettato. E comunque, glielo avevo ribadito, a scanso di equivoci.

D'altronde, prima dell'udienza innanzi al Tribunale sono trascorsi due mesi e mezzo (aveva tutto il tempo di farsi avanti per proporre una ripresa) e, in ogni caso, anche dopo la omologazione della separazione consensuale, quella condizione personale dei coniugi non era (e non è tuttora) irreversibile e per farla decadere basta la ripresa della relazione di coppia in modo continuativo.

Invece, lei ha portato avanti la relazione (senza limitazioni) con l'amante per circa sei mesi dopo la separazione. Non mi ha mai informato di essere entrata in crisi con il suo compagno, prima di invitarmi a pranzo a casa per celebrare una festività insieme a nostra figlia. E mi ha fatto la sorpresa, al dessert, di chiedermi di tornare a casa.

Sapeva che nel frattempo, avevo superato la crisi ed iniziato una relazione con una donna, libera professionista, che aveva pure cambiato casa per avere una abitazione più grande e comoda per vederci invece del suo mini appartamento.

Io ho lasciato quella donna, quando mia moglie mi ha chiesto con (apparente) convinzione di tornare a casa. Insomma, la mia parte di impegno ce l'ho messa, non ho fatto domande quando mi ha detto che la storia con l'amante era finita. Le ho dato credito e seguito il cuore, anche se - a vedere le cose razionalmente con il senno del poi - potevo prendere tempo e vedere quanto fosse concreto il suo entusiasmo nel tentativo di ricostruzione.

Parliamo due lingue completamente diverse e vengo costantemente fraintesa, con un rigiro delle mie parole per tirare fuori l'opposto di ciò che ci è scritto. Mi succede con te, come con altre persone qui dentro, perciò meglio rinunciare.
Mi dispiace, mi dicono solitamente che mi spiego piuttosto chiaramente. Ma può capitare proprio di non intendersi e ne prendo atto.

Non è normale ma io ne conosco almeno un'altra che disse le stesse parole, per cui da qualche parte ci deve essere uno stampino da cui sono fuoriuscite. La mia ipotesi è che tali personaggi, se sgamati (spesso senza aver fatto nulla per evitarlo), cerchino semplicemente di rivoltare la frittata dicendo la prima cosa che viene loro in mente per deresponsabilizzarsi e chiamare a concorso di colpa lo sgamatore, e si attaccano a questa convinzione anche per gli anni a venire, come nell'esempio di @Alphonse02, il che mi fa pensare che la cosa sia più raccontata a se stessi che all'altro che oltretutto è uscito da anni dalla loro vita. Se la mia ipotesi è corretta è piuttosto difficile riacquistare fiducia in generale (...)
Concordo con la tua analisi.
Penso che sia un processo di rimozione e creazione di forme di autogiustificazione, che, nel caso della mia ex potrebbero essere indotte dalla psicoterapia.

Comunque, è ampiamente fuori tempo massimo.
Per quello che mi riguarda, l'ultimo suo compagno regolare è stato l'ex amante, che è morto (me lo ha detto lei) da almeno 6 o 7 anni.

Non ho proprio voglia di diventare qualcosa di più di un ex del passato.
 
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