aspetta.
stai partendo per la tangente
ho solo detto che l'approccio di valutare togliendo dall'equazione la droga non mi sembra il migliore per giudicare.
c'è un forte legame causa-effetto...con buona pace di tutte le reali cause di ricerca della sostanza, effetti,...
Ma fa benissimo a valutare se si sente in grado di accettare una vita del genere copn quello che è lui ora.
se per rota intendi quello stato degli eroinomani..un misto fra ansia, angoscia, ricerca della dose.....si, sfortunatamente so cosa vuol dire

sono abbastanza grande e gli anni di metà/fine '80 li ricordo molto bene per l'eroina che girava.
Era un'epoca in cui la cocaina era poco conosciuta e comunque molto cara rispetto all'eroina.
Eroinomani ne ho conosciuti molti.
di quelli che ti supplicavano per avere 1000 lire o di quella che ti proponeva un pompino o una scopata per anche meno.
credo di aver visto più siringhe da insulina io che una stanza di diabetici cronici.
per non parlare dei cucchiai piegati e batuffoli di ovatta.
E quelli erano gli anni in cui faceva prepotentemente capolino l'HIV che ormai era diventato epidemico fra quelle persone a causa dell'uso promiscuo delle siringhe.
Nessuna tangente
Ho solo spiegato perchè "escludere" per un momento la coca (nel modo in cui la si include) è un modo per osservare il quadro in maniera più lucida e neutra. (sapendo benissimo che senza una formazione specifica, anche riguardo gli effetti non visibili delle sostanze, non è possibile svolgere questa operazione in modo realmente funzionale..ma fra 0 e la perfezione...va bene anche 1...o anche soltanto un dubbio).
Ed è fondamentale farlo quando non si sa manipolare come una sostanza interagisce (NON AGISCE, INTERAGISCE) col preesistente.
Escluderla per un momento non significa eliminarla. Significa osservare la persona non discendente dalla sostanza.
Significa collocare il consumo in un contesto individuale, ridando dignità all'individuo. (con quello che ne consegue in termini di sistema e specchiamento)
Significa non dicotomizzare la persona e la sostanza.
Io capisco che situazioni come questa vadano a toccare corde emotive, un po' di tutti.
Ma sono esattamente quelle corde che hanno la necessità di essere gestite e ricollocate. In modo esperto.
La coca, come qualunque altra sostanza, "utilizzata" dagli osservatori in modo goffo e impreparato per "spiegare" comportamenti e atteggiamenti, fra l'altro con le implicazioni affettive che sono ulteriori interferenze di valutazione, fa solo confusione e soprattutto fa danni. Come è ben possibile rilevare nelle situazioni di consumo.
E diventa alternativamente, come ha ben mostrato la sally, strumento di vittimizzazione e giustificazione vs strumento di colpevolizzazione. ( e deresponsabilizzazione del sistema coinvolto).
tutta roba che compartecipa a mantenere il sistema fermo e chiuso. (lavorare sulla dipendenza significa invece fare l'esatto opposto...aprire il sistema e mobilitarlo).
E in quel sistema non c'è soltanto il tossico. Ma ci sono insieme al tossico tutte le persone legate.
E spesso e volentieri, come ben si vede dai post di sally, chi ci è dentro si racconta pure di non esserci. Di non essere coinvolto. Di poterne stare fuori.
Con la stessa meccanica del tossico con la sostanza ma utilizzando la sostanza affettiva..."io smetto quando voglio" "non sono coinvolta".
Adesso non smetto...ma fra sei mesi sarò pronto/pronta a farlo 
Poi ti ritrovi madri, padri, compagne, compagni che piangono perchè sommerse da ingiunzioni, con debiti a loro nome di cui neanche sapevano l'esistenza, aziende fallite, ade che batte cassa, etc etc....e credimi...sono davvero convinte/i che non sarebbe mai stato possibile!
Le persone che utilizzano sostanze non cascano da marte utilizzando sostanze.
Hanno un vissuto, un contesto familiare (e ce ne sarebbe da dire dal punto di vista sistemico) e un contesto individuale e sociale in cui hanno gradualmente inserito l'utilizzo di sostanza. E che risale a ben prima dell'inserimento della sostanza.
C'è un certo concetto di legalità.
Oltre che dinamiche di relazione con il sistema della norma e con il sistema sociale.
Oltre che dinamiche relazionali ed affettive.
Oltre che struttura di personalità.
La sostanza NON CREA NULLA.
Si appoggia su tutto questo.
E, a seconda, ci si incastra più o meno alla perfezione.
E lo fa a livello chimico, emotivo e affettivo.
Che è uno dei motivi per cui i consumatori hanno sostanze di elezione, ossia sostanze diciamo preferite.
Non è casuale la scelta della forma della dipendenza.
Non stiamo parlando di un rapporto lineare.
Le variabili in gioco sono molte. Molte indipendenti.
E tutte molto potenti.
Non stiamo parlando di causa ed effetto.
Ecco perchè nell'altro post ho scritto sottolineando che non esiste un "trattamento assoluto" ma ogni trattamento ha necessariamente da essere individualizzato e personalizzato.
Magari fosse un rapporto lineare e con variabili controllabili e controllate.
Ormai questa concezione è superata anche nella teoria. (passaggio al paradigma dell'addiction)
Tutto questo per dire che "momentaneamente escludere dall'equazione" non significa negare l'effetto della sostanza.
Ma significa AVERE MOLTO CHIARO che
le sostanze amplificano un preesistente.
Non creano. Non si appoggiano sul nulla.
E questo anche per uscire dal paradigma della merda che ha sostenuto parecchi interventi nella storia del trattamento delle sostanze che hanno portato alla spersonalizzazione della persona trasformandola nel tossico. (merito anche della dis-informazione proprio degli anni che citi...non so se ricordi quella mostruosa pubblicità di supposta prevenzione dell'hiv...io molto bene)
E portando come conseguenza, fra le altre, un trattamento mirato alla sostanza e non alla persona.
Conosco qualcosina di quegli anni...e di quelli successivi.

Compreso il fallimento epocale, normativo e sociale, a partire dal 2001 di questo paese.
Per arrivare alla situazione attuale...che è disperante.
Più corta di così non è possibile.
Insomma mentono tutti qui.
E non potrebbe essere diversamente.
E' una caratteristica di questo tipo di sistemi.
Come un timbro.