Dai per scontato che. quando si scopre un tradimento, quello che si giunge a conoscere è una bassa percentuale di quello che è accaduto, che si è detto e si è combinato sessualmente tra traditore ed amante.
Consiglio di non arrovellarsi il cervello e straziarsi l'anima per sapere quello che è successo sessualmente. Va applicato il criterio del 110%, il traditore ha fatto di più di quanto faceva con il coniuge tradito. Inutile pretendere di verificare quanto sia successo quando sono andati a letto, tranne casi eccezionali (ma ogni vicenda di tradimento è vista come unica ed eccezionale dal coniuge tradito, si sa).
Non è una sorpresa dover prendere decisioni sulla base di informazioni incomplete. Tutti noi, ogni giorno, prendiamo decisioni sulla base di una percentuale bassa di conoscenza dei fatti, o comunque con molte meno certezze delle incertezze. Soccorre l'intelligenza, l'intuito ed il conforto dei consigli/pareri ricevuti.
Se agisci nell'immediatezza della scoperta di essere stato cornificato, rischi di essere travolto dall'istinto, dalla rabbia, e questo - rispetto al tuo modo di agire normalmente - è inusuale se sei una persona solitamente riflessiva.
Si privilegia la regola (il patto di fedeltà) e l'importanza della sua violazione. Nella sostanza, decidi di sanzionare la violazione della regola e troncare la relazione.
Di converso, se attendiamo di conoscere tutti i particolari della situazione (ed è, in generale, poco probabile) rischiamo che, nel frattempo, la situazione sia mutata (ad es.,per le scelte degli altri interessati o per eventi esterni).
In ogni caso, agiamo e decidiamo sulla base di poche certezze.
Però, se superi la fase emotivamente più complicata ed inizi ad analizzare le informazioni raccolte con riferimento al contesto dell'esperienza di coppia ti focalizzi più sul valore del rapporto che era stato costruito e meno sull'offesa ricevuta.
Se valeva il contributo del traditore nel progetto di vita familiare, ti poni l'interrogativo se tentare il recupero.
Anche a costo di un'inevitabile e delusione personale e perdita di credibilità e stima. Non è mai più come prima.
E' quello che succede quando decidi di provare a ricostruire il rapporto con chi ha tradito, ammesso che abbia manifestato un pentimento minimamente credibile.
PS: La dissonanza cognitiva perorata da
@Brunetta richiama alla mente il logico argomentare di Socrate riportato nei
Dialoghi da Platone.
Niente di nuovo sotto la luce del sole, problematiche già affrontate dall'inizio della società umana, come quando Socrate si interroga sulle modalità della confutazione della verità affermata dall'interlocutore.
Con tutto il rispetto per la capacità tecnologica, il risultato è quello della regola del 110% sopra accennata. Hanno fatto di tutto, tranne l'omicidio.
1) aggiungerei che, in coda all'elencazione, può essere sbadato (si dimentica di farlo) o semplicemente non ha modificato abitudini consolidate per non insospettire di più (es. ha lasciato in giro un elenco delle passwords usate per telefonino, e-mails, acquisti, siti, ecc.; io ne ho uno di due facciate, se la mia compagna lo vuole fotografare non ci vuole niente).
2) tradire con amici, parenti ed affini è eticamente scorretto, ma è fenomeno ricorrente, semplicemente per la frequenza dei contatti. Non meno grave è farlo nell'ambiente di lavoro, per quanto mi riguarda, specie se non si è allo stesso livello.