Confessare un tradimento

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giorgiocan

Utente prolisso
io l'ho vissuto, in questo momento della mia vita invece non mi interessa
ma ovviamente nn dimentico quello che è successo
anche se a volte mi chiedo se sono stata davvero io a fare certe cose
Mi piacerebbe approfondire con te questo argomento. Posso procedere in MP?
 

giorgiocan

Utente prolisso
Infatti penso che ognuno debba attenersi a come il partner vorrebbe che ci si comportasse.
Se lo conosco quel tanto che basta per sapere che non vorrebbe affatto rimanere nell'oblio, dovrei confessare, non c'è nulla da fare...
Ovviamente mi permetto di puntualizzare perchè con te mi sento a mio agio ad argomentare, mica come critica. E lo so che lo sai, ma siccome sono poco capace di usare le faccine, magari non si capisce il tono.

Il punto è che non si può veramente sapere quale sarà la reazione dell'altro, e non solo perchè non lo si conosce abbastanza. Anzi, credo che nemmeno l'altro potrebbe immaginarsi la propria vera reazione. Questo intendevo prima quando ho quotato chi opinava che in realtà "nessuno vuole sapere". Ed è un argomento da tenere in considerazione, visto che quella di confessare è comunque una scelta che operiamo noi anche per l'altro, tanto come il tradirsi, il lasciarsi unilateralmente e molto, molto altro.

A prescindere, un abbraccione col salto, Diletta! :)
 

giorgiocan

Utente prolisso
Aiuto!
Questo oggi era meglio se me lo perdevo!
Ma sto scherzando: è passato anche questo dubbio, e sia quel che sia...
Ciao cara! :smile:
Secondo abbraccione con salto della giornata!
Stai serena, che sei salda come una montagna!

;)
 

giorgiocan

Utente prolisso
Inoltre, non confessando la coppia non può superare le eventuali "falle" nel rapporto che possono aver facilitato il tradimento, secondo me.
Osservazione davvero interessante, anche qui ci si potrebbero scrivere i libri. Ovviamente, nel mio caso personale, spero non soltanto che possano essere superate, ma che lo siano presto e definitivamente. Quindi non sarei così assoluto nel giudizio che dai. Ma è una questione piuttosto intricata. Naturalmente si può cercare di approfondire, se ti fa piacere. Ma evito di inondare ulteriormente il forum, se non a richiesta, visto che oggi mi prende particolarmente bene pigiare i tasti!
 

giorgiocan

Utente prolisso
Se lo scopo è davvero quello di non far soffrire l'altro inutilmente bisognerebbe pensare anche al fatto che è possibile che venga a conoscenza dei fatti anche da altre fonti. Se, in base alle circostanze, ciò non è solo possibile ma addirittura probabile va soppesato anche il fatto che saperlo da altri potrebbe fare danni anche peggiori della confessione.
Concordo, su questo punto di vista. Questa sì sarebbe una giusta assunzione delle proprie responsabilità. Per quanto, se per probabile intendiamo "l'ho fatto con qualcuno che potrebbe venire a dirtelo o farne chiacchera in giro", allora il traditore sarebbe, oltre che stronzo, pure uno stupido.
 

net

Utente di lunga data
Osservazione davvero interessante, anche qui ci si potrebbero scrivere i libri. Ovviamente, nel mio caso personale, spero non soltanto che possano essere superate, ma che lo siano presto e definitivamente. Quindi non sarei così assoluto nel giudizio che dai. Ma è una questione piuttosto intricata. Naturalmente si può cercare di approfondire, se ti fa piacere. Ma evito di inondare ulteriormente il forum, se non a richiesta, visto che oggi mi prende particolarmente bene pigiare i tasti!
No, certamente uno può essere assoluto solo quando parla per sè, e per la scelta che avrebbe voluto l'altro prendesse. Capisco che ci siano persone che non vorrebbero sapere, ma io penso che anche i tradimenti "sciocchi" siano comunque guidati da una piccola "falla" nel rapporto (ovvio, dove non si tratta di coppie che hanno messo in chiaro la possibilità di incontrare persone fuori dal partner, poichè io parlo sempre del tradimento come non solo di "corna" ma anche di "agire alle spalle"). Una falla magari di poco peso (di qui il tradimento "sciocco") ma che, se trascurata, potrebbe peggiorare e rendere il traditore insofferente, portandolo a tradire di nuovo. Mentre il tradito non sospetta nulla, perchè non sa della "falla". E la falla potrebbe anche non essere nel rapporto ma in sè: alcune persone tradiscono per una questione di autostima: se ne parlassero col partner forse potrebbero venirne a capo.
 
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Diletta

Utente di lunga data
orgoglio ferito? :confused:

Certo biri,
fa parte della nostra natura e quello che si chiama amor proprio ce l'abbiamo tutti o ce lo dovremmo avere tutti.
Chi non si vuole bene non si rispetta e di conseguenza corre il rischio che anche gli altri non lo rispettino, e questo non deve succedere mai!
 

Etrusco

Utente di lunga data
No, certamente uno può essere assoluto solo quando parla per sè, e per la scelta che avrebbe voluto l'altro prendesse. Capisco che ci siano persone che non vorrebbero sapere, ma io penso che anche i tradimenti "sciocchi" siano comunque guidati da una piccola "falla" nel rapporto (ovvio, dove non si tratta di coppie che hanno messo in chiaro la possibilità di incontrare persone fuori dal partner, poichè io parlo sempre del tradimento come non solo di "corna" ma anche di "agire alle spalle"). Una falla magari di poco peso (di qui il tradimento "sciocco") ma che, se trascurata, potrebbe peggiorare e rendere il traditore insofferente, portandolo a tradire di nuovo. Mentre il tradito non sospetta nulla, perchè non sa della "falla". E la falla potrebbe anche non essere nel rapporto ma in sè: alcune persone tradiscono per una questione di autostima: se ne parlassero col partner forse potrebbero venirne a capo.
Se è un problema di autostima che inevitabilmente si riflette sul rapporto di coppia potrebbe essere sufficiente parlare di "quel" problema. Confessare potrebbe trasformare la "piccola falla" in una rottura irreparabile....il rapporto verrebbe"inondato" da astio evitabile
 

Diletta

Utente di lunga data
Ovviamente mi permetto di puntualizzare perchè con te mi sento a mio agio ad argomentare, mica come critica. E lo so che lo sai, ma siccome sono poco capace di usare le faccine, magari non si capisce il tono.

Il punto è che non si può veramente sapere quale sarà la reazione dell'altro, e non solo perchè non lo si conosce abbastanza. Anzi, credo che nemmeno l'altro potrebbe immaginarsi la propria vera reazione. Questo intendevo prima quando ho quotato chi opinava che in realtà "nessuno vuole sapere". Ed è un argomento da tenere in considerazione, visto che quella di confessare è comunque una scelta che operiamo noi anche per l'altro, tanto come il tradirsi, il lasciarsi unilateralmente e molto, molto altro.

A prescindere, un abbraccione col salto, Diletta! :)


E infatti hai ragione anche perché molto difficilmente si affrontano certi argomenti nella coppia in "tempo di pace", quindi, come sapere la reazione dell'altro se non ne abbiamo mai parlato?
Nel mio caso, per esempio, si parlava di tutto tranne che di questo tema (io, tra l'altro, ero troppo sicura che non mi dovesse sfiorare mai).
Quello che ho espresso nell'altro post è riferito alla situazione che si crea dopo che è scoppiata la crisi a causa di un tradimento.
E' tutto così diverso DOPO.
Tutto da ridefinire, da reimpostare. Gli equilibri su cui si basava la coppia saltano completamente e vanno ricreati: un lavoro immane!
Ecco che, se si resiste e si arriva ad essere ancora insieme, si ricomincia a vivere con altre regole che la coppia si è data e a questo punto gli intenti devono essere chiari da ambo le parti, così come uno la pensa al riguardo di quelle questioni.
Paradossalmente, potrei dire che la strada che la coppia si trova a percorrere da questo punto in poi è molto più dritta e agevole, il difficile è arrivarci a quella strada!
 

net

Utente di lunga data
E infatti hai ragione anche perché molto difficilmente si affrontano certi argomenti nella coppia in "tempo di pace", quindi, come sapere la reazione dell'altro se non ne abbiamo mai parlato?
Nel mio caso, per esempio, si parlava di tutto tranne che di questo tema (io, tra l'altro, ero troppo sicura che non mi dovesse sfiorare mai).
Quello che ho espresso nell'altro post è riferito alla situazione che si crea dopo che è scoppiata la crisi a causa di un tradimento.
E' tutto così diverso DOPO.
Tutto da ridefinire, da reimpostare. Gli equilibri su cui si basava la coppia saltano completamente e vanno ricreati: un lavoro immane!
Ecco che, se si resiste e si arriva ad essere ancora insieme, si ricomincia a vivere con altre regole che la coppia si è data e a questo punto gli intenti devono essere chiari da ambo le parti, così come uno la pensa al riguardo di quelle questioni.
Paradossalmente, potrei dire che la strada che la coppia si trova a percorrere da questo punto in poi è molto più dritta e agevole, il difficile è arrivarci a quella strada!
Secondo me, una strada così, chiara da ambo le parti, anche se faticosa, è la strada per essere una vera "coppia".
 

giorgiocan

Utente prolisso
Una falla magari di poco peso (di qui il tradimento "sciocco") ma che, se trascurata, potrebbe peggiorare e rendere il traditore insofferente, portandolo a tradire di nuovo. Mentre il tradito non sospetta nulla, perchè non sa della "falla". E la falla potrebbe anche non essere nel rapporto ma in sè: alcune persone tradiscono per una questione di autostima: se ne parlassero col partner forse potrebbero venirne a capo.
Ora ho capito cosa volevi dire. Però in un caso del genere non vedo un vero pentimento. Perchè se una cosa del genere si ripete, vuol dire che manca un vero percorso - che dovrebbe servire a crescere - di comprensione di sè e dei propri desideri, cosa che equivale a non considerare il partner neppure un valido interlocutore. A quel punto la relazione è una messa in scena, e una confessione non dovrebbe neanche essere necessaria: l'unica cosa sana da fare sarebbe lasciarsi subito, che si è già in ritardo!
 

giorgiocan

Utente prolisso
Secondo me, una strada così, chiara da ambo le parti, anche se faticosa, è la strada per essere una vera "coppia".
Non esistono coppie vere e coppie false, ogni coppia è a sé: sicuramente possiamo fare nostri alcuni punti di vista, ma non esiste un modello di coppia, da manuale. Lo so che non intendevi alla lettera, puntualizzo perchè è una cosa non così banale da accettare: io credevo di averlo già fatto molto tempo fa, e invece ora sono qui a combatterci ogni giorno! :mrgreen:
 

giorgiocan

Utente prolisso
il difficile è arrivarci a quella strada!
Credo che questo sia il punto centrale dell'intero thread. Il dolore che si va a causare rischia di essere sproporzionato, incontrollabile, e in buona parte grauito.

Se ti mettessero di fronte alla persona che ami, ti dessero una pistola e ti costringessero a sparare o a lui o a te stessa, cosa sceglieresti? E non vale cercare di sparare a chi ti sta costringendo a fare tutto ciò! :p
 

Ultimo

Escluso
La domanda che mi viene spontanea è: ma a che minchia serve tutto questo dolore? Finchè ti serve ad imparare una lezione, benvenga, anzi. Sarà sicuramente utile pure a ricordartela, la lezione imparata. Sarà utile a trasformare, a migliorare... Ma poi? Chi ha qualcosa da guadagnarci, in tutto questo dolore "extra"?

:) Avevo scritto una risposta. Una risposta molto lunga e con il cuore. Ho cancellato, non me la sono sentito di inviare. Chissà perchè.:) Forse domani se non ti scoccio e me la sento ancora, ti riscrivo la risposta in privato.

Intanto c'è sempre una risposta "pubblica", secondo me altrettanto valida come le domande che fai, domande essenziali, direi specifiche e toccanti la dove quella serenità toccherà finalmente chiunque uscirà dal tunnel del tradimento." Rileggiti, e nelle stesse domande che ti rispondi. Tu/voi/noi ci trasformiamo, ci miglioriamo, è quello lo scopo, e non si smette mai, nemmeno quando pensiamo di avere finito di trasformarci e di migliorarci".

Sermone finito. :mrgreen:
 
Ultima modifica:

giorgiocan

Utente prolisso
:) Avevo scritto una risposta. Una risposta molto lunga e con il cuore. Ho cancellato, non me la sono sentito di inviare. Chissà perchè.:) Forse domani se non ti scoccio e me la sento ancora, ti riscrivo la risposta in privato.
Quando vuoi! ;)
 

Ataru

Utente di lunga data
No, non sono sicura che poi tutto possa tornare come prima. Ma questo è un rischio a cui deve pensare il traditore nel momento in cui traadisce. E' facile tradire e stare in silenzio, essere sempre la stessa persona agli occhi dell'altro con la "scusa" di non fargli del male. Non è che si scarica il peso del tradimento, confessandolo. Il senso di colpa resta sempre, voglio sperare. Ma, almeno, non si tratterà di un doppio tradimento: l'aver "frequentato" un' altra persona e l'aver taciuto tutto. Inoltre, non confessando la coppia non può superare le eventuali "falle" nel rapporto che possono aver facilitato il tradimento, secondo me.

Scusami, forse mi sono espressa in modo poco chiaro. Il "tradimento" non è, per me, solo andare a letto con un' altra persona. Ma mentire, nascondere, vivere parti di sè importanti con altre persone fuori dalla coppia, all' insaputa dell' altro. Continuando a nascondere, dunque, per me si perpetua il tradimento. Sapere che l'altro sa, e sceglie liberamente (come è diritto di ogni persona) se restare col traditore non so se cancelli il senso di colpa, anzi. Secondo è un' ottima scusa per i traditori, quella di non ferire l'altro quando il danno è già stato fatto. Vedere le proprie colpe negli occhi dell' altro è la punizione maggiore, ma sicuramente oltre questo, confessando si dà l' opportunità alla coppia di crescere più forte, se davvero si prende atto che sia stata una sbandata passegera. Insomma, dopo aver tradito una persona, almeno le si dia il diritto di scegliere ed un pò di fiducia nella sua capacità di capire.
Concordo su tutto.





A questa è difficile rispondere brevemente (meriterebbe una risposta enciclopedica).




Partiamo da questo presupposto: la concatenazione degli eventi, direi quasi la cronologia, ovvero la sequenza di motivi alla base del gesto, le dinamiche del tradimento vero e proprio, le conseguenze per sè e per l'altro sul piano psicologico e relazionale, non può per definizione essere vissuta in modo affine da entrambi i partner. Ci sarà sempre uno sfasamento che rende molto difficile mettere in pratica ciò che auspichi, per quanto completamente condivisibile.
Di un evento del genere esisteranno sempre non soltanto due valutazioni differenti (pensa anche soltanto a sbattere in faccia un fatto del genere come "compiuto", quindi anche belle fatto, finito, concluso, parte di un momento passato in cui qualcosa è accaduto a tua insaputa e senza che potessi farci nulla), ma due esigenze di comprensione differenti, che difficilmente si incontreranno davvero in una risoluzione comune.
Credo tu abbia ragione quando dici che una coppia dovrebbe essere in grado di lavorare assieme anche su questo piano, ma nei fatti si tratterebbe nel 99% dei casi di un lavoro parallelo, ma in minima parte comune. Qualsiasi verità estorta o concessa tramite una confessione, sarebbe diversa per i due poli della coppia. Ci sono troppe variabili individuali nella valutazione, comprensione ed eventuale superamento di un trauma di questa natura, dall'impianto culturale di provenienza, alle esperienze personali, alla tipologia del legame esistente, alla modalità di relazionarsi con la natura "estranea" di un gesto simile. Persino la sofferenza sarebbe estremamente differente, e non parlo di qualità ovviamente.




In sintesi: i principi che metti in campo sono sacrosanti, ma è un'idea che soffre la mediazione di troppi parametri variabili, nella sua attuazione. Il senso è chiaro, ma l'effetto di una scelta completamente basata su questi principi è imprevedibile.
Ma questo è secondario, secondo me. Certo che è imprevedibile, anche solo per il semplice fatto che il traditore non può sapere davvero come reagirà il tradito.


Qui ci hai preso in pieno, il punto è questo. Non esiste una scelta completamente giusta o completamente sbagliata. Non è così per forza di cose, perchè qualsiasi scelta tu faccia, la stai facendo a nome di due persone, senza poter veramente sapere che cosa sia meglio per l'altro.
Perchè una cosa è dichiarare la propria linea di pensiero (es. "Se succede, dimmelo comunque"), altra cosa è applicarla al reale come fosse un libretto di istruzioni per montare una libreria.
Poi, se esiste veramente un accordo chiaro, a cui si è già deciso di aderire, sulla questione, allora onorarlo o meno diventa la scelta da fare. Ma non so se possa esistere una regola del genere, o più che altro se una regola del genere possa essere statica, immutabile e comunque sana. Proprio non lo so, su questo sto ancora lavorando. Forse una volta consideravo l'intraprendere una relazione come una specie di "sottoscrizione di un contratto": ora ho molti dubbi.


Scenario che non ho considerato perchè non inerente il mio caso: il matrimonio, caso nel quale sottoscrivi di fronte a testimoni l'inviolabilità di alcune regole a benedizione e sugello della nuova scelta di vita. Avrai già capito che io non sono sposato, e questo ovviamente ha il suo bel peso nelle mie valutazioni.
Non sono sposato neanche io, ma per quanto mi riguarda sottoscrivere degli impegni con un contratto (il matrimonio) o meno non cambia le cose. Anche perché è evidente che il matrimonio non garantisce niente comunque, testimoni o meno.


Ma davvero quello che proponi è necessario? Guardare negli occhi la persona che ami e ucciderne l'amore? Scusa, ma preferirei buttarmi sotto un treno (in corsa). Preferibilmente prima, tra l'altro. Davvero, messa così è veramente cattiva, talmente cattiva da perdere quasi di senso, imho.
Cerco di spiegarmi, ma temo non ci riuscirò.

Chi ha sostenuto che il tradimento non va confessato perché farebbe solo soffrire inutilmente chi il tradimento l'ha subito ritiene che la confessione sarebbe un gesto egoista buono solo a scaricarsi la coscienza a danno del tradito. Mal comune mezzo gaudio, insomma... O qualcosa di simile. Trovo che questo pensiero sia allucinante. Come si possa pensare che confessare il tradimento al proprio compagno, guardandolo negli occhi, possa rendere la cosa più "facile" davvero non lo capisco. Insomma, il ragionamento è più o meno "Sarebbe comodo per me confessare scaricando sull'altro, ma lo farei soffrire inutilmente. Ma io non voglio farlo soffrire e quindi mi faccio carico di questo fardello da solo, gestendo in autonomia i miei sensi di colpa, smazzandomela da solo, soffrendo come un cane per quello che ho fatto.". Scusate, ma non ci vedo nessun altruismo in questo. Tutti questi scrupoli, dopo che si è tradito, li trovo un po' stomachevoli. Non diciamo che il silenzio non convenga a chi ha tradito. In fondo il traditore vuole preservare la relazione e sa che confessando potrebbe mettere fine alla storia. A meno che non taccia sul tradimento e chiuda lui stesso la relazione. Allora ci posso vedere un senso.


Posso permettermi un'osservazione, anzi una correzione, senza che mi giudichi un presuntuoso? Perchè ti sto leggendo volentieri, e stai proponendo molti spunti. E infatti anche quuesto è il caso.


"Per me, oggi, è inconcepibile tradire una persona che amo. Per come è strutturata la mia mente al momento, non esiste proprio."
Non ti giudico presuntuoso. Capisco che tu mi dica questo perché ci sei passato. Come tutti quelli che sottolineano questa costa. Io invece risulto per forza di cose presuntuoso se dico che non tradirò mai, men che meno se sono innamorato della mia compagna. E lo capisco. Tu pensavi di non tradire mai e poi ti è capitato, se ho ben capito, e quindi per esperienza mi metti in guardia. Ti ringrazio, ma mi conosco fin troppo bene, almeno in questo. Mettiamoci pure che sia forse una forma di egoismo, la mia, nel senso che tradire la persona che sta con me significa, per me, tradire me stesso. Ma sono consapevole che chi ha tradito penserà "Si, vabbè". E' naturale sia così.
 

giorgiocan

Utente prolisso
Chi ha sostenuto che il tradimento non va confessato perché farebbe solo soffrire inutilmente chi il tradimento l'ha subito ritiene che la confessione sarebbe un gesto egoista buono solo a scaricarsi la coscienza a danno del tradito. Mal comune mezzo gaudio, insomma... O qualcosa di simile. Trovo che questo pensiero sia allucinante. Come si possa pensare che confessare il tradimento al proprio compagno, guardandolo negli occhi, possa rendere la cosa più "facile" davvero non lo capisco. Insomma, il ragionamento è più o meno "Sarebbe comodo per me confessare scaricando sull'altro, ma lo farei soffrire inutilmente. Ma io non voglio farlo soffrire e quindi mi faccio carico di questo fardello da solo, gestendo in autonomia i miei sensi di colpa, smazzandomela da solo, soffrendo come un cane per quello che ho fatto.". Scusate, ma non ci vedo nessun altruismo in questo. Tutti questi scrupoli, dopo che si è tradito, li trovo un po' stomachevoli. Non diciamo che il silenzio non convenga a chi ha tradito. In fondo il traditore vuole preservare la relazione e sa che confessando potrebbe mettere fine alla storia. A meno che non taccia sul tradimento e chiuda lui stesso la relazione. Allora ci posso vedere un senso.
Mmmh. Forse si sta un po' estremizzando. Che a volte va bene per verificare un'ipotesi, ma non in questo caso.

Osservazioni:

1. Da "Mal comune mezzo gaudio" non ti seguo più. Tu in pratica dici che un tradimento va confessato sempre e comunque, a prescindere dal pentimento o meno del traditore. Che il dolore del traditore è ininfluente se non porta a confessione. Perchè quest'ultima è inevitabile, costi quel che costi. Ogni alternativa mette i due partner in posizioni differenti e vizia a priori il quadro della relazione, ed è una scelta "facile". L'unica possibilità è soffrire entrambi ed utilizzare questo dolore per ricostruire, se possibile.

2. Si stava parlando di tradimenti "stupidi" oppure passati. Eventi che potrebbero non aver inquinato irrimediabilmente una relazione. E il cui effetto si è rivoltato contro l'autore del gesto, che in questo caso è ferito a causa del suo stesso comportamento. Comportamento, però, certamente circoscritto, estinto. Quindi in questo caso la scelta di far soffrire il partner (perchè tra le altre cose, questa è inevitabile) è soltanto nelle mani del traditore. E ribadisco che si tratta di una scelta, che una persona opera per due. A entrare in gioco, sono soltanto i propri principi e la propria sensibilità. Quindi la scelta di seguire a prescindere le proprie convinzioni, oppure forzarsi al silenzio pur di "proteggere" il partner, si basa ancora e soltanto su considerazioni unilaterali. E qui non so se sono riuscito a spiegarmi.

3. Quando sono arrivato qui sul forum, io la pensavo esattamente come te. Io ero assolutamente convinto di dover finalmente confessare. Sono arrivato qui chiedendo consigli su come fare, perchè ero devastato, annullato. Sorpreso che un anno dopo la mia posizione sia cambiata così radicalmente? E' questo che cerco di mettere nero su bianco nei miei precedenti interventi: quando ti trovi a dover applicare alla realtà dei fatti ciò in cui credi, raramente i tuoi modelli ideali possono essere applicati pedissequamente. Perchè sono soltanto modelli, non la tua vita nè la tua relazione.
 

disincantata

Utente di lunga data
Io credo che quasi mai, quello che si pensava e si credeva, prima, si tramuti in reale, alla scoperta di essere stati traditi.

Tutto quello in cui credevi prima vacilla. Sei costretto a considerare il contesto.

Figli famiglia eta' soldi condizionano la tua liberta' di reazione.
E pure la liberta' di confessare e scegliere.

Stessa cosa se sei tu a tradire. Ti cerchi una giustificazione. Quasi sempre.

Sui sensi di colpa di chi tradisce, salvo rarissime eccezioni, come e' successo a Giorgio, credo poco poco, soprattutto per i lunghi o ripetuti tradimenti.

Non credo ne escano a pezzi come il tradito.
Non parlo di un tradimento mordi e fuggi.
Squallido ma che non dovrebbe
Sconvolgere se non il traditore X la tristezza di una simile esigenza. Che farebbe bene a cancellare e non confessare.
 

Diletta

Utente di lunga data
Mmmh. Forse si sta un po' estremizzando. Che a volte va bene per verificare un'ipotesi, ma non in questo caso.

Osservazioni:

1. Da "Mal comune mezzo gaudio" non ti seguo più. Tu in pratica dici che un tradimento va confessato sempre e comunque, a prescindere dal pentimento o meno del traditore. Che il dolore del traditore è ininfluente se non porta a confessione. Perchè quest'ultima è inevitabile, costi quel che costi. Ogni alternativa mette i due partner in posizioni differenti e vizia a priori il quadro della relazione, ed è una scelta "facile". L'unica possibilità è soffrire entrambi ed utilizzare questo dolore per ricostruire, se possibile.

2. Si stava parlando di tradimenti "stupidi" oppure passati. Eventi che potrebbero non aver inquinato irrimediabilmente una relazione. E il cui effetto si è rivoltato contro l'autore del gesto, che in questo caso è ferito a causa del suo stesso comportamento. Comportamento, però, certamente circoscritto, estinto. Quindi in questo caso la scelta di far soffrire il partner (perchè tra le altre cose, questa è inevitabile) è soltanto nelle mani del traditore. E ribadisco che si tratta di una scelta, che una persona opera per due. A entrare in gioco, sono soltanto i propri principi e la propria sensibilità. Quindi la scelta di seguire a prescindere le proprie convinzioni, oppure forzarsi al silenzio pur di "proteggere" il partner, si basa ancora e soltanto su considerazioni unilaterali. E qui non so se sono riuscito a spiegarmi.

3. Quando sono arrivato qui sul forum, io la pensavo esattamente come te. Io ero assolutamente convinto di dover finalmente confessare. Sono arrivato qui chiedendo consigli su come fare, perchè ero devastato, annullato. Sorpreso che un anno dopo la mia posizione sia cambiata così radicalmente? E' questo che cerco di mettere nero su bianco nei miei precedenti interventi: quando ti trovi a dover applicare alla realtà dei fatti ciò in cui credi, raramente i tuoi modelli ideali possono essere applicati pedissequamente. Perchè sono soltanto modelli, non la tua vita nè la tua relazione.

Ciao, anch'io scrivo le mie osservazioni sull'evidenziato:

Qual'è il metro per valutare quando un tradimento è "stupido"?
Se ci pensi bene, ogni tradimento passato può essere considerato tale perché non ha avuto ripercussioni sulla coppia, che è in essere, per dirla con le tue parole: la relazione non è stata inquinata dall'evento.
Ergo: non ha nessun senso confessare qualsiasi tradimento passato. Il farlo è un'azione gratuita e crudele nei confronti del partner, che porta solo dolore e nessun vantaggio per la coppia.

Ecco, io sono d'accordo razionalmente con questa osservazione.

Il problema, per me, per Ataru e per quelli come noi, è rappresentato proprio da noi stessi.
Sarebbero gli stessi principi che abbiamo radicati in noi a causare l'inizio di una crisi devastante dall'esito incerto, senza contare il fatto che qualcosa si rompe per sempre e niente sarà più come prima.
Sto parlando per quei casi in cui la coppia è serena e unita.
Io so e ne sono convinta conoscendomi bene che la mia coscienza mi obbligherebbe a fare questo passo, così come sono convinta che questa mia scelta porterebbe solo tanto dolore e probabilmente la fine di tutto.
Beati coloro che riescono a dialogare con la propria coscienza e quindi a gestirsi il senso di colpa da sé, a questa affermazione ci sono arrivata dopo un lungo percorso che ancora non è completato (e chissà se lo sarà mai del tutto...).
All'inizio la mia intransigenza e i miei valori non mi permettevano di considerare l'altra scelta, proprio non la volevo neanche pensare, poi, grazie anche all'aiuto di un "addetto ai lavori" è cominciata la mia metamorfosi e con essa mi sono ammorbidita su certe posizioni.
Ho iniziato a considerarle e a valutarle.
Pertanto, la mia opinione rimane la stessa per quanto riguarda la mia persona: so esattamente quello che farei e l'ho detto prima, ma riesco a mettermi un po' di più nelle vesti di chi sta dall'altra parte e a togliermi, con fatica non posso negarlo, le vesti del giudice che emette la sentenza.
Ora arrivo a capire perché mio marito, al tempo fidanzato, abbia sempre taciuto, lui ce l'ha fatta per come è strutturato lui, così diverso da me.
A me non toglievano niente...questo è ciò che pensava.
 
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
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