Conseguenze economiche

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disincantata

Utente di lunga data
Sei sicuro che abbia detto così?
Io ho capito il contrario
Parlavano della Bernardine De Pace che ha deciso di difendere gli uomini e non più le donne e lei le dava ragione
Ma ammetto che mi ero appena svegliata e potrei aver frainteso :D

L'ha detto ma io l'ho presa come una battuta scherzosa e non ricordo l'applauso.

Il perche' prenda 12.000,00 euro al mese non lo so sempre sia vero.

Lei ha sperperato una fortuna al gioco, uno dei motivi di litigi con l'ex marito.
 

Sbriciolata

Escluso
Mah... a me sembra che nella stragrande maggiornza dei casi chi ci rimette nella separazione è sempre l'uomo,...







ora linciatemi :carneval:
sai perchè? perchè si lamentano.
Magari adesso me lo tiro io addosso il linciaggio, ma è così.
Le donne hanno maggiormente il senso dell'economia e sono maggiormente attrezzate per mandare avanti una casa, e non parlo di pulizie, parlo di far tornare i conti.
Alle donne restano i figli e quindi non si aspettano di poter tornare alla vita da giovincelle, ballare e a cena fuori e mi godo la vita che mi sono sempre sacrificata.
Spesso gli uomini si separano e vorrebbero avere l'intero stipendio per far baldoria.
Mica tutti, eh?
Ma i discorsi che sento al caffè... venerdì:
... perchè la madre di mio figlio questo mese vuole metà dei soldi del dentista, ah lo so io che bisogna portarlo dal dentista, ma lei va da quello che costa di più tanto qua c'è Pantalone che paga...
(naturalmente poi si scopre che il dentista è sempre lo stesso da prima della separazione ma allora andava bene, adesso invece appare più indicato un maniscalco)
...e poi il mese scorso le scarpe, che lei dice che bisogna che le cambi perchè quelle che ha si sono tutte rovinate con la neve ma non lo spiega mica a suo figlio che quando c'è la neve bisogna cercare di non rovinare le scarpe...
(quando c'è la neve, bimbo, comincia a sbattere su e giù forte forte le braccine, datti una bella spinta e vola, vola!)
... e così via.
Pure la rata del calcio non andava bene: secondo te dei due chi ha voluto che il bambino andasse a calcio?
 

danny

Utente di lunga data
Secondo me esistono persone mediocri rancorose e grette indipendentemente dal sesso. La legge dovrebbe avere come unico scopo quella di tutelare il soggetto più debole - figli a parte si intende - fornendogli strumenti adeguati per confrontarsi con chi è più forte economicamente o solo più stronzo. Per questo dovrebbe essere scevra da pregiudizi di carattere sessuale e concedere pari diritti e doveri: mantenimento max due anni. Condivisione dei figli anche come residenza salvo accordi contrari. Divisione al 50% di tutto il patrimonio. Chiaro netto senza possibilità di interpretazione. Meno soldi agli avvocati meno tempo perso in cause lunghe. Più serenità davanti ai figli. E più possibilità per tutti di rifarsi una vita. Così com'è la separazione ha un carattere punitivo e al contempo para assistenziale. Andrebbe riformata.
 

Jim Cain

Utente di lunga data
se vi rode, intestate la casa ai figli.
Certo, ma nella sostanza non cambia nulla.
Anche intestandola ai figli quella casa qualcuno l'ha pagata, e magari uno di quei 'qualcuno' quella casa non se la godrà più (e vai a vedere che è stato pure tradito).
Non cambia nulla, sia se la si intesta ai figli, sia se gliela si lascerà in eredità...
 

Jim Cain

Utente di lunga data
Con una giudiziale tutte queste cose si ottengono facilmente: si può avere un amante, lasciare il marito, prendersi i figli, mantenimento a vita e alimenti.
Quoto in pieno, anche se nel caso in cui una donna abbia tradito e la conseguenza sia la separazione, il marito può ben chiedere l'addebito per colpa, e la donna, di conseguenza, perderà il diritto all'assegno di mantenimento (per sè). Tutto il resto, che è già PARECCHIO, rimane quello che hai scritto.
 
Ultima modifica:

Jim Cain

Utente di lunga data
sai perchè? perchè si lamentano.
Magari adesso me lo tiro io addosso il linciaggio, ma è così.
Le donne hanno maggiormente il senso dell'economia e sono maggiormente attrezzate per mandare avanti una casa, e non parlo di pulizie, parlo di far tornare i conti.
Alle donne restano i figli e quindi non si aspettano di poter tornare alla vita da giovincelle, ballare e a cena fuori e mi godo la vita che mi sono sempre sacrificata.
Spesso gli uomini si separano e vorrebbero avere l'intero stipendio per far baldoria.
Mica tutti, eh?
Ma i discorsi che sento al caffè... venerdì:
... perchè la madre di mio figlio questo mese vuole metà dei soldi del dentista, ah lo so io che bisogna portarlo dal dentista, ma lei va da quello che costa di più tanto qua c'è Pantalone che paga...
(naturalmente poi si scopre che il dentista è sempre lo stesso da prima della separazione ma allora andava bene, adesso invece appare più indicato un maniscalco)
...e poi il mese scorso le scarpe, che lei dice che bisogna che le cambi perchè quelle che ha si sono tutte rovinate con la neve ma non lo spiega mica a suo figlio che quando c'è la neve bisogna cercare di non rovinare le scarpe...
(quando c'è la neve, bimbo, comincia a sbattere su e giù forte forte le braccine, datti una bella spinta e vola, vola!)
... e così via.
Pure la rata del calcio non andava bene: secondo te dei due chi ha voluto che il bambino andasse a calcio?
a) se la stessa donna che è tanto brava a far economia e a far quadrare i conti è quella che ha permesso che il matrimonio naufragasse il tuo ragionamento fa cilecca ;
b) conosco donne MOLTO più spendaccione dei relativi compagni/mariti.
c) se hai divorziato a 45/50 anni, e sei uomo, la vita da giovincello è un privilegio per pochi. La maggior parte devono pensare a mettere insieme pranzo e cena.
 

Jim Cain

Utente di lunga data
Per la consensuale basta molto meno
Mi dicono che puoi compilare un modulo e la spesa è sui 40 euro
Sul resto, già sai e quoto
Dipende da dove vivi, e comunque è RARISSIMO che due coniugi che si separano non ricorrano ad un legale anche in caso di consensuale.
 

disincantata

Utente di lunga data
Dipende da dove vivi, e comunque è RARISSIMO che due coniugi che si separano non ricorrano ad un legale anche in caso di consensuale.
Perche' non fa comodo agli avvocati che si sappia che si puo' fare facilmente. Ovviamente se si e' d'accordo e senza figli minori.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Dipende da dove vivi, e comunque è RARISSIMO che due coniugi che si separano non ricorrano ad un legale anche in caso di consensuale.
Si lo so che dipende da dove si vive. A Milano si può e diverse coppie che conosco ne hanno aprofittato
 

Uhlalá

Utente di lunga data
Ciao

sono rientrata per prendere casa nostra, perché lui lavorando così tanto e dovendo dormire spesso fuori, il tutto stava andando a malora. Oltre al fatto, che era troppo grande per lui da solo.
Certo, lui ha dovuto trovare un'altra abitazione. Certo, ho voluto io la separazione. È anche vero, che lui ammette tranquillamente che, se dovesse lui avere nostra figlia, dovrebbe ridimensionare il guadagno lavorativo di ben un terzo, perché questo lavoro non lo potrebbe più seguire. Infatti, io sono legata e non posso riprendere al pieno il mio lavoro ... chi rimette realmente?


sienne
Identica situazione alla tua.
 

Nausicaa

sfdcef
Certo, ma nella sostanza non cambia nulla.
Anche intestandola ai figli quella casa qualcuno l'ha pagata, e magari uno di quei 'qualcuno' quella casa non se la godrà più (e vai a vedere che è stato pure tradito).
Non cambia nulla, sia se la si intesta ai figli, sia se gliela si lascerà in eredità...

Il "qualcuno" sono io (ma non sono stata tradita).
Casa comprata da me -dalla mia famiglia- e io non la godrò più.
Sapere che è di mia figlia, sì, mi cambia le cose.
 

Sbriciolata

Escluso
a) se la stessa donna che è tanto brava a far economia e a far quadrare i conti è quella che ha permesso che il matrimonio naufragasse il tuo ragionamento fa cilecca ;
b) conosco donne MOLTO più spendaccione dei relativi compagni/mariti.
c) se hai divorziato a 45/50 anni, e sei uomo, la vita da giovincello è un privilegio per pochi. La maggior parte devono pensare a mettere insieme pranzo e cena.
Jim, se vuoi ci mettiamo qui e ci raccontiamo la storia di Alice nel paese delle meraviglie, ma:
- l'economia domestica perlomeno in questo paese è sempre stata gestita nella maggior parte dalle donne: loro fanno la spesa, loro sanno cosa manca, loro sanno cosa serve ai figli. Poi che dagli anni 80 il concetto di economia sia passato dal una gestione del risparmio anche maniacale che guerra e dopoguerra avevano impresso nelle generazioni precedenti a una visione della vita più consumistica, questo è innegabile ed è una cosa che non conosce generi, anche se probabilmente per tutta una serie di motivi i bisogni indotti per il genere femminile sono in numero maggiore, quelli per il genere maschile sono però più costosi.
- io non è che vivo sulla luna, vivo in una comunità dove, fino a che ci sono state le condizioni, generalmente in una famiglia tutti e due i genitori lavorano, ma: quando ci sono bambini piccoli è preferibile che uno dei due li segua... e fino a qui... quindi uno dei due sceglie un orario ridotto, il lavoro magari meno remunerativo ma comodo per orari e logistica, rinuncia ad occasioni di avanzamenti perchè implicano un maggior impegno in termini di tempo: normalmente non è l'uomo.
Io parlo della maggioranza dei casi, non delle eccezioni.
Io lavoro in un settore dove spesso sei fuori casa, non hai orari, devi essere disponibile a volte anche di notte: infatti la maggior parte delle persone con le quali ho lavorato erano uomini.
E la maggior parte delle loro mogli faceva un lavoro part-time o comunque a orario ridotto, e in diversi casi avevano smesso di lavorare dopo i figli.
E' l'economia familiare di un modello che ancora trova naturale che il genitore maggiormente accudente sia la madre. Ed è un modello che si è dimostrato funzionale all'uomo fino a che non sono aumentate le separazioni, perchè le separazioni impoveriscono la parte più forte economicamente.
Per quanto riguarda i padri che non riescono a mettere assieme pranzo e cena: se mi parli di una persona con uno stipendio di 1000 euro che deve pagarsi una locazione... ok.
Ma questa non è una colpa attribuibile all'arpia che lo ha impoverito, purtroppo chi non ha un reddito almeno medio-alto non può che risentire fortemente di una separazione, anche se l'assegno che dà per il figlio è di 200 euro, e gli assegni sono stabiliti sul reddito, non ad mentula canis.
Ma parliamoci chiaro: con 200 euro un bambino non campa un mese, non è che là fuori ci sono schiere di separate che si sono arricchite, stringono la cinghia pure loro.
Ed è esattamente per questo motivo che molto spesso non ci si separa, anche: perchè non ce lo si può permettere.
E questo, esattamente, dovrebbe far riflettere maggiormente sul ruolo della famiglia nella società e sul significato pragmatico del matrimonio, oltre che affettivo.
Non è che ti fanno firmare che tu vuoi bene a una persona, ti fanno firmare che prendi degli impegni.
E' questo che sfugge, spesso.
 

sienne

lucida-confusa
Jim, se vuoi ci mettiamo qui e ci raccontiamo la storia di Alice nel paese delle meraviglie, ma:
- l'economia domestica perlomeno in questo paese è sempre stata gestita nella maggior parte dalle donne: loro fanno la spesa, loro sanno cosa manca, loro sanno cosa serve ai figli. Poi che dagli anni 80 il concetto di economia sia passato dal una gestione del risparmio anche maniacale che guerra e dopoguerra avevano impresso nelle generazioni precedenti a una visione della vita più consumistica, questo è innegabile ed è una cosa che non conosce generi, anche se probabilmente per tutta una serie di motivi i bisogni indotti per il genere femminile sono in numero maggiore, quelli per il genere maschile sono però più costosi.
- io non è che vivo sulla luna, vivo in una comunità dove, fino a che ci sono state le condizioni, generalmente in una famiglia tutti e due i genitori lavorano, ma: quando ci sono bambini piccoli è preferibile che uno dei due li segua... e fino a qui... quindi uno dei due sceglie un orario ridotto, il lavoro magari meno remunerativo ma comodo per orari e logistica, rinuncia ad occasioni di avanzamenti perchè implicano un maggior impegno in termini di tempo: normalmente non è l'uomo.
Io parlo della maggioranza dei casi, non delle eccezioni.
Io lavoro in un settore dove spesso sei fuori casa, non hai orari, devi essere disponibile a volte anche di notte: infatti la maggior parte delle persone con le quali ho lavorato erano uomini.
E la maggior parte delle loro mogli faceva un lavoro part-time o comunque a orario ridotto, e in diversi casi avevano smesso di lavorare dopo i figli.
E' l'economia familiare di un modello che ancora trova naturale che il genitore maggiormente accudente sia la madre. Ed è un modello che si è dimostrato funzionale all'uomo fino a che non sono aumentate le separazioni, perchè le separazioni impoveriscono la parte più forte economicamente.
Per quanto riguarda i padri che non riescono a mettere assieme pranzo e cena: se mi parli di una persona con uno stipendio di 1000 euro che deve pagarsi una locazione... ok.
Ma questa non è una colpa attribuibile all'arpia che lo ha impoverito, purtroppo chi non ha un reddito almeno medio-alto non può che risentire fortemente di una separazione, anche se l'assegno che dà per il figlio è di 200 euro, e gli assegni sono stabiliti sul reddito, non ad mentula canis.
Ma parliamoci chiaro: con 200 euro un bambino non campa un mese, non è che là fuori ci sono schiere di separate che si sono arricchite, stringono la cinghia pure loro.
Ed è esattamente per questo motivo che molto spesso non ci si separa, anche: perchè non ce lo si può permettere.
E questo, esattamente, dovrebbe far riflettere maggiormente sul ruolo della famiglia nella società e sul significato pragmatico del matrimonio, oltre che affettivo.
Non è che ti fanno firmare che tu vuoi bene a una persona, ti fanno firmare che prendi degli impegni.
E' questo che sfugge, spesso.

Ciao

inutile dire, che quoto ciò che hai scritto fino ad ora.

Impegni, sia nel bene che nel male ...


sienne
 

Uhlalá

Utente di lunga data
Jim, se vuoi ci mettiamo qui e ci raccontiamo la storia di Alice nel paese delle meraviglie, ma:
- l'economia domestica perlomeno in questo paese è sempre stata gestita nella maggior parte dalle donne: loro fanno la spesa, loro sanno cosa manca, loro sanno cosa serve ai figli. Poi che dagli anni 80 il concetto di economia sia passato dal una gestione del risparmio anche maniacale che guerra e dopoguerra avevano impresso nelle generazioni precedenti a una visione della vita più consumistica, questo è innegabile ed è una cosa che non conosce generi, anche se probabilmente per tutta una serie di motivi i bisogni indotti per il genere femminile sono in numero maggiore, quelli per il genere maschile sono però più costosi.
- io non è che vivo sulla luna, vivo in una comunità dove, fino a che ci sono state le condizioni, generalmente in una famiglia tutti e due i genitori lavorano, ma: quando ci sono bambini piccoli è preferibile che uno dei due li segua... e fino a qui... quindi uno dei due sceglie un orario ridotto, il lavoro magari meno remunerativo ma comodo per orari e logistica, rinuncia ad occasioni di avanzamenti perchè implicano un maggior impegno in termini di tempo: normalmente non è l'uomo.
Io parlo della maggioranza dei casi, non delle eccezioni.
Io lavoro in un settore dove spesso sei fuori casa, non hai orari, devi essere disponibile a volte anche di notte: infatti la maggior parte delle persone con le quali ho lavorato erano uomini.
E la maggior parte delle loro mogli faceva un lavoro part-time o comunque a orario ridotto, e in diversi casi avevano smesso di lavorare dopo i figli.
E' l'economia familiare di un modello che ancora trova naturale che il genitore maggiormente accudente sia la madre. Ed è un modello che si è dimostrato funzionale all'uomo fino a che non sono aumentate le separazioni, perchè le separazioni impoveriscono la parte più forte economicamente.
Per quanto riguarda i padri che non riescono a mettere assieme pranzo e cena: se mi parli di una persona con uno stipendio di 1000 euro che deve pagarsi una locazione... ok.
Ma questa non è una colpa attribuibile all'arpia che lo ha impoverito, purtroppo chi non ha un reddito almeno medio-alto non può che risentire fortemente di una separazione, anche se l'assegno che dà per il figlio è di 200 euro, e gli assegni sono stabiliti sul reddito, non ad mentula canis.
Ma parliamoci chiaro: con 200 euro un bambino non campa un mese, non è che là fuori ci sono schiere di separate che si sono arricchite, stringono la cinghia pure loro.
Ed è esattamente per questo motivo che molto spesso non ci si separa, anche: perchè non ce lo si può permettere.
E questo, esattamente, dovrebbe far riflettere maggiormente sul ruolo della famiglia nella società e sul significato pragmatico del matrimonio, oltre che affettivo.
Non è che ti fanno firmare che tu vuoi bene a una persona, ti fanno firmare che prendi degli impegni.
E' questo che sfugge, spesso.
Verde verde verde
 

Brunetta

Utente di lunga data
Jim, se vuoi ci mettiamo qui e ci raccontiamo la storia di Alice nel paese delle meraviglie, ma:
- l'economia domestica perlomeno in questo paese è sempre stata gestita nella maggior parte dalle donne: loro fanno la spesa, loro sanno cosa manca, loro sanno cosa serve ai figli. Poi che dagli anni 80 il concetto di economia sia passato dal una gestione del risparmio anche maniacale che guerra e dopoguerra avevano impresso nelle generazioni precedenti a una visione della vita più consumistica, questo è innegabile ed è una cosa che non conosce generi, anche se probabilmente per tutta una serie di motivi i bisogni indotti per il genere femminile sono in numero maggiore, quelli per il genere maschile sono però più costosi.
- io non è che vivo sulla luna, vivo in una comunità dove, fino a che ci sono state le condizioni, generalmente in una famiglia tutti e due i genitori lavorano, ma: quando ci sono bambini piccoli è preferibile che uno dei due li segua... e fino a qui... quindi uno dei due sceglie un orario ridotto, il lavoro magari meno remunerativo ma comodo per orari e logistica, rinuncia ad occasioni di avanzamenti perchè implicano un maggior impegno in termini di tempo: normalmente non è l'uomo.
Io parlo della maggioranza dei casi, non delle eccezioni.
Io lavoro in un settore dove spesso sei fuori casa, non hai orari, devi essere disponibile a volte anche di notte: infatti la maggior parte delle persone con le quali ho lavorato erano uomini.
E la maggior parte delle loro mogli faceva un lavoro part-time o comunque a orario ridotto, e in diversi casi avevano smesso di lavorare dopo i figli.
E' l'economia familiare di un modello che ancora trova naturale che il genitore maggiormente accudente sia la madre. Ed è un modello che si è dimostrato funzionale all'uomo fino a che non sono aumentate le separazioni, perchè le separazioni impoveriscono la parte più forte economicamente.
Per quanto riguarda i padri che non riescono a mettere assieme pranzo e cena: se mi parli di una persona con uno stipendio di 1000 euro che deve pagarsi una locazione... ok.
Ma questa non è una colpa attribuibile all'arpia che lo ha impoverito, purtroppo chi non ha un reddito almeno medio-alto non può che risentire fortemente di una separazione, anche se l'assegno che dà per il figlio è di 200 euro, e gli assegni sono stabiliti sul reddito, non ad mentula canis.
Ma parliamoci chiaro: con 200 euro un bambino non campa un mese, non è che là fuori ci sono schiere di separate che si sono arricchite, stringono la cinghia pure loro.
Ed è esattamente per questo motivo che molto spesso non ci si separa, anche: perchè non ce lo si può permettere.
E questo, esattamente, dovrebbe far riflettere maggiormente sul ruolo della famiglia nella società e sul significato pragmatico del matrimonio, oltre che affettivo.
Non è che ti fanno firmare che tu vuoi bene a una persona, ti fanno firmare che prendi degli impegni.
E' questo che sfugge, spesso.
Perfetto.
Poi ci sono le eccezioni.
 

danny

Utente di lunga data
Perfetto.
Poi ci sono le eccezioni.

Anch'io quoto l'intervento, ma giustamente punto l'accento sia sulle eccezioni che sui cambiamenti che sono intercorsi negli ultimi due decenni.
La mia generazione, quella dei quarantenni, ha fortemente ritardato i tempi del matrimonio (quando ci si sposa...) rispetto a quelle precedenti.
Prima si studia, si cerca il lavoro, ci si sistema, ci si diverte anche dal punto di vista sentimentale, sessuale ma anche con gli amici, si viaggia, si fanno esperienze, restando a casa dei genitori.
Poi a volte ci si sposa... altre si convive... i figli sempre più spesso arrivano oltre i trenta, e sono quasi sempre al massimo due.
Entrambi i genitori lavorano ormai, nelle grandi città, dato che gli stipendi con potere d'acquisto ridotto e i costi elevati delle abitazioni e dei servizi impongono il doppio reddito.
Con la cosiddetta crisi e l'aumento della precarietà, chi ha un lavoro se lo tiene ben stretto, che sia uomo o donna.
Conosco uomini che hanno perso il lavoro e vivono grazie allo stipendio di lei: la rinuncia alla carriera da parte delle donne è oggi un concetto utopico. Non vi è molta libertà di scelta nel mondo del lavoro, se ti vengono richiesti determinati orari e mansioni non ti puoi rifiutare. E' anche vero che proprio per questo gli uomini vengono preferiti alle donne in quanto hanno meno giustificazioni da fornire per rifiutare determinate mansioni. Non allattano, non rimangono incinta e possono stare in ufficio anche alle 22 di sera, tanto non devono (non dovrebbero) stirare, cucinare, lavare i piatti, badare ai bambini... il mondo del lavoro è maschilista per opportunismo. Nella realtà sfrutta l'esigenza di ognuno di noi di avere un reddito.
Nella vita famigliare di oggi difficilmente una donna laureata, con un buon impiego, accetta un uomo che le imponga di rimanere a casa a fare la casalinga. Purtroppo molte donne oggi non trovando lavoro si rassegnano a tale ruolo, magari dopo anni di precariato e sfruttamento.
La famiglia è oggi un bene rifugio da preservare, tenendo conto che non vi è più sicurezza nel mondo del lavoro, che probabilmente nessuno di noi percepirà una pensione e che l'assistenza sanitaria sta diventando praticamente a pagamento. In futuro magari si tornerà alla famiglia patriarcale , in cui il reddito di un solo componente, un figlio, una nonna, un padre o chiunque altro, mantiene tutti gli altri, esattamente come accade per milioni di persone nel mondo, per milioni di emigranti e anche per tante persone già in Italia, soprattutto al sud. Proprio per questo deve essere "sana" in tutte le sue fasi, comprese quelle di un'eventuale separazione. Che non deve diventare una guerra... gestita soprattutto in un'età - quella dei 40 e oltre - in cui ripartire da capo è difficile se non impossibile.
Sei vecchio per trovare un lavoro se non ce l'hai, vecchio per aprire un mutuo (ormai trentennali), vecchio per avere dei bambini...
Ma magari ti ritrovi sposato con una persona che non ti rispetta più.
Questo al link è un articolo molto interessante che dipinge la situazione attuale con alcuni dati e dove si accenna anche al doppio domicilio e alla questione dell'affido condiviso. Credo valga la pena leggerlo, lo trovo interessante
http://www.famigliacristiana.it/articolo/fascione-l-afido-condiviso.aspx
 
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OcchiVerdi

Utente di lunga data
Questo stralcio mi ha compito...

«Una nuova e doppia realtà è inevitabile per il figlio di una coppia che si separa, così come all’inizio sono da mettere in conto i capricci e i piccoli opportunismi di ogni giorno. Ciò che va invece curato da subito è la qualità della relazione, la sintonia tra ex coniugi su ruoli e compiti educativi». Lo sostiene con chiarezza Fulvio Scaparro, psicoterapeuta e fondatore dell’associazione milanese GeA, Genitori ancora, che da oltre 25 anni promuove la cultura della genitorialità oltre la separazione e il divorzio.

«E’ importante che questa dimensione continui attraverso la relazione tra madre e padre e non a livello individuale. Per un figlio di separati infatti il dolore più grande non è spostarsi da una casa all’altra ma passare attraverso messaggi contrastanti, spesso bellicosi senza contare che a volte il bambino stesso diventa messaggero di rabbie e ostilità».

Difficile però dialogare con equilibrio e coerenza sul terreno quasi sempre aspro di una separazione. «Ma passato il periodo della tempesta deve sopraggiungere la capacità di distinguere il fallimento matrimoniale dal progetto genitoriale. Anzi, lo stesso matrimonio non sarà stato vissuto invano se i figli potranno continuare a contare su mamme e papà capaci di crescerli in armonia. Proprio nelle difficoltà i “buoni” genitori si dimostrano tali».
 

Uhlalá

Utente di lunga data
Questo stralcio mi ha compito...

«Una nuova e doppia realtà è inevitabile per il figlio di una coppia che si separa, così come all’inizio sono da mettere in conto i capricci e i piccoli opportunismi di ogni giorno. Ciò che va invece curato da subito è la qualità della relazione, la sintonia tra ex coniugi su ruoli e compiti educativi». Lo sostiene con chiarezza Fulvio Scaparro, psicoterapeuta e fondatore dell’associazione milanese GeA, Genitori ancora, che da oltre 25 anni promuove la cultura della genitorialità oltre la separazione e il divorzio.

«E’ importante che questa dimensione continui attraverso la relazione tra madre e padre e non a livello individuale. Per un figlio di separati infatti il dolore più grande non è spostarsi da una casa all’altra ma passare attraverso messaggi contrastanti, spesso bellicosi senza contare che a volte il bambino stesso diventa messaggero di rabbie e ostilità».

Difficile però dialogare con equilibrio e coerenza sul terreno quasi sempre aspro di una separazione. «Ma passato il periodo della tempesta deve sopraggiungere la capacità di distinguere il fallimento matrimoniale dal progetto genitoriale. Anzi, lo stesso matrimonio non sarà stato vissuto invano se i figli potranno continuare a contare su mamme e papà capaci di crescerli in armonia. Proprio nelle difficoltà i “buoni” genitori si dimostrano tali».
quoto
 
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
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